giovedì 22 aprile 2010

Oca in salsa di yogurt

Da pochi giorni è stata pubblicata la classifica finale del Gioco dell'Oca, in cui ovviamente la mia storia di Saleria non rientra.
Ovviamente in parte perché è una storia di cui io per primo non sono soddisfatto, anche se l'ho portata a conclusione senza eccessivi scossoni, ma soprattutto perché, se anche fosse stata il capolavoro della letteratura che non è, il gioco non era un concorso tra scrittori quanto piuttosto una gara di marketing, come tutte le competizioni che si basano sul presunto "voto popolare". Ci sono racconti di certo migliori non dico del mio (che appunto non era questo granché) ma di quelli classificatisi che però non sono rientrati tra i vincitori per mancanza di seguaci.
La cosa in sé non mi stupisce, ma mi stupisce che qualcuno possa davvero ritenere attendibile questo tipo di graduatoria. Perché, per carità, decidere che un gioco funzioni in questo modo è lecito; pensare che nessuno farà votare amici e parenti (e personalità multiple varie) aprioristicamente - e che quindi le storie selezionate saranno veramente quelle che sono piaciute a più persone e non quelle scritte dagli autori col maggior numero di conoscenze ed account - è pura utopia.

Detto questo, ieri ha avuto il via un concorso indetto dalla Muller, Blu su Bianco, che si basa all'incirca sullo stesso criterio. Ogni settimana viene dato un incipit (che poi non è un incipit perché è scritto esplicitamente che non deve essere incluso nel risultato finale, mah) assieme a delle linee guida (che non sono riuscito a trovare da nessuna parte) dal quale prendere il via per scrivere un racconto in un massimo di 10000 battute.
Le sostanziali differenze con l'Oca sono che si tratta di scrivere singoli racconti, piuttosto che brevi capitoli di un racconto unico, e che ci sarà una scrematura iniziale prima di passare alla votazione (per singolo incipit).
E dato che io continuo a non essere un esperto di marketing, non emergerò dalle votazioni, ma chissà se riuscirò almeno a emergere dalle selezioni. Questo, ovviamente, dipenderà dalla qualità della concorrenza e dai gusti della giuria. Staremo a vedere.

martedì 20 aprile 2010

REC 2

Qualche tempo fa (parecchio) ho guardato il film spagnolo REC, uno di quei film in cui l'intera vicenda è ripresa da una telecamera che fa effettivamente parte della vicenda stessa (un po' come Blair Witch Project o Cloverfield).
Sopportando la tipica carenza di logica di tutte queste pellicole (hai dei mostri che ti vengono dietro, che cavolo ti continui a riprendere? Molla quella cosa e scappa!) il film in sé non era malvagio, almeno per una buona parte, pur avendo alcuni discreti buchi nella trama. Era abbastanza buono in effetti perché in America lo rifacessero pari pari col titolo Quarantena (un vizio che gli americani sembrano aver acquisito negli ultimi anni).
In termini pratici, REC è la storia di una giornalista televisiva che segue una squadra di pompieri chiamata a soccorrere un'anziana in un palazzo. L'anziana però aggredisce a morsi pompieri e poliziotti e nel medesimo istante il palazzo viene sigillato dall'esterno dall'esercito, che spara a vista a chi tenta di uscire e non dà spiegazione alcuna.
Da qui, è chiaro che si tratta di un film di zombie, anche se un po' sui generis. I non morti, in effetti, sono vivi, anche se preda di un virus che si comporta come una versione accelerata della rabbia, e i "buoni" sono chiusi dentro con loro piuttosto che asserragliati nel tipico edificio sotto assedio.
C'è un po' di crollo sul finale, quando si rivela che l'origine del virus è una ragazzina, presunta posseduta, che veniva tenuta nell'attico da un prete, e in effetti è ancora lì, libera e bella (vabbè, libera e mostruosa) pronta a eliminare gli unici superstiti alla fine della pellicola (la giornalista in effetti viene trascinata via nel buio e non sappiamo cosa le accada, ma lo si può immaginare). Tra le altre cose, resta dubbio come abbia fatto il virus a propagarsi agli altri abitanti dell'edificio.
Anche se quasi identico, il finale USA è un po' diverso. La ragazzina posseduta non c'è, piuttosto c'è un soggetto ignoto in una sorta di laboratorio dove qualcuno sta sperimentando un virus sottratto all'esercito. Si capisce piuttosto chiaramente anche il come questo (il virus) sia sfuggito al controllo. E soprattutto si capisce che grazie a questa modifica è assai improbabile che negli USA venga fuori un clone di REC 2.

Questo perché in REC 2 arriviamo all'apoteosi dell'assurdo, e quel piccolo accenno di "non sta in piedi" nel finale del primo viene espanso fino al limite di rottura.
La storia inizia con alcuni membri dei corpi speciali che devono accompagnare nel palazzo infetto (siamo in pratica esattamente allineati alla fine del primo film, cronologicamente parlando) un misterioso dottore (che poi si rivelerà essere un prete).
Da un lato abbiamo una soluzione al problema telecamera: stavolta le telecamere sono sugli elmetti dei soldati per ragioni di documentazione.
Dall'altro... il delirio.
Inizialmente il palazzo sembra stranamente deserto, tanto che gli uomini arrivano nell'attico senza problemi. Della bambina mostro, nessuna traccia. Uno dei soldati viene però aggredito da una ragazzina infetta (bel soldato, davvero ben addestrato...) e morso, infettandosi immediatamente a sua volta. Il prete però (ancora non rivelatosi) riesce a tenerlo a bada con una preghiera e rinchiuderlo in una stanza con una certa facilità, sigillando la porta con un rosario.
Sappiate che è la prima e ultima volta che farà una cosa del genere.
Costretto a dare spiegazioni, il nostro si rivela e chiarisce che il prete che aveva in custodia la ragazzina stava sperimentando su di lei per scoprire una cura alla manifestazione fisica della possessione diabolica. Perché sì, è una possessione diabolica, ma comunque è anche un virus(!?!)
Non solo, ma stava facendo esperimenti su altre cavie, per lo più ragazzini (resta da chiedersi come un prete da solo potesse tenere a bada una masnada di zombie incavolati e poi un intero gruppo di persone si sia fatto massacrare, ma sorvoliamo).
Il vero scopo della missione del prete è recuperare un campione di sangue del soggetto originale per poter continuare gli studi (farsene dare prima che succedesse il macello era troppo semplice). Ma il prete è un idiota. Quando recupera il sangue deve provare che sia quello giusto, e lo fa con una specie di esorcismo che lo incendia. Tutto! In effetti va detto che stava provando su una parte, ma riesce a incendiarlo tutto lo stesso.
Non potendo fare altro, decide di cercare la ragazzina e prendere un campione direttamente da lei. I soldati non sono propriamente d'accordo, ma solo lui può permettere loro di uscire dal palazzo (se no da fuori gli sparano) e sono costretti a seguirlo.
Intanto la vicenda si riavvolge e torna all'esterno, verso l'inizio del film. Un gruppo di ragazzini (geniali) decide di seguire un pompiere (geniale) che scorta all'interno uno dei residenti rimasto fuori dal palazzo, passando di nascosto attraverso le fogne, perché lui deve portare urgentemente delle medicine a sua figlia (lo sapevamo dal primo film, in effetti, solo che la figlia intanto è morta ma lui non ne è al corrente). Anche questi hanno una telecamera (-_-).
L'ingresso dalle fogne (che era chiuso nel primo film) viene però richiuso da qualcuno che vede passare i ragazzini, e poiché due adulti e tre ragazzini sono ovviamente incapaci di aprire un tombino, restano bloccati dentro.
Ragazzini e pompiere riescono a fare danni anche loro, scontrandosi con infetti a ripetizione, liberando il soldato infetto, ammazzandosi tra loro (una ragazza cerca di sparare al soldato infetto e colpisce il pompiere in piena faccia). Sostanzialmente, non aggiungono un tubo al film.
All'improvviso, torna la giornalista, apparentemente sana e salva.
Intanto il prete cerca di catturare un infetto per costringerlo con l'esorcismo a dirgli dove si trovi la ragazzina demoniaca, e riesce grossomodo a ottenere un'informazione utile... priva di senso ma utile. Pare infatti che la luce impedisca di vedere la ragazzina(!?!), che infatti nel primo film era stata osservata solo con la visione notturna della telecamera.
Non solo, ma ci sono anche altre cose nel palazzo che non si vedono (né, a quanto pare, si possono toccare!) quando c'è la luce accesa, tra cui una porta in fondo a un corridoio (e ci potrebbe anche stare) e una vasca di pietra piena d'acqua in mezzo a una stanza (che già non si capisce che motivo abbia di esistere, non parliamo poi del perché non esista del tutto in presenza di luce...)
Segue un'assurda battaglia con la ragazzina infernale, che viene uccisa, tra le urla del prete che la voleva viva (perché tutti sanno che non si può prendere un campione di sangue da un morto, vero?)
Ma, sorpresa, adesso la giornalista è posseduta (anche se non ha nessuno dei sintomi) e imitando la voce del prete si dà da sola il permesso per uscire dal palazzo.
E finalmente vediamo quello che c'era dopo la scena finale del primo film... la giornalista viene afferrata dalla ragazza che le trasmette la possessione... uhm... passandole di bocca in bocca un vermone in stile "L'Alieno" (o uno qualunque dei miliardi di film e telefilm che l'hanno copiato).
Dunque il demone era un demone, ma anche un virus, ma anche un verme, ma anche, con ottima probabilità, una buona fumata di qualcosa di forte da parte di chi si è inventato questa storia...

venerdì 2 aprile 2010

SogniHorror

È stata pubblicata la classifica finale del concorso Buonanotte e Sogni d'Horror, terza edizione (la trovate QUI).
La cosa non mi riguarda in senso stretto perché questa volta non ero tra i partecipanti bensì in giuria, e devo dire che la classifica finale non si discosta troppo dalle mie valutazioni.
Vale la pena di spendere una parola (di conforto :-P), per lo sventurato che ha vinto il premio zombie e di conseguenza si è accaparrato una copia del mio Trittico Oscuro.