venerdì 27 maggio 2016

STARCON 2016 - Giorno 4 (e 5)

Mi sveglio abbastanza presto e, nel tempo che passa tra l'aprire gli occhi e lo scendere dal letto, ho già progettato mezzo gioco (o anche qualcosina in più, a dirla tutta), pur conscio che se voglio realizzarlo davvero dovrò faticare non poco.
Con Pierpaolo scendiamo a colazione (l'unica che faremo assieme in albergo) e, oibò, non incontriamo nessun Candeloro. In cambio ci passano letteralmente a cinque centimetri Angelo e Federica, che peraltro mi stavano cercando (al telefono, che però è beatamente spento su in camera) e non ci vedono. Ritenendo che potrebbero far tardi volevano lasciarmi la chiave, ma non trovandomi la lasciano a Marco Pesaresi (ovviamente mi individuano al tavolo dopo pochi minuti, e altrettanto ovviamente li troverò poi comunque in Starcon al mio arrivo, anche in virtù del fatto che, non dovendo aprire, sono entrato con mio cugino assieme agli utenti e non ho saltato la fila, che poi neanche c'era ma non è quello il punto... :-P). C'è nei paraggi anche Daniele, che vede Pierpaolo ma non me.
Una volta tanto, Pierpaolo non deve portarsi i bagagli al centro, visto che ripartiremo assieme lunedì mattina, perciò ci rechiamo lì senza zavorre di sorta. Io, comunque, sono di turno praticamente tutto il giorno, e ci separiamo.
Mi prendo cinque minuti per la seconda colazione al bar e stacco en passant qualche pezzo di Kobayashi rimasto in giro (continuerò a farlo nel corso di tutta la giornata), poi vado di sopra per una mattinata tutto sommato tranquilla. Dopo il turno in sala ho quello al Baby Club dove, con Sara, diamo il cambio ad Angelo e Federica (e basta, il club è vuoto). Discutiamo di alcune cose, tipo del fatto che in un qualche momento imprecisato del giorno prima qualcuno avesse felicemente tappezzato di post it rosa incollati il vetro del ristorante e Angelo e Federica si siano dati da fare per ripulirlo al volo, e del perché il baby club sia pieno di tubetti di colla e giù non ne abbiamo nessuno (che a un certo punto mi sarebbe anche servito).
Quando i due ci lasciano, Federica annuncia che tornerà a portarci dei palloncini, cosa che sì, accadrà, ma mooooolto tempo dopo, all'incirca tre secondi dopo che avrò chiesto "Ma Federica non aveva detto che tornava coi palloncini?"
Su in baby club fa un caldo impressionante, mitigato solo dalle finestre aperte (a un certo punto ce le faranno chiudere per accendere i condizionatori, che saranno però di ben misero aiuto) e suggerisco che l'anno prossimo dovremmo vendere i biglietti come solarium per rimpinguare le casse di Sala e Club (in cambio, nel pomeriggio, in Sala Giochi si formerà un microclima fresco e ventilato, e Marco suggerirà di vendere i biglietti per entrare lì). Nel turno vediamo, incredibile a dirsi, due bambini con rispettive genitrici. Uno dei due, peraltro, si siede davanti al condizionatore, ci poggia il tablet, indossa le cuffie e si mette beato a guardarsi un film o non so cosa (lo ritroveremo ancora lì all'ora di pranzo).
In programma ci sarebbero le foto dello staff con Terry Farrel e Silvester McCoy. Dobbiamo aspettare qualcuno che copra la sala giochi, però.
Nel frattempo, Federica e Sara si offrono volontarie per aiutare la reception a organizzare i tavoli per la cena con gli ospiti (ex cena di gala). Dato che in staff siamo pochini quest'anno, anche aggiungendo al nostro la sala PC c'è posto per Pierpaolo, ma quella è la parte facile, da lì in poi le prodi damigelle dovranno girare per la convention a caccia di gente, e infatti si avviano mentre noi aspettiamo il famigerato cambio.
Quando siamo pronti per la foto con la Farrell, Angelo manda me e Daniele a cercarle per avvisarle. Io guardo ovunque senza riuscire a trovarle, questo anche quando passo loro letteralmente davanti non notandole dietro un tavolo a cui si erano appoggiate per scrivere. Abbiate pazienza, è il quarto giorno di Starcon dopotutto...
La foto non richiede che qualche minuto, forse la più rapida di sempre. Terry Farrel è carinissima e ci saluta tutti con strette di mano all'arrivo e alla partenza, facendo anche un commento sul fatto che io non abbia voluto mettermi in ginocchio, delegando Daniele (ma no, grazie, no, il mio ginocchio ha problemi suoi anche senza fargli fare queste cose). La foto com McCoy dovrebbe essere più tardi, molto più tardi, tanto più tardi che, a forza di essere rimandata, scompare nel nulla.
Con Angelo saliamo poco dopo al ristorante per preparare i tavoli per i pranzi di comitato. Oltre ai due già previsti ne era stato affisso un terzo, riciclato, perché c'era un gruppo interessato, che però poi non si iscrive lasciando Pierpaolo, che vi si era aggiunto, da solo. C'è comunque posto nei paraggi al tavolo dello staff giochi (dove, per quanto riesco a vedere, alla fine non c'è nessuno dello staff giochi; credo potessero esserci Sara e Federica, ma se sì sono corse via a finire il lavoro dei tavoli).
Uno dei comitati è il mio di Star Trek, ambientato su una nave alquanto insolita. A giocarlo Alessio, Davide, Laura, Fabio, Stefania e Paolo, che, arrivato al tavolo, mi domanda se "ho pensato" a quello che mi ha detto sul cooperativo e resta sorpreso del fatto che io abbia praticamente già delineato tutto (ma io sono quello che si sogna i regolamenti completi di notte, anche se è ovvio che lui non possa saperlo). Il problema, che resta inespresso, è che sto già lavorando ad altri due giochi, senza considerare i progetti aperti a lunga decorrenza, quindi quando cavolo mi ci metterò su? Boh! Però l'idea c'è e la vorrei portare da qualche parte, penso che possa venirne fuori qualcosa di interessante.
Intanto, però, si gioca. Davide e Alessio mi chiedono di limitare un po' i tempi perché loro e altri stanno organizzando (da tempo) una sorpresa a Gabriella e dovrebberlo metterla in atto subito dopo pranzo. Io li assisto di buon grado e tento di mantenermi in linea con i loro orari (per quanto ne so, riuscendoci).
Non so bene perché ma ci viene richiesto di fare la fila per i pasti in perpendicolare ai banchi, situazione che complica non poco la gestione del pasto in questione. In effetti ho preso solo primo e contorni e così, ottimizzando i tempi, quando Alessio e Davide si alzano per una conversazione privata, ne approfittiamo tutti per andare alla fila dei secondi. Incluso Alessio. Che il secondo l'ha già preso e doveva prendere solo il primo (perché dopo non lo so, affari suoi) e di conseguenza se ne sta lì a fare la fila con un piatto di spaghetti in mano senza ragione alcuna.
Il gioco va bene, Laura in particolare fa tutti i punti che poteva fare, riuscendo anche a individuare in dettaglio due delle "cose strane" che stanno accadendo a bordo, e lasciamo la sala in tempo utile, mentre Angelo al tavolo accanto è ancora in pieno gioco. Non riuscirò poi a vedere la sorpresa organizzata, ma conto di vederne il video quanto prima (sì, lo so, è già su FaceBook).
Ho finalmente un po' di tempo libero da passare con mio cugino, che mi mostra i suoi acquisti (per altri) mentre torniamo nella parte comics. Anche io vorrei comprarmi qualcosa, l'ennesimo ciondolo in effetti ma, più che per la collezione, per sostituire quello attualmente appeso al mio marsupio, un medaglione col logo della Xavier's School for Gifted Youngsters" che mi sta un po' sulle balle (no, non nel senso che mi sta antipatico, con significato... un po' più letterale...). Per lo più trovo in vendita collanine ma, assodato che possono farle su misura, potrei in teoria farmi fare una catenina corta abbastanza da usarla per i miei scopi. Quasi lo faccio, dopo aver finalmente individuato un ciondolo che non mi dispiace (il logo stilizzato del Dr. Who che già una volta ero stato sul punto di comprarmi, ma un po' più piccolo e discreto) ma mi rendo conto che la maglia è troppo sottile. Già ho con rammarico perso la famosa testa di Jeeg, che pure aveva una catenina bella robusta, quella mi si spezzerebbe al primo intoppo, e lascio perdere. Curiosando tra i banchi, però, noto dei carinissimi segnalibro a clip magnetici e finisco per comprarne due uguali, nessuno dei quali per me. La parte curiosa è che, mentre li scelgo, ripeto tra me che posso tranquillamente permettermi di spendere questi X (<- cifra censurata) Euro, ma il problema è che non so da dove sbuchi quella cifra visto che non conosco il prezzo degli oggetti in questione. Quando poi lo chiedo e corrisponde al centesimo... uh... beh...
Ci sono anche delle magliette carine (e, come detto in precedenza, a prezzi più civili di quelli all'interno), ma ne ho davvero fin troppe, specie contando che le uso solo in questi eventi.
Ben presto devo tornare in sala giochi dove trovo Angelo che si sta avviando a farsi fare gli autografi di rito. Visto che ha con sé gli albetti di Ortolani, gli chiedo se già che c'è può far autografare anche il mio (che intanto Pierpaolo mi ha ricomprato) e lui si offre di chiamarmi quando si può andare così scendo io... sì, ok, ma perché? Con Ortolani ho già interagito, l'idea era che lui dovesse andarci comunque mentre io avrei dovuto farlo di proposito... vabbè, comunque chiariamo. :-) Peraltro, a quanto ho capito, nella sessione di domenica nessuno la dava gratis... (ma potrei sbagliarmi).
In sala parte una serie di partite di Flux con giocatori a rotazione. Le vinco quasi tutte io riuscendo anche a fare cose vergognose tipo girare una carta a caso che mi fa vincere istantaneamente (richiedendo, per la vittoria, le uniche due carte che avevo in gioco...) o vincere subito dopo che si sono inseriti in partita Alberto e... uhm, credo Antonio ma non ci giurerei, comunque c'era una seconda persona... di modo che non riescano a giocare una carta una.
Alberto ci propone anche di giocare ad altro e tira fuori tre giochi dalla borsa, lasciandomi basito. Lui spiega dicendo che lavora nel campo dei giochi, cosa che già so, ma resta il fatto che io lavoro nel campo della contabilità e mica mi porto dietro i registri della ditta... O_o Fatto sta che i tre giochi in questione (Boss Monster, che conosco, Stay Away, che conosco di nome, e Rats in the Walls, di cui neanche sospettavo l'esistenza) li vedremo e basta, perché Alberto ed Ellen hanno la sessione autografi e sono gruppo 3, il che significa che saranno fortunati se ne escono (vivi) prima di cena. In effetti non so bene quanto ci mettano, ma i miei sospetti che non li rivedrò in sala giochi sono fondati, nonostante il suo ottimistico "si stanno sbrigando".
La convention, comunque sia, si avvia alla fine. Con Pierpaolo avevamo preventivato di fare un salto in albergo prima della cena, lui per cambiarsi (vorrebbe anche indossare la famosa cravatta dell'Uomo Ragno, che ci sta, ma, lo avviso, lo farà morire di caldo su in sala) mentre io, che intendo restare con la maglietta della Sala Giochi, per prendere il tablet in modo da poter fare qualche foto (ne farò poi pochissime) e mettere in carica il telefono così da trovarlo carico al ritorno. Arrivato in camera non faccio nessuna delle due cose, almeno finché, con un piede già sulla porta, Pierpaolo me le ricorda accidentalmente (non sapeva che dovessi farle, per cui pura fortuna). Come se non bastasse, mi sono riportato in camera tutti i libri che invece dovevo distribuire, e che mi tocca riportarmi indietro, ma se non altro ricordo di recuperare la maglietta "Grazie Alberto" per la foto.
Nonostante siamo andati via a ridosso della foto di gruppo, i miei calcoli sono giusti e torniamo in tempo per parteciparvi. Anzi, torniamo in tempo per metterci in posa e aspettare mentre Nicola Vianello si improvvisa direttore del coro con grande partecipazione dei presenti (almeno quelli non sconcertati, e no, non guardate nella mia direzione, neanche sotto tortura mi sarei messo a cantare, grazie lo stesso).
A foto fatta, Angelo inizia a radunare un po' di gente per il tradizionale girotondo. Io recluto Pierpaolo e poi mi faccio da parte: solito problema di ginocchio, faccio presente, mi limiterò a riprendere come sempre, ma Zen di Yavin4 la prende come una scusa... salvo poi avvicinarmi e chiedere con aria da cospiratore:
"Ma perché, non dobbiamo solo fare un girotondo?"
E io, in tono da vecchia megera: "Saltando".
Indovinate, in quanti saranno a riprendere la scena? :-P
Facciamo anche un ultimo passaggio davanti al banco di Massimo Spettoli dove, tra le chiacchiere, mi metto a guardare i ciondoli. Ci sono dei robottoni vagamente deformed color oro o argento che mi piacciono, ma che sicuramente non mi porterei appesi al marsupio. Per la collezione ci stanno, però, per cui sto per prendere un grande Mazinga quando noto che ci sono ancora dei ciondoli in metallo della serie dello Yattacan preso lo scorso anno. Uno è una macchina dei Predatori del Tempo, l'altro il robottino di Yattaman e il terzo? Visto appeso è incomprensibile, sembra un guerriero mezzo nudo con l'elmo (ma che c'entra?), ma quando lo prendo e sollevo la presunta celata, scoprendo di cosa si tratta, lo acquisto immediatamente (be', la frase esatta rivolta a Massimo è "Sto per darti dei soldi, li vuoi?")
Tornati in sala, ci accordiamo per iniziare a smontare solo il giorno dopo (non io, ovviamente, che non ci sarò) e usare il dopocena per fare un briefing dello staff (che poi non faremo, vista la durata apocalittica della cena in questione).
Parliamo anche di possibili giochi da realizzare per la sala. Angelo ne ha in cantiere uno del Dr. Who e un altro che non ricordo, io gli ricordo che anche io ne ho uno del Dr. Who che non sono mai riuscito a finire, e lui cade dalle nuvole... quest'uomo non legge FaceBook!
Ben presto saliamo al ristorante e ci sistemiamo al nostro tavolo, a cui, visto che ci avanza un posto (anche se Federica, non so perché, pensava di no), si aggiunge anche Laura... ben felice, visto che l'unico altro tavolo disponibile che aveva trovato era quello di un venditore piuttosto... allegro... (credo di non averlo mai visto senza un bicchiere in mano se non lungo i tragitti necessari a procurarsene uno, tanto da aver iniziato a sospettare che ce l'avesse impiantato stabilmente a mo' di uncino).
Ma un mistero a cena non vogliamo certo farcelo mancare, e così pare sia sparito il tavolo dei bambini (!) anche se Sara e Federica sono certe che fosse nella lista consegnata a Gisella, che peraltro conferma. E quindi? Per risolvere, alla fine accettiamo di "smontare" il nostro tavolo e distribuirci altrove, lasciando due di noi coi bambini, motivo per il quale io sono il primo ad alzarmi e dirigermi sparato verso la mia nuova collocazione. Non riesco, però, a raggiungerla perché vengo richiamato, dato che il famigerato tavolo pare sia ricomparso. Peccato che, nel frattempo, siano spariti Angelo, Federica e Sara, che aspetteremo per un bel po' dopo che ci sono già stati serviti gli antipasti (o, meglio, l'antipasto). Pensando più a loro che all'antipasto in questione, è solo dopo che tornano che mi rendo conto che ai miei "bocconcini di pollo con carciofini e scaglie di grana" manca un componente vagamente essenziale... i bocconcini di pollo! Alla fine non protesto, anche se ne ho voglia (di protestare, non dei bocconcini).
Altro mistero è come mai nel menù "Klingon" ci sia come secondo primo "strozzapreti al ragù vegetariano" (che, per inciso, non ci sono nel menù vegetariano), che oltretutto si rivelano essere al pesto con verdure, e il sospetto è che le verdure in questione vengano dritte dai buffet dei giorni precedenti...
La cena, di per sé, è abbastanza deludente, e mi spiace per Pierpaolo che ha cambiato i suoi soliti giorni di permanenza apposta. Al di là del cibo (non eccelso ma neanche terribile) e dell'incredibile lentezza che la farà durare ore, gli attori sono terribilmente sedentari quest'anno, e di passare tra i tavoli proprio non se ne parla. Shatner manca del tutto (mi sorprende relativamente poco, ma da che frequento la cena di domenica è il primo attore a non presenziare) e gli altri, o meglio le altre, non si muovono dai loro posti. Neppure la Masterson, che in genere è decisamente pronta a mescolarsi col pubblico ma stavolta si limita ad alzarsi ogni tanto per proporre un brindisi o un applauso. D'accordo, capisco il non sbucarti dietro all'improvviso mettendoti una mano sulla spalla e sequestrandoti il bicchiere, Mulgrew docet, ma almeno passare a salutare...?
Comunque sia, alla fine è tanto tardi che, assodato che la riunione in sala non si farà (in caso contrario ci eravamo già organizzati perché Pierpaolo andasse in albergo senza aspettarmi) ce ne andiamo a dormire, non prima di aver preparato i bagagli in modo da poter partire di buon'ora la mattina dopo. I problemi delle ferrovie dovrebbero essersi risolti e si prevede che tutto scorra liscio.

E ovviamente così non è...
Usciti dall'albergo la mattina (abbandonando le chiavi perché, indovinate, in reception non c'è nessuno) ci viene detto che a quanto pare qualcuno è finito sotto un treno in un punto imprecisato e i treni saranno in ritardo. Noi, imperterriti, facciamo comunque il biglietto, anche perché la macchinetta avvisa che il nostro treno ha 16 minuti di ritardo, poco piacevoli ma accettabili. Ma sarebbe troppo semplice. In buona sostanza, alcuni treni vengono cancellati, uno continua a essere annunciato con "165 minuti di ritardo" (quanto senso la cosa possa avere è da definire) e il nostro... neanche appare sui monitor.
Alla fine, in compagnia di Franca Pardan, decidiamo di affidarci all'autobus, e ci ritroviamo alla fermata con invidiabile tempismo, giusto al momento in cui sta per partire. È un viaggio un tantino sballottante, ma alla fine giungiamo alla stazione di Rimini dove ci incontreremo con Marcello, che infatti mi telefona di lì a poco.
"Già che abbiamo poco tempo", mi dice, "che ne dite se ci fermiamo a prendere qualcosa al bar davanti alla stazione?"
"Certo", rispondo io, "quello con l'insegna verde?"
E lui: "No, non ho addosso niente di verde". ^__^;
Facciamo le immancabili quattro chiacchiere post-STICCON e arriva fin troppo presto il momento di prendere il treno per Bari, stavolta senza ulteriori intoppi... a parte una signora sudamericana che ha decretato che il posto di Pierpaolo sia suo, ma poco male, gli altri 3 del blocco sono comunque liberi.
Probabilmente è il periodo più lungo trascorso ininterrottamente con Pierpaolo dal suo arrivo a Bellaria (specie contando la quasi mezz'ora di ritardo all'arrivo, che vanifica ogni mia speranza di prendere il treno delle 15.46 da Bari) e nel corso del viaggio abbiamo anche modo di fare una nostra prova della Kobayashi Maru personale: attraversare tutto il treno per arrivare alla carrozza "ristorante" passando per varie porte ognuna diversa dalla precedente e attraverso corridoi dalle improvvise folate di vento (irrilevanti all'andata, un po' meno al ritorno quando ci portavamo dietro le nostre belle piadine, consigliate esplicitamente dal loquace barista prima che, attivato da un'accidentale menzione del Bacio di Latte, iniziasse a farci la cronistoria della pasticceria in questione).
A Bari c'è tempo per il tradizionale megagelato da Catullo (anche se continuo a non trovare il gusto cioccolato&menta decantatomi da mia sorella, ma che pare esistesse solo in quell'unica occasione in cui l'ha assaggiato lei, né la cassata, che in genere abbino al cioccolato fondente) e poi ci separiamo. Il mio treno non partirà ancora per un po', ma per fortuna è già al binario e posso mettermi a sedere. Non ho da leggere, non avendo ricaricato il palmare (supponevo giustamente che non l'avrei usato nel viaggio verso Bari, non essendo da solo, ma avevo dimenticato quello da Bari a casa), ma mi arrangio. Anche questa Starcon è finita, ma già questo fine settimana c'è il BGeek a Bari e poi... si vedrà.

- Episodi dimenticati dei giorni precedenti
Viaggio di andata: mentre, appena salito in treno, leggo di un demone che prepara dei toast, da dietro di me si sprigiona l'inequivocabile odore... di toast O_o

Non citato è l'incontro di sabato pomeriggio con Simone che riesce puntualmente a materializzarsi all'improvviso nelle mie vicinanze, come già in quel di Lucca. E, in effetti, la Comics ha portato un po' di Lucca a Bellaria, almeno nel senso che, come lì, spesso e volentieri incontrerò persone che non sto cercando ma faticherò a trovare quelle che invece cerco.

Sempre sabato, andando verso la tensostruttura, incontro anche Gabriele Giorgi, convinto che sia arrivato da poco, invece è lì da giovedì anche se non l'ho visto neanche di striscio.

- in ordine sparso
Uno dei pezzi del baby club più utilizzato quest'anno è la scacchiera... solo che ad usarla sono Riccardo, Daniele, Denise (a rischio di assimilazione nello staff) e a un certo punto anche io (che decisamente non gioco a scacchi da troppo tempo e faccio errori marchiani già in apertura).

Restando in tema, abbiamo trovato almeno due persone (Riccardo e Denise, appunto) che sanno gestire gli Scacchi 3D. Sì, ovviamente il più delle volte qualcuno vorrà sapere come ci si gioca mentre loro non ci sono, ma è già un passo avanti.

Sento dire che i venditori dell'area Comics si sono lamentati dell'esito della fiera, anche perché pare fosse stato concordato di fare in modo che i visitatori, per entrare, dovessero attraversare la tensostruttura, e così non è accaduto. In realtà, come ho avuto modo di dire, i visitatori sono davvero stati convogliati lì con le transenne, almeno finché arrivavano dalla strada a piedi e non parcheggiavano in auto direttamente davanti al centro, ma in sostanza la struttura era quasi sempre chiusa se non in poche ore del pomeriggio, il che trasformava il "convogliamento" in un fastidio per chi arrivava senza alcun reale vantaggio per i venditori. Io però mi domando se i bizzarri orari di apertura siano stati decisi dalla Starcon o dalla struttura in sé e, anche nel primo caso, c'è da notare che spesso e volentieri passando da lì si trovavano banchi coperti anche in primissima serata, quando tecnicamente la struttura era aperta. Da dire anche, però, che la tenda in sé era alquanto anonima, bianca senza uno straccio di striscione o cartellone (a parte un paio di ambigui "gadget in vendita all'interno" scritti a mano alla meglio dal secondo giorno) che la identificasse e che, appunto, per essere una "mostra mercato del fumetto", di fumetto se ne vedeva davvero poco.

Non ricordo esattamente in quale giorno e momento, girando con Pierpaolo scopro dove si trova il banchetto della pesca di beneficenza, di cui di solito sono assiduo frequentatore ma che quest'anno mi sembrava non ci fosse affatto (il solito posto era occupato dai venditori sfrattati dal bar). Sul momento però ho altro da fare e solo a fine convention mi renderò conto di non esserci più passato.

Credo sia la prima volta in assoluto che alloggio in un albergo e non accendo la TV neanche per vedere se funziona.

Meno prolisso dei miei, c'è anche il report di Pierpaolo: http://boffare.blogspot.it/2016/05/starcon-2016-pseudo-reportage.html

giovedì 26 maggio 2016

STARCON 2016 - Giorno 3

Mi risveglio, sorpreso, verso le 6.10, richiudo gli occhi e riesco a fare un'altra oretta di sonno, cose dell'altro mondo!
Scendo a fare colazione di buon'ora e incontro stavolta un Candeloro soltanto, Davide, che ieri si è ritirato dalla Koba per un piccolo infortunio (sapevo che qualcuno l'aveva fatto, ma scopro solo ora chi). Suo fratello, che invece l'ha terminata, evidentemente non è ancora attivo. Scambiamo giusto due chiacchiere e poi faccio colazione, stavolta senza dover girare in cerca di tavoli perché, visto l'orario, ci sono posti in abbondanza (e trovo anche una torta davvero buona che non c'era giovedì e non ritroverò sabato).
Una tappa in camera, per lo più (ma ovviamente non solo) per perdere tempo già che è presto, e mi avvio. Tecnicamente non sono di turno fino a metà pomeriggio, ma ho io la chiave della sala (sì, ormai è chiaro a tutti che arrivo presto a prescindere) e vado subito ad aprirla, allontanandomene solo quando arriva Riccardo per fare una tappa al bar dove trovo... Davide. Ma non avevamo entrambi appena fatto colazione? Fatto sta che mi offre un cappuccino (grazie ^_^) a cui io aggiungo di mio una pasta (una girella all'uvetta, per la precisione, quest'anno ho deciso di variare rispetto ai soliti cornetti) e una necessaria bottiglietta d'acqua.
Impiego solo un attimo a essere servito, ma per riuscire a pagare ci vuole una mezza eternità!
Incontro in zona anche i Pantabros, arrivati da poco, che peraltro avevo rivisto in tempi recenti all'AiG a Roma.
Al mio ritorno in sala trovo Angelo e Federica e assisto alla preparazione delle spillette della Kobayashi che distribuiremo ai partecipanti. Ne approfitto per "sacrificare" uno dei miei volantini e farmi realizzare una spilletta personalizzata di Saleria Lindir che aggiungo al mio laccio portabadge anche se ormai sto esaurendo lo spazio e sarà necessario rinunciare a qualcosa (specie se intendo metterci le spilline di Cena e Koba).
È il momento di fare un po' di conti per determinare chi sia la squadra vincitrice della Koba. Io do uno sguardo preliminare alle cartelline e faccio i conteggi delle prove, cosa che porta a una situazione insolita, con una squadra in testa (non ricordo quale) e due seconde a pari merito (Respect e Unity/Seleya) staccate di una quarantina di punti. È chiaro che tutto verrà deciso dalla prova parallela: 50 domande le cui risposte erano sparse in giro per il centro su enigmatici bigliettini (sui quali qualcuno si era fatto anche strani film). Le domande rappresentavano l'hackeraggio del simulatore e sottostavano a una regola: se tutte le squadre avevano successo (almeno 30 risposte corrette), l'hackeraggio era riuscito e ogni risposta corretta valeva 5 punti, punto. Se però anche una sola squadra falliva, venivano conteggiate anche le risposte sbagliate, che sottraevano 3 punti.
Iniziamo a verificare le griglie e restiamo di sasso quando scopriamo che una sola delle 6 squadre ha fallito la prova... per UNA domanda UNA.
A conti fatti, la squadra che era in testa si ritrova ultima (e con meno punti di quanti ne avesse inizialmente), mentre la Unity staccherà tutti (con 49 domande corrette su 50) e la Respect dovrà accontentarsi di un... rispettabile terzo posto, più che altro a causa degli scarsi risultati delle due prove iniziali.
Ci dedichiamo anche alla stesura della classifica della cena con delitto, questa con criteri un po' meno matematici. Dopo aver riletto un paio di volte le varie soluzioni, è facile decidere in quale ordine piazzare le squadre/tavoli, un po' più complicato fare la classifica vera e propria, visto che il foglio predisposto da Angelo non è esattamente adeguato a gestire dei pari merito, e noi ne abbiamo parecchi.
Intanto, in sala c'è una processione di gente che vorrebbe sapere, ma è presto, signori, è presto, dateci tempo di fare le cose per bene.
Pierpaolo, nel frattempo, è partito in orario, anche se il treno è diverso da quello preventivato, e presumo (sbagliando) che arriverà poco dopo pranzo. Io aspetto lui per farmi davvero un giro della STARCON come si deve, e quindi passo il mio tempo libero... in Sala Giochi, dove altro? Se non altro mi sentirò meno colpevole in caso dovessi disertare qualche turno pomeridiano perché sarò fuori a incontrare mio cugino.
Quest'anno si aggirano per la sala anche loschi figuri (che detta da me non è un'offesa, visto che mi autodefinisco tale da una vita :-P) che lavorano nel mio tanto amato campo dei giochi ed è con uno di loro, Paolo, incontrato brevemente all'AiG di Roma, che facciamo una partita a tre (con Federica) all'Anno Domini di Star Trek (e no, non vinco io). Finita la partita chiacchieriamo un po' dei giochi in sala, del fatto che fossimo entrambi all'AiG (cosa che io ricordavo e lui no, ma amen, eravamo un casino e mezzo, già che se ne ricordasse uno dei due è tanto) e del fatto che in sala ci siano giochi mediamente semplici, dato che l'idea è quella di intrattenere gli utenti, non di trattenerli. Il suo campo è invece quello dei giochi più complessi, German in primis, e si industria a dirmi (mentre io cerco di svicolare perché certe idee è meglio NON darmele) come ad esempio in tema Star Trek ci siano molti giochi che sono più che altro di combattimento tra astronavi ma non ci sia, per dirne una, un cooperativo (poi scoprirò tramite Angelo che in effetti uno c'è, ispirato al primo film "nuovo"). Inevitabilmente io parto per la tangente DS9 e lui rincara la dose dando voce al mio pensiero di cooperativo col traditore/mutaforma, non sapendo che in sostanza mi ritroverò ad avere una bozza di regolamento nel cervello già la mattina dopo.
A pranzo mi aggiungo al gioco di comitato del Dr. Who gestito da Angelo, nel ruolo di una donna, ovviamente (io, non Angelo, sarebbe stato inquietante se fosse stato nel ruolo di una donna per gestire il gioco O_o) e anche stavolta non centro i miei obiettivi nemmeno per errore. Intanto Pierpaolo mi informa che il primo treno da Bellaria non parte prima delle 14.40 e, come scopre poi, in realtà non è neanche un treno ma un autobus, che di partire poi non ne vorrà proprio sapere. Continuiamo a scambiarci SMS di aggiornamento e, alla fine, riesce a partire. Io mi faccio i miei conti e, dopo aver avvisato che mi sto allontanando e che probabilmente salterò il turno, mi avvio in anticipo con la ferrea intenzione di non ripetere l'astinenza da gelato dell'anno scorso e approfittare dell'uscita per una puntata al Fauno: cioccolato nerissimo e cocco sono i gusti che mi accaparro e mangio (con una certa fretta, perché rischiavo mi si sciogliessero addosso) lungo la strada. Novità, almeno per me, mi chiedono se desidero del cioccolato fuso nel cono e, ingenuo, dico di sì. Il problema è che il cioccolato fuso è, appunto, fuso, e riuscire a non versarmelo tutto addosso quando inizio a sbocconcellare il cono è più questione di fortuna che di abilità.
Arrivato in stazione non devo aspettare molto prima di veder arrivare l'autobus con mio cugino a bordo. Per un attimo ho l'impressione che stia facendo manovra per ripartire e andarsene di nuovo a Rimini, ma poi si ferma.
Saluti di rito, e ci incamminiamo verso l'hotel, dove ho modo di mostrargli le incredibili porte autogestite e poi, con un po' di fortuna, troviamo qualcuno alla reception per la sua registrazione (in effetti più che alla reception è nell'ufficio alle spalle, ma non è difficile attirarne l'attenzione).
Saliti in camera apro la porta e scopro che è sì chiusa, ma non a chiave come invece ero certo di averla lasciata. Sul momento penso a una mia dimenticanza (poi farò una diversa ipotesi), del resto nella stanza tutto è a posto... e niente è in ordine: il letto non è stato rifatto (che di per sé non è una gran tragedia), ma soprattutto non sono stati portati nuovi asciugamani, che invece è un po' un problema perché io ne ho usati diversi e uno era stato addirittura tolto, ma non sostituito, il giorno prima, tant'è che appeso accanto al lavandino ce n'è solo uno. Presumo che per qualche ragione abbiano tardato col servizio e archivio la cosa, per il momento.
Non appena Pierpaolo ha avuto modo di prepararsi, facciamo ritorno al centro dove, già che il turno l'ho saltato comunque, approfitterò per fare un primo vero giro delle sale.
Lui, chiaramente, ha già il badge, per cui deve solo "timbrare", e riesce in qualche modo a farlo due volte con un solo passaggio. ^__^;
Dopo averlo accompagnato a salutare un po' di gente, visitiamo infine la STARCON, girando ra i vari banchi e passando davanti a quello di Barbara Luna, che si para davanti a Pierpaolo con mossa da ninja urlando "Stop! Basta!" (seguono facce con gocciolona manga che purtroppo non potevo selfie-immortalare) e poi, indicando il suo banco (che ha dietro) "This is me!" e procede a illustrarci la sua carriera e le foto assieme a Nimoy e chiedere a mio cugino se sia più fan Star Trek o Star Wars e se si ricordi Mirror Mirror quando Spock aveva la barba e... ce la filiamo all'inglese appena possibile... :-D
Arriviamo nei pressi della sala principale giusto per l'intervento di William Shatner (mi ero del tutto dimenticato fosse a quell'ora, in effetti mi ero anche del tutto dimenticato di che ora fosse) che ci fermiamo a seguire. Il capitano Kirk, munito di sandali alla tedesca (se non altro senza calzino bianco) e camicia orfana di ferro da stiro si dà subito alle domande del pubblico, alcune delle quali (come sempre) rasentano l'irripetibile (e non perché siano pornografiche, anzi, forse sarebbe più interessante così). Lui rigira quasi tutto in modo da finire a parlare dei suoi cavalli (!), ma in buona sostanza è meno peggio di quanto mi aspettavo e si prende anche un po' in giro. C'è da dire che i suoi anni, sui quali ironizza non poco, se li porta bene, dopotutto.
Io, comunque, mi distraggo un attimo per cercare di fare qualcosa delle foto (poche e brutte) che sono riuscito a fare: attivo la connessione internet sul tablet e... mi ritrovo a guardare in diretta le foto di Shatner che Alessandro sta postando su FaceBook, deducendo che sia in sala anche lui (che investigatore, eh?) e ripromettendomi di cercarlo quando usciremo.
Cercarlo lo cerco, trovarlo non lo trovo, perciò, convinto che comunque prima o poi ci incroceremo, prendo la via della tensostruttura e... toh, Alessandro e Darragh stanno giustappunto uscendo dall'ingresso secondario, così abbiamo modo di fare quattro chiacchiere, pur separati da una transenna in stile (cito Alessandro) muro di Berlino.
Va detto che Alessandro e Pierpaolo si sono conosciuti molto, molto tempo fa in occasione della mia seconda presenza alle giornate medievali di San Marino. Nel dare notizie a mio cugino sulla STARCON, gli avevo annunciato la presenza di Nazareno (che ricordava bene, ma che poi non è potuto venire) e, appunto, di Alessandro, ma ovviamente "il mio amico Alessandro che hai visto una volta a San Marino" tutto poteva fuorché fargli capire di chi si trattasse, mentre vederlo dal vivo (anche perché in dieci anni o giù di lì non è cambiato per niente) è un tantino più efficace. Nel discorso, non ricordo bene chi, come e perché ipotizza che Darragh possa essere un Cylon e la successiva frase di Alessandro "Ho sposato un Cylon" viene subito indicata da me come possibile titolo di una SitCom, bisognerà suggerirla a qualcuno... :-P
Dopo un po' ci separiamo (non prima di essermi assicurato che A&D passino a cercarmi prima di andare via, anche perché voglio dare loro una copia del libro) ed entriamo nella famosa Starcon Comics, dove a mio avviso di fumetterie ce ne sono tante, ma di fumetti davvero pochi, per lo più si vedono gadget, action figures, ciondoli e magliette (queste ultime, peraltro, molto più economiche di quelle del classico venditore in STICCON che quest'anno pare aver raddoppiato i prezzi). Incontriamo un venditore, credo di Taranto, che io avevo già visto a Barletta e Pierpaolo conosceva già da prima, poi ci aggiriamo a guardare i vari banchi finché non ci viene detto che Ortolani se ne è appena andato (in cambio c'è il banco pieno del suo albo speciale, che però ho già, e del suo libro, che decido di non prendere).
Tornati davanti all'ingresso del centro, incrociamo i Pantabros e Alberto, reduci appunto dall'incontro con Ortolani dentro il centro (peraltro, Alberto ha fatto autografare la sua copia della stampa in edizione limitata della locandina di Ortolani, scoprendo che è molto più limitata del previsto, dato che ha i colori sfalsati rispetto alle altre!) A quel punto vado a recuperare i miei albi e ci digiriamo alla zona autografi dove cerchiamo di valutare la situazione. C'è, come sempre, la ressa, ma in teoria se non si deve chiedere l'autografo a Shatner ma solo ad Ortolani ci si dovrebbe sbrigare, anche se le idee sono poche e ben confuse (c'è chi dice che salti la fila, chi che sei in fila non si sa bene come e dove, chi che per Ortolani hanno già chiamato e lui è andato via). Pierpaolo non è ancora munito di albo, ma la reception è invasa dalla folla e di tornare alla Comics non ci pare il caso, per cui gli offro di dargli il mio (mai stato un grande amante degli autografi, in ogni caso) che poi mi ricomprerà con più calma.
Alla fine arrivare da Ortolani non è poi così complicato e, passando, veniamo omaggiati (da Massimo Romani in persona) di una litografia di Claudia Balboni, che è lì a fare autografi accanto a lui. Questo porterà alla mia infelice uscita, in un tentativo di spiegare la situazione ai presenti, (fatta, per fortuna, a bassa voce) di "Ah, allora Ortolani è facile e prima passiamo a far autografare la litografia da Claudia Balboni che la dà gratis" ^__^;;;
Va detto che molti, molti anni or sono, ai tempi del Komics Club di cui ormai restano solo le iniziali "kc" in molti miei indirizzi, e della relativa fanzine "Ora Zero", Pierpaolo era riuscito a contattare Leo Ortolani e intervistarlo proprio per la fanzine. Abbastanza ovvio che lui non se ne ricordi, ma mi resta il dispiacere di non aver recuperato qualche copia di quel numero, che sicuramente ho, e aver fatto autografare quella (tanto più che dispensava autografi senza la minima remora e senza neanche questionare (troppo) sui nomi strani richiesti da Laura, cosa quest'ultima che saprò solo poi). A onor del vero ci avevo pensato più e più volte, finendo regolarmente per dimenticarmene, peccato. -__-
Non passa molto prima che sia ora di cena, che peraltro Pierpaolo attendeva con un certo appetito. È stato organizzato un gioco di comitato imprevisto per la pausa cena, ma è pieno e dunque io non devo e lui non può inserirvisi, ergo ci sediamo entrambi al tavolo dello Staff Giochi (dove sarò per tutta la sera l'unico dello Staff Giochi).
Dopo un po' ci raggiunge Sara, colta nel frattempo da un improvviso malore (che si rivelerà poi nulla di grave, ma sul momento preoccupa un po' tutti). Angelo si offre di accompagnarla al pronto soccorso e mi lascia la chiave della sala, che dovrò utilizzare poco dopo per recuperare la sua borsa (di Sara, non di Angelo) che sul momento nessuno aveva pensato di prendere.
Io ho cambiato telefono e non ho il numero di Angelo, per cui il contatto più diretto (che sarebbe tale comunque, solo che avendo io il numero avremmo potuto eventualmente chiedere informazioni anziché limitarci ad attenderne) è Federica, che sta gestendo il comitato ma viene a informare Lucia, al nostro tavolo, che per il momento è tutto a posto. Più tranquilli, terminiamo la cena e ci disperdiamo. Io ho necessità di tornare in albergo, mentre Pierpaolo fa un giro all'esterno del centro. Ho già un piede fuori quando mi rendo conto di avere ancora io la chiave e torno al ristorante per darla a Federica, in modo da non lasciarla chiusa fuori.
In hotel, la stanza è ancora come l'avevamo lasciata. Finito quel che devo fare, vado alla reception per avvisare qualcuno ma, sorpresa (?), è deserta. C'è però un cartello che dice di rivolgersi al Piccadilly, per cui vado alla reception di quest'ultimo e... trovo deserta pure quella. Resto lì un po' nella speranza (vana) che arrivi qualcuno. Poi, proprio mentre sto per andarmene (sono già fuori) vedo rientrare una signora che era fuori a fumare una sigaretta e sospetto (correttamente) che sia lei quella che mi serve. Spiego la situazione, lascio il numero della stanza e torno al centro.
Trovo Pierpaolo sulle scale accanto ad Alberto (più volte in seguito dovrò citarlo come "Alberto, quello che era seduto sulle scale accanto a te quando sono tornato dall'albergo") e ai Pantabros e mi piazzo lì anche io per qualche minuto, poi decido di rientrare in cerca di A&D e me li trovo proprio davanti, seduti a un tavolino del bar. Li blocco lì e salgo con l'intenzione di prendere il libro a loro destinato (anche se Darragh non legge l'italiano, purtroppo), ma la sala giochi è chiusa. La mia ipotesi è che Federica sia scesa in sala centrale, ma in realtà no, non solo non è scesa lì, non è scesa affatto, e quando sto per andare a cercarla vedo i giocatori del comitato intenti a lasciare il ristorante solo in quel momento... avrei fatto prima a tenermi la chiave io, e sì che ho perso tempo ^__^;
Già che ci sono ne approfitto per chiedere se ci siano novità su Sara, ma quello che mi dice Federica l'ho già saputo da Lucia, per cui glielo dico e torno all'operazione libro: prendo la copia, scrivo una dedica e vado a consegnarla, ricevendo un'accoglienza molto più calorosa di quanto mi aspettassi, specie contando che Alessandro conosce Saleria solo per qualche citazione estemporanea su Facebook.
A&D dovrebbero restare fino alla chiusura, ma per non correre rischi ci salutiamo (fermo restando che, come mi premuro di far notare, "visto che ci siamo salutati, sicuramente ci rivedremo prima di andare via, ma se non l'avessimo fatto non ci saremmo più incrociati") e andiamo in sala dove sta per tenersi la classica sfilata dei costumi. Prima, in effetti, ci soffermiamo a fare due chiacchiere con Massimo Spettoli e vediamo passare qualcuno vestito da tunnel spaziale bajoriano con tanto di DS9 (in testa), restandone tutti e tre colpiti (sul momento dirò che mancano solo i profeti all'interno, o quantomeno non ho alcuna intenzione di andare a controllare se ci siano).
Entrando in sala incrocio Federica che sta cercando Lucia per aggiornarla su Sara. Le chiedo quali siano le novità... e sono quelle che io ho saputo da Lucia dopo che gliele aveva dette lei, per cui le faccio notare che può anche non cercarla, tanto le sa già. ^__^;
Restiamo fino alla fine della sfilata vera e propria (intanto Angelo e Sara sono tornati) ma andiamo via prima della premiazione. Pierpaolo vorrebbe recuperare un bombolone ma, ahimè, il famigerato forno è ancora chiuso (cosa che però non ci impedirà una tappa al Fauno per un dolce di mezzanotte, con tanto di ripetizione della scena al bar della mattina: ci servono subito, ma ci mettiamo una vita a pagare). Lascio la chiave ad Angelo visto che dovranno tornare in sala prima di andare via, non prima ovviamente di esserci tornato io stesso e averne approfittato per spegnere i PC. Lungo la via, come previsto, incontriamo di nuovo A&D.
Un cannolo e un biscottone alla marmellata di qualcosa dopo (rispettivamente per me e mio cugino), facciamo ritorno tranquilli all'Eden per chiudere la terza (mia) e prima (sua) giornata di STARCON.
Il letto in stanza è stato rifatto, per cui annuncio che sicuramente avranno portato anche gli asciugamani, mi affaccio nel bagno e... là dove ce n'era stato uno, ora non ce n'è più nessuno. !__! In realtà l'emergenza rientra subito: li hanno semplicemente appesi ai ganci dietro la porta.
Prima di addormentarmi, il pensiero mi torna al fantomatico cooperativo di DS9, ma questo non mi terrà comunque sveglio.


In ordine sparso:
- più e più volte durante la STARCON do prova della mia capacità di trovarmi al posto in cui dovrei essere esattamente nel momento in cui dovrei esserci, cosa che, devo dirlo?, non include essere davanti a una rivendita di biglietti della lotteria proprio nel momento in cui è in vendita quello vincente
- il primo anno di coesistenza tra sala giochi e sala PC, c'erano 4 PC in sala. Il secondo 3. Quest'anno 2 e niente collegamento internet. A rigor di logica, nel 2018 avremo la "Sala Giochi/NO PC".
- parlando di PC, per tutto il tempo ho litigato con un monitor che non capivamo come spegnere. Ogni volta riuscivo a farlo premendo un tasto, ma nessuna prova empirica mi è mai servita a capire quale fosse di preciso.

mercoledì 25 maggio 2016

STARCON 2016 - Giorno 2

È cosa ben nota (a chi? a me, ovvio) che io a Bellaria dorma anche meno del poco che già riesco a dormire di solito, invece, a parte un breve risveglio intorno alle 4, riapro gli occhi alle sette passate.
Non so (perché il cartello che vedrò poi al mio arrivo non c'era ancora) che si può fare colazione già dalle sette e mezza, perciò scendo non prima delle 8.30, pur essendo pronto già da un po'. Ne approfitto per scoprire che Alessandro e Darragh hanno in effetti pernottato a Bologna e arriveranno a Bellaria solo in mattinata, per cui dico loro di venirmi a cercare in Sala Giochi quando entrano in STARCON, così da essere sicuro di vederli.
È la mattinata dei cartelli.
Quando scendo, ne trovo ben due ad accogliermi. Il primo è sulla porta dell'ascensore e recita, più o meno testualmente "Oggi non funziona niente, ci scusiamo con i clienti. Lunga sfiga e prosperità". Il secondo, più prosaico, avverte che la colazione si fa al Piccadilly.
Mi ci avvio rassegnato, ben ricordando l'orribile cappuccino del distributore e già pronto a ripiegare su un tè (esiste un limite a quanto sia possibile peggiorare l'acqua calda, distributore o meno), ma qui, proprio sul distributore, trovo il terzo cartello della giornata, che recita

si avvisano i clienti che è possibile chiedere un "caffè espresso" o un "cappuccino" ai camerieri

Considerato che già quello del distributore era decisamente un "cappuccino", mi domando cosa potrà mai arrivarmi al tavolo se ne chiedo uno con tanto di virgolette di serie, ma ci provo lo stesso (non prima di aver girato mezza sala per trovare un posto e aver salutato Alessio e Davide, lì da prima di me, non in quest'ordine) e ottengo qualcosa che è quantomeno bevibile. Inutile dire che informo subito Pierpaolo, trattandosi di notizia fondamentale.
Dopo un altro passaggio in camera, mi avvio verso il centro congressi, arrivandoci di buon'ora come sempre.
Il venerdì è giornata di preparativi; ci sarà l'immancabile cena con delitto seguita dall'ancor più immancabile Kobayashi Maru, e quest'anno siamo ben preparati: Angelo ci ha mandato le prove della Kobayashi via FaceBook con giorni e giorni di anticipo, e perfino le informazioni della cena con delitto erano pronte e dettagliate... solo che quelle non ci sono proprio arrivate. Vabbe', poco male, in realtà mi sono già appropriato della parte che mi riguarda, scoprendo che Angelo ha messo in pratica tutte ma proprio tutte le idee gettate lì l'anno scorso, incluso avere me come colpevole pressoché accidentale.
In quanto alla Koba, ricalcherà la struttura dell'anno scorso, con gli ufficiali superiori dotati di abilità speciali. Anche alcune prove sono riproposte, come le famigerate palline di... (no, continuo a non poterlo dire in questo modo), o la staffetta con gli aeroplanini di carta, ma è presto per pensarci. Intanto, alle dieci in punto, affiggiamo i fogli per le iscrizioni che cominciano subito a riempirci, facendoci aggiornare spesso e volentieri il tabellone manuale sulla porta (leggasi Post-It col numero dei posti liberi rimasti per Cena e Koba, decisamente utili).
Tra un turno e l'altro tento anche di andare a comprare l'albetto speciale di Leo Ortolani, convinto che sia reperibile solo nella Starcon Comics (invece c'è anche alla reception), e convinto che questa sia aperta negli stessi orari della convention e non solo dalle 14 in poi. Alla fine lo prenderò appunto alla reception, una copia per me e una per un amico che mi ha chiesto di procurarglielo, anche non autografato (ma l'intenzione di farlo autografare ce l'ho).
Tra gli utenti della sala giochi di quest'anno abbiamo anche Trekker in erba, come Adam, il figlio di Alberto Franchi, che resta da noi buona parte della mattina, in uniforme da stormtrooper, a gioare prima con Angelo e poi con me a Star Warp e alla corsa dei tribli assieme a Federica, ma vergognosamente vinco sempre io.
Finalmente arrivano Alessandro e Darragh, giusto poco prima che il mio turno in sala finisca e io debba spostarmi al baby club al piano di sopra. L'incontro è giocoforza breve ma piacevole e ne approfitto anche per dar loro una scheda del Quizzone Multiambientazione, che però non rivedrò mai.
A pranzo è previsto un comitato di Star Trek che viene addirittura sdoppiato per abbondanza di giocatori. Nella seconda copia ci sono in origine due posti vuoti, per i quali ci offriamo io e Sara, ma poi si riducono a uno solo che giocherò io (ovviamente nel ruolo di una donna, come è tradizione). La mia sfilza di vittorie non vale per i comitati, e infatti non mi avvicino ai miei obiettivi neanche di striscio.
Dopo pranzo dovrebbe esserci il mio comitato con dentro Saleria. La coincidenza con l'uscita del libro è, appunto una coincidenza, ma in ogni caso il gioco non parte perché i giocatori non bastano. Poco male, lo ripresenterò (se tutto va bene) nel 2017.
Nel pomeriggio c'è chi si occupa di organizzare i tavoli della cena con delitto (essendo fresca di matrimonio dovrebbe trovarlo facile, ma mi sa di no) e iniziano ad arrivare altri volti noti, tra cui Michele Palermo (che anche quest'anno continua imperterrito a non chiamarsi Riccardo, non so perché) di cui immaginavo la presenza perché avevo visto il suo nome negli iscritti alla Koba, ma che fisicamente ancora non era presente.
Daniele tenta di organizzare una partita a Capitano Mio Capitano con Alessio, Anna e il sottoscritto. Non la finiamo perché Anna non lo trova molto adatto a lei, e così ripieghiamo su Star Fluxx mentre dietro di noi si avvia a partire il Potter Pursuit. Vinco una prima partita al volo e ne facciamo una seconda che Alessio lascia dovendo iniziare le sue lezioni di [omissis]. A un certo punto mi ritrovo ad avere davanti quasi tutte le carte immaginabili, nonché una serie di bellissime cosette in mano quando Anna gioca una carta che le permette di scambiarsi di posto con me e appropriarsi di tutto. Nonostante questo, vinco con le sue cinque carte scarse e per di più mentre sto parlando con Pierpaolo che mi sta annunciando i problemi ferroviari dell'ultimo minuto e dunque il suo probabile ritardo per il giorno dopo.
Fatto questo, mi reco in baby club (sempre deserto, a parte Riccardo che è lì di turno e Daniele che arriva poco dopo) e ne approfitto per ripassare le informazioni della Cena con Delitto che si terrà di lì a poco.
Abbiamo anche quest'anno un nutrito numero di partecipanti, intorno ai sessanta, e quest'anno Angelo ha provveduto a realizzare per tutti una spillina dell'evento. Ce ne sono anche per i master/indiziati, ma al tavolo ci rendiamo conto che a Sara manca. Quando Angelo arriva glielo facciamo notare, supponendo che semplicemente non fosse lì quando le ha distribuite, e invece no, lui l'ha proprio data a Riccardo al posto suo :-P
È questo il giorno in cui il vantaggio dei pasti a buffet si mostra in tutto il suo splendore: riesco a mangiare TUTTO (a parte il dolce, che ancora non è disponibile) prima ancora dell'inizio delle indagini, e non devo portarmi piatti in giro né temere che me li portino via se li lascio al tavolo.
Nelle discussioni pre-cena, Daniele è contentissimo del suo ruolo (innocente, ma fermamente convinto e contento di essere l'assassino) perché sono anni che propone ad Angelo di dargliene uno simile. Io, tanto per farmi prendere in odio, faccio notare che il mio gliel'avevo proposto giusto alla scorsa STICCON, al che Sara propone a Daniele di proporre le cose a me e farle proporre da me ad Angelo da adesso in poi :-P
Come sempre, la Cena con Delitto è un evento e non manca mai l'occasione di farsi quattro risate (quattro? Ma no, molte di più) prima durante e dopo. Io mi diverto anche a gettare frasi ad arte, come quando alla domanda "Sei stato tu?" rispondo "No" per poi aggiungere "se qualcuno risponde di sì bisognerà iniziare a preoccuparsi", ben sapendo che è esattamente quello che avrebbe risposto Daniele (foreshadowing at its best).
Uno dei tavoli accoglie gli interrogati sotto minaccia di forchettata in caso di menzogne. Solo che a impugnare la forchetta è Michele, che si becca un mio solenne "Tu sai che io potrei essere il tuo master per la Koba, vero?" Chi di minaccia ferisce...
Alla fine, tre tavoli accuseranno il povero innocente Luca (che peraltro se ne andava in giro per la sala con un palloncino rosa legato a un piede), due Daniele (nonostante fosse troppo palesemente colpevole per esserlo davvero) e altri arriveranno alla soluzione, uno in particolare, come avviene ogni anno, con una precisione di dettaglio impressionante, che non a caso gli varrà il primo posto.
Quando torniamo su mi soffermo per la prima volta a guardare i cartelloni che rievocano i vari anni di STICCON. Cerco quello della mia prima STICCON dove so che c'è una foto mia e di amici intenti a guardare Galaxy Quest su un televisore all'ingresso, poi do un'occhiata alle altre e mi fermo un attimo sulla foto di gruppo del 2014... scoprendo che incidentalmente conteneva un indizio per il delitto di quest'anno: Paolo Attivissimo alla mia sinistra e io che guardo ostentatamente nella direzione opposta con l'aria di chi vorrebbe strangolarlo lì per lì. Essì, noi della Sala Giochi STICCON siamo avanti :-D

Tecnicamente, tra la cena e la Kobayashy Maru passano ore, ma noi dobbiamo organizzarci, e iniziamo quasi subito a fare con Angelo il punto della situazione, preparare le cartelline dei master e quant'altro. Quando Angelo chiede a me e Daniele di rimontare un cartone, capisco quale sia lo scopo e mi assicuro di far sì che NON sia Angelo a fare i buchi da dove dovranno passare le famigerate palline da ping pong, ben memore dei suoi quattro fori di cui uno solo davvero largo a sufficienza perché ce ne passasse una. A stento.
Mi produco perciò nella perforazione quando arriva in sala Riccardo (non quello dello staff, il giocatore/portiere del Piccadilly) che, giustamente, mi guarda perplesso. Gli spiego che stiamo per partire con la Koba che durerà fino a verso le 3 e la sua reazione anzichè "Voi siete matti" è "Voglio partecipare!" Bravo, così si fa! :-D
Dopo un surreale discorso tra me e Daniele sulla possibilità di inserire un undicesimo giocatore in qualche squadra (possibilità già assodata, ma per qualche motivo Daniele si ostina a farmi notare che non possiamo aggiungere un giocatore a una squadra che già ne ha 11, cosa che però io non volevo fare, anche perché di squadre da 11 ce n'era una sola), scopriamo che in realtà c'è stato qualche spostamento e la Respect, vincitrice dello scorso anno, ha ancora un posto vuoto, che viene prontamente riempito.
Quest'anno è stata programmata una riunione dei capitano alle 22.30 che, puntualmente, salta, un po' perché alcuni capitani sono impegnati a fare altro (tipo il gioco sul palco), un po' perché quelli che ci sono li mandiamo via noi, essendo ancora nel pieno dei preparativi, che si protrarranno ancora a lungo. Intanto ci ha raggiunti Fabio, che si unirà a noi come sesto master (Riccardo, stavolta sì quello dello staff giochi, non sarà dei nostri se non per un piccolo supporto nella prima prova). Ripassiamo tutto il da farsi, modifichiamo la mappe per i capitani per rispecchiare delle modifiche obbligate dell'ultimo minuto, finiamo di distribuire materiale in giro per la convention e infine, correndo perché siamo in ritardo, ci avviamo alla sala principale.
E sì, noi siamo in ritardo, ma il gioco sul palco lo è ancora di più, e ci porta via quasi un'ora di tempo!!!
Alla fine le squadre si riuniscono, pur con qualche defezione. Io, previa richiesta di consenso agli altri, mi riprendo la Respect e non devo faticare troppo a recuperare i vari giocatori (DOPO che sono scesi dal palco, vale a dire). Oltre al già citato e nuovissimo Riccardo vero, abbiamo anche il Riccardo falso, ovvero Michele, che riprende il suo ruolo di capitano, assieme a Diego, Laura e Stefano (che Angelo ribattezzerà Michele, consolante per quel che mi riguarda) e altri nuovi come Sandra, Alberto (nome molto gettonato) ed Ellen. In effetti quest'anno abbiamo moltissime presone alla prima Starcon E alla prima Kobayashi, yay!
Angelo, che notoriamente era in fila per il dolce quando distribuivano il dono della sintesi (:-P), dà tutte le spiegazioni del caso e qualcuna in più, e poi si parte con le prime due prove comuni. La prima, novità dell'anno, è una specie di "musichiere visivo" nel quale bisogna riconoscere la serie da cui è stato tratto un fotogramma, impugnare il cucchiaio corrispondente e usarlo per trasportare una pallina da ping pong in un bicchiere. C'è qualche problema logistico ma si parte, con una serie di fotogrammi che non di rado si rivelano a trabocchetto. Data la posizione un po' scomoda, vengono inseriti nel gioco dei membri atti a fare da "portavoce", che possono guardare lo schermo dalla prima fila e dovrebbero comunicare a gran voce di che serie si tratti ma, nella sostanza, non lo fanno quasi mai.
La Respect se la cava con un decente terzo posto che si rovinerà alla grande nella seconda prova comune, l'immancabile passaggio di energia, come unica squadra a fare 5 errori (dei quali però uno spettacolare, con Riccardo che riesce non solo a sbagliare ma a contagiare le tre persone dietro di lui scatenando una serie di falli impressionante). Alla fine delle due prove iniziali sarà quinta in classifica e ultima (causa un pari merito) a lasciare la sala durante le partenze scalate di 30 secondi. Da considerare che ci sono sei squadre, ma solo cinque prove, e se non si trova una prova libera tocca aspettare.
Angelo avverte i master di contare loro i 30 secondi a scalare. Va da sé che lo fa lui per le prime squadre e poi, uscita la sua, più nessuno... fortuna che sono previdente e stavo portando il conteggio di tutti anche io... :-P
La Respect si lancia subito sulla prima prova, trovandola libera e risolvendola in una frazione del tempo disponibile (a tutti gli effetti serve loro più tempo a descriverla che a svolgerla), ma da lì in poi si mette all'inseguimento della squadra di Fabio e deve aspettarla sia per la prova degli aeroplani (anche questa risolta in 1/4 del tempo) che per quella delle infernali palline di... no, non me lo farete dire in questo modo, no. Nonostante i buchi più gestibili, il problema è che Riccardo ha pensato bene di mettere il cartone in terra e non su un rialzo come lo scorso anno, il che implica che la difficoltà sia comunque notevole e, come sempre, non c'è speranza di superare la prova, che porta a sprecare 10 preziosi minuti del tempo già risicato (avremmo dovuto iniziare le prove alle 23.30 e siamo partiti all'una passata...). Viene tentata un'altra prova nuova, il Pictionary, ma il tempo è insufficiente, anche se l'abilità della squadra è notevole, complimenti.
Siamo in effetti tanto stretti che purtroppo l'ultima prova salta, a stento c'è il tempo di spiegarla e non sarebbe possibile effettuarla senza sforare l'orario limite del centro congressi, perciò siamo costretti a chiudere.
Angelo è dispiaciuto, ma i giocatori si sono divertiti lo stesso e non sembrano convididere le sue preoccupazioni.
Recuperate le nostre cose dalla sala giochi, lasciamo il centro e torniamo ai rispettivi alberghi. Io mi preparo a una nottata insonne che però non ci sarà.

In ordine sparso:
- quest'anno in sala abbiamo un megacruciverba alla parete alla cui soluzione tutti possono contribuire. Angelo resterà di sasso scoprendo che una delle definizioni è "IDIC (Infinite Diversità in Infinite Combinazioni)" dove la parte tra parentesi è letteralmente la risposta.
- il morto di quest'anno è Paolo Attivissimo, che si è prestato anche a essere fotografato "da morto" con un boa di struzzo al collo (storia lunga). Il problema è che sia l'annuncio della sua "morte" che l'annuncio della mia colpa vengono accolti da scrosci di applausi... ehm...
- da notare il momento in cui, interrogato da un tavolo durante la cena, mi ritrovo di fronte proprio Paolo e non posso evitare di esclamare "Ah, ma è resuscitato, tutto a posto allora"

martedì 24 maggio 2016

STARCON 2016 - Giorno 1

C'è chi resuscita a date stabilite, c'è chi resuscita dopo il caffè mattutino, il mio blog resuscita puntualmente dopo il mio ritorno dalla STARCON. Io, per inciso, no, e sono ancora in versione Zombie (evito di dire Walking Dead giusto perché camminare mentre sono seduto al PC mi torna difficile, e, a dirla tutta, al momento evito volentieri a prescindere).

La mia routine è la stessa da anni, caschi il mondo (salvo che, ehm, capiti un qualunque altro problema ^_^;), e la giornata inizia sotto buoni auspici: il treno da Palo è puntuale, la giornata è bella nonostante freddo e pioggia degli ultimi giorni e tutto sembra tranquillo. Mi aggiro un po' senza meta per Bari come al solito in attesa che si faccia ora di andare a mangiare qualcosa e poi prendere il treno per Rimini. Ho ancora addosso maglioncino leggero e piumino e già mi sembrano troppo, ma so che dovrei trovare pioggia su e quindi me li porto dietro lo stesso. In valigia, per la convention, però, ho solo magliette, perché lo so già che all'interno, quale che sia il tempo, farà caldo.
L'ex-Spizzico ex-Mediterraneo ora-sto-ancora-cercando-di-capirlo, che era il luogo deputato ai miei pranzi di queste occasioni, adesso ha un menù più desolato di una pianura del Nevada (non che io ne abbia mai vista una, ma di sicuro ci sarà più roba da mangiare lì che in quel posto) e devio per l'ormai rodato Burger King. Niente gelatone, nonostante la tentazione, perché il mio intestino in questo periodo è più irritabile del solito, dunque via verso la stazione.
Anche il treno per Rimini arriva puntuale. Mi sistemo con cura in modo da trovarmi esattamente davanti alla porta della mia carozza (sì, sono bravo in queste cose, mai una volta che mi sistemassi in modo da trovarmi a comprare esattamente il biglietto vincente di qualche lotteria seria, però) ma... click, puff, niente... click, puff, niente... la porta non si apre.
Il capotreno mi dice di entrare da quella accanto (della carrozza precedente, vale a dire) ed eseguo, entrando nella carrozza deserta. Che pace. Trovo il mio posto, un singolo posto a sedere isolato senza altri sedili accanto né di fronte in quanto singolo e isolato e isolato e singolo e tutto mio e viaggio da solo e sono al posto singolo e... il capotreno mi dice che no, la carrozza è fuori servizio (eh?) e mi devono ricollocare in un'altra. Poco dopo mi ritrovo in un classico posto a quattro, per di più dal lato corridoio, 17B. Vabbe', se non altro sono solo.
Nonostante il piccolo inconveniente, il viaggio procede tranquillo e io vado avanti con la lettura di Black Magic Sanction (che finirò nel corso del viaggio) nonostante due tizie a ben quattro sedili di distanza che chiacchierano in continuazione a volume tale che mi sembra di averle sedute a lato (una per lato, a dirla tutta). La cosa si complica un po' quando a un certo punto arrivano due signore che affermano di avere i posti 16 e 17 (sì ma... 16 e 17 cosa, che ce ne sono quattro di ognuno?) e si muovono per il vagone con la grazia di due elefantesse in tutù, costringendomi più volte a fare scudo ai miei occhiali, poggiati sul tavolino, perché non arrivino a Bellaria in volo senza di me.
Il tempo peggiora man mano che saliamo, e passiamo dal sole alla pioggia. Il treno accumula quasi mezz'ora di ritardo, ma alla fine arriva a Rimini. Mi armo di ombrello ed esco a incontrare Marcello, ma non sta piovendo, per cui l'ombrello resta in tasca.
Oltre a Marcello, in effetti, avrei dovuto incontrare i neo-sposi (be', oddio, forse non tanto più neo) Alessandro e Darragh, che dovevano arrivare poco prima di me, ma scopro invece che il loro aereo ha fatto ritardo a Parigi facendo perdere loro la coincidenza e che quindi non arriveranno a Bologna prima di tarda serata. Mi rassegno a rivedere il primo (e conoscere il secondo) solo il giorno dopo.
Anche quest'anno, complice il condividere la stanza con Pierpaolo, so già di essere all'Eden hotel senza dover sguinzagliare spie e investigatori. Sul momento non ricordo se ci sia già stato in passato, ma poi faccio mente locale e mi rendo conto che sì, l'ho fatto, probabilmente nel 2014 (ancora non ho verificato ma provvederò) e dovrebbe essere il famoso hotel in cui la stanza era "credo al secondo piano". Dunque, andiamo subito lì, prendo la chiave della mia stanza (dopo una lunga, lunga ricerca per scoprire quale sia), salgo in ascensore e scopro che:
- la porta della camera fa doppio lavoro ed è utilizzabile anche come attrezzo ginnico, tanta è la forza che ci vuole per aprirla
- la stanza è dotata di ben un letto matrimoniale e due lettini a castello
Comunque sia, mi do una rinfrescata e scendo, non senza aver preso la copia di "La torre della purezza" riservata a Marcello, approfittando della penna alla reception per dedicarlo e firmarlo, visto che non me ne sono portata una. È più o meno l'unico momento in tutta la permanenza all'Eden in cui la mia vicinanza alla reception fa sì che compaia qualcuno a chiedermi se mi serve qualcosa (presumo sia perché temevano mi portassi via la penna, nonostante fosse debitamente legata a uno spago... si, "a", non "con").
Andando verso la porta ho l'impressione che stia diluviando. Esco aprendo l'ombrello ma niente, non mi si bagna neanche. Marcello però mi conferma che in effetti stava diluviando fino a che non sono uscito. Mah.
Vengo accompagnato al Centro Congressi e vado come prima cosa a recuperare il badge (cosa non sempre semplice) per poi notare la nuova disposizione negli ambienti interni. Il bar si è (ri)appropriato di quella che negli scorsi anni era la zona venditori, occupandola con tavolini e divanetti (sì, i divanetti che di solito avevamo in Sala Giochi, cattivi -_-), di conseguenza i venditori sono sulla destra dell'entrata e la postazione dell'ingresso è un po' defilata all'indietro, cosicché si può tecnicamente entrare e uscire senza passarci accanto (e infatti ho percorso mezza sala prima di rendermi conto di non aver passato il badge sotto il lettore, e torno indietro a rendere nota la mia presenza al sistema, nonché ritirare il programma).
La prima tappa è la Sala Giochi, chiaramente, dove incontro subito Federica. A un tavolo ci sono Davide e Alessio Candeloro, ma prima di salutarli devo assolutamente liberarmi di un po' di roba, e non solo quella che mi sto portando in mano (i giochi di comitato, qualche copia del libro e un po' di volantini dello stesso, oltre al programma appena preso) ma soprattutto di quella che ho addosso, perché, come previsto, dentro fa un caldo impressionante.
Intanto arriva in sala anche Angelo. Sto parlando con lui e Federica quando un'inquietante presenza alle mie spalle mi domanda dove sia il bando del pranzo di comitato di domenica. OK, più che un'inquietante presenza è Alessio, ma nelle giuste condizioni una cosa non esclude l'altra.
Ora, io dove sia il bando proprio non lo so, perché sì, il gioco è uno dei miei, ma ogni anno io stampo i bandi dei miei comitati e puntualmente li trovo già affissi al muro quando arrivo (avendoli condivisi su FaceBook) perciò quest'anno, quando mi sono reso conto che avevo dimenticato di stamparli, ho fatto spallucce e nulla più. Ovvio che questo fosse l'unico anno in cui anche Angelo e Fede non hanno provveduto.
Poco male, abbiamo in sala una stampante e non abbiamo paura a usarla. Paura no, problemi sì, visto che Angelo impiega la via più lunga e tortuosa per aprire i file dalla mia chiavetta e mandarli in stampa (via che include richiudere del tutto la chiavetta dopo il primo e dover quindi rifare tutto il giro per stampare il secondo... e siamo ancora a giovedì...)
È già quasi ora di cena e, recuperate le carte di Mutaforma in Tabula, che giocheremo... a Tavola, mi avvio verso la sala ristorante, non senza aver salutato altre persone prima, dopo e durante il tragitto, inclusi Sara e Daniele, quarto e quinto membro (in ordine di apparizione) dello staff Giochi di quest'anno, ridotto all'osso e in più occupato anche coi turni al Baby Club, di fianco al ristorante (e quasi sempre deserto). Matteo e Camilla, novelli sposi, quest'anno non hanno potuto esserci, peccato.
Il sesto e ultimo membro è Riccardo, che vedo arrivare mentre sono già a pattugliare il tavolo. Mi dirigo verso di lui per salutarlo, ma solo per vederlo schizzare via nella direzione opposta. Vabbe', rimandiamo.
C'è un po' di confusione al tavolo, che è da otto posti ma ne servirebbero nove (i giocatori sono otto, ma dovrei sedermici anche io). Un cameriere bloccato al volo mi aggiunge gentilmente un coperto e io rubo una sedia da un tavolo vuoto. Problema risolto, ma poi arriva Federica e dice che dovremmo essere in dieci. Aggiungiamo un altro posto, ma il decimo non arriva, poi arriva ma c'è solo il posto, senza sedia (e senza spazio, a dirla tutta). A quel punto, però, io ho già finito di mangiare e cedo la mia, dato che comunque moderare Mutaforma in Tabula stando in piedi è impossibile.
E qui è il caso di aprire una parentesi culinaria. Dopo il buffet di contorni dell'anno scorso, che si aggiungeva alla cena vera e propria, quest'anno l'intero pasto è a buffet. La parte contorni è rimasta ed è a libero accesso, per primi e secondi si fa la fila e si viene serviti "en passant". Per chi gestisce giochi ai tavoli ha una sua comodità, si può prendere tutto subito e autogestirsi in modo da non ritrovarsi a dover scegliere tra gioco e cibo. Qualche dubbio però sul sistema, almeno dal momento in cui ci viene chiesto di fare file perpendicolari ai banchi e non parallele. Con queste ultime si prendeva il primo, il secondo, si usciva dalla fila (in genere per andare a riempirsi i piatti al buffet) e fine. Con le file perpendicolari bisognava fare una fila per il primo, poi uscire da quella e fare una seconda fila per il secondo, il tutto perdendo più tempo e impicciando il passaggio nella sala, per cui chi doveva semplicemente andare da una parte all'altra, o aveva preso quello che voleva e doveva tornare a posto, era obbligato a passare in mezzo a una o entrambe le file. Mah.
Da notare che quest'anno la varietà di contorni era notevole, ma in cambio le patate, sempre presenti, erano in due sole opzioni, fritte o al forno, laddove ai vecchi tempi si industriavano per rifilarcele in ogni forma possibile così da non dare nell'occhio...
Alla fine facciamo due partite a Mutaforma in Tabula (vinte in entrambi i casi dai mutaforma, ma nella prima con un Ufficiale Scientifico/Veggente/Angelo Strazzella che riesce a farsi mettere in carcere al primo giro di votazioni per poi assistere impotente alla disfatta della federazione. Nella seconda, se non altro, l'ufficiale scientifico/Lucia individua un mutaforma, e il capo della sicurezza riesce a proteggere un federale, anche se non è sufficiente a sopravvivere).

Dopo cena ho necessità di fare un salto in albergo e ci arrivo per la strada più lunga perché sul momento non ricordo esattamente quale sia quella diretta (era "esci dal centro e vai dritto fino all'albergo..."). Passo di fianco alla tensostruttura (insomma, tenda) che ospita la Starcon Comics, ma dentro non ci vedo che banchi coperti da teli. Tra l'altro, la zona è stata transennata di modo che, tecnicamente, per entrare e uscire dalla solita via sia necessario o infilarsi tra le transenne in questione o attraversare la tenda, con la prima cosa assai più facile della seconda, visto che la tenda è aperta solo per poche ore nel pomeriggio.
Arrivato a destinazione mi avvicino alle porte dell'Eden e loro mi ignorano (sarà un segno?) Dopo aver cercato inutilmente un campanello e visto che, caso raro, c'è qualcuno in reception, busso, suscitando sguardi confusi per la situazione. Mi viene in qualche modo aperto e, quando torno giù, mi viene detto qualcosa su una batteria scarica (le porte sono a batteria? O_o) Fatto sta che da quel momento in poi avremo porte autogestite ad apertura manuale.

Torno in convention, stavolta per la strada diretta, e di lì a breve farò la conoscenza di Riccardo, un nuovissimo frequentatore che, scopriremo poi, di giorno lavora a uno degli hotel convenzionati (scopriremo molto poi, grazie ad Angelo, che si tratta del Piccadilly, proprio di fianco al mio). Con lui facciamo una partita all'Anno Domini del Dr. Who, dove non solo riesco più volte a piazzare deliberatamente carte sbagliate per poi scaricare "la colpa" su altri, ma, al terzo tentativo di chiusura (di cui uno sbagliato per UN MISERO ANNO), riesco anche a vincere, inaugurando un trend che mi porterò avanti fino alla fine (ma non fino all'estrazione di una lotteria sostanziosa, ahimè...)
Decido in piena coscienza di non girare da subito le sale perché così lo farò con calma quando arriverà Pierpaolo, che stavolta ha deciso di esserci sabato e domenica, così mi fermo soltanto a salutare Massimo Spettoli, che ha il banco praticamente all'ingresso, e dare un'occhiata al suo assortimento di quest'anno.
Tra varie ed eventuali, arriva il momento di chiudere per la giornata. Angelo e Federica, visto che piove, si offrono di darmi un passaggio in auto, tanto più che loro sono al Piccadilly.
Quando torno all'hotel, scopro che si è rotto anche l'ascensore. Poco male, dopo tutto sono solo al secondo piano, ma.... andiamo bene!
Dopo le abluzioni di rito e un'occhiata al mondo virtuale (quest'anno mi sono portato dietro il tablet all'uopo), mi appresto ad andare a dormire, puntando dritto al letto (di sotto) a castello, lasciando come al solito il matrimoniale a mio cugino perché non lo sopporto (il letto matrimoniale, non mio cugino). Lungo la via tasto il cuscino del matrimoniale stupendomi di non trovarlo floscio. Sto già pensando che forse, una volta tanto, non dovrò usare due cuscini (o uno piegato in due), quando scopro quello del mio letto e... uh... diciamo che ho visto strofinacci più spessi.
Un rapido scambio di cuscini dopo, sono a letto e, stranamente, mi addormento.