giovedì 7 maggio 2015

STARCON 2015 - Giorno 4 (e 5)

Maglietta di Data o meno, io androide non sono, e dopo la scorsa notte insonne e la successiva giornata in cui sono stato perfettamente funzionale, stanotte crollo. Ovvero, mi sveglio intorno alle sei.
Rimango comunque a letto, sonnecchiando, finché non si sveglia anche Pierpaolo e ci prepariamo a uscire, non prima che lui abbia fatto i bagagli, visto che oggi farà ritorno a casa come previsto.
Quest'oggi decido di indossare la maglietta della Sala Giochi.
Scendendo incrociamo Alessio, col quale scambiamo due chiacchiere in croce prima di imboccare la porta e dirigerci verso la nostra meta: una colazione come gli dei comandano!
Il bancone del Fauno non ha davvero niente da invidiare a quelli dei venditori della convention, anche se soddisfa un altro genere di bisogni, ma riesco a mantenere la concentrazione a sufficienza da limitarmi a un cornetto alla crema accompagnato da un cappuccino, che andiamo a consumare su uno dei tavolini all'esterno, godendoci il clima ideale.
Mentre siamo lì, vediamo passare Matteo e Camilla. Altri richiami, altre sbracciate, poi riesco ad attirare la loro attenzione e ci intratteniamo con loro qualche minuto per poi separarci nuovamente: loro due ad aprire la sala, noi a prendere i bagagli in hotel (incrociando Angelo lungo la strada).
Pochissimo tempo dopo siamo di nuovo diretti verso il Centro Congressi, quando ci imbattiamo nel capitano della Respect, Michele Palermo (ricordatevelo), che si unisce a noi. Facciamo forse venti, trenta metri e vediamo giungere dalla direzione opposta altri due membri della Respect, Ennio e Antonio Pantani, aka Pantabros su FaceBook. Quando ci fermiamo a salutarli e vediamo sbucare da dietro di noi Matteo (l'altro), scatta l'inevitabile commento da parte mia: "se ci fossimo dati appuntamento, non ci saremmo riusciti".
Il percorso verso la StarCon mi permette di scambiare quattro chiacchiere con Michele (ricordatevelo), facendomi scoprire cose interessanti sulla scena ludica romana (bene) e mettendo in moto alcune rotelle del mio cervello (male, ne escono sempre cose strane). A destinazione, la Respect è ormai quasi al completo, mancano solo due o tre persone, e si dà appuntamento per una foto di gruppo all'ingresso per metà mattinata.
Pierpaolo deve completare i suoi acquisti e ancora non ha deciso cosa, alla fine, prenderà. Intanto comunque passiamo in sala a lasciare la mia sporta (con dentro la maglietta "Grazie Alberto" per la foto di gruppo di fine STICCON e una camicia che poi non userò) e i bagagli di Pierpaolo. Io mi soffermo anche a dare una mano a Federica e Camilla per calcolare i punti che useremo per assegnare il premio carriera della Sala Giochi (che andrà poi a Laura Zunino, peraltro anche lei parte della Respect) e per fare da paciere tra Camilla e il raccoglitore dei giochi di comitato, mentre dietro di noi si svolge una partita di Ultima Frontiera e poco distante è in corso il Potter Pursuit.
Più tardi, dopo essermi unito alla foto di gruppo della Respect (no, non li ho minacciati di penalizzarli retroattivamente per farmici includere, me l'hanno chiesto), mi aggiro ancora una volta con Pierpaolo per i banchi dei venditori, e lo assisto negli ultimi acquisti, constatando come in effetti, alla fine, sia rimasto ben entro il budget che si era prefissato. Tutto considerato, decide di rinunciare al Gaiking & Co. in favore di una maglietta dei Decepticon che aveva visto già lo scorso anno. Io lo accompagno verso il banco in questione commentando che al contrario io non mi prenderò di certo una maglietta perché ne ho già tante e poi le uso solo in Sticcon e poi ma che cosa è quella oddio ma è un amore cavolo mi sta a pennello d'accordo ecco la compro. Ahem.
Il tempo, ahimé, è tiranno, e per Pierpaolo è ben presto ora di partire. Prima, però, andiamo a cercare Alessio per salutarlo (è la prima volta in vita mia che qualcuno mi ringrazia per averlo puntato esclamando "È lui! È qui!") e poi, già che ci siamo, mi faccio consegnare la scheda del Quizzone, anche se il punteggio che ne deriva è scarsino. Certo, vale pur sempre un punto (anzi, un fez) per il torneo del Dr. Who, il che, in aggiunta al comitato, porta Pierpaolo a 3 punti, in testa alla classifica alla pari di un mucchio di altre persone. Angelo fa notare che c'è sempre il tempo di giocare a qualcos'altro e guadagnarsi la vittoria, ma io sottolineo che sarebbe un tantino difficile farlo in cinque minuti scarsi. E poi, che cosa dovrebbe gioocare? Quizzone già fatto, comitato impossibile, e di sicuro non ci si può mettere a fare una partita a Clue... attimo di silenzio... "Ma tu l'hai fatta già una partita a Cluedo!" E già, peccato che nessuno di noi abbia pensato ad aggiornare il punteggio di coloro che l'avevano giocata. Detta questa, Pierpaolo si ritrova a 5 punti e in cima alla classifica, probabile vincitore di... già, di che? Dovrei sapere benissimo che si tratta di una coppa, perché l'ho vista e rivista da quando sono arrivato, ma mi autoconvinco che sia una stampa come quelle degli altri premi (incluso quello della Koba, con cui consento a Pierpaolo di farsi una foto visto che non sarà lì alla consegna). Sul momento non dico la cosa ad alta voce, e quindi nessuno può correggermi. In ogni caso, va da sé che, se le cose restano così, ritirerò io il premio al suo posto.
Intanto, si è fatta l'ora. Accompagno Pierpaolo in stazione, approfittandone per un'ultima chiacchierata prima di lasciarci, e, dopo che è partito, decido di portarmi avanti col lavoro e fare già ora il biglietto per domani dal distributore automatico. Infatti arriverò in treno fino a Rimini e incontrerò lì Marcello (che non ha la macchina a disposizione per venirmi a prendere). Tutta la parte tra parentesi è in realtà scomparsa dalla mia memoria già da un po', ma ugualmente non mi pongo il dubbio o problema del perché io abbia in programma un viaggio in treno. Il problema me lo pone il distributore automatico, al contrario: non ho monetine, non gli piacciono le mie banconote, e quando tento di pagare con il bancomat continua a chiedermi di inserirlo anche se è già decisamente inserito (e sì, ho provato in tutte le posizioni possibili, neanche fosse stato un Bancomasutra).
Snervato, rinuncio e torno in convention a vedere se serve copertura per il comitato a pranzo. So già che quello fantastorico di Matteo è pieno, e all'ultimo appello mancava un solo ruolo per quello Agents of S.H.I.E.L.D. di Angelo (cosa notevole, visto che è già stato giocato ieri). Peraltro, si tratta dell'unico ruolo (una giornalista d'assalto, nientemeno) che posso coprire io: ieri l'ha giocato Pierpaolo e mi ha accennato ai suoi obiettivi, il che se lo gioco non mi dà alcun vantaggio, ma avrebbe potuto darmene se avessi invece giocato uno degli altri personaggi. E qui parte un altro...
-- Interludio: i giochi di comitato --
I giochi di comitato sono sempre andati piuttosto bene in STICCON, ma quest'anno siamo riusciti a giocarne addirittura dieci, repliche incluse. Meglio ancora, le operazioni di reclutamento sono state ridotte al minimo. Al più è capitato che qualche membro dello staff si inserisse per tappare un buco, ma al di là di quello i giocatori sono tutti arrivati da noi spontaneamente senza andarceli a cercare, una cosa che fa davvero piacere. Continuate così!
-- Fine Interludio --
Mi aggiungo in effetti al comitato, ritrovandomi a giocare un ruolo che in sostanza richiede che io sia tre persone diverse con tre interlocutori diversi, flirtando a destra e a sinistra. Mi sembra tanto di star giocando Saleria Lindir, e va da sé che lo adoro, a parte che di sicuro Saleria avrebbe avuto più successo di me (se non altro perché, in mancanza di meglio, si sarebbe inventata una spiegazione assurda e l'Universo si sarebbe impegnato per far sì che avesse ragione). Invece fallisco nel farmi dare il numero di telefono di Alessio (ovvero del suo personaggio, in effetti penso avrei avuto più chance di successo se mi fosse servito il suo, anche se certo non poteva servirmi per gli stessi motivi per cui serviva al mio personaggio... OK, o ci siamo capiti o fate finta che così sia stato, d'accordo?!?) e ottengo poco più che una serie di "le faremo sapere". :-|
Dopo pranzo mi prendo uno degli inevitabili cappuccini da STICCON e do un'altra occhiata ai venditori cercando, sull'estro del momento, una pin con lo stemma cardassiano, ma senza successo. Cerco anche Massimo per salutarlo, ma senza successo. Cerco di diventare ricco e famoso, e almeno in questo la mancanza di successo è più tollerabile.
Tra una cosa e l'altra si fanno le 15:30 ed è l'ora delle premiazioni, che verranno seguite dal panel di Alexander Siddig. Arrivo in sala centrale giusto in tempo per veder uscire di scena Karen Gillian e salire Angelo, che inizia a snocciolare un premio dopo l'altro. Quando vedo che non gli è rimasto altro che la coppa, realizzo a chi è destinata... altro che "peccato che ho riportato la cartellina in albergo, se no ce l'avrei messo dentro"... Realizzo anche che ad Angelo non sia ben chiara la distanza che separa me e mio cugino quando annuncia "lo ritira per lui uno dei nostri master, che è di casa, e glielo darà domani"... e gli preciso che, visti i cento e passa km nel mezzo, il premiato in questione farà bene a venirselo a prendere lui :-P Nel frattempo dovrà accontentarsi di una foto via whatsapp.
Bene, già che la mia parte l'ho fatta, già che ho attivato la connessione internet sul telefono, e intanto che le premiazioni continuano, decido che tanto vale fare un salto su Facebook per chiedere l'amicizia al capitano della Respect. Michele Palermo, ricordate?
Lo ricordo anche io, perfettamente.
Cosa che però non impedisce al mio ditino di digitare "Riccardo Palermo" e al mio cervello di domandarmi come mai vengono sì fuori persone che hanno amici in comune con me, ma nessuna è quella che cerco. L'unica consolazione è che almeno siamo quasi a fine convention: sono (molto parzialmente) giustificato. E del resto, Angelo ha appena passato la parola a "Gabriela e Michele" (che un tempo ricordavo essere Gabriele e Michela), quindi non sono messo male solo io (ma, lo ammetto, decisamente sono messo peggio).
Dopo due o forse tre anni che non mi soffermavo a guardarmi un attore, mi godo il panel di Siddig, che si lancia subito nelle domande del pubblico, chiarendo che non ama farsi discorsi precostituiti e preferisce prendere spunto da quello che gli viene chiesto. È ascoltando le sue risposte che scopro che sappiamo già chi sarà l'ospite del prossimo anno, Terry Farrel (era stato comunicato ieri sera, ma io non c'ero).
Tra un aneddoto e l'altro, e i commenti sul come lui non sopporti guardare sé stesso sullo schermo, un'ora passa in fretta, e me ne torno in sala giochi a rilassarmi un po', in attesa della foto di gruppo. Con l'occasione ricevo anche la bellissima bomboniera delle nozze di Angelo e Federica (piacerà perfino a mia sorella, il che è tutto dire)... che immediatamente vado a rimettere nello sgabuzzino da cui è stata prelevata, anche se ben riposta nella mia sporta, dove già ho sistemato la coppa del torneo.
Alla fine nasce un'ultima partita di Star Fluxx, dopo la quale iniziamo a mettere via il materiale della sala, per risparmiare tempo dopo cena, mentre l'ultima partita di Cluedo del Dr. Who è ancora in corso.
Dopo la foto di gruppo, Angelo organizza il tradizionale girotondo di chiusura, che l'anno scorso tra una cosa e l'altra era sfuggito, poi un po' di relax in sala per fare il punto della situazione e scambiarsi gli ultimi aneddoti della convention, oltre a iniziare a lanciare idee per l'anno prossimo (non prima però di aver staccato tutti i Vulcan e cartelli vari appesi in giro per il Centro Congressi).
La mia idea originale per la cena era di tirar fuori la famigerata camicia dalla sporta (e indossarla, ovviamente, non volevo portarmela in giro a mo' di cagnolino) ma... fa caldo, e so che in sala ristorante, come al solito, ne farà ancora di più. Ne consegue che decido di restare come sono: dopo tutto indosso l'unico esemplare in circolazione di maglietta della sala giochi, mica pizza e fichi (anche perché andare in giro indossando pizza e fichi non sarebbe molto confortevole, immagino). La cosa avrà poi un suo perché quando, durante la cena, la fidanzata di Alexander Siddig, a cui davo le spalle (il tavolo dello staff giochi e computer era praticamente attaccato a quello degli attori) si vorrà informare tramite Marco Pesaresi di cosa sia il logo dietro la mia schiena.
La cena, come l'anno scorso, non è abbondante ma è gustosa (anche se ci chiederemo per tutto il tempo la logica secondo cui dei ravioli ricotta e spinaci con rucola e pomodorini non vadano bene per il menù vegetariano). Siddig viene a trovarci prima ancora dei camerieri, quando neanche siamo tutti seduti, con un arrivo a sorpresa che mi ricorda parecchio l'agguato di Nonna Papera (e in effetti io sono voltato dall'altra parte quando sento qualcuno che mi parla dietro, mi volto e mi ritrovo lui...!) La Gillian arriverà a metà cena, e Angelo ne approfitterà per chiederle se si sia divertita a giocare a Libertalia con Will Wheaton ("Ah, il gioco dei pirati!" dirà lei raggiante, "Sì, ma loro sono giocatori seri, a un certo punto mi sono arresa!")
Durante la cena, a un certo punto Siddig svanisce (le ipotesi si sprecano) ma in cambio ci ritroviamo nella posizione di poter tentare di fare qualche foto a Karen dalla nostra posizione. Tentare. Perché anche quando io, ben intenzionato a levarmi dall'inquadratura, finisco invece per mettermi dritto in mezzo, a impallarla c'è regolarmente, e con incredibile tempismo, Nicola Vianello (e no, fotografare lei o lui non è proprio la stessa cosa...)
E così, anche questa convention si avvia alla conclusione. Dopo cena restiamo un po' in sala principale ad ascoltare il ponte di comando che tira le somme, ma siamo tutti stanchi. Angelo e Federica salutano e vanno via dopo un po', e io resto solo qualche altro minuto (anche perché credo di avere un appuntamento con, ahem, il bagno...). Il tempo di salutare gli amici a portata di tiro (e mi dispiace per gli altri che invece non avrei saputo dove andare a recuperare sul momento) e vado in sala a prendere le mie cose... trovandoci Angelo e Federica... ma non ci eravamo appena salutati?
Loro vanno via, io recupero la mia sporta e... un attimo, ma quella è la sciarpa che avevo vinto alla pesca di beneficenza? Ma no, non può essere, l'avevo messa via ieri. No, non sarà mia. Chiudo lo sgabuzzino, faccio per ucire. Però, curioso, magari è mia e mi è sfuggita dalla borsa. Torno nello sgabuzzino, la prendo, faccio per uscire. Ma no, non può essere, qualcun altro l'avrà vinta e se la sarà dimenticata, magari domani la recuperano loro. Torno indietro, faccio per poggiarla, e noto che più in là sul tavolino ci sono anche la borsa frigo e gli adesivi. OK, una coincidenza va bene ma tre sono troppe. Faccio mente locale e in effetti non ricordo di aver messo via in valigia nessuna delle tre cose la sera prima, quindi decisamente sono le mie... ma che cavolo ci fanno lì se le avevo messe nella sporta??? Boh, rinuncio a capire e le recupero.
Faccio a tempo a uscire dal centro che mi imbatto in... Angelo e Federica! E cavolo, a questo punto facevamo prima ad andarcene via assieme, tanto più che siamo comunque nello stesso albergo!
Un'ultima passeggiata fino al Piccadilly, ultimi saluti (sì, be', sono ragionevolmente certo che non me li ritroverò in camera quando ci entro, per cui sì, ultimi davvero questa volta) e poi su a fare i bagagli.
Messo via tutto quello che non mi servirà più per questo viaggio, mi reco all'appuntamento. Mi porto dietro il palmare con l'intenzione sia di leggere qualche pagina sia di controllare se è il caso di metterlo subito in ricarica o posso farlo in treno domani. Premo il tasto di accensione e... niente. Riprovo, riprovo, riprovo... quando anche un reset non mi dà alcun risultato, inizia a farsi strada nella mia mente una tragica ipotesi: in qualche momento, dopo l'ultima volta che l'ho usato, deve essere rimasto acceso, o essersi acceso accidentalmente, e la batteria si è scaricata.
Be', che sarà mai?, direte voi (se non avete mai avuto a che fare con un palmare), mettilo a caricare e via. Se, invece, sapete di cosa sto parlando, capirete l'orrore del momento: questo simpatico aggeggio ha TUTTO salvo il sistema operativo di base nella memoria volatile, che deve essere sempre alimentata, altrimenti... PUFF! Cosa ancora peggiore, sul palmare in questione ci sono i dati del mio viaggio di ritorno, non solo posto e orari ma anche il codice del biglietto da presentare al controllore...! Fortuna che almeno quelli ce li ho salvati nella mia posta in arrivo e posso recuperarli dal cellulare.
Con queste poco allegre premesse, metto il palmare in carica e spero nel minor danno possibile. Lo schermo lampeggia un attimo quando inserisco la spina, ma è tutto, e di accenderlo per il momento non se ne parla.
A ogni risveglio notturno (tanti, ma è normale) andrò a verificare la situazione, fino al momento in cui, finalmente, il palmare si accende ma, come temevo, è praticamente tornato allo stato in cui era uscito dalla fabbrica (ovvero perfino più indietro dello stato in cui era arrivato per la prima volta nelle mie mani, perché il venditore mi aveva già installato delle cose). Per fortuna tutti i miei eBook da leggere sono sulla scheda di memoria esterna, per cui sono salvi, e il programma per leggerli fa parte del sistema operativo di base. Sì, si è perso la registrazione (e a oggi ancora non mi è chiaro come rifarla), ma questo mi toglie solo alcune funzioni avanzate che mi cambiano poco la vita. Per il resto, a casa ho un backup, o almeno così credo. Scoprirò poi che contiene i dati della rubrica (bene), quelli delle attività (vabbe', ne facevo anche a meno), una registrazione audio (eh???), ma dei programmi installati e dei miei file personali nessuna traccia -__-

Va da sé che la mattina del lunedì non sono esattamente fresco come una rosa, e non solo per il sonno intervallato. Tant'è che finisco per dimenticarmi in camera lo spazzolino da denti (secondo me è colpa di Pierpaolo, che mi aveva detto di aver fatto la stessa cosa in non so che occasione :-P) e rendermene conto solo a casa. Comunque sia, prendo armi e bagagli e mi avvio in stazione mentre ancora una volta sta fingendo di piovere.
Questa volta sono ben attrezzato di spiccioli, dunque è normale che il distributore dei biglietti mi accolga con un bell'avviso "NO pagamento con monete"... -__- Se non altro, stavolta riesco a fargli accettare una banconota e prendermi il sospirato biglietto. Il treno ha 5 minuti di ritardo, ma del resto quando ho dato l'orario a Marcello ho abbondato, sospettando una cosa simile, e questo non mi crea molti problemi.
Dopo meno di mezz'ora sono a Rimini. Sto per inviare un SMS a Marcello per avvisarlo quando è lui a chiamarmi per dirmi che non ha trovato parcheggio. Io, come già stabilito, non ricordo che lui dovrebbe essere senza macchina, e la mia unica reazione alla cosa è "OK, ti raggiungo io più avanti". E in effetti l'ho quasi raggiunto quando mi fermo perché mi è arrivato un SMS. Di Marcello. Che mi avvisava di avere inaspettatamente la macchina. :-|
Ci concediamo una buona colazione e poi una tranquilla passeggiata, chiacchierando della convention passata e di altro, finché arriva il momento per me di andare ad attendere il treno. Nel frattempo, mi avvicino al distributore sul binario perché mi serve una bottiglietta d'acqua per il viaggio, e magari qualcosa da mangiare così da evitare di dovermi girare mezzo treno per trovare il bar. Inserisco la moneta nella macchina, premo i tasti dell'acqua... "Motore non funzionante"... Riprovo con un altro slot, niente, un altro ancora, nulla, non c'è verso. In teoria dovrei riavere indietro i soldi dopo due minuti, e nell'attesa mi sposto al distributore accanto (dove roba civile da mangiare però non ce n'è) che sembra funzionare. Sembra, perché invece di darmi un euro di resto mi rilascia solo 50 centesimi. Vabbè. Prendo comunque la bottiglia e... effervescente? Ma dove cavolo era scritto che era effervescente? O__o OK, terzo tentativo, acqua giusta. Intanto Marcello mi suggerisce di provare a prendere altro dal distributore bloccato (che tanto di ridarmi i soldi non ne vuole proprio sapere) e finisco per prendermi dei crackers al formaggio. Non un granché come pranzo, ma mi accontenterò: posso semnpre mangiare qualcosa una volta a destinazione, e io altri soldi in quel coso non ce ne metto.
Va da sé che una volta a casa, disfacendo la valigia, scoprirò che avevo ancora una bottiglietta d'acqua intonsa che mi ero portato all'andata... ^__^;
Comunque sia, si va. Stavolta non ho un posto singolo, il treno è affollatissimo e io sono sul lato corridoio di un sedile doppio, accanto a una signora anziana che continuava a domandare se fossimo a una data stazione dove, comunque, non doveva scendere (e che poi si alzerà circa mezz'ora prima dell'arrivo a quella che le interessava, subito dopo aver saputo dal controllore che appunto mancava mezz'ora). Per fortuna non c'è molta confusione, a parte un paio di persone che continuano a fare avanti e indietro nel vagone, e a metà percorso la carrozza inizia anche a svuotarsi. Io continuo la mia lettura (stranamente senza neanche sonnecchiare) e il viaggio scorre tranquillo.
Arrivo a Bari in buon orario, in tempo per godermi il tradizionale megagelato del ritorno, che non mi fa rimpiangere quelli mancati a Bellaria.
Anche per quest'anno è davvero finita, la prossima è tra tredici mesi circa, e nel frattempo... be', qualcosa da fare la troverò. :-)


Varie ed eventuali
- il Cluedo del Dr. Who è decisamente ben fatto, con delle varianti sensate rispetto al gioco normale... il piccolo problema è che le variabili di cui tenere conto sono davvero tante (13 dottori, tanto per dirne una) e riuscire a individuare la combinazione giusta è abbastanza complicato. Dopo la partita staffetta ce ne sarà un altra la domenica mattina, ma dovrà essere interrotta per la pausa pranzo, e ancora una nel pomeriggio, sulla quale lancerò la scommessa "riuscirà mai qualcuno a finire una partita a quel Cluedo?". Se ve lo domandate, la risposta a questa domanda è "no", anche se in questo caso interverranno fattori esterni al solo tempo.
- alcuni tra gli scambi più interessanti durante i comitati
Rosa e Demian (che stavano giocando un ruolo in due): "Non possiamo essere in due posti contemporaneamente"
Io: "Tecnicamente sì"

Io: "Mi darebbe il suo numero? Le darei io il mio, ma non me lo ricordo mai"
Alessio: "Non serve, noi siamo dello SHIELD, sappiamo già il suo numero"
Io: "Ah, in tal caso mi darebbe il mio numero, che non me lo ricordo?"

- durante i vari giri, mi innamoro di un mini-TARDIS volante radiocomandato, e devo davvero sforzarmi per non comprarmelo. Più che altro mi convinco perché so che poi non saprei davvero cosa farmene, ma resta adorabile!
- i giochi di comitato di Angelo, almeno quelli in cui sono coinvolto, sembrano avere la costante di qualcuno che non afferra un riferimento a un altro personaggio: nel Dr. Who un giocatore è convinto di sapere che Tizio è interessato a Caia (ma in realtà è un altro a esserlo), in quello Marvel un agente SHIELD si sforza a capire perché il mio cameraman sia tanto nervoso, ma in realtà doveva capire perché lo fosse il suo collega.
- apparentemente Karen Gillian ama fare photobombing quando vede qualcuno intento a farsi un selfie. Non però abbastanza da schizzare in piedi, scavalcare il suo tavolo e superare il nostro con abile mossa ninja quando se ne stavano facendo uno Sara, Camilla e Federica, peccato. :-|
- dopo lo "scandalo" della doppia locandina Yavincon sulla torta dell'anno scorso, quest'anno si taglia la testa al toro: unica torta, locandina StarCon. Beh, mi sembra giusto. In più l'immancabile torta di Gisella con tanto di TARDIS ed Amy in versione finta poliziotta dal primo episodio che la vedeva protagonista.
- in una conversazione mattutina con Federica, riuscirò quasi a completare la frase "tu sai che mi interesso di giochi", prima di rendermi conto di dove sono e con chi sto parlando. Direi che il "Ma dai! Avresti dovuto dircelo!" me lo sono meritato... ^__^;;

mercoledì 6 maggio 2015

STARCON 2015 - Giorno 3

Quando l'ora del mattino si fa tale da giustificare la mia uscita dal letto, eseguo. Ho alle spalle forse mezz'ora di sonno, ma non ne ho le prove (nel senso che non sono certo di aver dormito neanche quella mezz'ora, ma mi manca all'appello nella serie di controlli all'orologio). In cambio ho delirato di possibili prove per la Koba del prossimo anno, di cene con delitto a venire (tutte cose che poi neanche mi riguardano direttamente, ma che proporrò poi ad Angelo), e ancora del gioco di carte su cui sto elucubrando ormai da giorni senza venire a capo del meccanismo risolutore che mi permetterebbe di dargli forma.
Cerco di fare piano mentre mi lavo e mi vesto, poi vado di sotto ad attendere Matteo e Camilla che, dopo una replica dell'incontro del giorno precedente, mi vedono e mi consentono di consegnare come concordato la chiave della Sala Giochi.
Quando torno su, Pierpaolo si sta svegliando. Dal canto mio, prendo il palmare e mi metto a leggere le prime pagine di The Wise Man's Fears, cosa che si rivelerà un errore catastrofico, ma non prima di domenica notte.
Per la colazione del giorno, mi do al tè, che se non altro è acqua calda e bustine e quindi tanto male non può essere. Stamattina, però, non mi piacciono nemmeno i cornetti, che sulle prime sono normali, ma poi mi lasciano in bocca uno spiacevole retrogusto, che deciderò di mandar via con un cornetto serio e un cappuccino ancor più serio una volta arrivato al Centro.
Al sabato, la Starcon si sveglia più lentamente, del resto non erano pochi gli Akkobayati - cavolo, quest'anno ho scordato i cartelli :-( - e tutto sembra un po' più calmo. Ci riguardiamo un po' anche le merci esposte, per così dire, e questo mi porta a...
-- Interludio: i Groot --
Presso quello che probabilmnente è lo stand di Ultimo Avamposto, dove già ieri Nazareno ha fatto spese e io mi sono preso una spillina di Eccleston (il nono Dottore, che resta il mio preferito) da aggiungere alle altre sul laccetto del mio badge, sono in vendita vari gadget di Groot, tra cui un Groot in vaso che balla a suon di musica e che Pierpaolo farà di tutto per convincersi a non comprare (riuscendo nell'impresa, in effetti). Oltre a questi, ce ne sono due della serie "POP", decisamente molto simili tra loro, se non fosse che uno dei due ha un prezzo decisamente più alto. In effetti, a guardar bene, c'è anche un'altra differenza: il meno costoso è dai 3 anni in su, l'altro 14+ Da quel momento in poi, il secondo Groot sarà per me "il Groot soft porno"
-- Fine Interludio --
... e poi faccio il mio primo passaggio alla pesca di beneficenza, venendone fuori con una mini-borsa frigo, una sciarpa e degli adesivi della stazione spaziale.
Quando vado su per lasciare l'oggettame vario nello sgabuzzino, vedo arrivare Angelo e, già che ci sono, resto lì ad assisterlo mentre fa il conteggio dei punti per la Koba terminata, è il caso di dirlo, poche ore prima, scoprendo non senza sorpresa che la squadra "sorvegliata" da me (la USS Respect, diciamolo così eviterò di dover usare tutto il giro di parole più avanti :-P) si è aggiudicata la prova, come ho occasione di annunciare loro in anteprima quando buona parte viene su a controllare il muro delle iscrizioni.
Io ho in programma il gioco di comitato dei Ferengi prima di cena, ma la mattinata è abbastanza libera e la trascorro senza far nulla di particolare, godendomi la convention e la compagnia... e aspettando il momento di poter scendere in Sala Borg, che io e Pierpaolo abbiamo prenotato poco dopo essere arrivati. Noi siamo puntualissimi... la nostra sfiga collettiva pure: quando arriviamo devono entrare ancora due gruppi, ma tra il primo e il secondo arriva la visita a sorpresa di Karen Gillian (ovvero Amy Pond di Dr. Who, per chi non lo sapesse, una degli ospiti di quest'anno) che porta a chiudere la sala al pubblico (e a ritrovarsi la Gillian davanti senza preavviso, e peraltro è lunga una quaresima! O_o) e di conseguenza, be', è tardi e non si fa più a tempo a entrare, ne riparliamo dopo pranzo. Nel frattempo si è unito a noi Matteo (non quel Matteo, un altro Matteo, componente della squadra della Koba), per cui decidiamo che ci ripresenteremo lì tutti e tre subito dopo pranzo.
Intanto sono puntualmente iniziate le lezioni di quellarobalà e siamo rimasti a osservare Alessio istruire ragazzi e ragazze nell'uso dell'arma più autolesionista della storia dopo la pistola-spada. Pierpaolo ha quasi l'occasione di provare, ma è un'illusione che dura solo un istante. Io, per quel che mi riguarda, preferirei un bel phaser.
A pranzo vengo reclutato da Federica per il comitato Harry Potter, e mi ritrovo nelle vesti di presidentessa del consiglio dei genitori di Corvonero (è la seconda volta che gioco un comitato HP e la seconda volta che faccio un Corvonero) a impiegare il mio tempo in due attività principali:
1 - ripetere che sì, abbiamo capito che ci sono lamentele in merito alla Umbridge, e voteremo a riguardo a tempo debito
2 - snobbare il babbano del consiglio e continuare a parlargli sopra ogni volta che apre bocca (Alessio, perdonami, dovevo. ^__^;; ...anzi no, ti sei vendicato non dando il numero di telefono alla povera Johanna il giorno dopo, per cui siamo pari a prescindere :-P)
A fine pranzo recupero Pierpaolo e Matteo (sempre l'altro) e torniamo in Sala Borg, dove stavolta dobbiamo attendere pochissimo prima di entrare... e farci esplodere con tutta la nave, visto che apparentemente nessuno di noi tre aveva colto un dettaglio in merito a dei chip isolineari da rimettere a posto, e nessuno li aveva minimamente notati. Da aggiungere che anche uscire dalla sala si rivela un'impresa non indifferente... si vede che eravamo storditi dall'esplosione...
Dopo pranzo sale sul palco Karen Gillian che, sinceramente, non mi interessa. Niente contro di lei, per carità, ma sostanzialmente rappresenta un personaggio che non mi piace di una stagione del dottore che non mi piace (e che mi ha quasi portato a smettere di guardarlo), per cui non suscita esattamente il mio interesse, perciò mi separo dai miei compagni di esplosione e me ne torno di sopra a giochicchiare a qualcosa in attesa del mio gioco di comitato e della fine del non esattamente silenziosissimo Star Pursuit, non nell'ordine.
Non molto tempo dopo, mentre stiamo rimettendo a posto i tavoli usati per il Pursuit, arriva anche Pierpaolo che già da ieri aveva manifestato il desiderio di provare il Cluedo del Dr. Who. Inizieremo così la prima partita di Cluedostaffetta della storia: si inizia con al tavolo Pierpaolo, Angelo, Federica, Camilla e io, ma poco dopo Angelo deve allontanarsi e viene accalappiata al suo posto Gisella, che mentre passava si era soffermata a vedere come girasse il gioco (l'aveva fatto lei). Neanche il tempo di fare un giro di plancia e anche Federica deve lasciarci perché è il momento degli autografi, ma per fortuna passa di lì uno dei giovani giocatori dell'anno, Gabriele mi pare, ma non fidatevi mai di me per i nomi di gente che conosco da poco (e qualche volta anche di gente che conosco da molto...). Gli spieghiamo il gioco in maniera abbastanza sintetica, riuscendoci giusto in tempo perché Gisella debba lasciarci ed essere sostituita da un cooptato Marco, anche lui a digiuno del regolamento. Tutto questo e la partita neanche la finiremo, dato che arrivano le 18 e deve partire il mio comitato... almeno non appena riusciamo a rintracciare due dei giocatori iscritti ma non fisicamente presenti sul momento.
Il gioco in questione è di per sé abbastanza breve, ma dato l'orario e il ritardo finiamo per essere abbastanza strozzati e doverlo chiudere con un po' di fretta prima della pausa cena. Ciononostante riusciamo ad arrivare a conclusione, anche se alcuni Ferengi dovranno seriamente rivalutare le loro capacità di concludere buoni affari.
Questa sera non ci sono attività ludiche durante la pausa, e per la prima volta lo staff giochi sta seduto tutto allo stesso tavolo (sì, tecnicamente eravamo allo stesso tavolo anche durante la cena con delitto, è la parte "seduti" che non era esattamente applicabile all'occasione). A dire il vero, non appena raggiungo la sala ristorante gli altri mi avvisano che al tavolo c'è un posto anche per Pierpaolo, che però non so dove sia, pur avendolo visto passare poco prima. Lo vedo passare una seconda volta mentre sono in fila al buffet, solo per perderlo nuovamente, e quando alla fine lo rintraccio è già seduto altrove e mi pare poco gentile andar lì a prenderlo di peso. Pazienza.
A suo vantaggio c'è il fatto di NON ritrovarsi seduto accanto ai vincitori dello Star Pursuit di poco prima, che ogni tanto si lanciano in "vagamente assordanti" esternazioni di giubilo, accompagnate dal cane del tavolo dietro di me. Intanto, Daniele improvvisa una nuova prova Kobayashy mettendosi a impilare una bottiglia dopo l'altra e richiamando una quantità di macchine fotografiche tale da fare invidia agli attori ospiti.
Dopo cena si prevede la consueta sfilata dei costumi, ma giustamente siamo un tantino stanchi. Pierpaolo prima pensa di avviarsi subito in albergo, poi decide di vedere l'inizio della sfilata (ma in realtà non lo faremo, perché quando ci affacciamo sembra ci voglia ancora un bel po'), poi mi segue mentre torno da Massimo Spettoli a comprare l'oggetto che avevo puntato, vale a dire un portachiavi metallico e "snodato" con le fattezze di Yattacan ("Ma mica vorrai usarlo davvero come portachiavi?" "Ma neanche mi ha mai sfiorato l'idea" è all'incirca la conversazione che si svolge tra me e Massimo al momento dell'acquisto). Restiamo nei dintorni con Pierpaolo che guarda altre cose che lo tentano, e ci ritroviamo a parlare dei film di Kyashan, dei Cavalieri dello Zodiaco e di Yattaman, in ordine inverso di apprezzamento, se così si può dire.
Il discorso prosegue anche fuori, mentre ci avviamo con tutta calma verso l'albergo, in effetti concedendoci una passeggiata ristoratrice per le vie di Bellaria. Stiamo giusto facendo un commento sulla Nebulosa di Andromeda quando Pierpaolo riceve una telefonata da una sua amica (che evidentemente è Jean Grey sotto mentite spoglie) che esordisce con "Ti sento lontano, neanche fossi nella nebulosa di Andromeda".
Datosi che mio cugino è impegnato nella conversazione, riesco per ben due volte a passare davanti a una gelateria e far finta di non volere un gelato, anche perché non sarebbe bello interrompere apposta per quello. Scoprirò poi che lui stava pensando all'incirca la stessa cosa, ma per allora saremo quasi arrivati al Piccadilly, quindi lasciamo perdere.
Devo ammettere che anche io sono stanco, anche se non quanto sarebbe lecito immaginarsi, e in attesa di poter usare il bagno mi metto a fare un po' di zapping senza soffermarmi su niente in particolare. Alla TV, evidentemente, questa cosa non piace, perché arriva sul canale 36 e lì rimane, paralizzata, senza più rispondere ad alcun tasto e perfino lasciando a video le informazioni sul canale che, in teoria, dovrebbero sparire dopo un po'. Tento in ogni modo possibile di svegliarla, pensando sul momento che la colpa sia del telecomando, arrivo anche ad aprirlo per togliere e rimettere le batterie, ma niente. Cerco un pulsante fisico di spegnimento, ma non lo trovo, né ha migliore fortuna Pierpaolo, a quel punto uscito dal bagno. Tento anche di rintracciare la presa per staccare del tutto la spina, opzione che si rivela impraticabile visto che il cavo di alimentazione sparisce dietro l'armadio.
Alla fine, pur poco convinti, decidiamo di girare la TV faccia al muro, se non altro per limitare il problema. Nel farlo, scopro finalmente dove si trovano i pulsanti! Evviva! Premo quello di spegnimento e... niente. Ma chi l'ha progettata questa TV, Samara???
È in quel momento che alzo lo sguardo sopra la porta e vengo illuminato...! Un secondo dopo sto spegnendo l'interruttore generale e riconsegnando l'infernale apparecchio all'oblio.
Prima di cedere al sonno, propongo a mio cugino un piano diabolico: domani mattina andiamo a fare colazione al Fauno.

varie ed eventuali
- vestendomi al buio, pesco un paio di pantaloni dalla valigia, capisco che non è quello che volevo e faccio cambio, convinto di aver beccato quello giusto. Non molto dopo, mi renderò conto che non era neanche quello. Molto dopo, mi renderò conto che quello che cercavo avrei potuto trovarlo solo se avessi frugato anche nell'armadio di casa, dove era rimasto.
- restando in tema, temevo che quest'anno non sarei riuscito a usare le mie magliette da Sticcon, invece... fa caldo! Venerdì ho tranquillamente indossato la polo della Nautilus, e oggi vado in giro in "versione androide" (vago accenno al fatto che sono sveglio dalla mattina del venerdì) con la maglietta di Data, sempre opera della Nautilus, presa all'ultimo B-geek
- anche quest'anno non mancherò di seminare bottigliette d'acqua bevute a metà in giro per le sale, poggiandole da qualche parte "un minuto" per poi dimenticarmi puntualmente della loro esistenza
- tra gli oggetti puntati da Pierpaolo c'è un'accoppiata Gaiking/Drago Spaziale, di cui decide di chiedere il prezzo tanto per farsi un'idea, convinto (male) che sia piuttosto elevato. Massimo, l'unico venditore al mondo che sembra volersi scusare per i suoi prezzi (peraltro più che legittimi), glielo dice: "verrebbe tanto ma arriviamo anche a tant'altro" (no, ovviamente non è una citazione letterale), e i due pezzi in questione rimarranno a lungo nella lista dei possibili acquisti, mentre sulla via del ritorno ci sarà una ricostruzione inter nos della scena culminante in "No, ti prego, dimmi che costano di più, altrimenti finisce che li compro!"
- in un qualche momento imprecisato della giornata, assodiamo che la premiazione della Koba e degli altri giochi che ne prevedono una sarà sul palco domenica pomeriggio, il che purtroppo fa sì che Pierpaolo se la perderà.
- prima di lasciare il Centro, passo su in sala a prendere la mia sporta, dove tenevo fin dall'inizio il maglione (tolto all'arrivo Giovedì e mai rimesso) e altre cosette che ora posso anche lasciare in albergo, tra cui, o così ritengo sul momento, i premi della pesca di beneficenza.

martedì 5 maggio 2015

STARCON 2015 - Giorno 2

Dormo poco, sai che novità, e scendo ben presto a fare colazione in albergo. L'assortimento di cibarie è ragguardevole, quello che mi manca è la parte liquida... mi aggiro come un'anima in pena per un po' prima di notare le macchine distributrici. Una, tanto per cominciare, non funziona. L'altra sì, ma già ad occhio quello che sta erogando non è neanche parente di un cappuccino, e l'assaggio conferma, per cui resterà nella tazza, grazie.
Fortuna che devo comunque andare in convention presto per aprire la sala e, quando entro, scopro con delizia che il bar è già aperto. Il tempo di fare un salto su, poi richiudo (tanto mancano venti minuti) e vado a farmi un cappuccino come si deve. Sì ma intanto... cos'è che avevo chiuso io ieri sera? Lo sgabuzzino? Pensavo di sì, ma a stento tocco la serratura con la chiave che la porta mi si apre davanti tipo film dell'orrore... andiamo bene...
Approfitto del "limbo" prima dell'apertura ufficiale del centro per migliorare la mia cultura sui giochi presenti (abbiamo in gestione diverse nuove cosette legate al Dr. Who, ad esempio) e dare un'occhiata alla situazione dei giochi di comitato previsti in giornata, quasi tutti già pieni.
Poco dopo vedo arrivare Angelo e Federica, anzi per meglio dire li vedo assorti in conversazione con la vittima della Cena con Delitto... dell'anno prossimo! Questo sì che si chiama portarsi avanti col lavoro (e no, non ho alcuna intenzione di dire di chi si tratti)! A questo punto, è il caso di aprire al pubblico e...
-- Piccola digressione --
Quest'anno avevo preparato, abbastanza inaspettatamente perché fino a poco prima della convention non ero riuscito a far nulla, due giochi di comitato, entrambi in ambientazione Star Trek. A programma erano stati collocati uno durante la cena di giovedì, e ne abbiamo già parlato, e uno prima della cena di giovedì e... ehm... a meno di giocarlo in treno sarebbe stato complicato gestirlo, perciò era stato rimpiazzato (credo con una replica di qualcosa, non ho più chiesto) ed era rimasto orfano di collocazione, e inserito in uno slot random della giornata di venerdì. Giovedì sera, però, era arrivato un messaggio di Matteo che ci informava che il suo gioco fantasy previsto per sabato pomeriggio non era pronto, e quindi ci ritrovavamo uno slot libero (questo capito in realtà solo dopo uno scambio di SMS, perché in origine il senso dell'affermazione ci era sfuggito... ed era ancora giovedì sera...). Avevamo deciso di pensare a come risolvere la cosa la mattina dopo, ed è quello che ricordo ad Angelo e Fede appena entrano in sala. Sostituire il gioco con una replica di un altro fantasy non sarebbe impossibile, ma è da poco che giochiamo fantasy e si rischierebbe qualcosa di troppo recente e dunque già giocato dagli attuali candidati. Alla fine, decidiamo che al posto del fantasy ci andrà il mio Star Trek)
-- Fine digressione --
... iniziamo ad appendere i fogli per l'iscrizione alla Kobayashy Maru, e poi do una mano a Federica ad affiggere in giro per le sale i volantini che invitano ad iscriversi. Quando torno su, mi ritrovo davanti un volto noto con un Onix in spalla.
In effetti sapevo che un mio amico, Nazareno, aveva deciso di visitare la STICCON per la prima volta (sì, lo so, STARCON, ma non potevo scrivere "visitare la STARCON per la prima volta", perché tecnicamente era la prima volta per tutti, no?), ma non sapevo quando di preciso sarebbe arrivato, e meno che mai che mi sarebbe spuntato davanti in sala giochi. Approfitto perciò della sua presenza per fare il mio primo, vero giro della convention, illustrandogli quello che c'è nelle varie sale e i vari perché e percome (mentre a lui arrivano gli immancabili complimenti per il cosplay). È a questo punto che mi rendo conto di come la sala venditori sia più nutrita dell'anno scorso, sia a livello di banchi che di materiale, e più in là avrò modo di sentire uno dei venditori alla sua prima esperienza in loco esprimere un parere decisamente positivo (bene, continuiamo così!)
Arriviamo fin giù alla Sala Borg, dove mi coglie un istante di nostalgia per la vecchia location della Sala Giochi (sì, ma no, cioè, viene ma passa, non è che sto chiedendo di tornarci, eh!), che vista così vuota mette anche un po' di malinconia, anche se poi verrà usata per le lezioni di... no, vi prego, non chiedetemi di scriverlo... non non è porno, è Klingon, la sbaglio di sicuro, tanto ci siamo capiti no? Combattimento, arma, teste tagliate, quella roba lì (a onor del vero teste tagliate non ce ne sono state, ma le menzioni delle stesse sono state ottime e abbondanti, vero Alessio?)
La Sala Borg in questione è stranamente libera al momento. Viene anche voglia di entrarci (a posteriori, per Nazareno sarebbe stato possibile solo previa separazione dall'Onix), però immagino che Pierpaolo vorrà provarla e preferirei aspettare il suo arrivo, perciò rimandiamo (folli! mai rimandare quando la sala è libera!)
Inutile dire che il giro si conclude là dove era partito, ovvero in Sala Giochi. Qui, oltre a illustrare per la prima volta Ultima Frontiera (e fare una partita in cui Daniele decide di prendere per sé praticamente tutto il mazzo e lasciarci a guardarlo sconsolati) faccio la mia prima partita allo Star Fluxx tradotto da Angelo (nonché mia prima partita a Fluxx, Star o meno e tradotto da Angelo o meno che sia, in assoluto).
Mi rendo conto di essere stato parco di informazioni quando, nei giorni scorsi, ho parlato a Nazareno della convention, e mi ritrovo a spiegargli che in effetti per la pausa pranzo siamo chiusi, ma noi dello staff per lo più restiamo dentro avendo il ristorante qui. Lui giustamente chiede lumi su dove poter andare a mangiare qualcosa (tanto di posti non ne mancano). Faccio appena in tempo a dirgli che, se non dovessi servire per tappare qualche buco in un comitato, magari potrei accompagnarlo e mangiare fuori anche io, che Federica, con un tempismo sbalorditivo, arriva a comunicarmi che in effetti serve una persona per riempire il suo comitato (cosa per la quale mi ero reso disponibile in mattinata giacché Pierpaolo sarebbe arrivato solo dopo pranzo). Ah be'. Comunque mi trasformo in CMTomTom e do le indicazioni per raggiungere lo Sporting, che ci sta sempre bene.
Il pranzo, dunque, mi vede nei panni di un nobile di basso rango in quel di Westeros. Federica si scusa preventivamente per gli eventuali errori di battitura nel testo, dato che ha finito di scrivere i giochi molto tardi, al che io abbasso gli occhi sul foglio, li rialzo e annuncio che sì, in effetti c'è almeno un errore di battitura che spiega tutto: "molti sanno" era diventato "molti sonno" :-D
Mentre do fondo alle mie abilità diplomatiche per impedire matrimoni, evitare nomine scomode e, sì, alla fine anche organizzare "incidenti di caccia" (Riccardo, tu però te le vai a cercare...!), mi arriva una telefonata di Pierpaolo che mi illumina sulla situazione del suo viaggio. Gli dico di farmi sapere quando sarà quasi a Bellaria, ma in realtà mi muoverò prima a prescindere, in modo da essere già in stazione all'arrivo del treno.
Nel dirigermi al randez-vouz recupero anche Nazareno, che si mostra lieto di accompagnarmi (del resto ha già conosciuto Pierpaolo a Lucca), e così poco dopo pranzo sono in giro per la cittadina a illustrare come sempre le varie cose che me la fanno apprezzare anche fuor di Convention (sì, le ripeto di continuo, lo so, ma che ci posso fare? Mi piace e ci sto bene), e a parlare delle attività previste dalla sala per il resto della giornata. Faccio anche venire voglia a Nazareno di cimentarsi in cose come la Cena con Delitto (ma il prezzo della cena che dovrebbe pagarsi a parte, avendo il solo ingresso, finisce per scoraggiarlo, e non mi sento di dargli torto) e la Kobayashy Maru, anche se io per primo penso che, dovendo lui tornare a casa dopo, l'orario sia alquanto proibitivo.
Quello del treno, l'orario dico, al contrario è alquanto rispettato, e non dobbiamo attendere molto prima di vedere Pierpaolo che si dirige verso di noi... alquanto stupito del fatto di non starsi dirigendo "verso di me", visto che non sapeva che Nazareno sarebbe stato dei nostri.
Tra una chiacchiera e l'altra ci dirigiamo verso l'albergo, dove lascio che Pierpaolo se ne vada a sistemarsi su in camera mentre noi restiamo ad attenderlo di fronte, sul lungomare. Per due volte sembra che stia iniziando a piovere, ma in realtà cadrà forse una goccia e mezza d'acqua.
Quando vedo qualcuno che sta per uscire dalla porta dell'hotel mi faccio avanti, solo per scoprire che non si tratta di Pierpaolo. Ma... un attimo... Matteo e Camilla?
Inizio a sbracciarmi e chiamare Matteo tentando di attirare la loro attenzione, con scarsissimi risultati, finché Camilla, infine, mi nota. Sappiatelo, è una scena che si ripeterà almeno altre due volte prima della fine della convention.
Faccio una veloce presentazione, spiego perché sto davanti all'hotel, e ne consegue che i due nuovi arrivati decidono di unirsi a noi per andare poi in convention tutti assieme. Ne consegue anche che, per la seconda volta in pochi minuti, Pierpaolo esca da un posto aspettandosi determinate persone in attesa e ne trovi di extra. Sorvolo sugli argomenti toccati lungo la strada, ma non sul fatto che, non per la prima volta, mi cada lo sguardo sui gelati del Fauno e mi riprometta di comprarmene uno prima che la convention sia finita (no, non lo farò mai).
Tornati dentro, do il tempo a Pierpaolo di salutare gli altri per poi dirigerlo opportunamente al banco e iscriverlo a tutto l'iscrivibile. Ne approfitto anche per dare un foglio del Quizzone a Nazareno (perché non l'avessi fatto già prima, è un mistero che a oggi non sono in grado di risolvere). Naz e Pierpaolo si accaparrano anche gli ultimi due posti rimasti del comitato del Dr. Who che si terrà nel pomeriggio (ma che poi finirò per giocare anche io, sostituendo un assente), mentre io vengo reso edotto del mio ruolo nella Cena con Delitto che si terrà, giustappunto, a cena (e sono innocente, sia chiaro).
Facciamo un altro giro per le sale, per dar modo a Pierpaolo di iniziare a disperarsi davanti ai banchi dei venditori (^__^;), e a Nazareno di mettersi a rispondere alle domande del Quizzone. Per inciso, io non conosco le risposte (ho accesso al foglio per le correzioni, ma contiene solo la lettera relativa alla risposta giusta e non la risposta in sé, e comunque la memoria eidetica l'ho lasciata da qualche parte nel '73 e mi sono dimenticato dove), e se anche le conoscessi non gliele direi, ma quando arriviamo al foglio delle domande sull'Universo Marvel cinematografico non riesco a evitare di ripetere "la so, la so" come un cretino (continuando però imperterrito a tenermela per me), laddove la mia reazione alla maggioranza delle domande in altre categorie si poteva riassumere in "eh???"
Scendiamo anche stavolta nel seminterrato - dove la Sala Borg è ormai inaccessibile, ma scopriamo appunto che c'è Alessio intento a dare lezioni di... quella roba là, e Pierpaolo si ripromette di tornarci, e magari provarci, il giorno dopo - e passiamo dal bar, dove io prendo il solito cappuccino e i miei due accompagnatori si dividono in maniera involontariamente iniqua un cornetto al cioccolato (che forse, visti i risultati dopo che la signora del bar l'ha gentilmente tagliato, sarebbe stato opportuno definire "al mezzo cioccolato").
Questo pomeriggio c'è Alexander Siddig sul palco, ma io neanche lo so, convinto che gli ospiti siano come sempre solo sabato e domenica. E sì, d'accordo, ho un programma (anche più d'uno, per la sala ne girano tanti) e sì, l'ho anche letto, e sì, volevo vederlo, e sì, è ancora Venerdì, ma abbiate pazienza... Comunque sia, è un problema relativo, perché tanto c'è anche domenica, e intanto in sala giochi c'è gente (no, dico, GENTE!), e ci sono persone che entrano e chiedono giochi (no, dico, CHIEDONO!), e persone che vorrebbero giocare agli scacchi 3D (no, dico... anzi, no, non dico, non sono ancora riuscito a capire come ci si giochi, sul serio, mi metterò a studiare per l'anno prossimo), e poi è quasi l'ora del comitato del Dr. Who e c'è un posto libero, per cui che si fa? Si gioca, fallendo miseramente nell'intento di vincere, anche perché Angelo ha assegnato a questo povero personaggio un obiettivo impossibile quasi come uscire a cena col dottore in persona (ma c'è da dire che i personaggi che mi permettono di tirar fuori la mia vena acida sono sempre ben accetti, specie dopo l'iperdiplomatico del gioco a pranzo, e questo non fa eccezione).
Nazareno fa qualche acquisto e poi ci lascia poco prima di cena, già con l'intenzione di restare più a lungo il prossimo anno. Io propongo un ultimo giro pre-delitto nell'area venditori e... cosa vedo? Al banco di Massimo Spettoli c'è nientemeno che Massimo Spettoli, giustappunto. Erano almeno due anni di fila che non lo vedevo in convention, e al sottoscritto vederlo fa piacere. Al portafogli del sottoscritto meno, perché finché passo dal suo banco e basta amen, se passo dal suo banco e mi fermo a chiacchierare finisce che il suo banco lo guardo anche, e devo faticare più del solito a convincermi che no, non c'è assolutamente niente che vorrei comprare là in mezzo. Va da sé che anche Pierpaolo (che tende a notare il contenuto dei banchi già di suo) viene a fare la conoscenza di Massimo e capisce il perché dei miei problemi nel corso una breve discussione su argomenti vari. Nel mentre, punto l'oggetto che si impone come acquisto inevitabile (quello che: se anche arrivi a legarti le mani dietro la schiena e bruciare il portafogli per non comprare niente, quello lo prendi lo stesso, a costo di salvare il bancomat dalle fiamme coi denti. A parte che forse bruciare il portafogli non è esattamente una buona idea per risparmiare, a ben pensarci... :-|)
Sì, lo so che non ho detto di che si tratta, ne riparlerò a tempo debito.
La Cena con Delitto di quest'anno non ha un vero delitto quanto una serie di strane circostanze, e una volta tanto noi master non siamo sospettati ma testimoni. Forse il mistero non è poi troppo difficile, visto che, anche escludendo il tavolo vincitore che riscrive praticamente la trama pari pari a come la conoscevamo noi, anche gli altri individuano abbastanza bene il colpevole, pur attribuendogli complici che non c'erano, con l'unica eccezione di un tavolo che prende troppo per buona l'affermazione "Angelo quest'anno è paranoico" che ripetevo a ogni spron battuto e decide che sia, essenzialmente, la risposta da dare.
Ma la giornata non è certo finita, anzi!
Mentre Pierpaolo decide di andare in sala K7 (ma perché K7? E soprattutto perché non c'era scritto da nessuna parte che si chiamasse K7?) a guardarsi Guardiani della Galassia, io mi reco in Sala Giochi per la riunione a porte chiuse dei Master della Kobayashy Maru, che quest'anno è tornata alle origini e vede le squadre nei panni di cadetti della flotta intenti a fronteggiare il famigerato test in questione.
Qui urge una piccola premessa: chi mi conosce sa che io e la Koba abbiamo poco in comune; non l'ho mai giocata in nessuna delle mie Sticcon, che fosse da utente o collaboratore, fino all'anno scorso, temendo (a buona ragione) che interferisse col mio sonno (anche se l'interferenza in questione è alquanto singolare, alla fine dei conti) e mi impedisse di godermi il resto della convention (no, questo no, dopotutto). L'anno scorso, appunto, l'ho giocata per via della presenza di Pierpaolo, che voleva provarla. Quest'anno, dato che Matteo e Camilla si erano chiamati fuori, avendo già poco tempo per la convention per conto loro, mi sono offerto come master, e ho prospettato a Pierpaolo le opzioni che questo gli dava: o la giocava, o lo svegliavo alle tre di notte per entrare in camera :-P
Dato che, appunto, non avrebbe giocato, Matteo si era giustamente offerto per aprire la sala il sabato mattina, il che, come scopro arrivando alla riunione, ha portato all'amletico dilemma: ma come fa ad aprire la sala se serve la chiave e la chiave dobbiamo tenercela noi per chiudere quando andiamo via?
Io il problema non lo vedo: "Siamo nello stesso albergo, gliela do io domani mattina" (a dire il vero mi offrirei direttamente per aprire, ma costringere anche mio cugino a venir giù presto non mi pare carino). La risposta è all'incirca "Sì, ma tu la Koba la fai" a cui replico all'incirca "Sì, ma tanto mi sveglierò prima di loro lo stesso" ^__^;
Risolta la faccenda, vengo istruito su tutto quello che devo sapere della Koba. In apparenza ci sono ben più master del necessario, perché abbiamo solo tre squadre e un pezzettino. Si decide che io affiancherà Daniele e Sara affiancherà Federica... salvo che poi, intanto che noi andiamo in giro ad affiggere cartelli e preparare materiale vario, spunta un'intera quarta squadra e io torno in solitario, mentre Sara e Daniele andranno in coppia.
Come ultima cosa, aiuto Angelo a sistemare un cartone in cui i giocatori, per una delle prove, dovranno riuscire a far entrare ben venti palline da ping pong. Con quattro buchi a disposizione a cui mirare, e uno solo in cui c'è speranza che entrino davvero (il più piccolo è talmente "a misura" che alla fine prometto alla mia squadra che se riescono a far entrare la pallina in quello gliela conto direttamente per venti :-P). Se qualcuno se lo stesse chiedendo: sì, questa è la prova che ha vantato il maggior numero di insulti nei confronti di Angelo.
Da qui in poi, eseguirò il mio lavoro con precisione quasi svizzera... per nulla, perché tanto mi tocca comunque aspettare che Angelo termini le spiegazioni, anche se ho la squadra già censita, raggruppata e pronta a partire (sia all'inizio che per la prova finale).
Il meccanismo di questa Koba è efficace e alquanto snello, e il fatto che sia a tempo (direi principalmente per problemi di orario limitato, tant'è che ci tocca anticipare tutto di mezz'ora onde non farci cacciare dal centro congressi) non stona con le "abilità speciali" che si usano a tempo e le penalizzazioni anch'esse a tempo in caso di infrazioni (che da parte della mia squadra in effetti non ci sono mai state, anzi si autopenalizzavano applicando regole non richieste, altrimenti detto: "non dovete aspettare che vi portino gli altri aerei!" e "Diego, tu sei l'Ufficiale Scientifico, non devi tenere gli occhi a terra...")
Comunque sia, senza scendere troppo in dettagli, la squadra è coesa e ben organizzata, e finisce per passare a pieni voti tre prove e doversi "sacrificare" per due (una fallita per un solo dannato bullone... mi ricorda qualcosa...), che peraltro comprendono le palline di... no, non posso scriverlo così, vabbe'... :-|
Chiudiamo con la consegna delle risposte alla prova parallela e con una prova finale che sembra un numero di ballo sincronizzato - mi domando se qualcuno abbia avuto la prontezza di filmarla - e poi via, verso nuo... verso l'albergo va, che è meglio, tanto già lo so che rimarrò sveglio.


Varie ed eventuali
- come già in altre occasioni, mi capita di avvicinarmi ad Angelo chiamandolo a gran voce solo per restare del tutto ignorato, poi sussurrare "Angelo", quasi al punto di non essermi sentito neanche io, e vederlo voltarsi di scatto in risposta... O__o
- devo mandare il mio file dei cartellini per i comitati a Federica, no, sul serio
- contrariamente all'anno scorso, il dolce c'è anche a pranzo, niente fragole e fettine di mela quest'anno (ma in cambio ci sono le mele al buffet, mentre non mi pare di aver visto le prugne cotte dell'anno scorso). È uno dei motivi che mi porterà a non comprarmi neanche un gelato che sia uno durante tutta la mia permanenza.
- Angelo mi propone alla laurea in ingegneria honoris causa per il mio sistema estemporaneo per far stare su i cartellini del suo comitato. Io mi propongo di mandargli il mio fi... ah be', se lo passeranno, mi auguro :-)

lunedì 4 maggio 2015

STARCON 2015 - Giorno 1

L'annuale resurrezione di questo blog si presenta con un mese di anticipo, visto che proprio con un mese di anticipo rispetto agli ultimi anni si è svolta la nuova edizione della STICCON... anzi, la prima edizione della STARCON, l'ombrello sotto il quale si raccolgono STICCON, Yavincon, Italcon, RaDWHUno e chi più ne ha più ne metta. È, in sostanza, il nome ufficiale di quella che negli ultimi anni tra noi chiamavamo MultiCON (e in tutta onestà avrei preferito continuare a chiamarla così, ma tant'è...)
Convention a cavallo della fine di Aprile dunque, e più lunga di un giorno, dato che è iniziata di mercoledì, anche se non per me, che mantengo il mio solito schema di arrivare il giovedì pomeriggio e restare poi fino alla fine.
La mattina del 30, la mia valigia è già pronta e so perfino in che albergo alloggerò, dato che anche quest'anno sarò in compagnia di Pierpaolo e lui ha ricevuto gli accrediti a casa, avendo prenotato con discreto anticipo.
Il viaggio di andata si svolge in maniera piuttosto tranquilla: prima il treno per Bari, poi una luuunga attesa che comunque impegno con una passeggiata intervallata da un gelato e dal pranzo. Il treno per Rimini arriva abbastanza puntuale (ma già dalla prima e fino all'ultima stazione avrà poi dieci minuti di ritardo, tutto sommato poca cosa comunque) e scopro con mia grande sorpresa di avere un posto singolo. Completamente singolo: un unico sedile rivolto alle spalle del precedente, tutto, tutto per me, il mio tesssssoro...!
Con queste premesse, il viaggio è dei migliori, e lo impiego per finire di leggere The Name of The Wind, tenendo informato di tanto in tanto il solerte Marcello sullo stato dei miei progressi verso il suo luogo di residenza.
Arrivo con i già annunciati dieci minuti di ritardo, incontro il già menzionato Marcello, e con lui mi avvio a Bellaria e al già pesudocitato Hotel, dove vengo accolto da un essere raziocinante e in grado di dirmi dove si trova la mia camera e come ci si arrivi (cosa non così scontata, viste le ultime esperienze). Il tempo di sistemarmi in stanza (che vanta ben un letto singolo e un matrimoniale, quest'ultimo assegnato in contumacia a Pierpaolo visto che io preferisco di gran lunga il singolo) e riprendermi dal viaggio (pochi minuti, insomma) e torno giù con il materiale da portare in sala giochi, vale a dire i giochi di comitato che terrò durante la convention e Ultima Frontiera, giochino di carte veloce e lineare che riscuoterà la sua buona dose di apprezzamenti (e fa sempre piacere riceverne, specie quando si sa che non sono di circostanza perché vengono da persone che sono venute a rigiocarlo dopo averlo provato).
Entro breve sono al centro congressi, dove alla reception ritiro il mio badge nell'arco di pochi secondi (altra cosa quantomai insolita, in genere tende a nascondersi negli anfratti più impensati) e subito salgo in Sala Giochi. Abbiamo la stessa posizione dell'anno scorso, assieme alla sala computer, ed è già in corso un gioco di comitato quando arrivo a fare i primi saluti. In realtà è già quasi ora di cena e di lì a poco si terrà, appunto durante la cena, il primo dei miei due comitati dell'anno, "50 sfumature di Klingon" (gioco in cui tre dei quattro personaggi klingon hanno nomi che farebbero ridere un klingon, ma che ovviamente ai giocatori non dicono nulla... peccato che mi dimentichi regolarmente di farlo presente a posteriori, o anche solo in generale), che in pratica coinvolge gli stessi giocatori di quello in corso, tutte persone a me note e che rivedo volentieri.
Dopo cena, Angelo è impegnato sul palco con Anno Domini, dopo il successo ottenuto lo scorso anno, e mi lascia la sala, dopo avermi messo al corrente delle novità dell'anno, il Quizzone Multiambientazione, con domande sparse per il centro congressi a cui i giocatori devono provare a rispondere su un apposito foglio, divise per argomenti (per inciso, lo vincerà poi il gruppo di Stargate, che neanche c'era tra gli argomenti in questione, complimenti a loro) e il torneo del Dr. Who, per il quale si ottengono punti partecipando a giochi a tema Dr. Who, incluso il Quizzone di cui sopra, i vari comitati e quant'altro. Prima di andare mi lascia anche "le chiavi del regno", altrimewnti dette chiave della porta e chiave dello sgabuzzino dove teniamo le nostre cose, e ci mettiamo d'accordo che chiuderò io alla chiusura visto che lui pensa di andare in albergo prima. Sul momento, comunque, ovviamente non chiudo niente, neanche lo sgabuzzino, ma questo non impedirà poi a Federica di non riuscire ad aprirlo.
Questa di giovedì si dimostra una sera molto tranquilla e poco popolata (a posteriori sarà il periodo in cui la sala è più vuota in assoluto, ma sul momento non lo sappiamo ancora che nei giorni successivi si riempirà di gente come non accadeva da un po'), e quindi passiamo il tempo chi giocando al Pac Man psichedelico dell'anno scorso (non io) chi tentando senza successo di giocare al gioco dei Ghostbusters (io, che, dopo aver passato indenne un'infinita serie di sequenze e spiegazioni, alla fine passerò più tempo a sparare a oggetti innocenti e sfasciare muri con lo zaino protonico che a cercare di andare avanti col gioco). Ci raggiunge infine anche Daniele ("un tantino" in ritardo sul suo turno), e tra un commento e l'altro (pochi dei quali sensati) e qualche anticipazione di sfuggita sul contenuto della Kobayashy Maru, che mi vedrà fare parte dei master per il primo anno in assoluto, arriva anche l'ora di andare via, per cui, già che ci sono, spengo i PC, chiudo, tanto per scrupolo, anche lo sgabuzzino (lasciandoci dentro la mia roba che non mi serve riportarmi in albergo) e do la buonanotte alla sala.

Varie in ordine sparso:
- sono arrivato da poco e già inizio a dare i numeri salutando Riccardo e chiedendogli se fosse di turno in sala Riccardo (l'intenzione, giuro, era di dire "Daniele"...)
- apprendo che il forno dei bomboloni è chiuso, ferale notizia. In cambio Daniele ci annuncia che ha "trovato un altro posto che fa bomboloni ed è aperto, ma è chiuso". Ah ecco.
- per i pasti c'è anche quest'anno il buffet complementare, che non mi dispiace per nulla. In cambio pare che i cuochi abbiano un'idea abbastanza aliena del concetto di cottura della pasta, che sarà regolarmente alquanto "croccante", anche se ho di certo mangiato di peggio
- in poco più di 5 ore di Starcon, essenzialmente ho visto solo le scale, la Sala Giochi e il Ristorante, ma del resto avrò modo di rifarmi poi.