venerdì 10 dicembre 2010

Il modo più efficace per finire in un libro

Pensandoci bene, il modo più efficace di finire in un libro è essere amico o parente di qualche povero disgraziato che ha fatto una brutta fine e assurgere in tal modo agli onori della cronaca.
Quello di cui sto per parlare, dunque, sarà forse il secondo modo più efficace, o forse no.
Fatto sta che uno dei miei racconti ultra-brevi che hanno partecipato al concorso l'Invasione degli Ultracorti tempo fa avrà di certo la possibilità di entrare non in uno ma in molti libri. Di straforo, più che altro, visto che è stato selezionato per essere pubblicato sul retro di uno di dodici segnalibri contenenti altrettanti racconti scartati nella finale del concorso in questione.
Per la precisione, il curatore della raccolta ha recentemente selezionato ventiquattro dei racconti non vincitori, che sono stati pubblicati nel blog della casa editrice a cui il concorso faceva capo.
Dodici di questi sono poi diventati dei segnalibri, per ora legati alle attività promozionali della casa editrice in questione.
Io avevo due racconti tra i ventiquattro e ne ho uno tra i dodici, cosa che potrei definire una ragguardevole media.
Per saperne di più, leggete qui.

lunedì 29 novembre 2010

Adunanza 2011

È stata varata l'edizione 2011 dell'Adunanza, gara letteraria per racconti scritti a più mani.
Riporto i dettagli dal sito organizzatore (BraviAutori.it)

Riporto "paro paro" da BraviAutori.it

Lo spirito del gioco deriva dal mitico personaggio di "Highlander", dove gli immortali si scontrano tutti contro tutti finché non ne rimarrà soltanto uno, il quale avrà come premio la Mortalità.

L'Adunanza è un concorso gratuito volto al componimento di un racconto scritto a più mani, in italiano, a tema libero, della lunghezza compresa tra le 50.000 e le 150.000 battute (spazi inclusi). A partecipare saranno le squadre dei siti web invitati, formate esclusivamente dai propri utenti e collaboratori.

Il presente invito è girabile a tutti gli altri siti letterari che ritenete possano apprezzare questa iniziativa. Noi abbiamo iniziato col contattare i siti che conosciamo, e per allargare la competizione confidiamo perciò nei vostri messaggeri. Più saremo, più sarà divertente misurarsi, e maggiore sarà il gusto della vittoria!

Per chi desidera maggiori informazioni, può scaricare il bando QUI.

Parteciperete o resterete tra il pubblico ai bordi dell'arena?

giovedì 25 novembre 2010

Amazon Italia

Scopro ora la nascita di Amazon Italia.
Si tratta della versione italiana di uno dei più grandi (e famosi) negozi online di libri e musica, dal cui originale americano ho spesso acquistato libri in lingua originale, CD e perfino del materiale per la tesi di laurea di mia sorella.
Questo nuovo sito italiano ha anche in corso un mese di promozione con spedizione gratuita e prezzi decisamente buoni.

E, che bello, ci sono anche io :-D

sabato 20 novembre 2010

Prototipi

Prima di iniziare

Ieri ho terminato di produrre un prototipo di uno dei giochi da tavolo che stavo progettando, "La Casa Stregata", per mandarlo a una casa editrice del settore.
Qui potete vedere qualche foto del prototipo finito.

I materiali in bella mostra

Una (teorica) partita in corso

Una (teorica) partita in corso a distanza ravvicinata

i personaggi

martedì 19 ottobre 2010

Ludoprogetti

Chi mi conosce sa che uno dei miei hobby preferiti è allungare la lista delle cose che sto facendo...
Dato che in questo periodo stavo solo partecipando a qualche gara e concorso di scrittura e portando avanti il terzo libro di Anthuar, giustamente non avevo una lista abbastanza lunga, e ho pensato bene di aggiungere la creazione non di uno ma di tre giochi (due da tavolo e uno di carte) che stranamente ho anche trovato il modo di far testare.
Il mio problema coi giochi da tavolo è che non mi ci so muovere. Se scrivo un racconto so come mandarlo a un concorso (spesso lo scrivo apposta), se scrivo un romanzo so come fare qualche tentativo di pubblicazione, ma per i giochi al momento brancolo nel buio, anche se sto cercando di illuminarmi un po'.
Ad oggi, uno dei miei pochi progetti completi (uno di quelli che ho poi passato in versione Star Trek alla sala giochi della STICCON) è anche l'unico che io abbia mai provato a proporre a una casa editrice (che ora pare non accetti più proposte di giochi nuovi, o se sì mi sono perso il come).
La casa editrice produce giochi di carte non collezionabili.
Il mio è un gioco di carte non collezionabile.
La risposta che ho avuto all'epoca è stata che il gioco era troppo legato al caso per la loro linea editoriale.
Mi sto ancora chiedendo in che modo un mazzo di carte possa essere più o meno casuale di un qualunque altro mazzo di carte (salvo che uno abbia tutte le carte uguali...)

giovedì 7 ottobre 2010

Grand Prix

Io non sono amante delle corse, di alcun genere, né podistiche, né (moto)ciclistiche, né automobilistiche... e infatti il Grand Prix di cui parlo non c'entra (quasi) assolutamente niente.
Si tratta invece di un concorso di scrittura, gratuito ma con premi di un certo interesse, per diciotto concorrenti suddivisi in nove squadre che si affronteranno in diverse prove di narrativa e saggistica nell'arco di circa nove mesi.
In aggiunta c'è un aspetto ludico, con la possibilità di miniconcorsi per guadagnare delle carte da giocare a proprio favore o contro gli avversari (ad esempio per cercare di prendere più punti in una prova in cui si ritiene di poter primeggiare, o per limitare i punti di un avversario che si teme in una data prova, o ancora per bloccare le carte altrui).

Detto questo... ci manca UN pilota, perciò se qualcuno è interessato corra a iscriversi (e dica che l'ha saputo da me :-P).

http://latelanera.forumfree.it/?f=9135191

lunedì 20 settembre 2010

A domanda rispondo

Se non bazzicate FaceBook (o lo fate ma non sono tra i vostri contatti, o lo fate e ci sono ma la cosa vi è sfuggita, ma se lo fate, ci sono, non vi è sfuggita e non ve ne fregava niente lo stesso potete anche smettere di leggere, salvo che dovreste aver già capito di che parlo per poterlo fare :-P) sappiate che è stata da poco pubblicata un'intervista a me sottoscritto medesimo nel forum di La Vita è Altrove, per la precisione QUI.
Così se ci tenete potete leggermi mentre parlo di me (non è vero) dei miei libri e della loro genesi.

venerdì 17 settembre 2010

Rex Concorsus

Un breve passaggio per segnalare un concorsondaggio organizzato dalla scrittrice Barbara Risoli nel suo blog http://ilsovranolettore.splinder.com/
Chiunque voglia può proporre uno o due nomi di scrittori esordienti/emergenti italiani (per adesso fantasy ma ci saranno altre categorie) che poi si "affronteranno" a colpi di sondaggio, giusto per divertimento.
Dato che mi sembra carino, lo segnalo casomai qualcun altro la pensasse allo stesso modo. ^_^

venerdì 3 settembre 2010

L'arte della fuffa

È più forte di me, io non riesco a riempire pagine di niente come tanti grandi romanzieri. Ci provo anche, sì, ma tutto congiura contro di me, incluso me stesso.
Sto lavorando al mio nuovo romanzo e avevo intenzione di rimpolparlo con qualcosa che andasse un po' oltre gli eventi fondamentali (fuffa, insomma), anche se in realtà non è così importante perché si prevede già più lungo del precedente.
Ma no, non è per me.
Il primo capitolo in cui avrei dovuto farlo, l'ho scritto come se avessi avuto una pistola alla tempia. C'era solo una piccolissima informazione là dentro che serviva davvero, avrei potuto esaurirla in un paragrafo e ho faticato molto, moltissimo a non farlo (con risultati che dubito siano eccelsi, peraltro).
Poi c'era un ulteriore capitolo che era perfino più inutile. Conteneva informazioni in retrospettiva che non erano necessarie, e qualche nota di colore che si sarebbe potuta tranquillamente rimuovere senza problemi. Era anche un capitolo leggero, per cui l'ho scritto senza sudarci sette camicie, ho inserito dettagli tanto per fare scena e l'ho chiuso con l'unica battuta che avrebbe dovuto poi avere un minimo di seguito nel resto.
Questo quello che credevo.
Invece no, perché va a finire che le informazioni "inutili" date in quel capitolo sono invece fondamentali per spiegare un evento che va a verificarsi dieci capitoli dopo, e che neanche avevo previsto in quei termini: ho semplicemente guardato il puzzle e ho scoperto che quel pezzo si incastrava lì perfettamente senza la minima forzatura. Tutto per un capitolo che avrebbe dovuto essere di fuffa.
C'è poco da fare, non ci sono tagliato.

martedì 24 agosto 2010

Concorsi e non concorsi

Vi segnalo oggi due iniziative, entrambe legate alla scrittura ma di natura assai differente tra loro.

La prima è 365 storie cattive.
Si tratta di un'antologia nella quale verranno pubblicati 365 racconti, ognuno non più lungo di 365 parole. I proventi del libro andranno a favore della A.I.S.E.A. Onlus, e per partecipare non occorre fare altro che inviare il proprio racconto e la liberatoria per la pubblicazione.
I termini scadranno a fine Ottobre o (come è più probabile visto che ci sono già oltre 200 partecipanti) al raggiungimento delle 365 storie da pubblicare.

La seconda è la IV edizione del concorso Buonanotte e Sogni d'Horror, che ho già "sponsorizzato" lo scorso anno e per il quale anche quest'anno non sarò tra i partecipanti ma tra i giurati. Tutte le informazioni utili sono nel bando che trovate cliccando sul link.

venerdì 20 agosto 2010

VAULTS 2009

Sono stati pubblicati i risultati (o, meglio, la classifica dei primi quindici racconti) del concorso Vaults 2009, con un mio dignitoso settimo posto su ventisei partecipanti.
Questo mi inserisce anche tra i pubblicati nel volume del concorso.

venerdì 16 luglio 2010

Scontro di/tra Titani

Scontro tra Titani è il recente remake del quasi omonimo Scontro di Titani, che credo abbia ormai superato i vent'anni. A onor del vero, entrambi i film si chiamano "Clash of Titans" e la differenza della traduzione italiana è tutta da capire...
Scontro di Titani, l'originale, è un film vecchio, e riguardandolo ora non si può fare a meno di notarlo. Nonostante questo, l'età è forse il difetto più grave che gli si può attribuire. Ha una certa ingenuità e alcuni passaggi abbastanza vaghi che sono però, appunto, spiegabili nell'ottica del periodo in cui è stato prodotto, così come lo sono gli effetti speciali a volte ben poco speciali (ma tutt'altro che scarsi).
Per qualche ragione, Scontro tra Titani non ne segue esattamente la trama e le vicende ma le ricalca in maniera alquanto imprecisa, carica molto di più sull'azione laddove non sarebbe del tutto necessario, e soprattutto... è pieno di cose che non stanno in piedi.

Entrambi i film narrano la storia di Perseo, figlio illegittimo di Zeus, che viene abbandonato in mare dal marito di sua madre assieme alla madre stessa, ma ritrovato e allevato da pescatori.
Una volta adulto, Perseo affronterà vari mostri per salvare la città di Argo dal potente kraken.
Ma se nel primo film questo accadeva perché Perseo voleva convolare a nozze con la principessa di Argo, e la sua missione era assistita dai doni degli dei, nel remake...
Ma andiamo con ordine.
Nel remake Perseo sta pescando con la sua famiglia quando vede un gruppo di soldati che abbatte una statua di Zeus. In effetti viene detto che la popolazione di Argo si sta ribellando alla tirannia degli dei ma (a parte l'ovvia idiozia del ribellarsi a qualcuno che può fulminarti sul posto con un dito mentre si gratta il naso con l'altro) in tutto il film non c'è niente che lasci sospettare che gli dei stiano facendo qualcosa di male (o anche semplicemente "qualcosa").
Quando la statua viene abbattuta e gettata in mare, gli dei ovviamente non la prendono bene e scatenano sui soldati delle imprecisate creature alate. Nello scontro, non si sa bene come, la barca di Perseo affonda e lui è l'unico sopravvissuto. I soldati rimasti lo portano ad Argo.
Intanto, sull'Olimpo, Ade, che per qualche ragione si muove e parla come Igor di Frankenstein Jr., convince Zeus che per riottenere l'amore dei mortali che serve ad alimentare la sua immortalità deve costringerli a sottomettersi e dare a lui carta bianca per farlo. Si scoprirà poi che in realtà Ade (furioso perché quando sono stati sconfitti i Titani lui è stato relegato nella casetta di periferia, vale a dire l'Ade appunto, laddove i suoi fratelli Zeus e Poseidone si sono presi uno la villa in montagna e l'altro la casa al mare), vuole fare sì che la gente di Argo abbia paura degli dei, perché la paura alimenta lui piuttosto che Zeus e questo gli permetterebbe di sconfiggere il fratello.
OK, avrebbe anche senso. Se non fosse che Argo è UNA città, e apparentemente popolata da poche centinaia di persone, e non si capisce come possa da sola provocare un tale squilibrio...
Comunque sia, Zeus accetta e Ade si manifesta ad Argo avvisando la città che da lì a dieci giorni il kraken la distruggerà a meno che gli venga sacrificata (al kraken) la loro principessa.
In quel momento accadono anche due cose:
Perseo viene informato (in modo peraltro abbastanza vago) di essere figlio di Zeus.
Per qualche ragione Perseo decide che è stato Ade a uccidere i suoi genitori.

A questo punto, la gente di Argo fa l'unica cosa possibile: picchia Perseo. In effetti anche a me sembra logico che se qualcuno ce l'ha con te tu cerchi di calmarlo picchiando suo figlio... uhm... forse no a pensarci bene...
Fatto sta che la gente della città ritiene che Perseo possa aiutarli a prescindere dal fatto che lui non abbia idea di come (o motivo alcuno per farlo). A un certo punto però l'uomo viene avvicinato da Io, una donna "maledetta dall'eterna giovinezza" (le sputerei in un occhio) che lo tiene d'occhio fin dalla sua nascita e dice che lui è destinato a far cadere il dominio degli dei. Cosa che, come la maggioranza delle affermazioni che vengono fatte nel film, si rivelerà assolutamente falsa.
Perseo fa giustamente notare che della cosa non potrebbe fregargliene di meno e che lui al più vuole uccidere Ade (quando si mette una cosa in testa...), al che Io gli spiega che il kraken è parte di Ade e se il kraken muore Perseo sarà in grado di uccidere il dio.
No, neanche questa cosa è vera.
Comunque sia, Perseo decide di andare a cercare la streghe di Strigia che dovrebbero potergli dire come uccidere il kraken, e la gente di Argo (che tanto non è che abbia poi molto da perdere) gli assegna una scorta di soldati. Due cacciatori di mostri che sparano panzane (dicono di saper tagliare la pelle del leone di Nemea e di aver ucciso l'idra di Lerna o giù di lì, ma sono tutte cose che ha fatto Ercole) si uniscono all'allegro gruppetto e tutti partono per la loro destinazione.
Zeus invia in dono a Teseo un prototipo di spada laser (invece di avere il laser ha la lama che si materializza quando viene impugnata) ma lui non la vuole e la lascia a un suo compagno (che non può usarla). Il dio tenta anche di affibbiargli Pegaso (che per qualche ragione è nero), ma anche lì Perseo nicchia finché il cavallo si stufa e se ne va a farsi gli affari suoi.
Ade, intanto, decide di mandare contro Perseo il marito di sua madre, tramutato, non si sa bene come né perché, in un mostro. Perseo lo affronta, gli taglia una mano e poi lo insegue, ma dalla mano mozzata e dal sangue che esce dal moncherino vengono generati un numero imprecisato di scorpioni giganti (che poi si rivelano essere fauna comune della zona, un po' come se io con una goccia del mio sangue generassi una formica dentro un formicaio...) che attaccano il gruppo. Un po' i mostri vengono uccisi, un po' vengono tenuti a bada da dei djinn(!) che sono una specie di tuareg fatti di legno(!) che si alleano per circa dieci minuti con Perseo perché poi alla fine se ne vanno tutti tranne uno.
I due cacciatori costruiscono per Perseo uno scudo fatto con le squame di uno degli scorpioni, "più leggero e più resistente del metallo". Si scoprirà poi che lo scudo, nella parte interna, è di metallo...
Dopo un po', il gruppo raggiunge infine le tre streghe (le tre famose streghe che hanno un solo occhio che usano a turno, e nella mitologia anche un solo dente, per quanto la cosa nei due film venga ignorata) che gli dicono che l'unico modo di uccidere il kraken è lo sguardo di Medusa (e fin qui) e che Medusa dimora nel regno dei morti(!)

Perseo incontra suo padre che gli offre di farlo diventare un dio (lui rifiuta) e gli regala una moneta. Giusto quella che gli servirà per pagare Caronte e farsi traghettare nel regno dei morti. Notare che il traghetto di Caronte è praticamente una nave di ragguardevoli dimensioni con tanto di ampio spazio sottocoperta.
Perseo e Io flirtano nonostante la differenza di età. È la prima e ultima volta che lo faranno ma si dà per scontato che siano pazzamente innamorati da lì in poi.
Questa è comunque una delle scene migliori del film, con Io che (anche se non con queste parole) dice a Perseo di farsi una doccia fredda...

Nella tana di Medusa (qui in versione serpentina) assodiamo che lo sguardo che "tramuta tutto ciò che è di carne in pietra" funziona solo se Medusa sgrana gli occhi e fa le smorfie. Nonostante questo, tutti i compagni di Perseo riescono a farsi pietrificare, tranne il djinn (che non è di carne) che di conseguenza pensa bene di farsi esplodere senza un vero motivo e senza ottenere molto di più che spostare Medusa di qualche metro. Perseo riesce comunque a decapitare il mostro con delle acrobazie degne di Bruce Lee, ma una volta fuori ritrova il suo mostruoso patrigno che uccide Io (che era rimasta fuori della tana). Ma non c'è tempo (per cosa? Boh!, chiedetelo a loro), bisogna salvare Argo, perciò Pegaso passa cortesemente a prendere Perseo e lo porta alla città dove il kraken, fregandosene bellamente del fatto che un manipolo di non ben specificati maniaci religiosi pseudothug abbia preso la principessa e l'abbia appesa tipo salame a un'impalcatura protesa sul mare, sta demolendo la città a tentacolate.
Ade va a pavoneggiarsi con Zeus che si sta indebolendo mentre lui si rafforza (e ribadiamo il concetto: Zeus si indebolisce perché i pochi abitanti di UNA città che già non lo adoravano prima - tanto che gli si erano ribellati - continuano a non adorarlo), ma questi gli ricorda che c'è ancora un semidio a difesa di Argo (un genio questo Zeus) così Ade interviene ma, per non essere accusato di gioco sleale, invece di ammazzare direttamente Perseo (o almeno ammazzare Pegaso e lasciare che se la sbrighi lui con la legge di gravità) gli lancia contro delle creature volanti come quelle viste all'inizio del film (cosa che, a questo punto, giustificherebbe l'idea che sia stato Ade a uccidere - peraltro comunque accidentalmente - i genitori adottivi dell'eroe, peccato che questo sia noto solo ora).
Inutile dire che Perseo trionfa, riesce a far fare gli occhi strabici a Medusa nonostante sia morta, pietrifica il kraken e si batte con Ade... e tutto quello che riesce a fare è usare la spada diabolica stile Mazinga (attira un fulmine dal cielo e glielo scaglia contro) e rispedirlo a casa sua.
Esatto: la morte del kraken indebolisce Ade a tal punto che un mortale può... rimandarlo a casa... a patto che non sia un mortale... e che abbia una spada creata da Zeus... e che per qualche ragione riesca ad attirare un fulmine anche se non l'aveva mai fatto prima... Ha senso, no?
Ma tutto è bene quel che finisce bene: Perseo rifiuta l'offerta di diventare re di Argo e si trova una bella casetta sugli scogli. Zeus, lungi dall'essere stato spodestato, gli restituisce Io e tutti vivono felici e contenti a crogiolarsi nelle loro menzogne.

giovedì 8 luglio 2010

Incomunicabilità casalinga

Tipica conversazione di casa mia, nello specifico questa è di ieri sera.
"Carmelo, ricordati di mettere a registrare 24."
Io annuisco e mi accingo a farlo con tutto l'interesse che provo per la cosa (vale a dire nessuno), intanto mia sorella, che sta sfogliando il Sorrisi e Canzoni con la programmazione della prossima settimana, continua "Ah be', la settimana prossima lo fanno Brothers & Sisters, solo questa settimana l'hanno saltato."
"No, non l'hanno saltato, lo trasmettono domani."
"Perché?"
Io già lì mi chiedo che ho fatto di male, ma comunque rispondo "Non lo so perché, domani fanno Ghost Whisperer e Brothers & Sisters."
"Allora tu te lo puoi registrare."
"Cosa?"
"Il coso che ti vedi tu."
Attimo di riflessione. "Supernatural?"
"Sì, tanto hai perso una sola puntata."
"Scusa, e come faccio a registrarmelo se devo registrare 24?"
"Ma non hai detto che lo fanno domani?"
"Cosa?"
"24"
"Io ho detto che fanno domani Brothers & Sisters!"
"E che c'entra adesso Brothers & Sisters?"
"..."
Poi ha il coraggio di dire che non è vero che quando parla con le persone non ascolta mai le loro risposte... -_-

mercoledì 26 maggio 2010

STICCON: diario di viaggio - day four

Come accennavo, il Sabato è la classica sera della sfilata dei costumi, ma intanto che i partecipanti si preparano resta un po' di tempo libero per gironzolare un po' senza meta precisa. Per quel che mi riguarda vado a scambiare due chiacchiere (ma giusto due stavolta) con Massimo, il venditore conosciuto il Giovedì (da cui ho comprato le cose misteriose per la persona misteriosa) e approfittarne per controllare che ci sia ancora il portachiavi con la testa di Jeeg che sono indeciso se comprarmi o meno (lo farò). Lui, invece (Massimo, non il portachiavi) è indeciso se assistere alla sfilata o concentrarsi sul lavoro (so cosa ha poi deciso ma taccio).
La parte tragica della sfilata è sempre cercare di fotografare i costumi man mano che sfilano sul palco. Già loro dovrebbero fermarsi in tre punti per le foto, ma alcuni si dimenticano di farlo (senza poi contare quelli che aggregano alla sfilata un qualche tipo di sketch e dunque, inevitabilmente, sono sempre in movimento). Poi bisogna ricordarsi di non attivare il flash perché l'unica cosa che si ottiene facendolo è una foto nera (ma non posso tenere la macchina costantemente accesa, e ne consegue che ogni volta devo ricordarmi di ri-disattivarlo), e per finire ci vuole una buona dose di preveggenza per anticipare il ritardo tipico delle macchine digitali, e dunque scattare prima che il soggetto si fermi in modo da beccarlo prima che riparta.
Non mancano tra i partecipanti alcuni membri della Sala Giochi: Alessandra (il boss) interamente in verde per l'occasione (e non mi riferisco solo ai vestiti) e Camilla in abiti da puffo (OK, era un'andoriana, ma non è colpa mia se gli andoriani evidentemente discendono dai puffi e la sua mise bianca lo sottolineava), che però io riconosco solo moooooooooooolto dopo.
Così come solo molto dopo mi rendo conto che se invece di puntare la macchina fotografica al palco mi fossi voltato indietro avrei potuto fotografare tutti i costumi a distanza ravvicinata, visto che, per tornare ai loro posti, i partecipanti dovevano passarmi alle spalle e in piena vista.
Devo dire che rispetto agli anni scorsi non vedo costumi particolarmente "spettacolari", anche se alcuni, come la Kai bajoriana o Q, sono molto ben realizzati. Va fatta una menzione a parte per il costume indossato dalle figlie di Paolo Attivissimo (e vincitore del premio Sci-Fi, consegnato dalla Plaxton), se non altro perché doveva essere tutto fuorché comodo da indossare (ma anche da quel punto di vista c'è stato ben di peggio in passato).
C'è un attimo di panico quando una rappresentante del Senato delle Razze dichiara di votare per il Tosk... che tra i costumi proprio non c'è (sarà colpa della dilagante caccia al Tosk che travia le menti? Chissà!), ma tutto fila liscio. Guardiamo un po' di spot, viene annunciato l'ospite della prossima Reunion (Connor "Trip" Trineer) alla quale ovviamente non sarò a meno che nel frattempo sia stato perfezionato il teletrasporto (un treno per cinque ore da Bari a Rimini per la STICCON è OK, 8 ore sparpagliate tra innumerevoli treni o 11 ore e passa di autobus per andare a Montecatini per la Reunion sono oltre le mie capacità di sopportazione), e vediamo la versione quasi definitiva di un piano sequenza dell'intera convention girato dall'ammiraglio in persona sulla musica di "I got a feeling" (e proprio per questo dettaglio chissà se riusciremo a vederlo in giro). Sventuratamente, per una frazione di secondo sono presente nel video anche io (che vengo male in video esattamente come in foto... nel senso che sono perfino peggio che dal vivo).
Viene inoltre effettuata l'estrazione di una seconda lotteria (straordinaria). Ho i biglietti anche per quella (in effetti è abbastanza difficile non averli vista la perseveranza di colei che li vende) e non mi dispiacerebbe essere estratto data la natura (e l'intangibilità) del primo premio: l'ingresso alla STICCON dell'anno prossimo. Inutile dire che l'allineamento cosmico si è ripristinato e non vinco.

La Domenica, dopo un inutile risveglio di primissima mattina, mi muovo di buon'ora dato che ho il primo turno in sala e vorrei fare in tempo a prendere il classico cappuccino prima di andarci. In effetti arrivo talmente presto che il bar non è ancora in grado di farlo, il cappuccino, e mi tocca aspettare.
La prima persona che incrocio entrando è Giancarlo Angeloni, il Moderatore della Sfida delle Razze (nonché il mio primo tosk del Giovedì). Io ho partecipato alla sessione web tenutasi tra la scorsa Reunion e l'attuale STICCON, come unico rappresentante dei Cardassiani, e lui mi fa presente che spera di riuscire a farmi conoscere Angela, che ha rappresentato i Cardassiani (e vinto, BRAVA) nella sessione dal vivo del giorno prima.
Riuscito a ottenere il mio cappuccino, scendo in sala giochi, dove per il momento sono solo soletto, e inizio a disporre i giochi sui tavoli. La mattinata prevedeva un gioco di comitato moderato da Federica (che sta ancora male) e il gioco di ruolo masterizzato da Matteo, che invece parte con solo un po' di ritardo.
Il gruppo della Nautilus arriva con armi e bagagli, pronto a partire poco dopo pranzo. Mi viene anticipato che gli serve un piccolo favore, ovvero che io faccia autografare una foto da Kate Mulgrew per una socia che non è in STICCON, visto che la sessione autografi inizia dopo che gli altri saranno andati via. Concordando sul fatto che mi verranno dati i dettagli in seguito, torno a fare quello che stavo facendo (non molto, in effetti).
Il gioco di comitato viene riassegnato ad Angelo e spostato di un'oretta scarsa, il che mi fa piacere dato che è quello a cui avrei dovuto giocare. Sistematici al tavolo, però, scopriamo che non riusciamo nemmeno a sentirci, tra i giocatori di ruolo che parlano e i rumori del biliardino che quest'anno è in sala giochi (la cosa ha una sua logica, del resto). Decidiamo quindi di traslocare. Del resto il centro congressi ha diverse sale inutilizzate... ed è quindi normale che noi ne troviamo proprio una occupata... dalla Nautilus intenta a registrare interviste.
Andremmo altrove ma ci viene detto che è una questione di qualche minuto, così attendiamo e riusciamo infine ad avviare il gioco, peraltro concludendolo con ottimo tempismo poco prima della pausa pranzo.
Dopo l'inevitabile tappa bagno, raggiungo il tavolo e scopro che il capitano mi sta cercando per la faccenda dell'autografo (ovviamente mi sta cercando nel posto sbagliato, visto che io sono lì e lui no). Ci raggiunge in effetti poco dopo e mi consegna la fotografia da far autografare e il biglietto di prenotazione col nome da far mettere.
Resto un po' stupito dalla scritta "DOM 10" sul biglietto, almeno finché non mi viene spiegato (dopo, molto dopo) che non si tratta del posto nella fila per gli autografi ma del gruppo (in anni precedenti c'erano sia il gruppo che il posto), cosa che mi collocherebbe tra gli ultimi. Fortunatamente il problema è relativo: io non prenderò l'autografo a cui ho diritto, non essendo particolarmente interessato ad averne in generale - ho quello di Jonathan "Ryker" Frakes perché mi è capitato di passare di là quando era quasi il mio turno, quello di Avery "Sisko" Brooks perché l'ho fatto fare per mia sorella, e quello di Mark "Gul Dukat" Alaimo perché era nella stessa sessione e mi sembrava poco carino saltarlo (c'era anche Andrew "Garak" Robinson, ma il suo l'avrei preso comunque dato che intepretava il mio personaggio preferito di Deep Space Nine) - per cui più in là userò i miei superpoteri di collaboratore (vale a dire il talloncino con su scritto l'equivalente di "vieni un po' quando ti pare") per sbrigarmela in pochi minuti all'inizio della sessione.
Qualcuno dei commensali chiede se si possa aggiungere un posto a tavola per una cardassiana, e io mi arrogo il diritto di rispondere di sì a prescindere. La cardassiana in questione si rivela essere l'Angela che Giancarlo avrebbe voluto presentarmi (italiana ma residente in Olanda). Il mondo è piccolo, e il centro congressi pure (tranne quando si vorrebbe che lo fosse, come potrebbero testimoniare Matteo e Marco che si sono dovuti cercare per un po' con me che li trovavo alternativamente).
Le patate sono (di nuovo) fritte, accompagnate da zucchine e melanzate gratinate (queste ultime vagamente inquietanti).
Durante il pranzo vengo informato che la scadenza per la Caccia al Tosk è stata spostata alle 17.00, e che per rimediare all'assenza dei "tosk vagabondi" di Sabato (dovuta a quella di chi se ne occupava) ce ne sono in giro quattro per oggi.
Informo i giocatori che incontro lungo la strada e solo dopo, quando scendo in sala e mi viene assegnato uno dei tosk da sistemare, scopro di averli involontariamente mandati a caccia di farfalle (visto che, appunto, i tosk sono ancora da sistemare).
Per un po' mi aggiro nella STICCON col mio foglio/tosk ripiegato e l'aria indifferente, in cerca di un valido "nascondiglio". Incrocio diversi giocatori che però non mi degnano di una seconda occhiata, e infine compio la mia missione.
Dei quattro tosk, uno verrà ritrovato circa trenta secondi dopo, gli altri con più calma nel corso del pomeriggio. Buon ultimo sarà quello che era stato definito "facile da trovare". Tutto è relativo.
Dopo pranzo c'è la seconda apparizione delle attrici. Seguo quella della Plakson a puntate, alzandomi diverse volte per esigenze varie, e quella della Mulgrew con più continuità, anche perché è seguita dalla sessione autografi.
Nel pomeriggio è previsto un altro gioco di comitato. Io non sono iscritto, ma al momento di iniziare manca un giocatore e lo sostituisco.
Mentre noi giochiamo, Kate Mulgrew, terminati gli autografi, fa un giro del centro, seguita da un nutrito numero di persone, passa per la Sala Borg e sbuca in Sala Giochi, vedendoci lì a discutere e fermandosi anche a guardarci.
Solo che... tutto questo noi lo scopriremo soltanto dopo, quando ci verrà raccontato, perché nessuno di noi se ne accorge minimamente. Il responsabile dalla Sala Borg ci dirà poi di aver anche provato ad attirare la nostra attenzione, ma senza il minimo risultato.

Si avvicina il momento della foto di gruppo. Nell'attesa, alcune persone che non devono andare a cambiarsi per la cena di gala ci chiedono se tra la foto e la cena si può organizzare un comitato. Ne abbiamo uno avanzato, e anche se è stato usato in passato pare che nessuno dei presenti lo conosca già, per cui accettiamo di buon grado.
Quindi vado a partecipare alla mia prima foto di gruppo e torno giù ad attendere gli altri giocatori, che quando arrivano... sono troppi!!! Alla fine ripieghiamo su un Mutaforma in Tabula, con perfino un ospite spagnolo che si rivela un osso duro per i poveri Mutaforma, e riesce a far perdere loro la prima partita in due soli turni.
Finiamo per tempo e mi reco alla cena. Sono al tavolo che riunisce le sezioni Giochi e Logistica, vicino a quello degli ospiti, a cui do le spalle.
Mentre sto tranquillamente chiacchierando con Matteo, seduto vicino a me, a un certo punto entrambi ci sentiamo poggiare una mano sulla spalla, seguita da un "Buonasera".
Fortuna che entrambi siamo personcine a modo e ci voltiamo cortesemente per vedere di chi si tratti.
È Kate Mulgrew.
In effetti me la ritrovo talmente vicina che ci metto una frazione di secondo a realizzare che si tratti di lei.
L'attrice pare abbia deciso di fare un giro per i tavoli, e il nostro, essendo il più vicino, è di certo il migliore da cui cominciare. Inutile dire che della cosa non si era accorto nessuno, né noi (per mancanza di occhi dietro la testa, oserei dire) né quelli seduti dall'altro lato del tavolo. In seguito avremo modo di immaginare cosa sarebbe accaduto se ci fossimo voltati reagendo in malo modo per l'interruzione, già raffigurandoci i manifesti coi nostri volti e la scritta "Sparare a vista" affissi fuori della prossima STICCON.
Dopo qualche chiacchiera (Domani si torna al lavoro? Dove dovete tornare? C'è qualcuno di Bologna? Ah bene, mi consigliate un buon ristorante dove andare con mia sorella?), lei nota sul tavolo un fiasco di vino "non regolamentare", commenta sul fatto che al suo non ci sia e chiede se può assaggiarlo, sequestrando il mio bicchiere (vuoto, pulito e inutilizzato, sia chiaro, io non bevo vino) per farsene versare un po'. Provvede una delle ragazze al tavolo, anche se lo shakera un tantino per l'emozione. Ho avuto modo di dire altrove che, se avesse corso il rischio di versarlo addosso all'attrice, le avrei fatto scudo col mio corpo... non tanto per spirito di sacrificio quanto perché l'unico modo di schivare sarebbe stato gettare lei a terra visto che mi stava proprio dietro le spalle (e poi probabilmente essere vittima di un'esecuzione sommaria sul posto).
La cena procede tranquilla anche se siamo tutti un po' accaldati (no, non per la visita inattesa, proprio per il caldo) fino all'assalto alla torta (che mi è stato detto essere ordinaria amministrazione) allo scopo di fotografarla, nonostante i tentativi della sicurezza di arginare la cosa.
Segue la cerimonia di chiusura, e per molti la STICCON finisce lì. Non per noi, perché adesso bisogna cominciare a smontare!
La prima cosa da fare è recuperare le vignette appese alle pareti, ed è inutile dire che, ora che farebbe comodo, non se ne è staccata nessuna di suo. Poi si passa a riporre i giochi negli scatoloni (e a mettere via le bandiere relegate al rango di tovaglie).
Visto che abbiamo finito relativamente presto, ci ritroviamo a dare una mano alla Logistica per togliere la scenografia dal palco, ovvero i cubi borg (da cui era necessario togliere il rivestimento tenuto su da tonnellate di nastro biadesivo) e dei fili ornati di dischi di stagnola che pendevano lungo il sipario.
Ho detto fili?
Pardon, avrei dovuto dire "fili di nylon".
Se vi state domandando che differenza faccia... avete mai dovuto sciogliere un filo di nylon aggrovigliato su sé stesso? Ecco, ora immaginatevelo cosparso di dischi di 4 centimetri di diametro a "facilitare" l'operazione, e avrete un'idea.
Questo perché, mentre noi recuperavamo e avvolgevamo su tubi di cartone i primi fili, gli altri, in base a qualche legge della fisica degna della Guida Galattica per Autostoppisti, si trasformavano in vari e terrificanti gruppi laocoontici, pieni di intrecci che perfino la tela dell'Uomo Ragno avrebbe invidiato.
In un modo o nell'altro (più nell'altro), tra battute, risate e minacce di morte violenta rivolte ad Angelo per alcune delle prime, abbiamo terminato il lavoro alle tre di notte passate.
A quel punto non restava che, letteralmente, chiudere tutto e incamminarci verso l'albergo in compagnia dell'ammiraglio in persona (che ha anche subito un blando e involontario "tentativo di seduzione" a opera di una Camilla talmente in zombie-mode da prendere mani a caso senza neanche rendersi conto di chi fossero i proprietari. :-P)
Non mi è rimasto che preparare i bagagli per la mattina dopo e cercare di dormire per quel poco di notte che era rimasta, arrivando al punto di mettere la sveglia (cosa che non faccio mai) nel timore - poi rivelatosi infondato - di non svegliarmi per tempo.
Il giorno successivo è stato essenzialmente occupato da una colazione a Rimini (in un posto che continuerò a sognare di notte con l'acquolina in bocca per i mesi a venire) e un viaggio di ritorno vagamente onirico.

Inutile dire che, per quanto questo resoconto sia lungo, non contiene di certo tutti gli eventi ed episodi che, nel bene o nel male, hanno costellato questi quattro giorni. Comunque sia, anche questa avventura STICCON e finita, e attendo con ansia di conoscere le date della prossima, sperando di non essere costretto a fare i salti mortali per parteciparvi come è stato nel 2009.

martedì 25 maggio 2010

STICCON: diario di viaggio - day three

L'essermi biecamente infiltrato nello staff della sala giochi ha, nel bene o nel male, cambiato alcune delle costanti delle mie STICCON, da quelle alimentari già citate (lo Sporting mi è mancato, ma c'è anche da dire che avrei dovuto andarci da solo quest'anno e non sarebbe stato molto gradevole comunque), alla durata della mia presenza serale, alla mia consuetudine di entrare il Giovedì sera al solo scopo di prendere il classico "kit di benvenuto" e portarlo via per non dover girare con le mani piene, tutto il giorno successivo, al cercare (senza successo) di fare gli eventuali acquisti (e la pesca di beneficenza) all'ultimissimo minuto per la medesima ragione, al girare sempre e comunque con una bottiglietta d'acqua in mano (cosa che è comunque successa ma sporadicamente)... insomma, mi ha essenzialmente permesso di avere le mani libere depositando in un cantuccio le mie cose invece di portarmele a spasso per la convention. Questo, tra l'altro, mi ha permesso di non perdermi il programma (come l'anno scorso) né distruggerlo per eccessiva manipolazione (come tutti gli altri anni). Non ha, però, cambiato il fatto che mi svegli sempre troppo presto durante la permanenza a Bellaria.
Così anche Sabato mattina (e perfino Domenica in effetti) i miei occhi si sono aperti, volente o nolente, a un orario quasi antelucano, e ho passato il tempo a girare tra i (pochi) canali della TV montata a parete, visto che era decisamente troppo presto per qualunque altra cosa ed era chiaro che di riaddormentarsi non se ne parlava proprio.
Raggiunto un orario più civile ed effettuate le dovute abluzioni, indosso la polo della Nautilus e scendo per la colazione... ritrovandomi davanti proprio l'equipaggio della Nautilus intento a fare la stessa cosa (ho scoperto poi che erano alloggiati al President, l'albergo accanto, che però già sapevo si appoggiasse a quello dove stavo io per la colazione). Il tempo di scambiarci i saluti e spiegare il perché della mia irreperibilità della sera prima e ci diamo l'arrivederci in STICCON. Loro mi informano che, evidentemente in preda a una piccola crisi di baglionite (chi può capire capirà) saranno davanti al centro alle 9.00... non si sa bene a fare cosa visto che, come mi premuro di far notare, la convention apre alle 9.30.
In effetti li ritrovo lì quando mi reco al centro - si nota subito che è Sabato dalla fila alla porta - ed entriamo assieme, anche se io mi separo da loro ben presto per due tappe obbligatorie: il bar (per il cappuccino, senza brioche ahimé) e ovviamente la Sala Giochi, dove trovo Matteo da solo. Non è una grande sorpresa che non siano arrivati molti altri, la Kobayashi ha sempre effetti deleteri (incluso lasciare indizi sparsi in giro, evidentemente introvabili per i giocatori ma noi continueremo a beccarne senza volerlo), ma dopo non molto scopriremo che Federica non sta bene e che dovremo fare a meno di lei e di Angelo.
Il Sabato porta parecchia gente in più e una certa quantità di persone interessate ai giochi (ergo non è proprio un buon momento per trovarsi con due collaboratori in meno, ma la povera Federica non ne ha colpa ovviamente) e bisogna anche stare dietro alla Caccia al Tosk che procede sempre più serrata, perciò finisco per spendere lì il grosso della mia giornata (OK, l'avrei fatto ugualmente, lo sappiamo, ma un minimo di approccio drammatico ci vuole :-P). Ormai ho preso la mano e quindi mi destreggio agevolmente tra il segnare punteggi, iscrivere nuovi Tosk, spiegare e illustrare i giochi... l'unico problema nasce quando (più di una volta) qualcuno mi domanda come si giochi agli scacchi vulcaniani (3D), perché questo proprio non lo so (in effetti ho qualche problema anche quando mi vengono chieste informazioni dettagliate sulla sala Borg, ma se non altro quella non è parte integrante della sala giochi e mi sento giustificato).
Mentre sono lì, vengo informato di aver vinto il primo premio della lotteria di beneficenza (non ero in sala la sera prima al momento dell'estrazione e avrei potuto continuare a non saperlo perché non mi era neanche passato per la testa di controllare, si è mai visto che io vinca una lotteria?)
Il premio è... un bambolotto parlante del capitano Kirk alto una quarantina di centimetri, che si trasformerà senza dubbio alcuno nel corpo contundente responsabile della mia morte se anche solo penso di portarlo a casa (a parte il fatto che sarebbe difficilino a prescindere). Di conseguenza, appena ho un attimo lo recupero dalla reception e lo porto al banco della pesca di beneficenza offrendolo per la causa (non ho idea se poi se lo sia preso qualcuno, ma so che ho aspettato parecchio a partecipare alla pesca in questione per timore che mi ricapitasse :-P).
Riesco anche a partecipare a una partita alla Lacrima dei Profeti con alcuni nuovi arrivati e ricevo qualche complimento per il gioco, anche se salta fuori un piccolo problema... nella nuova versione manca la distinzione tra i due testi di alcune carte (uno da leggere prima di usarle, uno quando sono sul tavolo) cosa che fa sì che non sia sempre facile capire cosa farci. Nel pomeriggio, armato di colori del Baby Club e un minimo di pazienza, rimedierò con un simpatico codice colore che obbligherà qualcuno a riscrivere il regolamento per spiegarlo (cosa che comunque andava fatta lo stesso visto che menzionava dei riquadri ormai non più esistenti).
Finiamo giusto in tempo per il pranzo, e mi aggrego al tavolo della Nautilus che diventerà il mio porto sicuro per i prossimi tre pasti. Dopo aver spiegato i motivi della mia (giustificata) assenza alla LevanteCon (ovviamente in tre tempi e a tre persone diverse, perché così c'è più gusto ^_^), e chiarito che mi risulta piuttosto difficile partecipare alle HouseCon non tanto per mia volontà quanto per gli stupidi treni FAL che di Domenica non viaggiano, i discorsi si spostano su altri argomenti di vario genere.
Le patate sono... Sono... Di sicuro sono. Il fatto che siano è innegabile. Come siano è un altro discorso, perché almeno a occhio pare siano state prima lessate, poi tagliate a pezzi, quindi spalmate di pomodoro e infornate, processo che le ha rese... pressoché insapori.
Merita una menzione il dessert di fine pasto, ovvero una coppetta di gelato... molto gelato. Ho seriamente pensato di portarmelo giù in sala giochi e mangiarlo dopo un'oretta, ma considerato il microclima della sala in questione è probabile che ne sarebbero servite almeno due. (Va detto, in effetti, che quest'anno il centro aveva ben tre situazioni climatiche diverse, dal caldo infernale del ristorante, al tiepido del piano principale, al fresco tendente al freddo del seminterrato.)
Il pomeriggio è il giorno della prima apparizione degli attori, durante la quale molte sale, inclusa la nostra, sono chiuse. Io comunque scendo un attimo (anche perché è l'unico modo per andare in bagno, salvo usare quelli del piano di sopra che neanche so bene dove siano) e non manca l'occasione per aggiornare la situazione dei tosk. A questo punto io ormai sto facendo il tosk "farlocco", non caccio ma mi limito a dare l'occasione ad altri di cacciarmi (ma anche no), più che altro perché ero presente all'iscrizione di quella che sarebbe stata la mia preda e non sarebbe carino approfittare di questo vantaggio.
Arrivo in sala centrale in tempo per l'apparizione della prima ospite, Suzie Plakson, che da bravo ignorante neanche sapevo chi fosse prima di venire alla STICCON. Ora lo so: è una pazza scatenata (ma in senso buono) :-P
Né lei né Kate Mulgrew (inciso: scopro sentendola nominarsi che il cognome si pronuncia all'incirca "Malgriù"... e apparentemente sono uno dei pochi a scoprirlo perché per il resto continuano a pronunciarlo in tutt'altro modo) parlano molto dopo essere arrivate, e si affidano quasi subito alle domande del pubblico (che si aprono con dei commenti sulla - invero notevole - capigliatura della Plakson).
Già oggi inizia un trend pericoloso. Dopo le apparizioni, girando in sala venditori, vedo un banchetto con una donna che vende dei gioielli particolari. È la Plakson ma io non la riconosco. Non sarò l'unico, dato che mi verrà poi raccontato che altri, vedendola uscire dal centro con l'interprete che la accompagnava, saluteranno l'interprete senza minimamente rendersi conto di chi ci sia con lei... ^__^;
Non starò a parlare più di tanto delle apparizioni degli attori, anche perché sarebbe lunghina discuterne. Mi limito a dire che la Plakson ha cantato e la Mulgrew ha dimostrato di avere davvero la tempra da capitano (e che quest'ultima non ha la vocina da papera che mi era stato detto avesse contribuito al suo soprannome di Nonna Papera unitamente all'acconciatura).
Nel pomeriggio, nonostante alcuni giocatori speranzosi, non si tiene la partita programmata di Mutaforma in Tabula perché non c'è abbastanza gente iscritta, mentre procederanno regolarmente i giochi di comitato, pur con qualche sostituzione. Io passerò giù quasi tutto il pomeriggio, visto che continuiamo a essere in pochi, e, tolta qualche puntata altrove, risalirò giusto all'ora di cena.
Le patate sono con burro, aglio e rosmarino. Il dessert è qualcosa che ha l'aspetto di un crem caramel e un sapore indefinibile (qualcuno parla di uovo crudo, ma non credo che questo renda bene l'idea).
Il tipico momento del Sabato sera è la sfilata dei costumi, ma dovrà aspettare, per oggi è tutto.

STICCON: diario di viaggio - day two

Il resto del Giovedì di STICCON trascorre tranquillamente, più che altro chiacchierando del più e del meno (inclusi libri, lettori di eBook e altro ancora).
Riscontriamo che c'è una certa affluenza quest'anno e che già si intuisce una buona riuscita della riproposta Caccia al Tosk (un gioco in cui ogni partecipante ha un "nome Tosk" e una preda... ovvero il nome Tosk di un altro giocatore che deve trovare e catturare toccandolo con la cannuccia in dotazione).
Alcuni episodi da ricordare, anche se non sono del tutto certo della loro collocazione temporale, sono:
- Federica (no, non Fed) che si industria a creare dei nuovi segnalini per la Lacrima dei Profeti usando della cera similpongo e dei feltrini in gomma, ottenendo una specie di uovo grigio per Gul Dukat e una monaca stilizzata viola per Kay Winn. Agli altri due pensa Angelo che, dopo aver affibbiato al fondatore una cosa arancione che in tutta onestà sembra un incrocio tra un vaso da notte e un portacenere (e che giustamente, essendo un mutaforma, a fine STICCON sarà diventata qualcosa di totalmente informe per cause ignote), si riscatta con una pallina da baseball con tanto di cuciture per Sisko (ma ancora non ho capito perché l'abbia fatta verde). Ovviamente sarà un lavoro inutile visto che la scatola con le pedine originali rispunterà - fischiettando con aria indifferente - la mattina dopo.
- Io che entro in competizione per la caccia al Tosk e becco subito la mia preda grazie a un'involontaria soffiata di Angelo sulla sua identità (identità della preda, non di Angelo). Già che ci sono ne approfitto per presentarmi alla preda di cui sopra (DOPO averla catturata) dato che è una delle persone che conoscevo via mail ma in STICCON avevo al più incrociato in passato.
- Agguati ai Tosk in ogni area in cui la caccia fosse permessa (era vietata al ristorante e in Sala Giochi), inclusi i bagni (qualcuno è arrivato ad aspettare che la sua preda andasse in bagno, chiudere la porta principale dello stesso e appoggiarcisi contro in attesa che passasse di là per uscire...), e varie scenette di gente che scattava per prendere la sua preda o fuggiva vedendo il suo cacciatore.

Il Venerdì si apre invece in modo classico. Mi sveglio troppo presto (ma meno del solito), faccio esperimenti con la doccia spaziale (scoprendo che ha la radio, l'aspiratore, la luce, e un mucchio di ugelli che però non c'è verso di usare dato che l'acqua esce sempre e comunque solo da quello principale... anche da qualche punto da cui non è esattamente previsto che esca a dire il vero...) e scendo a fare la prima colazione. Prima nel senso che ce ne sarà una seconda, perché appena arrivo in STICCON, una mezz'oretta dopo, mi fiondo al bar a prendere uno dei tanti cappuccini che costelleranno le mie giornate e una brioche degna di tal nome. Sarà, peraltro, l'unico giorno in cui il bar della STICCON avrà delle brioche fresche piuttosto che confezionate, che agonia. -_-
Lungo la strada in realtà mi fermo a comprare alcune cartoline, una da spedire in Romania e altre da portare intatte a casa per la collezione di mia sorella.
Faccio un giro abbastanza rapido del centro, poi, anche se in realtà non sono ancora di turno, scendo in Sala Giochi e do una mano a disporre i giochi sui tavoli (ritrovando la scatola fantasma nel processo). Federica fa opera di reclutamento per i Tosk e il Mutaforma in Tabula serale (mentre l'edizione pomeridiana va praticamente deserta) e io continuo a riguardarmi i turni sul palmare perché per qualche ragione non riesco proprio a ricordarmeli. Alla fine faccio i miei conti e mi segno come giocatore per un paio di cose che non coincidono con gli stessi.
Vorrei anche fare un salto in sala PC a controllare almeno la mia posta. Al primo tentativo la trovo chiusa, al secondo è aperta ma scopro che la connessione sarà disponibile solo dalle 18.00 in poi, e già un angolo della mia mente urla pensando alla quantità di roba che troverò in casella...
La mattinata non prevede eventi particolari per quel che mi riguarda. Mi appresto al pranzo sapendo che per oggi sono senza fissa dimora: non posso di nuovo scroccare un posto al tavolo dove c'è il grosso della sala giochi, perché è il tavolo della loro nave e ormai ci sono tutti (Giovedì sera qualcuno doveva ancora arrivare), perciò dopo una breve caccia... riesco a beccare il tavolo che verrà regolarmente servito per ultimo per quasi tutto il pranzo. Le patate sono fritte.
Per la sera non so ancora bene come comportarmi. Arriva l'equipaggio della Nautilus e potrei raggiungerli a cena al Texas (dovrò peraltro riuscire a convincerli prima o poi a provare lo Sporting, dove si mangia meglio pagando meno, ma questo è un altro discorso), solo che la mia scheda Wind è deceduta (disattivata perché non l'avevo ricaricata per tempo, ma l'ho scoperto giusto prima di partire, il che dimostra quanto io usi il cellulare...) e so che non potranno contattarmi come previsto. Presumo che alla peggio dovrò solo andare lì e aspettare che arrivino, ma alla fine non lo faccio perché il Mutaforma in Tabula serale (che devo moderare io) è alle 20.30 e non farei in tempo.
Finito di mangiare faccio un salto in albergo perché il mio cellulare si è completamente scaricato a forza di cercare campo in sala giochi (dove per la maggior parte del tempo, ma non sempre, non ce n'è). Qui scopro che la chiave magnetica della mia stanza è introvabile e mi viene consegnata una copia, con buona pace di "è meglio non portarla fuori dall'albergo per evitare di perderla"... forse sarebbe stato meglio portarla fuori per evitare che se la perdessero loro, dopo tutto.
Dato che nel pomeriggio sono abbastanza libero, ne approfitto per un altro giro al piano di sopra, anche perché ho adocchiato alcune cose (che non menzionerò) che vorrei comprare per una persona (che non menzionerò), e poi eventualmente andare a sentire la conferenza di Paolo Attivissimo sullo sbarco sulla Luna.
La prima cosa va in porto, ma dà anche il via a una luuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuunga chiacchierata col proprietario della bancarella e un altro acquirente (che era lì prima di me) che durerà fin poco oltre l'inizio della pausa cena, vertendo su fumetti, film, libri e via dicendo... e che mi costerà anche la cattura come Tosk visto che vengo raggiunto e preso mentre sono lì fermo.
Nel mentre, i microfoni della STICCON si accendono, c'è un suono, una pausa, poi un urlo "LA CONFERENZA DI PAOLO ATTIVISSIMO (bisbiglio, bisbiglio, bisbiglio) SALA CENTRALE".
Cérto.
A cena (subito dopo aver bloccato Federica per reiscrivermi alla Caccia al Tosk)punto e raggiungo un tavolo DESERTO e me ne approprio, o almeno mi approprio di un posto. È un tavolo da otto e poco dopo arriva un gruppo di, guardacaso, sette persone, che prendono i posti restanti.
La mia fortuna sui tavoli al ristorante continua a manifestarsi: il ragazzo seduto accanto a me... è il mio cacciatore Tosk! Ovviamente non può prendermi lì, ma ha tutto il tempo di scoprire che sono io e prendermi appena esco dal ristorante... o quasi. In realtà mi raggiunge in sala PC dove ho fatto una deviazione imprevista quando inizialmente avevo pensato di tornare giù in Sala Giochi (e bene avrei fatto a farlo :-P)
Le patate sono arrostite.
La partita di Mutaforma in Tabula inizia, alla fine, con un discreto ritardo, anche perché dei numerosi giocatori che si sono iscritti se ne presentano solo due, ma in cambio ce ne sono altri che non si erano iscritti (oltre allo staff della sala stessa che si aggrega sempre volentieri). Facciamo diversi giri e si conferma l'inquietante tendenza di Matteo di essere sempre cattivo (l'anno scorso era stato Traditore, Traditore - tolta la carta del Traditore, messa quella del Sabotatore - Sabotatore, quest'anno due volte di fila Mutaforma, la terza era membro della flotta e non sapeva che fare poverino, non c'è abituato... ^__-)
Giochiamo fino a poco prima di mezzanotte, ora in cui si prevede l'inizio della famigerata Kobayashi Maru, il gioco a squadre che spesso e volentieri porta via l'intera nottata (e che mai mi avrà tra i partecipanti, poco ma sicuro). Per quel che mi riguarda, la serata è finita. Mi trattengo giusto un altro po', poi faccio ritorno in albergo.

lunedì 24 maggio 2010

STICCON: diario di viaggio - day one

La STICCON 2010 è iniziata e finita, io sono tornato a casa da qualche ora e impiegherò parecchio di più a tornare tra i vivi (specie contando che domani mi aspetta la botta non indifferente del rientro al lavoro), ma come sempre ne valeva la pena.
Questa per me è stata una STICCON di prime volte (prima volta da collaboratore, prima volta in cui ho usufruito del pacchetto comprensivo di albergo e pasti, prima volta che ho partecipato a: la foto di gruppo finale, la cena di gala, il districamento dei grovigli della scenografia... e per questa cosa in particolare spero sia anche l'ultima), ed è stata anche una STICCON più lunga del solito, anche forse per compensare quella ridotta all'osso dell'anno scorso.
Ma andiamo con ordine...
La partenza di Giovedì è stata molto tranquilla. Il viaggio, pur lungo, è volato e ben presto ero a Rimini (e poco dopo a Bellaria grazie al gentilissimo Marcello). Sono arrivato in albergo venendo accolto da una camera con ben due letti (di cui uno matrimoniale) e una doccia fantascientifica che dava l'idea di potermi teletrasportare direttamente in STICCON (non sono riuscito a farlo ma sono dell'idea che fosse perché non funzionava la pedana della STICCON, non per colpa della doccia).
Sistemato il da sistemarsi, mi sono subito diretto al Centro Congressi.
Senza avere la minima idea di come arrivarci, visto che ero in un punto diverso dal solito.
Stranamente, ho beccato la strada e le svolte giuste al primo colpo. Sono arrivato in convention, ho recuperato il mio badge e sono sceso subito in Sala Giochi (anche perché il mio primo turno iniziava da lì a poco) dove Alessandra (il boss!) mi ha erudito sul da farsi.
Sul momento, in effetti, da fare c'era poco, solo finire di attaccare ai muri le vignette di Vulcans & Co (che in seguito non avrebbero fatto altro che staccarsi di continuo, nei momenti e nei modi più impensati).
Ho approfittato del turno in sala per familiarizzare con la situazione e i giochi in programma, scoprendo che i giochi di comitato avevano già tutti gli iscritti necessari nonostante la convention fosse appena iniziata.
Ho avuto modo di apprezzare la rielaborazione grafica dei miei giochi (Regole dell'Acquisizione e Lacrima dei profeti) realizzata da Angelo, ma poi ho avuto la ferale notizia che la scatola originale della Lacrima era introvabile, nonostante fosse stata cercata ovunque (in realtà, il Venerdì mattina, disponendo i giochi sui tavoli, la ritroverò tranquillamente tra i giochi tolti dai tavoli la sera prima, tra lo stupore generale).
Ben presto arriva il momento di fare la conoscenza, per così dire, del ristorante del centro congressi e delle sue famigerate e immancabili patate (purè, in questo caso), e quella, non per così dire, di persone con cui ho avuto occasione di parlare tramite e-mail ma mai faccia a faccia.
Il giudizio generale su questa prima cena è "poteva andare peggio".
Il resto alla prossima puntata.

lunedì 17 maggio 2010

Verso la STICCON

E ci (ri)siamo, dal 20 al 23 Maggio si terrà a Bellaria la STICCON 2010, e anche quest'anno non mancherò.
Mi aspetta un bel treno (vabbè, speriamo bello...) Giovedì mattina (prenotato da Aprile per sfruttare le tariffe agevolate), un po' più presto del solito, e poi quasi quattro giorni filati di convention, oltretutto per la prima volta in qualità di collaboratore (della Sala Giochi, of course ^_^).
L'ospite di quest'anno è Kate "Nonna Papera" Mulgrew, che non è esattamente uno dei miei beniamini tra gli attori e personaggi delle serie di Star Trek, ma non ho intenzione di lamentarmene.
Il mio unico problema all'orizzonte è che... quest'anno ho cambiato albergo perché da collaboratore mi conveniva prendere il pacchetto completo piuttosto che il solo ingresso come faccio di solito... e quello dove vado non ha il collegamento internet, per cui mi toccherò cercare di affacciarmi alla rete, per quanto possibile, sfruttando i PC della sala omonima (a disposizione di tutti ma, proprio per questo, non sempre disponibili).
Comunque ho ancora un paio di giorni di routine all'orizzonte... al resto penserò quando sarà il momento.

venerdì 14 maggio 2010

Dettagli cinematografici

Di recente mi è capitato di vedere due film, il cui concetto di base è sorprendentemente simile, che non rientrerebbero di diritto nel novero delle solite schifezze.
Il condizionale è d'obbligo perché una struttura tutto sommato decente viene poi minata alla base da un piccolo, apparentemente innocuo dettaglio che trasforma la cosa in una scemenza pazzesca.
Ma andiamo con ordine, e in breve non essendo necessaria una disamina dettagliata.
Il primo dei film in questione è Il Mondo dei Replicanti (in cui, per inciso, non ci sono replicanti). Il concetto nasce dalla scoperta di una nuova tecnologia con la quale costruire corpi robotici che possono essere controllati mentalmente e a distanza, diventando veri e proprio corpi artificiali per i loro "operatori". L'idea, nata per essere d'aiuto agli invalidi, prende piede e in breve chiunque nel mondo, salvo alcuni dissidenti arroccati in riserve, possiede almeno un "surrogato" (così si chiamano i corpi robotici, come dire che non solo non ci sono replicanti nel film, ma non c'è neppure una singola menzione della parola "replicante").
I problemi iniziano quando il figlio dell'ideatore della tecnologia in questione viene ucciso da un'inusitata arma in grado non solo di distruggere un surrogato ma anche di uccidere l'operatore simultaneamente. Il ragazzo, però, stava usando un surrogato del padre, che era dunque il vero bersaglio.
In una serie di indagini e scontri vari, si scopre che la mancata vittima era divenuta uno strenuo oppositore dei surrogati da lui stesso ideati e, impossessatosi dell'arma che avrebbe dovuto ucciderlo, questi la collega al sistema centrale della polizia per distruggere tutti i surrogati esistenti, e collateralmente uccidere tutti gli operatori collegati (non perché abbia voglia di ammazzarli ma perché poco gliene cale, apparentemente).
Il poliziotto di turno raggiunge (non vi spiego come) in tempo il server, che non sa però come usare. Fortuna vuole che lì, anche se ammanettato, ci sia il programmatore del sistema che può aiutarlo a risolvere la situazione.
Questo è quello che accade:
1 - non essendoci tempo per fermare la trasmissione letale il programmatore spiega al poliziotto come isolare gli operatori in modo che non subiscano gli effetti letali della distruzione dei surrogati [l'operazione richiede l'accesso a un programma specifico, l'inserimento di una password in tre parti e la pressione di SHIFT+ENTER che neppure il programmatore stesso ricorda al primo colpo visto, giustamente, il poco senso che ha]
2 - dato che ora pare che miracolosamente il tempo ci sia, i due passano a cercare di interrompere la trasmissione, cosa che richiede la pressione di UN tasto e la conferma alla classica domanda "Sei sicuro? Sì/no". Dopo qualcosa come cinque minuti di fila indeciso davanti alla schermata, il poliziotto decide che forse si vive meglio senza surrogati e preme "No"

Ora, passino le implicazioni socialfilosofiche della cosa e il fatto che tutto ciò fosse necessario... ma
1 - se era possibile isolare gli operatori, e questo senza disconnetterli (quindi senza in effetti dar loro alcun problema) perché questa misura di sicurezza non era in piedi a prescindere, se non da sempre almeno da quando era stata scoperta l'esistenza dell'arma? E comunque perché renderne tanto complicata l'attivazione?
2 - ma soprattutto, non si faceva prima a bloccare la trasmissione tout court visto che richiedeva un secondo o due e non c'era bisogno di password o altro?

Il secondo film, Daybreakers: l'ultimo vampiro ha il suo tallone d'Achille molto prima, ma intanto parliamo delle similarità.
In Daybreakers c'è un ultimo vampiro esattamente come nel film precedente ci sono i replicanti (ovvero: non c'è. Ci sono vampiri ma sono un casino e mezzo, altro che ultimo). Anche in Daybreakers l'umanità è stata da tempo sostituita, anche se non da robot controllati dall'umanità stessa ma, come si potrà intuire, da vampiri, che occupano adesso ogni ruolo della scala sociale sostituendosi agli umani in tutto e per tutto. Gli umani rimasti vengono cacciati per la produzione del sangue necessario alla vita dei vampiri (perché non vengano "allevati" invece che "cacciati" resta un dubbio atroce, ma passi).
I vampiri ovviamente hanno i loro bei problemi, dato che gli umani sono sempre di meno, il sangue pure, e se non mangiano iniziano a degenerare in creature sempre più bestiali, dette "subsiders".
Il nostro protagonista, diventato vampiro contro la sua volontà grazie al fratello, è uno scienziato che lavora in una delle maggiori ditte distributrici di sangue e sta cercando di creare un surrogato (toh!) del sangue umano. Lui spera che questo segnerebbe la fine della caccia agli umani, ma gli viene presto detto che in realtà ci sarebbero sempre clienti più abbienti disposti a pagare di più per il prodotto originale, e addio sogni di gloria.
Il nostro viene però avvicinato da degli umani e da un ex-vampiro(!). Pare infatti che esista una cura, scoperta per caso, al vampirismo, e che il suo aiuto sia necessario per perfezionarla (non è vero, basterebbe chiunque con un minimo di cervello, ma sorvoliamo).
Sorvoliamo anche sul fatto che la bontà di una cura ha senso solo fintantoché i vampiri vogliano farsi curare, cosa che non traspare dal film, il "piccolo problemaE è che la cura è... l'esposizione al sole!
Esatto, l'ex-vampiro è ex perché si è involontariamente esposto al sole finendo in acqua prima di bruciare del tutto e questo gli ha in qualche modo riattivato il cuore ritrasformandolo in umano.
Ora, passi che non ci vuole uno scienziato per replicare una cosa del genere (e infatti lo scienziato in questione nel successivo esperimento cosa fa? La cavia!), la cosa potrebbe anche avere senso... però...
Però ci si domanda come mai in tutti questi anni a nessun altro vampiro sia mai capitato di esporsi al sole per un periodo abbastanza breve da non essere letale, e dunque tornare umano.
La risposta la dà il film stesso: un periodo così non esiste! Qualunque altro vampiro nel film, appena esposto alla luce solare, va a fuoco e si riduce in cenere prima di poter dire "Ammazza che caldo!"
Tutti, ovviamente, tranne il protagonista. Lui sì, va a fuoco, ma resiste abbastanza a lungo per tentare TRE volte l'esperimento, e quando alla fine questo riesce non ha nemmeno un'ustioncina piccina picciò... mah!
Nota di merito qui va al fratello del protagonista: orgoglioso di essere un vampiro, tanto da prima trasformare a tradimento e poi tradire in generale il suo stesso fratello... appena torna accidentalmente umano diventa anche buono e pieno di spirito di sacrificio. La coerenza prima di tutto.

giovedì 22 aprile 2010

Oca in salsa di yogurt

Da pochi giorni è stata pubblicata la classifica finale del Gioco dell'Oca, in cui ovviamente la mia storia di Saleria non rientra.
Ovviamente in parte perché è una storia di cui io per primo non sono soddisfatto, anche se l'ho portata a conclusione senza eccessivi scossoni, ma soprattutto perché, se anche fosse stata il capolavoro della letteratura che non è, il gioco non era un concorso tra scrittori quanto piuttosto una gara di marketing, come tutte le competizioni che si basano sul presunto "voto popolare". Ci sono racconti di certo migliori non dico del mio (che appunto non era questo granché) ma di quelli classificatisi che però non sono rientrati tra i vincitori per mancanza di seguaci.
La cosa in sé non mi stupisce, ma mi stupisce che qualcuno possa davvero ritenere attendibile questo tipo di graduatoria. Perché, per carità, decidere che un gioco funzioni in questo modo è lecito; pensare che nessuno farà votare amici e parenti (e personalità multiple varie) aprioristicamente - e che quindi le storie selezionate saranno veramente quelle che sono piaciute a più persone e non quelle scritte dagli autori col maggior numero di conoscenze ed account - è pura utopia.

Detto questo, ieri ha avuto il via un concorso indetto dalla Muller, Blu su Bianco, che si basa all'incirca sullo stesso criterio. Ogni settimana viene dato un incipit (che poi non è un incipit perché è scritto esplicitamente che non deve essere incluso nel risultato finale, mah) assieme a delle linee guida (che non sono riuscito a trovare da nessuna parte) dal quale prendere il via per scrivere un racconto in un massimo di 10000 battute.
Le sostanziali differenze con l'Oca sono che si tratta di scrivere singoli racconti, piuttosto che brevi capitoli di un racconto unico, e che ci sarà una scrematura iniziale prima di passare alla votazione (per singolo incipit).
E dato che io continuo a non essere un esperto di marketing, non emergerò dalle votazioni, ma chissà se riuscirò almeno a emergere dalle selezioni. Questo, ovviamente, dipenderà dalla qualità della concorrenza e dai gusti della giuria. Staremo a vedere.

martedì 20 aprile 2010

REC 2

Qualche tempo fa (parecchio) ho guardato il film spagnolo REC, uno di quei film in cui l'intera vicenda è ripresa da una telecamera che fa effettivamente parte della vicenda stessa (un po' come Blair Witch Project o Cloverfield).
Sopportando la tipica carenza di logica di tutte queste pellicole (hai dei mostri che ti vengono dietro, che cavolo ti continui a riprendere? Molla quella cosa e scappa!) il film in sé non era malvagio, almeno per una buona parte, pur avendo alcuni discreti buchi nella trama. Era abbastanza buono in effetti perché in America lo rifacessero pari pari col titolo Quarantena (un vizio che gli americani sembrano aver acquisito negli ultimi anni).
In termini pratici, REC è la storia di una giornalista televisiva che segue una squadra di pompieri chiamata a soccorrere un'anziana in un palazzo. L'anziana però aggredisce a morsi pompieri e poliziotti e nel medesimo istante il palazzo viene sigillato dall'esterno dall'esercito, che spara a vista a chi tenta di uscire e non dà spiegazione alcuna.
Da qui, è chiaro che si tratta di un film di zombie, anche se un po' sui generis. I non morti, in effetti, sono vivi, anche se preda di un virus che si comporta come una versione accelerata della rabbia, e i "buoni" sono chiusi dentro con loro piuttosto che asserragliati nel tipico edificio sotto assedio.
C'è un po' di crollo sul finale, quando si rivela che l'origine del virus è una ragazzina, presunta posseduta, che veniva tenuta nell'attico da un prete, e in effetti è ancora lì, libera e bella (vabbè, libera e mostruosa) pronta a eliminare gli unici superstiti alla fine della pellicola (la giornalista in effetti viene trascinata via nel buio e non sappiamo cosa le accada, ma lo si può immaginare). Tra le altre cose, resta dubbio come abbia fatto il virus a propagarsi agli altri abitanti dell'edificio.
Anche se quasi identico, il finale USA è un po' diverso. La ragazzina posseduta non c'è, piuttosto c'è un soggetto ignoto in una sorta di laboratorio dove qualcuno sta sperimentando un virus sottratto all'esercito. Si capisce piuttosto chiaramente anche il come questo (il virus) sia sfuggito al controllo. E soprattutto si capisce che grazie a questa modifica è assai improbabile che negli USA venga fuori un clone di REC 2.

Questo perché in REC 2 arriviamo all'apoteosi dell'assurdo, e quel piccolo accenno di "non sta in piedi" nel finale del primo viene espanso fino al limite di rottura.
La storia inizia con alcuni membri dei corpi speciali che devono accompagnare nel palazzo infetto (siamo in pratica esattamente allineati alla fine del primo film, cronologicamente parlando) un misterioso dottore (che poi si rivelerà essere un prete).
Da un lato abbiamo una soluzione al problema telecamera: stavolta le telecamere sono sugli elmetti dei soldati per ragioni di documentazione.
Dall'altro... il delirio.
Inizialmente il palazzo sembra stranamente deserto, tanto che gli uomini arrivano nell'attico senza problemi. Della bambina mostro, nessuna traccia. Uno dei soldati viene però aggredito da una ragazzina infetta (bel soldato, davvero ben addestrato...) e morso, infettandosi immediatamente a sua volta. Il prete però (ancora non rivelatosi) riesce a tenerlo a bada con una preghiera e rinchiuderlo in una stanza con una certa facilità, sigillando la porta con un rosario.
Sappiate che è la prima e ultima volta che farà una cosa del genere.
Costretto a dare spiegazioni, il nostro si rivela e chiarisce che il prete che aveva in custodia la ragazzina stava sperimentando su di lei per scoprire una cura alla manifestazione fisica della possessione diabolica. Perché sì, è una possessione diabolica, ma comunque è anche un virus(!?!)
Non solo, ma stava facendo esperimenti su altre cavie, per lo più ragazzini (resta da chiedersi come un prete da solo potesse tenere a bada una masnada di zombie incavolati e poi un intero gruppo di persone si sia fatto massacrare, ma sorvoliamo).
Il vero scopo della missione del prete è recuperare un campione di sangue del soggetto originale per poter continuare gli studi (farsene dare prima che succedesse il macello era troppo semplice). Ma il prete è un idiota. Quando recupera il sangue deve provare che sia quello giusto, e lo fa con una specie di esorcismo che lo incendia. Tutto! In effetti va detto che stava provando su una parte, ma riesce a incendiarlo tutto lo stesso.
Non potendo fare altro, decide di cercare la ragazzina e prendere un campione direttamente da lei. I soldati non sono propriamente d'accordo, ma solo lui può permettere loro di uscire dal palazzo (se no da fuori gli sparano) e sono costretti a seguirlo.
Intanto la vicenda si riavvolge e torna all'esterno, verso l'inizio del film. Un gruppo di ragazzini (geniali) decide di seguire un pompiere (geniale) che scorta all'interno uno dei residenti rimasto fuori dal palazzo, passando di nascosto attraverso le fogne, perché lui deve portare urgentemente delle medicine a sua figlia (lo sapevamo dal primo film, in effetti, solo che la figlia intanto è morta ma lui non ne è al corrente). Anche questi hanno una telecamera (-_-).
L'ingresso dalle fogne (che era chiuso nel primo film) viene però richiuso da qualcuno che vede passare i ragazzini, e poiché due adulti e tre ragazzini sono ovviamente incapaci di aprire un tombino, restano bloccati dentro.
Ragazzini e pompiere riescono a fare danni anche loro, scontrandosi con infetti a ripetizione, liberando il soldato infetto, ammazzandosi tra loro (una ragazza cerca di sparare al soldato infetto e colpisce il pompiere in piena faccia). Sostanzialmente, non aggiungono un tubo al film.
All'improvviso, torna la giornalista, apparentemente sana e salva.
Intanto il prete cerca di catturare un infetto per costringerlo con l'esorcismo a dirgli dove si trovi la ragazzina demoniaca, e riesce grossomodo a ottenere un'informazione utile... priva di senso ma utile. Pare infatti che la luce impedisca di vedere la ragazzina(!?!), che infatti nel primo film era stata osservata solo con la visione notturna della telecamera.
Non solo, ma ci sono anche altre cose nel palazzo che non si vedono (né, a quanto pare, si possono toccare!) quando c'è la luce accesa, tra cui una porta in fondo a un corridoio (e ci potrebbe anche stare) e una vasca di pietra piena d'acqua in mezzo a una stanza (che già non si capisce che motivo abbia di esistere, non parliamo poi del perché non esista del tutto in presenza di luce...)
Segue un'assurda battaglia con la ragazzina infernale, che viene uccisa, tra le urla del prete che la voleva viva (perché tutti sanno che non si può prendere un campione di sangue da un morto, vero?)
Ma, sorpresa, adesso la giornalista è posseduta (anche se non ha nessuno dei sintomi) e imitando la voce del prete si dà da sola il permesso per uscire dal palazzo.
E finalmente vediamo quello che c'era dopo la scena finale del primo film... la giornalista viene afferrata dalla ragazza che le trasmette la possessione... uhm... passandole di bocca in bocca un vermone in stile "L'Alieno" (o uno qualunque dei miliardi di film e telefilm che l'hanno copiato).
Dunque il demone era un demone, ma anche un virus, ma anche un verme, ma anche, con ottima probabilità, una buona fumata di qualcosa di forte da parte di chi si è inventato questa storia...

venerdì 2 aprile 2010

SogniHorror

È stata pubblicata la classifica finale del concorso Buonanotte e Sogni d'Horror, terza edizione (la trovate QUI).
La cosa non mi riguarda in senso stretto perché questa volta non ero tra i partecipanti bensì in giuria, e devo dire che la classifica finale non si discosta troppo dalle mie valutazioni.
Vale la pena di spendere una parola (di conforto :-P), per lo sventurato che ha vinto il premio zombie e di conseguenza si è accaparrato una copia del mio Trittico Oscuro.

sabato 27 febbraio 2010

Paranormal Activity

Ho sentito dire tante cose di questo film e credo che almeno una sia piuttosto probabile, ovvero che dopo averlo visto non si riesce a dormire.
Questo, sia chiaro, perché è assai probabile che si sia già dormito per l'ora e ventisei minuti della pellicola.
Questo è uno di quei film alla Blair Witch in cui si dovrebbe supporre che gli eventi siano accaduti davvero e siano stati registrati su un nastro poi recuperato e montato. La cosa funzionerebbe meglio se già nei primi minuti non ci fosse una scena in cui, senza soluzione di continuità, il protagonista maschile sta parlando alla telecamera (quasi la bacia per quanto è vicino), poi si volta a parlare con la moglie ed è ancora ripreso in campo lungo con alle spalle il mobile su cui la telecamera dovrebbe trovarsi...
Ma sorvoliamo su queste piccolezze perché il punto fondamentale di Paranormal Activity è... ecco, non c'è un punto fondamentale. Sono ottantasei minuti di niente.
Nella teoria è la storia, raccontata tramite spezzoni di filmato, di una coppia che ha problemi con una qualche entità paranormale legata a Katye (la lei della coppia in questione).
Nell'arco di venti giorni, questa entità non fa molto più che accedere qualche luce, far tremare un lampadario e fare un rumorino ogni tanto. La cosa più spettacolare la fa quando non c'è nessuno che possa vederla (be', in effetti le fa un po' tutte quando nessuno guarda e c'è solo la telecamera a riprendere, per essere precisi). Il finale ha un certo, vago effetto (che forse sarebbe stato migliore se non lo avessero in gran parte usato per il trailer, ma del resto se non avessero usato quello non avrebbero avuto molto...)
Lei pare sia stata perseguitata periodicamente dall'entità per anni (ma anche qui non si capisce bene che facesse a parte chiamarla di notte), ma all'inizio del film tutto quello che sappiamo essere successo di recente è che ha trovato le chiavi sul pavimento dopo averle lasciate su un ripiano. Nonostante questo, decidono di chiamare un esperto di nonsisabenecosa che abozza l'idea che possa trattarsi di un demone (poco importa, comunque non lo sapremo mai).
Lui decide di prendere la faccenda nelle sue mani e... e niente, in effetti, continua a fare cose che non si capisce come esattamente dovrebbero risolvere la situazione.
La scena più interessante è senza dubbio quella in cui l'essere chiude da fuori la porta della camera da letto e poi sembra tentare di forzarla per entrare, cosa che mette ben in chiaro le elevate facoltà mentali di questa creatura demoniaca.
Alla fine, teoricamente, l'entità prende possesso del corpo di lei e uccide lui (questo dopo essere rimasta per ore in piedi accanto al letto a dondolare...) ma onestamente, visto come lui si è comportato per tutto il film, facendo tutto quello che gli veniva chiesto di non fare, tormentando la moglie con la stupida telecamera e quant'altro, non sono neanche del tutto sicuro che servisse un entità paranormale per arrivare a quel punto...

mercoledì 17 febbraio 2010

Quell'Oca di Saleria

Stimolato da
questo post di Tanabrus, ho deciso di inserire un eroe, o meglio un'eroina, nel Gioco dell'Oca.
La scelta è caduta abbastanza facilmente su una vecchia conoscenza di alcuni, Saleria Lindir, che avendo vita propria come al solito si è già procurata tre seguaci mentre non guardavo...
Vediamo cosa ne verrà fuori ^__^

lunedì 8 febbraio 2010

Riflessi di Onde Radio

Mercoledì 10 Febbraio, nella trasmissione Parole al Passo che va in onda dalle 21.30 sulla webradio Radio Imago, ci sarà un intervento telefonico del sottoscritto, e si parlerà di me (che non è questa gran cosa da sentire... ^_^;) e dei miei scritti (già un po' meglio ^_^).
Con l'occasione verrà letto (non da me, e meno male!) un brano tratto da Notturno, il primo dei tre racconti che costituiscono Trittico Oscuro e successivamente un brano di un autore noto segnalato dal sottoscritto (nella fattispecie una delle sequenze iniziali di A me le guardie! di Terry Pratchett).
Preciso che tutte le trasmissioni di Radio Imago sono diligentemente archiviate nel loro sito, per cui se qualcuno per qualche ragione fosse interessato ad ascoltarla ma avesse poca compatibilità con l'orario può sempre scaricarsela (o ascoltarla in differita online) successivamente.

venerdì 5 febbraio 2010

At long last... Samhain 2009

Sono stati finalmente pubblicati i risultati di Samhain 2009, che mi vedono all'ottavo posto.
Non un cattivo risultato, ma neppure uno particolarmente buono se si considera che erano una ventina i racconti in gara. Diciamo un piazzamento dignitoso.
In ogni caso rientro nel novero dei pubblicati, anche se stavolta, essendoci ancora due concorsi in ballo, eviterò di ordinare l'antologia, aspettando di vedere se riesco a infiltrarmi di soppiatto in almeno una delle altre due... :-P

La classifica si trova qui
http://lnx.dittaferrara.it/epress/index.php?option=com_content&task=view&id=1504&Itemid=87

E intanto sono iniziate le votazioni per Letteraria, qui:
http://lnx.dittaferrara.it/epress/index.php?option=com_content&task=category&sectionid=6&id=357&Itemid=99999999

martedì 19 gennaio 2010

Eppur giunse

Devo dire che oggi, quando sono rientrato a casa e ho trovato sulla scarpiera dell'ingresso il pacco che stavo aspettando, mi sono stupito che una volta tanto le poste locali avessero fatto il loro lavoro.
Ho scoperto solo dopo che così non era e che al solito il postino aveva abbandonato il pacco nel portone del mio palazzo, da dove mia sorella l'ha recuperato per puro caso e fortuna mentre stava uscendo per andare a prendere un treno.
Così, mentre mi arrovello su come mandare un reclamo formale alle poste e possibilmente far defenestrare l'incompetente grazie a cui ho rischiato di perdere anche questa spedizione (dopo due orologi presi coi punti della Granarolo e svariati libri ordinati per posta che hanno indubbiamente fatto la stessa fine)... comunque ce l'ho! Il libro è nelle mie mani!

domenica 17 gennaio 2010

Letteraria 2009

Anche se per qualche motivo sono ancora in sospeso i risultati di Samhain 2009, si sono aperte le votazioni per Letteraria 2009.
È possibile leggere, e volendo anche votare, i racconti qui, anche se al momento in cui scrivo non ci sono ancora tutti. La partecipazione è già ora più nutrita rispetto a Semhain, ma c'era da aspettarselo, mi domando solo se arriverà a raggiungere il numero a tre cifre della scorsa edizione.

venerdì 15 gennaio 2010

Un pacco che spero non sia un pacco

Stamattina ho saputo che ieri mi è stato spedito il pacco con le copie di Riflessi d'Ombra.
Non vedo l'ora di vederlo fisicamente ^__^
Mi auguro solo che le poste non facciano danni. !___!

venerdì 1 gennaio 2010

Primo post del 2010

Mi sono detto che, visto che posto molto poco di recente nel blog, ci dovesse essere un primo post del 2010, perciò eccolo qui.
L'unico, piccolo, quasi trascurabile problema è che... non so cosa scrivere.
Cérto, potrei parlare delle mie ultime disavventure in tema di ristrutturazione edilizia indesiderata, ma ormai è storia passata (anche se i segni restano a imperitura memoria). Potrei parlare del mio caotico natale e del più o meno divertente capodanno, ma finirei per scrivere dei papiri che poi sarei anche costretto a censurare (no, non sono state cose porno, comunque :P). Potrei fare, come altri, l'elenco dei miei buoni propositi per l'anno appena iniziato, ma so già che mi fermerei a "riprendere a scrivere il terzo e tuttora innominato libro di Anthuar", perciò sarebbe una lista alquanto ridicola.
Allora potrei tirare le somme del 2009... sì, forse potrei, iniziando col dire che è stato, tutto sommato, un anno positivo, perché nonostante i tanti problemi da affrontare ne vengo fuori avendo dimostrato alcune cose a me stesso e con un amico in più che spero di conservare molto a lungo... ma poi che altro resterebbe da dire? Elencare le cose buone non mi sembra utile, elencare quelle cattive è un girare inutilmente il coltello nella mia stessa piaga, e poi a quelle è il caso di pensare giusto quel tanto che basta per levarle di mezzo (o accettarne l'esistenza se proprio non si può fare diversamente).
E quindi?
Quindi niente, visto che, anche senza dire un tubo, alla fine dei conti il primo posto del 2010 l'ho scritto, e che sia un buon anno per tutti!