domenica 18 agosto 2013

Colour from the dark

Colour from the dark è un film horror italiano, per quanto recitato in inglese.
Quindi sì, parlarne male è un po' come sparare sulla croce rossa con una testata nucleare. D'altra parte, è un po' come se la croce rossa stesse lì a istigare la pressione del pulsante con tutto il suo impegno...
Il film è ispirato a un racconto quasi omonimo di Lovecraft, nel quale un meteorite porta sulla Terra una qualche creatura i cui influssi fanno impazzire e poi uccidono dei poveri contadini.
Nel film, di meteoriti non c'è traccia alcuna.
La pellicola è ambientata in Italia nel 1940 circa. Protagonisti sono Pietro, un contadino, sua moglie Lucia e la di lei sorella Alice, ritardata, che non parla e va sempre in giro con una bambola (brutta) di nome Rosina.
La prima sequenza del film è un incubo di Alice, ed è forse l'unica parte dell'intera pellicola che abbia senso guardare. Non c'entra praticamente nulla col resto, ma è inquietante al punto giusto, specialmente per il modo in cui la ragazza pare usi la bambola per guardare dove sta andando e poi si faccia riferire ciò che ha visto.
Per inciso, durante il film più o meno tutti in un momento o nell'altro avranno degli incubi il cui impatto sulla trama sarà, per lo più, misero, o più spesso del tutto nullo.
In un'altra casa di questo villaggio di... uhm... sei abitanti forse... ci sono Anna e suo nonno Giovanni che ospitano un'ebrea, Teresa. Quest'ultima appare in due scene. Nella seconda, qualcuno che non vedremo mai le spara in testa. Vedremo più volte il suo cadavere in vari stadi di decomposizione. Mai, comunque, la sua esistenza, la sua uccisione o il suo cadavere avranno anche lontanamente a che vedere con la trama e gli eventi del resto del film.
I problemi iniziano quando Alice, tentando di prendere dell'acqua dal pozzo, fa cadere il secchio dentro quest'ultimo.
Cercando di recuperarlo con un arnese apposito, Pietro buca il fondo del pozzo.
Ora, dopo aver detto questo, potrei chiudere qui e sarebbe già chiaro cosa c'è che non va nel film.
Fatto sta che dal buco scaturisce un miasma fetido e l'acqua del pozzo inizia (quando le gira) a brillare. Pietro decide comunque, con grande senso pratico, che è buona, e amen.
Sulle prime, l'acqua sembra avere caratteristiche positive: a Pietro guarisce un ginocchio malato, Alice inizia a parlare e gli ortaggi della fattoria maturano miracolosamente nell'arco di una giornata, crescendo enormi (per quanto amari).
Poi, però, Lucia inizia a impazzire. Si fa del male da sola, per cui Pietro ritiene utile rinchiuderla nel granaio, che per qualche ragione è al piano di sopra della casa, non contiene alcuna traccia di grano, ma in cambio è pieno di cose che Lucia potrebbe usare per farsi ancora più male (ma che Pietro avesse problemi di senso pratico si era già notato, del resto). A questo punto compare dal nulla l'unico altro essere vivente della zona, Don Mario, che cerca inutilmente di esorcizzare Lucia e viene invece ammazzato con un crocifisso infilato in un occhio.
Poi Lucia uccide Alice abbracciandola troppo forte, e Pietro la seppellisce.
Poi arriva Luigi, il fratello di Pietro di ritorno dalla guerra. Nonostante Pietro non voglia (ma non è che faccia qualcosa per impedirglielo) va a vedere Lucia, che lo uccide... spruzzandogli in faccia del sangue con una roncola. Cioè, in teoria lo uccide a roncolate, ma in sostanza più che sporcarlo di sangue non fa.
Il giorno dopo, Giovanni va a vedere come sta Pietro. Trova Lucia, che gli muore davanti. Poi Pietro, che intanto è impassito a sua volta, lo uccide e va in un'altra stanza a lagnarsi. Intanto arriva Anna, che trova suo nonno morto, e mentre è lì a piangerlo rivediamo Alice, uscita dalla tomba, che prima poggia un crocifisso comparso dal nulla sul muoretto del pozzo (dove si scioglie), poi butta nel pozzo Rosina, poi appare dietro Anna, ma in realtà non è lì.
Il film si chiude con Pietro, invecchiatissimo in quei pochi minuti, che muore lagnandosi.
Questa cosa dura un'ora e mezza, un'ora e mezza in cui fondamentalmente accadono dieci minuti di eventi, distribuiti in otto giorni di tempo del film, scanditi da immagini della verdura che passa da matura a marcia, ad avvizzita (come si possa passare da marcio ad avvizzito è un mistero) ad ammuffita a secca. Dire che è lento è un po' come affermare che le tartarughe corrono a fianco di Bolt quando si allena e ogni tanto lo doppiano.
Il lato positivo è che ha comunque più trama e senso de Le Streghe di Salem, e dura cinque minuti in meno.

domenica 9 giugno 2013

STICCON Giorno 4

Come anticipato, la domenica mattina mi sveglio troppo presto. Tento di rimettermi a dormire per un po', ma non c'è verso, così finisce che scendo a fare colazione e poi torno in camera a perdere un po' di tempo guardicchiando la TV. Mi capita, peraltro, di inciampare nella nuova serie dei Transformers, realizzata in computer grafica e... cielo, è ORRIBILE!
Data l'indisponibilità del centro, il programma della mattinata prevede l'Invasion, una terribilmente breve paseggiata in costume tra le vie di Bellaria dalla piazza fino al cinema Astra (saranno duecento metri...) seguita da alcune conferenze e proiezioni di trailer nel cinema stesso: tutte cose per le quali non ho il minimo interesse. All'uscita dal cinema, pare che il sindaco di Bellaria offrirà un aperitivo, e poi si tornerà al centro, entrando dall'ingresso secondario, per riprendere la convention... a partire dal pranzo, in effetti.
Simultaneamente, a Bellaria c'è anche una parata della Marina Militare, che porterà a un paio di crossover alquanto bizzarri.
L'appuntamento per l'Invasion è alle 9.30, ergo io mi premuro di uscire dopo quell'ora, ma in realtà anche l'Invasion è in (prevedibile) ritardo e mi ritrovo a incrociarla lo stesso. In effetti la seguo per un po', ma a notevole distanza, mentre passeggio per le vie di Bellaria. Sarò distante come minimo i famigerati duecento metri, quando passano due tipi, uno mi guarda nel mio abbigliamento nero, senza segni distintivi o badge di sorta, e mormora all'altro "Star Trek", lasciandomi capire che o aveva dei riflessi davvero molto, molto lenti o era un betazoide sotto copertura per i non trekker, i betazoidi sono una razza nota per le facoltà telepatiche :-P)
Comunque sia, nonostante il clima inizialmente sia tutt'altro che stimolante, passo la mattinata a passeggio per Bellaria, visitando un paio di negozi (è tutto aperto anche di domenica) e approfittandone per comprare un regalo di compleanno a mia sorella. Quando il sole fa capolino, ne approfitto anche per un bel gelato al cioccolato nero che più nero non si può.
Con perfetto tempismo, riesco poi a raggiungere l'uscita del cinema proprio quando le conferenze sono finite e si sta approntando il famoso aperitivo. In realtà le attività nel cinema sono ancora in corso, essendoci la proiezione di un trailer esteso del nuovo film di Star Trek, giustappunto, ma a diverse persone non interessa e quindi c'è già un certo flusso in uscita... che spazzola via l'aperitivo in men che non si dica. Va detto, però, che in concreto si trattava di due sacchetti magnum di patatine e un po' di succo di frutta...
Alla fine, il cinema si svuota del tutto e mi riunisco con il resto dello staff della sala giochi, poi Angelo e Federica si avviano alla volta del centro per bloccare i tavoli per il pranzo di comitato, e io li seguo a distanza, nonostante scelgano per qualche motivo una strada terribilmente contorta piuttosto che tirare dritto.
Arriviamo, pronti a salire dalla scala posteriore, e dalla sommità di quest'ultima ci viene urlato che no, dobbiamo entrare dall'ingresso principale. Un po' attoniti, facciamo il giro e constatiamo che i bancari sono già andati via e tutto è tornato più o meno "normale" nel centro, anche se questo non spiega che problema ci sarebbe stato a farci salire da lì lo stesso... mah!
Mi unisco al pranzo di comitato in ambientazione Harry Potter, un comitato che parla di un corvo fuggito, il che diviene abbastanza imbarazzante quando ci viene servito un volatile arrosto (d'accordo, è pollo, ma la coincidenza è impagabile :-P)
Il pomeriggio inizia tranquillo. Qualche giro di sopra, un po' di sosta in sala giochi, con un occhio a come procede il riempimento del gioco di comitato delle 18, l'unico di Star Trek che avevo per quest'anno e l'unico che in effetti giocherò.
In sala si riuniscono di nuovo i giocatori di Zot!, mentre uno dei giocatori dell'altro pranzo di comitato (in ambientazione Signore degli Anelli), con abiti a tema, si fa dare delle lezioni di spada pseudo-laser, rischiando anche un paio di volte di travolgere gli astanti. Il tipo in questione (l'ennesimo Pierpaolo che non è mio cugino) farà poi trapelare il suo interesse a giocare a qualcosa, al che gli illustrerò le nostre scorte di giochi, rimaste all'ingresso del Baby Club dopo che le abbiamo spostate Sabato durante lo smantellamento generale. Nel corso delle spiegazioni, mi sento domandare come mai io abbia un accento appulo, cosa che mi lascia interdetto dato che non mi risulta di averne uno (e in effetti quando parlerò della cosa ad altre persone saranno tutte ugualmente stupite). Chiarito che, accento o meno, io sono pugliese, finirò per scoprire che il Pierpaolo della situazione, pur essendo a tutti gli effetti di Milano, nasce da padre di Modugno... praticamente un vicino di casa O_o Peraltro non avete idea dell'effetto che faccia nominare a un milanese delle cose tipicamente locali, come le famigerate ferrovie FAL, e sentirsi rispondere a tono.
Fatto sta che Pierpaolo si unirà alla combriccola per il resto della serata, prima giocando alla Lacrima dei Profeti e a Scudi Alzati, poi nel mio gioco di comitato, e infine restando con noi a chiacchierare dopo la foto di gruppo (per la quale sfoggio come previsto la maglietta "Grazie Alberto", anche se credo sarà impossibile notarlo visto quanta gente c'era (comunque la foto a oggi non l'ho vista quindi boh), anche se non riusciamo a convincerlo a prendervi parte.
Lo perderemo dopo un po' quando si allontanerà per passare dalla tenuta terra di mezzo a quella James Bond, che peraltro si adatta molto alla cena di gala.
Intanto noialtri, seduti attorno a un tavolo, inizieremo a delirare lanciandoci un pacchetto di gomme, ma questa è un'altra storia.
Prima della cena, per la prima volta in vita mia, riesco a visitare la famigerata Borg Experience, ormai chiusa al pubblico. Non è semplice, visti alcuni passaggi che richiedono in pratica di piegarsi in due per attraversarli, e mi domando quanto sia complicato farla da giocatore piuttosto che da semplice visitatore calmo e tranquillo.
Finito il tour, si va di sopra. Girando in cerca del tavolo della sezione Giochi, scopro che si trova in un punto semicentrale, che per qualche ragione ospita solo cinque persone, e che nessuna delle cinque sono io O_o Ci sono Angelo e Federica, Matteo e Camilla, Sara, che è della Logistica tecnicamente ma in genere sta con noi... e basta. per qualche misteriosa ragione, io sono finito al tavolo del Design (dove, d'accordo, ci sono comunque persone che conosco e con cui ho a che fare spesso e volentieri, ma, andiamo, io sto al design come un efreet sta alle gelaterie). Chiaramente, avviso quel tavolo che possono ignorare il mio nome e vado comunque a sedermi al tavolo dei giochi. Ci avanzano perfino tre posti anche così, perciò apriamo agli ospiti, recuperando Beppe, un ex collaboratore (di non so cosa) tornato alla STICCON dopo molti anni, Laura, una delle giocatrici di comitato più assidue dell'anno, e Pierpaolo Bond, che impiegherà la serata facendoci il terzo grado :-P
I tavoli sono allestiti con splendide decorazioni realizzate partendo da banali bottiglie di plastica, l'atmosfera è la solita della cena di gala, il menù invece no, completamente diverso. Quando cerco di fotografarlo, però, il mio cellulare si rifiuta di metterlo a fuoco, non importa quanto ci provi. Evidentemente ne sapeva più di me, visto che buona parte di quello che c'è scritto non avrà poi niente a che fare con quello che ci viene servito.
L'antipasto viene rispettato, ma il primo primo ci viene portato per secondo, il secondo primo non ci viene portato affatto (al suo posto una cosa totalmente diversa) e il secondo, peraltro abbastanza misero, che avrebbe dovuto avere due contorni, ne ha solo uno, che non è nessuno dei due previsti...
Non importa, sopravviveremo...
Siamo ormai alle fasi finali: si inizia a smontare tutto, ma non senza una prima pausa per la commemorazione di Alberto Lisiero, a base di bomboloni alla crema, e una seconda per il tradizionale girotondo della sala giochi, a cui io evito di partecipare non volendoci rimettere del tutto il mio ginocchio già malandato, ma che non manco di riprendere per i posteri.
Poi è tutto un rimettere cose negli scatolini, staccare cartelli dalle pareti, inclusi alcuni non nostri e fissati con quantità industriali di patafix, cosa che porterà alla scoperta che una quantità sufficientemente grande di tale materiale è il modo migliore per rimuovere quantità più piccole dello stesso dalle pareti (alla fine, comunque, ne avremo tirato su una palla di dimensioni poco superiori a una pallina da ping pong) e quattro chiacchiere fino a che non è il momento di tornare in albergo: la STICCON è finita.
Quello che mi rimane è poco sonno, un incontro mattutino con Marcello, con ottima colazione a Rimini e passeggiata in loco, scambiando commenti e osservazioni di ogni genere, e un rientro in treno con un posto particolarmente scomodo che mi creerà non pochi fastidi durante il viaggio (passato per lo più a fingere di dormire, senza convincere neanche me stesso), culminato con la triste scoperta di aver in qualche modo rotto la sporta dello STIC avuta per la venticinquesima convention, che era tanto comoda :-(
Anche quest'anno la STICCON è finita, non rimane che aspettare la prossima.

venerdì 31 maggio 2013

STICCON giorno 3

Come ogni Sabato di STICCON, io sono il primo ad arrivare in sala, con la maggioranza degli altri intenti a riprendersi dalla Kobayashy. In realtà non ho guardato i turni (non che lo faccia mai, io sto lì a prescindere di solito) e decido di vedere se debba esserci qualcun altro... in effetti sì, Angelo. Angelo? Angelo che faceva il master alla Kobayashy ieri? E che ha fatto lui i turni? ...
Ovviamente, laddove un po' alla volta arrivano quasi tutti gli altri, Angelo proprio no. In effetti anche Matteo e Camilla arrivano tardino, ma principalmente perché il loro albergo è lontano e si sono trovati a uscire sotto il diluvio...!
Non arriva tardi, invece, Gisella, nonostante sia akkobayata (neologismo creato involontariamente da lei stessa per sintetizzare "assonnata per colpa della Kobayashy").

Che i palloncini siano la principale attrattiva delle nostre parti lo sapevamo già, ma ne avremo la certezza questa mattina, quando più o meno chiunque verrà a chiedercene o anche solo a prenderseli mentre Alessandra li gonfia (sì, tra questi anche un paio di bambini). Splendida la scena del rappresentante di Yavin4 tutto in nero e pronto ad arbitrare il trivial di Star Wars... con un palloncino blu legato al polso.
L'attività principale della mattina è... cercare di pubblicizzare i pranzi di comitato di Star Trek e Star Wars che si terranno, appunto, a pranzo. In realtà il primo è già al completo, ma il secondo è quasi vuoto, il che è un problema, visto che in realtà si tratta di un unico, grande gioco di comitato, anche se i giocatori questo lo scopriranno solo al momento di partire. In teoria, quale momento migliore per pubblicizzare un comitato di Star Wars che durante un trivial di Star Wars?
Be', in teoria, appunto. Fatto sta che, a parte che nella realtà il Trivial sforerà abbondantemente i tempi previsti, i giocatori si dichiarano troppo spompati per poter anche solo pensare di iscriversi. Alla fine, dei fan di SW se ne iscriverà uno... e proprio quello finirà per trovarsi teletrasportato nella parte Star Trek del gioco.
Comunque sia, il gioco si riempie, tanto che io, offertomi per fare numero, cedo il posto e vado a pranzo col resto dello staff della sala giochi... uhm... solo che parte dello staff è fuori, parte è impegnato col comitato... in sostanza siamo in tre, e iniziamo ad accogliere ospiti al tavolo facendo sparire il cartello "riservato", dato che lo spazio abbonda. Siamo comunque vicini ai tavoli occupati dal gioco e abbiamo modo di commentare i vari spostamenti che si succedono da quelle parti, nonché di ricevere commenti a caldo sugli sviluppi della faccenda.
Nel pomeriggio, come sempre, ci sono le esibizioni degli ospiti che... che boh, perché in realtà io me ne sto giù ai divanetti a chiacchierare e neanche ci penso.
A un certo punto Camilla propone di giocare a qualcosa. Visto il grande entusiasmo che questo suscita in Matteo e Domenico, ci mettiamo a fare una partita a due ad Arvicole, terminata la quale raduniamo qualche altro giocatore e tiriamo fuori il Cluedo Trek creato da Camilla stessa, con delle pedine carinissime che dimentico perà di fotografare.
Coinvolgiamo anche no dei genitori di stanza al Baby Club con la prole, Emiliano, che si lascia convincere pur non avendo mai giocato a Cluedo... e vince, lasciandoci con un palmo di naso.
Nel frattempo sta iniziando il Trivial di Harry Potter, e i giocatori vengono a intimarci poco carinamente di fare silenzio, neanche stessimo facendo chissà che. Abbiamo comunque finito la partita, per cui sbaracchiamo, ma pensando i peggio improperi, specie quando, non contenti, vengono anche a chiudere la porta del Baby Club, praticamente chiudendoci dentro (ma per poco, davvero per poco...). Perfino gli appassionati del Lego di Star Wars il giorno prima erano stati molto, molto più educati, e loro, dopotutto, stavano tenendo una conferenza proprio dietro il nostro tavolo di gioco!
Intanto (potenza del Karma) arriva un gruppo di persone che inizia a giocare a Zot! (la versione Trek di Bang! realizzata da Angelo Strazzella) e nel contempo inizia il previsto gioco di comitato nell'ambientazione della Guida Galattica per Autostoppisti. Direi "ben vi sta", ma in realtà sono gli altri che non riescono a capire niente per il chiasso che fanno quelli del trivial...
Io faccio vari giri al piano di sopra, un po' per sgranchirmi, un po' per le pause bar che non mancano mai (cappuccino, signori, cappuccino) e un po' perché ho voglia di comprarmi qualche gadget. Punterei a un TARDIS, giacché quest'anno quello e il Dalek la fanno da padroni su tutti gli stand, ma per lo più sono cose enormi o inutili (bagno schiuma, perle da bagno dentro un dalek, modellini giganteschi). La cosa più accettabile è un portachiavi a forma di TARDIS con tanto di torcia, solo che non me lo porterei mai dietro, perciò a che scopo prenderlo?
L'illuminazione arriverà più in là quando, quasi sul punto di comprare un altro portachiavi sempre a forma di TARDIS ma stilizzato e piatto, più maneggevole, vedo la signora dietro il bancone elencare a qualcun altro i vari colori di... ma che sono... realizzo che si tratta di spilline a forma di Dalek, e mi pare di capire che ce ne sia anche uno nero. Non c'è, anche se non sono io ad aver capito male ma la signora ad aver dichiarato nero un blu... che mi starebbe anche bene, ma intanto mi cade l'occhio su un'analoga spillina a TARDIS, che poco dopo inizia a ornare il mio portabadge.
Quando arriva la pausa cena, qualcuno ci informa che c'è una coda lunghissima sulle scale, perciò decidiamo di prendere l'ascensore... solo che l'ascensore non decide di prendere noi. Dopo una lunghissima attesa, quando finalmente le porte si aprono... l'ascensore è pieno e veniamo rimproverati per averlo chiamato mentre già era in moto... come dire... eh???
A un certo punto, mentre gli altri continuano ad attendere, io decido di sfidare la coda... che o non c'è mai stata o si è dissolta, perché sulle scale non incontro anima viva. Peccato intanto che il nostro tavolo sia scomparso, cosicché ci arrangiamo dividendoci tra i posti liberi di due tavoli in un angolo della sala. Questo mi dà l'occasione per conoscere qualche Ghostbuster e un fan di Star Wars sommamente deluso dall'attore che interpretava Darth Vader, ospite del giorno, che ha raggelato la sala chiedendo al pubblico di parlare di qualsiasi cosa fuorché Star Wars...!
La cena è forse il peggior pasto di questi giorni, niente di immangiabile ma il risotto è scotto e non sa di nulla (altri lo avranno completamente crudo, d'altra parte) e il secondo appena passabile. Non solo non ci sono patate, ma anche qualcuno che le chiede esplicitamente non riesce ad averle.

Il sabato sera è tipicamente dedicato alla sfilata dei costumi, preceduta dalla premiazione della Italcon. Questa ci interessa poco, quindi restiamo giù ai divanetti in attesa che la sfilata inizi. In realtà calcoliamo male i tempi e ci perdiamo il primo costume, vale a dire Luca, il colpevole della cena con delitto che nessuno ha accusato, con un costume ispirato ad Assassin's Creed... costume che non vedremo MAI dal vero, perché appena sfilato lui corre a cambiarsi essendo in gara anche con un altro costume. Peraltro vincerà uno dei premi per il primo e nessuno per il secondo.
A vincere il premio come gruppo sono i Ghostbusters, in effetti i miei preferiti, che se la vedono tra gli altri con una famiglia vulcaniana in gita scolastica che dopo un po' avrei trucidato: avevano dei libri che facevano luce quando si aprivano, e dopo essere passati sul palco si sono venuti a sedere proprio davanti a me, sparandomi più volte la luce in faccia...

A sfilata terminata, si smonta!
Un attimo... come si smonta? Ma non c'è un altro giorno di convention?
In effetti sì, ma quest'anno c'è stato un po' di, diciamo, caos con le prenotazioni, e la domenica la sala centrale verrà usata da un convegno di bancari, sfrattandoci per mezza giornata. Inutile dire che vanno tolte decorazioni e cartelli vari, almeno dalle sale che attraverseranno. Qualcuno si domanda che male possa esserci se i bancari vedono gli oggetti trek, visto che sanno che siamo lì. Io ipotizzo che il problema sia che potrebbero fregarceli, e la teoria prende piede. :-P
Comunque sia, dobbiamo togliere i cartelli della sala giochi dal primo piano, e quello è facile, dopodiché ci ritroviamo a dare una mano a spostare dei grossi pannelli con i volti di personaggi Trek che sono su un lato della sala centrale e vanno "nascosti" nell'area venditori. Area che, per inciso, ospita una scultura di Darth Vader e una di Boba Fett (quest'ultima pure autografata) che un paio di noi azzardano di poter intascare (OK, sono alte quasi un metro e pesano un accidente, quindi no, anche se non fossimo delle brave persone... col cavolo!). Un breve passaggio sul palco per nascondere le nostre scenografie e via, verso nuove e incredibili... no, verso il forno notturno dei bomboloni, che quando vede la sala giochi arrivare in massa quasi si spaventa (be', la tipa che era al banco, non il forno) perché gliene sono rimasti pochissimi. Per fortuna sono più che sufficienti per le nostre necessità, e ne avanza pure qualcuno per Rodrigo Araya che arriva lì giusto allora per fare scorte per una riunione extra-STICCON al Piccadilly (in realtà, con suo sommo stupore, ne trova solo sette).
Bene, si va a dormire. Forse. In realtà faccio un po' di zapping e mi ritrovo a guardare un (pessimo) horror che non avevo mai visto, pur conoscendone l'esistenza. A dire il vero è un trucco per cercare di non svegliarmi alle sette la mattina dopo, visto che non ho un granché da fare, ma, ahimé, non funzionerà.

lunedì 27 maggio 2013

STICCON giorno 2

Come è ormai tradizionale, il venerdì mattina mi sveglio troppo presto. Stavolta inganno il tempo mettendo giù il resto del report del giorno precedente. Trasferirlo sul blog si rivela però più complicato del previsto e mi limito a salvare una bozza prima di scendere a colazione.
Trovo cornetti di cartone e un servizio al tavolo vagamente lento: il cappuccino è buono, d'accordo, ma nel tempo che serve per poterlo ordinare prima e per averlo poi si farebbe più in fretta ad andare al bar e tornare.
Alla fine, dopo l'obbligatorio passaggio in camera, mi dirigo al centro congressi e, previa colazione decente al bar locale, faccio il primo vero giro della convention, osservando il TARDIS all'ingresso, passando dai banchi dei venditori e in quasi ogni altro luogo possibile.
Passo anche dal banco della pesca di beneficienza dove compro la spillina dell'avatar di Alberto Lisiero, il fondatore dello STIC venuto di recente a mancare e, oltre alle immancabili schifezze varie, vinco una maglietta del Dr. Who con una frase scritta a forma di TARDIS. Dopo aver tentato di capire con Angelo e Federica la provenienza
della citazione, una ricerca in internet in sala PC mi permetterà di scoprire che è il trailer del nono dottore. Approfitto del PC anche per aggiornare il blog.
Durante la giornata faccio frequenti perlustrazioni per vedere se sia arrivato Rodri con le magliette "Grazie Alberto" da comprare per beneficienza (e usare per la foto di gruppo domenica), ma ci vorrà un bel po' prima che sia possibile averne una.
Durante la mattinata, la sala giochi è per lo più occupata dal trivial del Signore degli Anelli. Tento di seguirlo un po', ma le domande sono terrificanti.
Poco prima di pranzo mi offro volontario per presidiare il tavolo riservato al Pranzo di Comitato del Dr. Who. Giocherò anche io e per l'occasione, già che ce l'ho, indosso la maglietta a tema. Non mi aiuterà a non mancare clamorosamente i miei obiettivi.
Sorprendentemente, il contorno del giorno non prevede patate.
Durante la giornata incontro Fabrizio Guidozzi e ho modo di chiacchierare un po' di più con Alberto Priora. Intanto sono arrivati anche Camilla e Matteo, accompagnati da un amico e dalle carte del gioco delle arvicole,
che proviamo subito, mentre dietro di noi si svolge una conferenza sui LEGO di Star Wars.
Non si tengono né il gioco di ruolo, che ha un solo iscritto, né il mio gioco di comitato fantasy, che ne ha quattro su sei, così ci prepariamo per la cena con delitto. Sono innocente, ma chi volete che ci creda?
Quest'anno Angelo è stato un tantino avaro di informazioni: non solo non sappiamo neanche noi chi sia il colpevole, né conosciamo gli indizi degli altri, ma neanche sappiamo cose che in teoria ci riguardano, tanto che quando mi chiedono perché io sia tra i sospettati mi tocca andare a braccio. L'esistenza di un biglietto del "ladro" porta parecchi dei
numerosissimi partecipanti a improvvisarsi periti calligrafici e chiedere ai sospettati di riprodurne il testo. Alessandra tenta intenzionalmente di imitarne la grafia... io non devo perché somiglia fin troppo alla mia.
Sarà forse per quello che mi becco la maggioranza delle accuse, alcune con tesi davvero fantasiose (e se l'ultima volta mi avevano affibbiato strane liaisons con Angelo, almeno stavolta mi associano a Camilla). Quello che di accuse proprio non ne riceve è il colpevole...
In tarda serata ci sarà la Kobayashy Maru, che proprio non è per me, così mi trattengo un po' ai divanetti del Baby Club fino a poco prima della partenza, osservando come l'utenza adulta sia più numerosa (e impegnata...) di quella baby e assistendo ai tentativi di fuga di una coppia di palloncini contenenti palloncini.
Sulla strada del ritorno rintraccio la famosa gelateria, che si rivela una delle poche a non fare le ore piccole.
Almeno ora so dove si trova, e ne approfitterò la mattina dopo per fare una seconda colazione a base di gelato anziché cornetto e cappuccino. Mi delude un po' il cioccolato extra fondente, che non è cattivo ma è tanto cioccolato e ben poco fondente, ma il bacio straripante di nocciole è favoloso.

venerdì 24 maggio 2013

STICCON giorno 1

La giornata inizia nel migliore dei modi: dormo a rate svegliandomi di continuo e alla fine, quando mia sorella esce di casa, decido di alzarmi. Sono le sette e qualcosa e il mio treno per Bari parte tra quasi tre ore...!
Dopo colazione faccio un salto su Facebook a recuperare e stampare i bandi dei giochi di Matteo per poterli affiggere in sala già oggi. Assieme a spazzolino e dentifricio sono le ultime cose da mettere in valigia, e finalmente posso chiuderla.
Perdo un po' di tempo online facendomi anche qualche partita a Magic (due le perdo, due le vinco per abbandono nei primissimi turni, facendomi venire dubbi sulla mia bruttezza in rete, all'ultima rinuncio io perché terribilmente noiosa).
Alla fine arriva l'ora. Ultimo passaggio in bagno, prendo marsupio e telefoni e mi avvio. Il tempo è osceno ma almeno non piove.
Arrivo in stazione e un treno mi passa davanti, ma è solo in transito. Quello giusto arriva tardi come al solito, ma almeno è il nuovo modello ed è pure quasi vuoto.
Poco prima di scendere dal treno, arriva l'immancabile telefonata dall'ufficio.
A Bari devo attendere oltre un'ora, così giro un po'. Passo da un bancomat, poi a prendere un megagelato fondente e cocco, infine a informarmi sul prezzo (che risulta altino) di un orologio che vorrei regalare a mia sorella per l'imminente compleanno. Nel mentre mi chiama Marcello per sincerarsi di avere il numero corretto. Ce l'ha, ma rischia di credere il contrario perché ci metto un bel po' a sentire il telefono...
Alla fine, con un po' di anticipo, mi dirigo in stazione, mentre dal cilo inizia a cadere qualche goccia... Faccio appena in tempo a salire sul treno (già pronto sul binario) che si scatena un intenso quanto breve diluvio.
Sbeffeggiando interiormente la pioggia, vado a sedermi al mio posto. A parte me, lì c'è solo una signora che si scusa per aver scambiato il posto col mio. Le faccio presente che no, il mio è il 16A ed è lì che sono seduto, ma lei afferma che ha lei il 16A. Si scoprirà poi che invece ha il 18, e resterò beatamente solo per una buona metà del viaggio, prima che un tipo particolarmente irritante decida di lasciare il suo posto e venirsi a piazzare di fronte a me.
Riesco comunque a proseguire imperterrito la mia lettura di Game of Thrones, interrompendola solo per ricevere due telefonate di fila dall'ufficio e una di aggiornamento da Marcello.
Arrivato a Rimini, quest'ultimo mi sta già attendendo e, tra giri dovuti a strade chiuse e insolito traffico, mi scorta all'albergo.
Qui scatta la caccia alla camera: 86, terzo piano. Salgo a quello che presumo essere il terzo piano, in concreto il sottotetto, ma non ci vedo ombra di camere. A quel punto scendo di un piano, e qui le camere ci sono, ma una rapida ispezione mi permette di scoprire che si fermano a 80. A questo punto opto per l'ascensore, che mi dà conferma che la mia prima scelta di piano era quella giusta. Sì ma... le camere? Ah eccole: abbastanza nascoste ma ci sono. E sì, è il sottotetto e ho una camera spiovente ma carina, con ben più letti di quanti me ne servano.
Marcello mi accompagna poi in convention. Prendiamo accordi di massima per il ritorno e mi annuncia l'esistenza di una nuova gelateria a Bellaria, poi ci salutiamo.
Doveroso passaggio alla reception a prendere il pass, entro senza che nessuno mi si fili e scendo dritto in sala giochi dove trovo Angelo davanti a... ma che ci fa lì un muro??? Mi viene spiegato che è stato tirato su l'anno scorso e ora la sala, un tempo a vista, ha, appunto, un muro davanti. Se non altro lo usiamo per appendere i bandi dei giochi.
Faccio un salto nella sala vera e propria dove è giá in corso un comitato. Saluto a gran voce ma devo aver padtoneggiato l'arte ninja del nascondersi on piena vista perché nessuno nota la mia presenza...
Angelo mi aggiorna sulla situazione e mi iscrivo al GGGG, il Grande Gioco del Giovedì Galattico, che terrà banco in serata.
Sulle scale durante il ritorno in sala mi intercetta anche Alberto Priora, il garzone della Macelleria (letteraria, si intende) con cui scambio due chiacchiere al volo.
Tra chiacchiere e saluti arriva la sorprendente pausa cena: pasta buona, e portano perfino il bis, acqua a gettito continuo, pane caldo, secondo decente e perfino il dolce è degno di nota. Le patate (arrosto) non mancano, ma per il resto iniziamo a preoccuparci...
L'attesa per il GGGG è lunga, i giocatori fatocano a radunarsi, ma alla fine in qualche modo si formano le squadre. Sono con Rosa Minniti, che conosco, Antonio Mercurio, già incrociato, e tali Stefano e Luca di cui faccio la conoscenza sul momento. Ci vengono illustrate prove e regole e si parte dalla versione Star Wars della coda dell'asino, in cui Stefano ci fa guadagnare il primo punto. Le mie manine piccole e delicate fanno bupna parte del lavoro di recuperare oggetti in una sorta di melma nella seconda prova, ma non riesco, ahimé, a infilare più di due volte su dieci il disco di Tron in un bastone. Mi consolerà poi scoprire che c'è solo un'altra squadra a due e tutte le altre a zero, ma il minimo per il punto era tre.
Procediamo tra taboo, mimi e duelli vari, ma la vittoria non ci arride e terminiamo a zero punti, come quasi tutti tranne le due squadre rispettivamente a otto e nove. Pazienza, comunque ci siamo divertiti... e forse è il caso di andare a dormire.
Approfitto per una breve missione esplorativa a cercare la gelateria descrittami da Marcello ma, complice anche il fatto che ne ho dimenticato il nome, non la trovo. Riproverò.

lunedì 13 maggio 2013

LevanteCon giorno uno (e unico)

Ebbene sì, il giorno è arrivato. Sveglia, abluzioni, quant'altro, inclusa una decina di minuti al PC per non lasciare troppe cose in sospeso, mi attrezzo di cellulari, marsupio, insolito zainetto con dentro il giubbotto per eventuali emergenze climatiche, acqua a volontà e caramelle e mi avvio in congruo anticipo verso la fermata dell'autobus, che sarà, come è ovvio, in congruo ritardo.
Mentre attendo, col tempo che sembra indeciso se sia il caso di far piovere o meno, sono circondato da cani che litigano come cani, con l'eccezione di uno che se ne sta rassegnato da una parte con l'aria di chi sta pensando "ma chi frequento?".
Alla fine, il bus arriva, e miracolosamente riesco anche a sedermi, ma non è poi questa gran consolazione quando la gente continua ad aumentare fermata dopo fermata e a un certo punto ho di fianco una signora che praticamente mi si siede su una gamba ogni volta che il bus svolta a sinistra (e mi va anche bene, perché fino a qualche secondo prima di un ulteriore slittamento umano avevo al suo posto un signore che, peraltro, era voltato nella direzione opposta...)
Il viaggio è tranquillo come al solito e finisco anche a fare da guida a due ragazzi diretti anche loro alla convention. Arrivo, saluto, mi registro, saluto, saluto... si, be', ho un po' di gente da salutare, anche se molti li ho visti la sera prima, e solo quando incontro Pierpaolo (non mio cugino, l'altro) mi sovviene che tra tanti saluti ho dimenticato di indossare il badge dello staff, anche se quest'anno staffeggio poco quanto niente (leggasi: niente, a parte fornire inidicazioni a qualcuno che, giustamente, nota il badge e presume io sia in grado di dargliene. Se non altro ha più senso della gente che normalmente presume io sia in grado di dare indicazioni pur non avendo badge di sorta).
Indossato quello, e tolta la maglia visto che in sala fa caldo e si può stare in maniche di camicia (e infilata la suddetta nello zainetto a sua volta infilato nello sgabuzzino semisegreto dopo aver recuperato le caramelle), faccio un giro molto cursorio delle sale ma non mi soffermo dato che più avanti arriverà Pierpaolo (non l'altro, mio cugino) e le vedremo con calma assieme.
A parte il fatto che, ovviamente, alcune le ho viste in fase di preallestimento.
È già in corso la premiazione del Premio Cometa, vinto da persone che conosco (almeno in gran parte) in quanto frequentatori del forum di BraviAutori, perciò attendo che discorsi e frasi di rito siano terminati per salutare almeno l'unico che ho già incontrato di persona l'anno scorso, Alessandro. Gli altri avrò modo di conoscerli faccia a faccia in seguito, ma sarà davvero una cosa lampo.
Decido poi di andarmi a guardare la proiezione di una puntata di Deep Space Nine. Ce ne saranno diverse durante la giornata, per festeggiarne il ventennale (cosa che mi fa sentire molto vecchio...), anche se onestamente non mi è ben chiaro il criterio col quale siano stati scelti gli episodi.
Sono appena uscito dalla sala proiezioni che giustappunto mi vedo passare davanti Pierpaolo, in procinto di andarmi a cercare nella sala Comics & Games dove, però, non ero.
Qui, in effetti, arrivano le dolenti note.
La parte Comics & Games della LevanteCon sembra infatti essere sempre meno Games, tanto che quasi mi domando cosa siano elencati a fare nel nome.
Laddove il primo anno, con la Tana dei Folletti, c'erano giochi di ruolo, dal vivo e non, di carte e da tavolo fruibili dai presenti, e l'anno scorso il mio banchetto faceva da indegno succedaneo, laddove a sostituire la Tana c'era il gruppo di Guerre del Caos... be', quest'anno ci siamo ridotti al solo angolo di Guerre del Caos, privo di qualsivoglia ornamento o allestimento (e, intendiamoci, non ho assolutamente nulla contro Guerre del Caos, ma fanno solo gioco di ruolo dal vivo e basta, e in convention c'è un limite a quello che puoi fare. Questo e due postazioni due di videogiochi, ovviamente occupate tutto il tempo, decisamente non bastano a dire che ci fosse una componente Games.
Piccola consolazione, la sacrificata e non pubblicizzata presenza dell'associazione ludica Finibus Terrae (entrambe le mancanze dovute al fatto che, a quanto ho capito, si trattava di un'aggiunta dell'ultimo minuto), che permetteva di fare partite dimostrative al gioco di carte del Dottor Who (carino) e credo anche altro, purtroppo su un tavolino a cui si stava stretti seduti in tre (peraltro il numero minimo di giocatori per il gioco in questione).
Ma torniamo a noi. Con Pierpaolo facciamo un primo giro dell'area, soffermandoci, immancabilmente, ai banchi dei venditori. Tra le tante cose interessanti c'è un portachiavi a forma di martello di Thor (e, in quanto tale, pressoché impossibile da sollevare senza un argano :-P) che entrambi finiremo per comprarci prima di andare via.
Ma a parte quelle pericolose per il portafoglio, ci sono anche altre cose interessanti da guardare. L'area espositiva mostra una riproduzione in cartoncino del Nautilus su un fondale marino (non ditelo in giro ma la base era stata abbondantemente riparata con nastro adesivo e mancava la punta che non si sa che fine avesse fatto... coff, coff...) e varie memorabilia di Deep Space Nine, oltre a uno Stargate già presente gli scorsi anni ma rinnovato con un fondale davvero ben realizzato, un teletrasporto anch'esso arricchito e una console nuova di zecca. Nell'area centrale si poteva assistere alle evoluzioni di alcuni robot (forse a dire il vero un po' pochi e poche considerato l'ampio spazio che occupavano, di forse quattro tavoli ne veniva davvero usato uno e mezzo), mentre altrove si poteva... no, cioè... voglio dire... quando vedi che cose che per te erano l'infanziadolescenza ora sono degne di essere esposte come materiali quasi da museo, inizi davvero a sentirti vecchio... e questo è l'effetto che mi ha fatto vedere in bella mostra dei vecchi Commodore: un'Amiga, ma anche un Vic20 e un C64 funzionante, su cui qualcuno stava perfino giocando a Ghost & Goblins. Ah...! Sembrerà assurdo, ma mi sarei più volentieri seduto lì ad ammazzare zombie con una lancia a replicazione infinita tentando di non restare in mutande che non alle postazioni di sparatutto ipertecnologici su tre monitor e grafica eccezionale.
Dopo una sortita all'esterno verso un bar (inizialmente fallita visto che tentavamo di uscire da una porta che conduceva sì all'esterno, nel senso di all'aperto, ma non fuori), torniamo e ci uniamo all'incontro dei Whovians locali (buona occasione per dire peste e corna di Moffat, più che altro).
Il problema è che, in mancanza di attività coinvolgenti, dopo un po' hai davvero visto tutto, a parte i cosplayer che danno colore alle sale e che sembrano aumentare in continuazione (e che ormai non assaltano più il bagno). Spendiamo quel che resta della mattinata guardando un episodio di Gundam Unicorn, poi, visto che i BraviAutori ormai sono andati e non so se ci sia qualcuno della Nautilus che mangia in hotel come gli anni scorsi, alla fine decidiamo di cercarci fuori un posto dove mangiare.
Dopo qualche puntata a vuoto, troviamo una pizzeria che in realtà non fa pizze a pranzo ma ha un menù di tutto rispetto (per quanto composto essenzialmente di rucola).
Scegliamo di prendere un antipasto nella versione per due, che comprende oltre a cose abbastanza classiche delle portate piuttosto inusuali, tra cui i moscardini fritti su puré di fave (del quale avrei volentieri fatto a meno però) e tre simpatici tortini, uno di patate, uno di melanzane e uno molto curioso di ricotta e carote. Pierpaolo vi fa seguire una tagliata di pollo, che in effetti aveva attratto anche la mia attenzione, poi deviata dal "con rucola e pomodorini" che la descriveva. Io finisco per optare per il trancio di pescespada alla griglia, ottimo, presentato con guarnizione non annunciata di... sì, be', rucola. Iniziamo a domandarci se i dolci siano conditi con rucola anche quelli, ma non voglio il dolce e Pierpaolo si limita al caffé (che se contiene rucola è della varietà liquida) e dunque non lo sapremo mai.
Siamo pressoché puntualissimi per il rientro, che ritardiamo un po' per consentire alla marea di cosplayer di rifluire, cosa resa più difficile dal fatto che un'anta della doppia porta di accesso pareva non volersi aprire nonostante le migliori intenzioni.
È all'incirca in quel momento che adocchiamo i giocatori del gioco di carte del Dottor Who e ci riproponiamo di fare una partita appena possibile (ci vorrà un bel po' prima che lo sia, e quando lo sarà riuscirò in qualche modo a vincere staccando gli altri di una quantità paurosa di punti). In effetti altre persone che giocavano in giro c'erano... sì, giocavano a Magic con le loro carte personali che si erano portate dietro, e a momenti mi sono pentito di non aver fatto altrettanto.
Però se non altro ho conosciuto l'associazione di cui sopra, scoperto dove si trova (ovvero a meno di un km dalla stazione di Bari) e deciso che andrò a trovarli in sede alla prima occasione.
Non resta davvero molto da fare (seguire una lezione di giapponese proprio no, grazie, non è una cosa da convention!), e ci muoviamo abbastanza presto verso il commiato. Pierpaolo va via per primo, io, che ho ancora una mezz'oretta prima di partire in anticipo per prendere l'autobus in ritardo, ne approfitto per cercare di salutare tutti (manco comunque qualcuno, è inevitabile) anche conscio che quest'anno non rivedrò nessuno della Nautilus alla STICCON. Pierpaolo (l'altro) ne approfitta per ricordarmi che loro si incontrano ogni Domenica a Modugno, io per ricordargli che l'unico modo di essere la Domenica a Modugno sarebbe arrivare lì alle 9 di mattina, non so bene dove e a fare non so bene cosa visto che c'è UN SOLO AUTOBUS festivo che ci va, e neanche sono troppo sicuro che ce ne sia uno che fa il percorso inverso (ovvero, c'è per forza, è lo stesso che sto per prendere, ma non so che percorso faccia dato che la linea festiva è diversa da quella feriale).
Comunque sia, vado. Lungo il percorso già pregusto la replica del gelato al cioccolato fondente 99% della sera prima... ma non dovevo essere l'unico, perché la gelateria sembra essersi trovata nel mezzo dell'assalto dei lanzichenecchi e le vaschette sono pressoché vuote. C'è rimasto del cocco e mi accoccontento di quello, vabbé. Anche questo, sarà per la prossima volta.

sabato 11 maggio 2013

LevanteCon giorno zero

Domani, un po' in ritardo rispetto alla solita collocazione, si terrà la nuova edizione della LevanteCon, la manifestazione a ingresso gratuito che include scienza, fantascienza, robotica, fumetti e giochi.
Anche se quest'anno non avrò un banchetto giochi come l'anno scorso (peccato, ma comunque ho la STICCON per rifarmi, e tra meno di due settimane peraltro) sono andato a fare un salto già oggi per dare una mano, nel mio piccolo, per l'allestimento delle sale (leggasi: ho attaccato qualche programma e piantato tante puntine da disegno assieme a uno dei Riccardo).
Ne ho approfittato per rinfrescarmi la memoria sulla strada, anche se in realtà domani dovrò giocoforza andare in autobus e quindi arriverò da tutt'altra direzione, ma almeno quella per il ritorno è la stessa, e per mangiarmi un gelato al cioccolato fondente 99% + cassata alla ricotta + panna :-P
Domani forse mi aspetta qualcosa di più inquietante, ma i dettagli che avrei dovuto avere oggi non li ho avuti, anche perché chi doveva darmeli si è allontanato per andare a recuperare il materiale audiovisivo senza darmi il tempo di dirgli che non mi avrebbe trovato al ritorno, visto che dovevo darmi una mossa se intendevo tornare a casa in tempi civili (ovviamente poi il treno era in ritardo, ma questo è un altro discorso).
Vedremo domani come vanno le cose. Peccato non poter sperimentare i nuovi giochi di comitato che avevo scritto, ma amen, alla STICCON ci sarà tempo e modo.

mercoledì 30 gennaio 2013

A volte ritornano

O, meglio, a volte ricordano di avere un blog.
Che poi, non è che io abbia mai perso la consapevolezza di averne uno, ma il più delle volte avrei avuto da scriverci solo cose talmente brevi da sentirsi troppo larghe in uno status di FaceBook, e quindi neanche mi sforzavo.
Anche perché, per dirne una, perso nella contemplazione del Dr. Who, non ho guardato neanche uno di quei film orribili che, se non altro, mi danno la scusa per scrivere qualcosa. Tranne uno, che però è talmente orrendo che mi viene la parangoscia, come dice un'amica di mia sorella, anche solo a pensare di scriverne una recensione (per quanto "inizia, passano due ore senza che accada nulla, tutti muoiono" sarebbe di per sé una perfetta recensione senza nessuna informazione errata).
E poi c'è anche da dire che, quando sono in vena di scrivere, be', scrivo.
Che sembra un'affermazione idiota, specie guardando la data dell'ultimo post qui che risale allo scorso settembre, ma il punto in effetti è che, dopo un bel po' di trascinarsi e basta, ho ripreso a scrivere più seriamente, ed era anche ora.
Chi, ad esempio, conosce Saleria Lindir, l'egomaniaca sacerdotessa della dea delle prostitute che rispunta nei luoghi più strani laddove io sono coinvolto, potrebbe perfino sapere che ho scritto un intero ciclo di storie che la vede protagonista, e che al momento si aggira per case editrici in cerca di una casa (editrice, appunto).
Una cosa che risponde forse anche a un'altra domanda che nessuno si è posto né aveva intenzione di porsi, ovvero perché, se ho ripreso a scrivere, il mio altro blog sia più desolato di questo.
La ragione è semplice, perché, appunto, sto scrivendo, ma sto anche cercando di pubblicare, e se metto il materiale che scrivo sul blog mi do la zappa sui piedi da solo (o bene che vada devo cancellarlo dopo, e non è carino).
E quindi i frutti di questa scrittura, Saleria a parte, dove sono?
Be', ci sono.
Per cominciare, negli eBook pubblicati negli ultimi mesi, a partire dalla riedizione in solitaria dei racconti (due su tre per ora) che costituiscono Trittico Oscuro, che certo non sono nuovi ma sono stati rivisti e tradotti in inglese, e finora non avevano mai visto la luce in formato elettronico. Il primo, Notturno, è stato pubblicato come eBook gratuito, e se devo dare retta ai numeri sembra aver visto un po' di interesse nel pubblico (67° negli scaricamenti di fantasy contemporaneo su IBS, 260° circa nel catalogo Amazon.it, e a un certo punto, per un breve, commovente momento, 2° negli scaricamenti di libri non italiani nel medesimo sito). Non ho ancora i resoconti ufficiali, ma prima o poi arriveranno anche quelli, e nel frattempo è arrivato Rubacuori/Heartbreaker. È a pagamento, quindi vedremo se Notturno riuscirà a trainarlo, cosa che io ovviamente spero, non tanto perché voglia raggranellarci qualcosa, quanto perché, dopo Solitario, conto di iniziare a proporre per la pubblicazione gli inediti.
E anche lì c'è da dire. Ho il primissimo racconto di Sylke, nonché il suo primo racconto lungo che ha vinto il concorso Light Vs Dark sul forum di Writer's Dream e da allora... be', niente, diamogli qualcosa da fare, che cavolo.
Dopo, durante, assieme a questi c'è anche l'unico racconto Anthuariano a oggi che non è uscito dalla mia tastiera (nel senso che non l'ho scritto io, non che l'ho scritto a penna stilografica), e che spero possa vedere la luce come parte della serie perché merita.
E poi c'è l'inedito talmente inedito che lo sto ancora scrivendo, anche se ce l'avevo in mente da tempo, e di cui stamattina ho finalmente scoperto come va a finire.
Dopo ci sarebbe Anime Nere, il secondo romanzo... sarà la volta buona che mi decido a mettere giù quei pochissimi capitoli mancanti? Vedremo.
Ma poi, be', non c'è solo Anthuar. Presto vedrà la luce in eBook una mia insolita incursione nel thriller e in ambientazione italiana, altro racconto breve.

E poi... poi, be', ci sarebbe altro di cui parlare, tipo i miei lavori di editing su traduzione e le mie relative liti coi traduttori automatici di cui i frequentatori di FB hanno già apprezzato i risultati, ma vado preso a piccole dosi, ammesso che qualcuno ancora passi da queste parti, perciò per adesso torno al mio caotico silenzio.