sabato 11 giugno 2011

Shadow

Avevo sentito parecchi commenti positivi su questo film di Federico Zampaglione, perciò il sospetto che fosse un'emerita schifezza era ben più che radicato in me anche prima di cominciare a guardarlo. Volevo comunque dare all'autore il beneficio del dubbio, sperando che fosse in grado di realizzare horror meno noiosi delle sue canzoni. OK, gliel'ho dato, può bastare.
C'è da dire che, se non altro, per quanto in genere mi concilino il sonno, le canzoni del summenzionato hanno almeno il pregio di avere dei testi fantasiosi. Se si potesse dire lo stesso del film sarebbe già qualcosa. Nella realtà sembra che siano stati raccolti e frullati assieme tutti i possibili (peggiori) cliché del genere, senza neanche ricavarne un frappé decente...
Si parte con la voce fuori campo di David, un ragazzo che si trova in Iraq e scrive a sua madre di non vedere l'ora di tornare in sella alla sua bici.
L'inizio vero e proprio lo vede in effetti già in sella alla bici in questione, diretto a un luogo chiamato "Passo dell'Ombra" o, appunto, Shadow (non che Shadow si possa tradurre Passo dell'Ombra anche volendo, ma fossero questi i problemi sarebbe niente).
In una specie di bar, dopo aver comprato una birra che si chiama "birra" (sul serio, è scritto sull'etichetta), David interviene per salvare una ragazza dalle avanche pesanti di un cacciatore. I due non vengono alle mani perché interviene il barista che fa uscire il cacciatore col suo compagno, sottolineando che il suo bar non è una zona di caccia (eh?!?)
Facciamo un breve salto in avanti e vediamo David che cerca di montare una tenda portatile ma questa è tanto portatile che... se la porta il vento. Mentre lui la insegue compare una figura minacciosa alle sue spalle. O, almeno, l'idea è che sia minacciosa, in realtà si capisce benissimo che è la ragazza di prima. Poco dopo i due stanno castamente condividendo la tenda di lei, che gli si presenta (la ragazza, non la tenda) come Angeline.
La mattina dopo i due stanno girando in bici e si fermano a osservare alcuni cervi. Non lontano ci sono i due cacciatori che osservano gli stessi cervi per altri motivi. Angeline se ne accorge e fa scappare gli animali, causando l'ira dei due che iniziano a inseguire i ragazzi cercando anche di sparargli.
Dopo un po' di fughe e scontri vari, i nostri finiscono in una zona della foresta immersa nella nebbia e si separano. I due cacciatori hanno degli spiacevoli incontri con delle trappole e poi con... uh... qualcosa... mentre Angeline sembra svanire e David raggiunge un edificio ma viene accolto da un'auto che gli dà la caccia sulle note di "vieni, c'è una strada nel bosco".
Dopo qualche tempo si risveglia legato (vabbe', legato è una parola grossa) a una specie di lettino di ferro, coi due cacciatori nella stessa situazione ai suoi due lati. I tre sono prigionieri dell'ennesimo maniaco deforme torturatore che non parla e fa cose prive di senso apparente, nella fattispecie una specie di cugino scemo di Voldemort che, scopriamo dai titoli di coda, si chiama Mortis. Questi prima mette alla graticola uno dei cacciatori (letteralmente, i letti hanno delle resistenze sotto), poi taglia via una palpebra a David, poi se ne sta davanti a uno specchio a sentire "vieni, c'è una strada nel bosco", osservando un modello anatomico e con davanti la foto in bianco e nero di quello che dà l'idea di essere un travestito con poche speranze di passare per una donna.
In un passaggio intermedio di tutto ciò dà una leccata a un Bufo Alvarius (il famigerato rospo allucinogeno) che sappiamo essere tale perché il maniaco si è preso la briga di scriverlo sulla teca (temeva di dimenticarselo?)
Intanto, David riesce a liberarsi, si benda l'occhio e cerca di trovare una via di fuga. Nel farlo fa cadere dei contenitori metallici e attira l'attenzione di Mortis, che prima apre i rubinetti del gas (riempiendo la stanza di, appunto, gas, che però sembra non avere effetto di alcun genere su nessuno) e poi lo insegue in macchina (no, non ho saltato un passaggio, va fuori a prendere la macchina quando David ancora non è scappato: OK che prevenire è meglio che curare, ma qui si esagera).
Riuscito ad aprire una porta, David si lascia convincere dai cacciatori a liberarli e i tre escono, ma lui sente la voce di Angeline che lo chiama, determina che è ancora dentro (sebbene non la si sia mai vista dentro) e torna a cercarla. Gli altri due si rifiutano, continuano, inciampano nelle trappole e vengono presumibilmente ammazzati.
Dopo aver attraversato tutta una serie di stanze prive di senso (anche alla luce del senno di poi), inclusa una in cui sono conservati filmati in super8 etichettati con vari nomi di luoghi, tranne uno marcato "11th September" (tutti gli altri peraltro sono in italiano), sempre seguendo la voce di Angeline neanche fosse portata dal vento, David arriva a una porta metallica. Numerose candele illuminano la via e... si riflettono nella lente della telecamera, ma nessuno pare essersi voluto prendere la briga di correggere la cosa in postproduzione...
Infine, David ha un breve scontro con Mortis, che intanto si è messo un mantello in stile Dracula senza alcuna ragione, e apparentemente lo ammazza in una scena che sembra una parodia accidentale. Sta per uscire quando vediamo il falcetto del maniaco che si alza e...
... e niente, perché David si è sognato tutto mentre era in un ospedale da campo (orribile e assai improbabile, ma molto simile all'edificio di Mortis) in Iraq, tra la vita e la morte. I due cacciatori erano due suoi compagni di plotone (morti), Angeline un'infermiera, il barista un dottore... in pratica è il finale del Mago di Oz! Cérto, salvo il fatto che scopriamo che David in bici non ci andrà mai più, perché oltre ad aver perso una palpebra (si presume, ha l'occhio bendato come nel sogno) ha perso anche le gambe; che peccato, ma in sostanza: CHISSENEFREGA! Cosa c'entra tutto questo con lo stupido film che è toccato vedersi per scoprire che lui è stato ferito in Iraq?!? Non bastavano tutti i cliché iniziali, no, toccava anche il cliché dell'ha lottato contro la morte con tutte le sue forze, con Mortis nel gentil ruolo della signora con la falce.
Sarà, ma secondo me il rospo l'avevano fatto leccare a lui (che poi è l'unica cosa che spiegherebbe la presenza dell'anfibio nel film).