venerdì 14 maggio 2010

Dettagli cinematografici

Di recente mi è capitato di vedere due film, il cui concetto di base è sorprendentemente simile, che non rientrerebbero di diritto nel novero delle solite schifezze.
Il condizionale è d'obbligo perché una struttura tutto sommato decente viene poi minata alla base da un piccolo, apparentemente innocuo dettaglio che trasforma la cosa in una scemenza pazzesca.
Ma andiamo con ordine, e in breve non essendo necessaria una disamina dettagliata.
Il primo dei film in questione è Il Mondo dei Replicanti (in cui, per inciso, non ci sono replicanti). Il concetto nasce dalla scoperta di una nuova tecnologia con la quale costruire corpi robotici che possono essere controllati mentalmente e a distanza, diventando veri e proprio corpi artificiali per i loro "operatori". L'idea, nata per essere d'aiuto agli invalidi, prende piede e in breve chiunque nel mondo, salvo alcuni dissidenti arroccati in riserve, possiede almeno un "surrogato" (così si chiamano i corpi robotici, come dire che non solo non ci sono replicanti nel film, ma non c'è neppure una singola menzione della parola "replicante").
I problemi iniziano quando il figlio dell'ideatore della tecnologia in questione viene ucciso da un'inusitata arma in grado non solo di distruggere un surrogato ma anche di uccidere l'operatore simultaneamente. Il ragazzo, però, stava usando un surrogato del padre, che era dunque il vero bersaglio.
In una serie di indagini e scontri vari, si scopre che la mancata vittima era divenuta uno strenuo oppositore dei surrogati da lui stesso ideati e, impossessatosi dell'arma che avrebbe dovuto ucciderlo, questi la collega al sistema centrale della polizia per distruggere tutti i surrogati esistenti, e collateralmente uccidere tutti gli operatori collegati (non perché abbia voglia di ammazzarli ma perché poco gliene cale, apparentemente).
Il poliziotto di turno raggiunge (non vi spiego come) in tempo il server, che non sa però come usare. Fortuna vuole che lì, anche se ammanettato, ci sia il programmatore del sistema che può aiutarlo a risolvere la situazione.
Questo è quello che accade:
1 - non essendoci tempo per fermare la trasmissione letale il programmatore spiega al poliziotto come isolare gli operatori in modo che non subiscano gli effetti letali della distruzione dei surrogati [l'operazione richiede l'accesso a un programma specifico, l'inserimento di una password in tre parti e la pressione di SHIFT+ENTER che neppure il programmatore stesso ricorda al primo colpo visto, giustamente, il poco senso che ha]
2 - dato che ora pare che miracolosamente il tempo ci sia, i due passano a cercare di interrompere la trasmissione, cosa che richiede la pressione di UN tasto e la conferma alla classica domanda "Sei sicuro? Sì/no". Dopo qualcosa come cinque minuti di fila indeciso davanti alla schermata, il poliziotto decide che forse si vive meglio senza surrogati e preme "No"

Ora, passino le implicazioni socialfilosofiche della cosa e il fatto che tutto ciò fosse necessario... ma
1 - se era possibile isolare gli operatori, e questo senza disconnetterli (quindi senza in effetti dar loro alcun problema) perché questa misura di sicurezza non era in piedi a prescindere, se non da sempre almeno da quando era stata scoperta l'esistenza dell'arma? E comunque perché renderne tanto complicata l'attivazione?
2 - ma soprattutto, non si faceva prima a bloccare la trasmissione tout court visto che richiedeva un secondo o due e non c'era bisogno di password o altro?

Il secondo film, Daybreakers: l'ultimo vampiro ha il suo tallone d'Achille molto prima, ma intanto parliamo delle similarità.
In Daybreakers c'è un ultimo vampiro esattamente come nel film precedente ci sono i replicanti (ovvero: non c'è. Ci sono vampiri ma sono un casino e mezzo, altro che ultimo). Anche in Daybreakers l'umanità è stata da tempo sostituita, anche se non da robot controllati dall'umanità stessa ma, come si potrà intuire, da vampiri, che occupano adesso ogni ruolo della scala sociale sostituendosi agli umani in tutto e per tutto. Gli umani rimasti vengono cacciati per la produzione del sangue necessario alla vita dei vampiri (perché non vengano "allevati" invece che "cacciati" resta un dubbio atroce, ma passi).
I vampiri ovviamente hanno i loro bei problemi, dato che gli umani sono sempre di meno, il sangue pure, e se non mangiano iniziano a degenerare in creature sempre più bestiali, dette "subsiders".
Il nostro protagonista, diventato vampiro contro la sua volontà grazie al fratello, è uno scienziato che lavora in una delle maggiori ditte distributrici di sangue e sta cercando di creare un surrogato (toh!) del sangue umano. Lui spera che questo segnerebbe la fine della caccia agli umani, ma gli viene presto detto che in realtà ci sarebbero sempre clienti più abbienti disposti a pagare di più per il prodotto originale, e addio sogni di gloria.
Il nostro viene però avvicinato da degli umani e da un ex-vampiro(!). Pare infatti che esista una cura, scoperta per caso, al vampirismo, e che il suo aiuto sia necessario per perfezionarla (non è vero, basterebbe chiunque con un minimo di cervello, ma sorvoliamo).
Sorvoliamo anche sul fatto che la bontà di una cura ha senso solo fintantoché i vampiri vogliano farsi curare, cosa che non traspare dal film, il "piccolo problemaE è che la cura è... l'esposizione al sole!
Esatto, l'ex-vampiro è ex perché si è involontariamente esposto al sole finendo in acqua prima di bruciare del tutto e questo gli ha in qualche modo riattivato il cuore ritrasformandolo in umano.
Ora, passi che non ci vuole uno scienziato per replicare una cosa del genere (e infatti lo scienziato in questione nel successivo esperimento cosa fa? La cavia!), la cosa potrebbe anche avere senso... però...
Però ci si domanda come mai in tutti questi anni a nessun altro vampiro sia mai capitato di esporsi al sole per un periodo abbastanza breve da non essere letale, e dunque tornare umano.
La risposta la dà il film stesso: un periodo così non esiste! Qualunque altro vampiro nel film, appena esposto alla luce solare, va a fuoco e si riduce in cenere prima di poter dire "Ammazza che caldo!"
Tutti, ovviamente, tranne il protagonista. Lui sì, va a fuoco, ma resiste abbastanza a lungo per tentare TRE volte l'esperimento, e quando alla fine questo riesce non ha nemmeno un'ustioncina piccina picciò... mah!
Nota di merito qui va al fratello del protagonista: orgoglioso di essere un vampiro, tanto da prima trasformare a tradimento e poi tradire in generale il suo stesso fratello... appena torna accidentalmente umano diventa anche buono e pieno di spirito di sacrificio. La coerenza prima di tutto.

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