domenica 18 agosto 2013

Colour from the dark

Colour from the dark è un film horror italiano, per quanto recitato in inglese.
Quindi sì, parlarne male è un po' come sparare sulla croce rossa con una testata nucleare. D'altra parte, è un po' come se la croce rossa stesse lì a istigare la pressione del pulsante con tutto il suo impegno...
Il film è ispirato a un racconto quasi omonimo di Lovecraft, nel quale un meteorite porta sulla Terra una qualche creatura i cui influssi fanno impazzire e poi uccidono dei poveri contadini.
Nel film, di meteoriti non c'è traccia alcuna.
La pellicola è ambientata in Italia nel 1940 circa. Protagonisti sono Pietro, un contadino, sua moglie Lucia e la di lei sorella Alice, ritardata, che non parla e va sempre in giro con una bambola (brutta) di nome Rosina.
La prima sequenza del film è un incubo di Alice, ed è forse l'unica parte dell'intera pellicola che abbia senso guardare. Non c'entra praticamente nulla col resto, ma è inquietante al punto giusto, specialmente per il modo in cui la ragazza pare usi la bambola per guardare dove sta andando e poi si faccia riferire ciò che ha visto.
Per inciso, durante il film più o meno tutti in un momento o nell'altro avranno degli incubi il cui impatto sulla trama sarà, per lo più, misero, o più spesso del tutto nullo.
In un'altra casa di questo villaggio di... uhm... sei abitanti forse... ci sono Anna e suo nonno Giovanni che ospitano un'ebrea, Teresa. Quest'ultima appare in due scene. Nella seconda, qualcuno che non vedremo mai le spara in testa. Vedremo più volte il suo cadavere in vari stadi di decomposizione. Mai, comunque, la sua esistenza, la sua uccisione o il suo cadavere avranno anche lontanamente a che vedere con la trama e gli eventi del resto del film.
I problemi iniziano quando Alice, tentando di prendere dell'acqua dal pozzo, fa cadere il secchio dentro quest'ultimo.
Cercando di recuperarlo con un arnese apposito, Pietro buca il fondo del pozzo.
Ora, dopo aver detto questo, potrei chiudere qui e sarebbe già chiaro cosa c'è che non va nel film.
Fatto sta che dal buco scaturisce un miasma fetido e l'acqua del pozzo inizia (quando le gira) a brillare. Pietro decide comunque, con grande senso pratico, che è buona, e amen.
Sulle prime, l'acqua sembra avere caratteristiche positive: a Pietro guarisce un ginocchio malato, Alice inizia a parlare e gli ortaggi della fattoria maturano miracolosamente nell'arco di una giornata, crescendo enormi (per quanto amari).
Poi, però, Lucia inizia a impazzire. Si fa del male da sola, per cui Pietro ritiene utile rinchiuderla nel granaio, che per qualche ragione è al piano di sopra della casa, non contiene alcuna traccia di grano, ma in cambio è pieno di cose che Lucia potrebbe usare per farsi ancora più male (ma che Pietro avesse problemi di senso pratico si era già notato, del resto). A questo punto compare dal nulla l'unico altro essere vivente della zona, Don Mario, che cerca inutilmente di esorcizzare Lucia e viene invece ammazzato con un crocifisso infilato in un occhio.
Poi Lucia uccide Alice abbracciandola troppo forte, e Pietro la seppellisce.
Poi arriva Luigi, il fratello di Pietro di ritorno dalla guerra. Nonostante Pietro non voglia (ma non è che faccia qualcosa per impedirglielo) va a vedere Lucia, che lo uccide... spruzzandogli in faccia del sangue con una roncola. Cioè, in teoria lo uccide a roncolate, ma in sostanza più che sporcarlo di sangue non fa.
Il giorno dopo, Giovanni va a vedere come sta Pietro. Trova Lucia, che gli muore davanti. Poi Pietro, che intanto è impassito a sua volta, lo uccide e va in un'altra stanza a lagnarsi. Intanto arriva Anna, che trova suo nonno morto, e mentre è lì a piangerlo rivediamo Alice, uscita dalla tomba, che prima poggia un crocifisso comparso dal nulla sul muoretto del pozzo (dove si scioglie), poi butta nel pozzo Rosina, poi appare dietro Anna, ma in realtà non è lì.
Il film si chiude con Pietro, invecchiatissimo in quei pochi minuti, che muore lagnandosi.
Questa cosa dura un'ora e mezza, un'ora e mezza in cui fondamentalmente accadono dieci minuti di eventi, distribuiti in otto giorni di tempo del film, scanditi da immagini della verdura che passa da matura a marcia, ad avvizzita (come si possa passare da marcio ad avvizzito è un mistero) ad ammuffita a secca. Dire che è lento è un po' come affermare che le tartarughe corrono a fianco di Bolt quando si allena e ogni tanto lo doppiano.
Il lato positivo è che ha comunque più trama e senso de Le Streghe di Salem, e dura cinque minuti in meno.