giovedì 7 maggio 2015

STARCON 2015 - Giorno 4 (e 5)

Maglietta di Data o meno, io androide non sono, e dopo la scorsa notte insonne e la successiva giornata in cui sono stato perfettamente funzionale, stanotte crollo. Ovvero, mi sveglio intorno alle sei.
Rimango comunque a letto, sonnecchiando, finché non si sveglia anche Pierpaolo e ci prepariamo a uscire, non prima che lui abbia fatto i bagagli, visto che oggi farà ritorno a casa come previsto.
Quest'oggi decido di indossare la maglietta della Sala Giochi.
Scendendo incrociamo Alessio, col quale scambiamo due chiacchiere in croce prima di imboccare la porta e dirigerci verso la nostra meta: una colazione come gli dei comandano!
Il bancone del Fauno non ha davvero niente da invidiare a quelli dei venditori della convention, anche se soddisfa un altro genere di bisogni, ma riesco a mantenere la concentrazione a sufficienza da limitarmi a un cornetto alla crema accompagnato da un cappuccino, che andiamo a consumare su uno dei tavolini all'esterno, godendoci il clima ideale.
Mentre siamo lì, vediamo passare Matteo e Camilla. Altri richiami, altre sbracciate, poi riesco ad attirare la loro attenzione e ci intratteniamo con loro qualche minuto per poi separarci nuovamente: loro due ad aprire la sala, noi a prendere i bagagli in hotel (incrociando Angelo lungo la strada).
Pochissimo tempo dopo siamo di nuovo diretti verso il Centro Congressi, quando ci imbattiamo nel capitano della Respect, Michele Palermo (ricordatevelo), che si unisce a noi. Facciamo forse venti, trenta metri e vediamo giungere dalla direzione opposta altri due membri della Respect, Ennio e Antonio Pantani, aka Pantabros su FaceBook. Quando ci fermiamo a salutarli e vediamo sbucare da dietro di noi Matteo (l'altro), scatta l'inevitabile commento da parte mia: "se ci fossimo dati appuntamento, non ci saremmo riusciti".
Il percorso verso la StarCon mi permette di scambiare quattro chiacchiere con Michele (ricordatevelo), facendomi scoprire cose interessanti sulla scena ludica romana (bene) e mettendo in moto alcune rotelle del mio cervello (male, ne escono sempre cose strane). A destinazione, la Respect è ormai quasi al completo, mancano solo due o tre persone, e si dà appuntamento per una foto di gruppo all'ingresso per metà mattinata.
Pierpaolo deve completare i suoi acquisti e ancora non ha deciso cosa, alla fine, prenderà. Intanto comunque passiamo in sala a lasciare la mia sporta (con dentro la maglietta "Grazie Alberto" per la foto di gruppo di fine STICCON e una camicia che poi non userò) e i bagagli di Pierpaolo. Io mi soffermo anche a dare una mano a Federica e Camilla per calcolare i punti che useremo per assegnare il premio carriera della Sala Giochi (che andrà poi a Laura Zunino, peraltro anche lei parte della Respect) e per fare da paciere tra Camilla e il raccoglitore dei giochi di comitato, mentre dietro di noi si svolge una partita di Ultima Frontiera e poco distante è in corso il Potter Pursuit.
Più tardi, dopo essermi unito alla foto di gruppo della Respect (no, non li ho minacciati di penalizzarli retroattivamente per farmici includere, me l'hanno chiesto), mi aggiro ancora una volta con Pierpaolo per i banchi dei venditori, e lo assisto negli ultimi acquisti, constatando come in effetti, alla fine, sia rimasto ben entro il budget che si era prefissato. Tutto considerato, decide di rinunciare al Gaiking & Co. in favore di una maglietta dei Decepticon che aveva visto già lo scorso anno. Io lo accompagno verso il banco in questione commentando che al contrario io non mi prenderò di certo una maglietta perché ne ho già tante e poi le uso solo in Sticcon e poi ma che cosa è quella oddio ma è un amore cavolo mi sta a pennello d'accordo ecco la compro. Ahem.
Il tempo, ahimé, è tiranno, e per Pierpaolo è ben presto ora di partire. Prima, però, andiamo a cercare Alessio per salutarlo (è la prima volta in vita mia che qualcuno mi ringrazia per averlo puntato esclamando "È lui! È qui!") e poi, già che ci siamo, mi faccio consegnare la scheda del Quizzone, anche se il punteggio che ne deriva è scarsino. Certo, vale pur sempre un punto (anzi, un fez) per il torneo del Dr. Who, il che, in aggiunta al comitato, porta Pierpaolo a 3 punti, in testa alla classifica alla pari di un mucchio di altre persone. Angelo fa notare che c'è sempre il tempo di giocare a qualcos'altro e guadagnarsi la vittoria, ma io sottolineo che sarebbe un tantino difficile farlo in cinque minuti scarsi. E poi, che cosa dovrebbe gioocare? Quizzone già fatto, comitato impossibile, e di sicuro non ci si può mettere a fare una partita a Clue... attimo di silenzio... "Ma tu l'hai fatta già una partita a Cluedo!" E già, peccato che nessuno di noi abbia pensato ad aggiornare il punteggio di coloro che l'avevano giocata. Detta questa, Pierpaolo si ritrova a 5 punti e in cima alla classifica, probabile vincitore di... già, di che? Dovrei sapere benissimo che si tratta di una coppa, perché l'ho vista e rivista da quando sono arrivato, ma mi autoconvinco che sia una stampa come quelle degli altri premi (incluso quello della Koba, con cui consento a Pierpaolo di farsi una foto visto che non sarà lì alla consegna). Sul momento non dico la cosa ad alta voce, e quindi nessuno può correggermi. In ogni caso, va da sé che, se le cose restano così, ritirerò io il premio al suo posto.
Intanto, si è fatta l'ora. Accompagno Pierpaolo in stazione, approfittandone per un'ultima chiacchierata prima di lasciarci, e, dopo che è partito, decido di portarmi avanti col lavoro e fare già ora il biglietto per domani dal distributore automatico. Infatti arriverò in treno fino a Rimini e incontrerò lì Marcello (che non ha la macchina a disposizione per venirmi a prendere). Tutta la parte tra parentesi è in realtà scomparsa dalla mia memoria già da un po', ma ugualmente non mi pongo il dubbio o problema del perché io abbia in programma un viaggio in treno. Il problema me lo pone il distributore automatico, al contrario: non ho monetine, non gli piacciono le mie banconote, e quando tento di pagare con il bancomat continua a chiedermi di inserirlo anche se è già decisamente inserito (e sì, ho provato in tutte le posizioni possibili, neanche fosse stato un Bancomasutra).
Snervato, rinuncio e torno in convention a vedere se serve copertura per il comitato a pranzo. So già che quello fantastorico di Matteo è pieno, e all'ultimo appello mancava un solo ruolo per quello Agents of S.H.I.E.L.D. di Angelo (cosa notevole, visto che è già stato giocato ieri). Peraltro, si tratta dell'unico ruolo (una giornalista d'assalto, nientemeno) che posso coprire io: ieri l'ha giocato Pierpaolo e mi ha accennato ai suoi obiettivi, il che se lo gioco non mi dà alcun vantaggio, ma avrebbe potuto darmene se avessi invece giocato uno degli altri personaggi. E qui parte un altro...
-- Interludio: i giochi di comitato --
I giochi di comitato sono sempre andati piuttosto bene in STICCON, ma quest'anno siamo riusciti a giocarne addirittura dieci, repliche incluse. Meglio ancora, le operazioni di reclutamento sono state ridotte al minimo. Al più è capitato che qualche membro dello staff si inserisse per tappare un buco, ma al di là di quello i giocatori sono tutti arrivati da noi spontaneamente senza andarceli a cercare, una cosa che fa davvero piacere. Continuate così!
-- Fine Interludio --
Mi aggiungo in effetti al comitato, ritrovandomi a giocare un ruolo che in sostanza richiede che io sia tre persone diverse con tre interlocutori diversi, flirtando a destra e a sinistra. Mi sembra tanto di star giocando Saleria Lindir, e va da sé che lo adoro, a parte che di sicuro Saleria avrebbe avuto più successo di me (se non altro perché, in mancanza di meglio, si sarebbe inventata una spiegazione assurda e l'Universo si sarebbe impegnato per far sì che avesse ragione). Invece fallisco nel farmi dare il numero di telefono di Alessio (ovvero del suo personaggio, in effetti penso avrei avuto più chance di successo se mi fosse servito il suo, anche se certo non poteva servirmi per gli stessi motivi per cui serviva al mio personaggio... OK, o ci siamo capiti o fate finta che così sia stato, d'accordo?!?) e ottengo poco più che una serie di "le faremo sapere". :-|
Dopo pranzo mi prendo uno degli inevitabili cappuccini da STICCON e do un'altra occhiata ai venditori cercando, sull'estro del momento, una pin con lo stemma cardassiano, ma senza successo. Cerco anche Massimo per salutarlo, ma senza successo. Cerco di diventare ricco e famoso, e almeno in questo la mancanza di successo è più tollerabile.
Tra una cosa e l'altra si fanno le 15:30 ed è l'ora delle premiazioni, che verranno seguite dal panel di Alexander Siddig. Arrivo in sala centrale giusto in tempo per veder uscire di scena Karen Gillian e salire Angelo, che inizia a snocciolare un premio dopo l'altro. Quando vedo che non gli è rimasto altro che la coppa, realizzo a chi è destinata... altro che "peccato che ho riportato la cartellina in albergo, se no ce l'avrei messo dentro"... Realizzo anche che ad Angelo non sia ben chiara la distanza che separa me e mio cugino quando annuncia "lo ritira per lui uno dei nostri master, che è di casa, e glielo darà domani"... e gli preciso che, visti i cento e passa km nel mezzo, il premiato in questione farà bene a venirselo a prendere lui :-P Nel frattempo dovrà accontentarsi di una foto via whatsapp.
Bene, già che la mia parte l'ho fatta, già che ho attivato la connessione internet sul telefono, e intanto che le premiazioni continuano, decido che tanto vale fare un salto su Facebook per chiedere l'amicizia al capitano della Respect. Michele Palermo, ricordate?
Lo ricordo anche io, perfettamente.
Cosa che però non impedisce al mio ditino di digitare "Riccardo Palermo" e al mio cervello di domandarmi come mai vengono sì fuori persone che hanno amici in comune con me, ma nessuna è quella che cerco. L'unica consolazione è che almeno siamo quasi a fine convention: sono (molto parzialmente) giustificato. E del resto, Angelo ha appena passato la parola a "Gabriela e Michele" (che un tempo ricordavo essere Gabriele e Michela), quindi non sono messo male solo io (ma, lo ammetto, decisamente sono messo peggio).
Dopo due o forse tre anni che non mi soffermavo a guardarmi un attore, mi godo il panel di Siddig, che si lancia subito nelle domande del pubblico, chiarendo che non ama farsi discorsi precostituiti e preferisce prendere spunto da quello che gli viene chiesto. È ascoltando le sue risposte che scopro che sappiamo già chi sarà l'ospite del prossimo anno, Terry Farrel (era stato comunicato ieri sera, ma io non c'ero).
Tra un aneddoto e l'altro, e i commenti sul come lui non sopporti guardare sé stesso sullo schermo, un'ora passa in fretta, e me ne torno in sala giochi a rilassarmi un po', in attesa della foto di gruppo. Con l'occasione ricevo anche la bellissima bomboniera delle nozze di Angelo e Federica (piacerà perfino a mia sorella, il che è tutto dire)... che immediatamente vado a rimettere nello sgabuzzino da cui è stata prelevata, anche se ben riposta nella mia sporta, dove già ho sistemato la coppa del torneo.
Alla fine nasce un'ultima partita di Star Fluxx, dopo la quale iniziamo a mettere via il materiale della sala, per risparmiare tempo dopo cena, mentre l'ultima partita di Cluedo del Dr. Who è ancora in corso.
Dopo la foto di gruppo, Angelo organizza il tradizionale girotondo di chiusura, che l'anno scorso tra una cosa e l'altra era sfuggito, poi un po' di relax in sala per fare il punto della situazione e scambiarsi gli ultimi aneddoti della convention, oltre a iniziare a lanciare idee per l'anno prossimo (non prima però di aver staccato tutti i Vulcan e cartelli vari appesi in giro per il Centro Congressi).
La mia idea originale per la cena era di tirar fuori la famigerata camicia dalla sporta (e indossarla, ovviamente, non volevo portarmela in giro a mo' di cagnolino) ma... fa caldo, e so che in sala ristorante, come al solito, ne farà ancora di più. Ne consegue che decido di restare come sono: dopo tutto indosso l'unico esemplare in circolazione di maglietta della sala giochi, mica pizza e fichi (anche perché andare in giro indossando pizza e fichi non sarebbe molto confortevole, immagino). La cosa avrà poi un suo perché quando, durante la cena, la fidanzata di Alexander Siddig, a cui davo le spalle (il tavolo dello staff giochi e computer era praticamente attaccato a quello degli attori) si vorrà informare tramite Marco Pesaresi di cosa sia il logo dietro la mia schiena.
La cena, come l'anno scorso, non è abbondante ma è gustosa (anche se ci chiederemo per tutto il tempo la logica secondo cui dei ravioli ricotta e spinaci con rucola e pomodorini non vadano bene per il menù vegetariano). Siddig viene a trovarci prima ancora dei camerieri, quando neanche siamo tutti seduti, con un arrivo a sorpresa che mi ricorda parecchio l'agguato di Nonna Papera (e in effetti io sono voltato dall'altra parte quando sento qualcuno che mi parla dietro, mi volto e mi ritrovo lui...!) La Gillian arriverà a metà cena, e Angelo ne approfitterà per chiederle se si sia divertita a giocare a Libertalia con Will Wheaton ("Ah, il gioco dei pirati!" dirà lei raggiante, "Sì, ma loro sono giocatori seri, a un certo punto mi sono arresa!")
Durante la cena, a un certo punto Siddig svanisce (le ipotesi si sprecano) ma in cambio ci ritroviamo nella posizione di poter tentare di fare qualche foto a Karen dalla nostra posizione. Tentare. Perché anche quando io, ben intenzionato a levarmi dall'inquadratura, finisco invece per mettermi dritto in mezzo, a impallarla c'è regolarmente, e con incredibile tempismo, Nicola Vianello (e no, fotografare lei o lui non è proprio la stessa cosa...)
E così, anche questa convention si avvia alla conclusione. Dopo cena restiamo un po' in sala principale ad ascoltare il ponte di comando che tira le somme, ma siamo tutti stanchi. Angelo e Federica salutano e vanno via dopo un po', e io resto solo qualche altro minuto (anche perché credo di avere un appuntamento con, ahem, il bagno...). Il tempo di salutare gli amici a portata di tiro (e mi dispiace per gli altri che invece non avrei saputo dove andare a recuperare sul momento) e vado in sala a prendere le mie cose... trovandoci Angelo e Federica... ma non ci eravamo appena salutati?
Loro vanno via, io recupero la mia sporta e... un attimo, ma quella è la sciarpa che avevo vinto alla pesca di beneficenza? Ma no, non può essere, l'avevo messa via ieri. No, non sarà mia. Chiudo lo sgabuzzino, faccio per ucire. Però, curioso, magari è mia e mi è sfuggita dalla borsa. Torno nello sgabuzzino, la prendo, faccio per uscire. Ma no, non può essere, qualcun altro l'avrà vinta e se la sarà dimenticata, magari domani la recuperano loro. Torno indietro, faccio per poggiarla, e noto che più in là sul tavolino ci sono anche la borsa frigo e gli adesivi. OK, una coincidenza va bene ma tre sono troppe. Faccio mente locale e in effetti non ricordo di aver messo via in valigia nessuna delle tre cose la sera prima, quindi decisamente sono le mie... ma che cavolo ci fanno lì se le avevo messe nella sporta??? Boh, rinuncio a capire e le recupero.
Faccio a tempo a uscire dal centro che mi imbatto in... Angelo e Federica! E cavolo, a questo punto facevamo prima ad andarcene via assieme, tanto più che siamo comunque nello stesso albergo!
Un'ultima passeggiata fino al Piccadilly, ultimi saluti (sì, be', sono ragionevolmente certo che non me li ritroverò in camera quando ci entro, per cui sì, ultimi davvero questa volta) e poi su a fare i bagagli.
Messo via tutto quello che non mi servirà più per questo viaggio, mi reco all'appuntamento. Mi porto dietro il palmare con l'intenzione sia di leggere qualche pagina sia di controllare se è il caso di metterlo subito in ricarica o posso farlo in treno domani. Premo il tasto di accensione e... niente. Riprovo, riprovo, riprovo... quando anche un reset non mi dà alcun risultato, inizia a farsi strada nella mia mente una tragica ipotesi: in qualche momento, dopo l'ultima volta che l'ho usato, deve essere rimasto acceso, o essersi acceso accidentalmente, e la batteria si è scaricata.
Be', che sarà mai?, direte voi (se non avete mai avuto a che fare con un palmare), mettilo a caricare e via. Se, invece, sapete di cosa sto parlando, capirete l'orrore del momento: questo simpatico aggeggio ha TUTTO salvo il sistema operativo di base nella memoria volatile, che deve essere sempre alimentata, altrimenti... PUFF! Cosa ancora peggiore, sul palmare in questione ci sono i dati del mio viaggio di ritorno, non solo posto e orari ma anche il codice del biglietto da presentare al controllore...! Fortuna che almeno quelli ce li ho salvati nella mia posta in arrivo e posso recuperarli dal cellulare.
Con queste poco allegre premesse, metto il palmare in carica e spero nel minor danno possibile. Lo schermo lampeggia un attimo quando inserisco la spina, ma è tutto, e di accenderlo per il momento non se ne parla.
A ogni risveglio notturno (tanti, ma è normale) andrò a verificare la situazione, fino al momento in cui, finalmente, il palmare si accende ma, come temevo, è praticamente tornato allo stato in cui era uscito dalla fabbrica (ovvero perfino più indietro dello stato in cui era arrivato per la prima volta nelle mie mani, perché il venditore mi aveva già installato delle cose). Per fortuna tutti i miei eBook da leggere sono sulla scheda di memoria esterna, per cui sono salvi, e il programma per leggerli fa parte del sistema operativo di base. Sì, si è perso la registrazione (e a oggi ancora non mi è chiaro come rifarla), ma questo mi toglie solo alcune funzioni avanzate che mi cambiano poco la vita. Per il resto, a casa ho un backup, o almeno così credo. Scoprirò poi che contiene i dati della rubrica (bene), quelli delle attività (vabbe', ne facevo anche a meno), una registrazione audio (eh???), ma dei programmi installati e dei miei file personali nessuna traccia -__-

Va da sé che la mattina del lunedì non sono esattamente fresco come una rosa, e non solo per il sonno intervallato. Tant'è che finisco per dimenticarmi in camera lo spazzolino da denti (secondo me è colpa di Pierpaolo, che mi aveva detto di aver fatto la stessa cosa in non so che occasione :-P) e rendermene conto solo a casa. Comunque sia, prendo armi e bagagli e mi avvio in stazione mentre ancora una volta sta fingendo di piovere.
Questa volta sono ben attrezzato di spiccioli, dunque è normale che il distributore dei biglietti mi accolga con un bell'avviso "NO pagamento con monete"... -__- Se non altro, stavolta riesco a fargli accettare una banconota e prendermi il sospirato biglietto. Il treno ha 5 minuti di ritardo, ma del resto quando ho dato l'orario a Marcello ho abbondato, sospettando una cosa simile, e questo non mi crea molti problemi.
Dopo meno di mezz'ora sono a Rimini. Sto per inviare un SMS a Marcello per avvisarlo quando è lui a chiamarmi per dirmi che non ha trovato parcheggio. Io, come già stabilito, non ricordo che lui dovrebbe essere senza macchina, e la mia unica reazione alla cosa è "OK, ti raggiungo io più avanti". E in effetti l'ho quasi raggiunto quando mi fermo perché mi è arrivato un SMS. Di Marcello. Che mi avvisava di avere inaspettatamente la macchina. :-|
Ci concediamo una buona colazione e poi una tranquilla passeggiata, chiacchierando della convention passata e di altro, finché arriva il momento per me di andare ad attendere il treno. Nel frattempo, mi avvicino al distributore sul binario perché mi serve una bottiglietta d'acqua per il viaggio, e magari qualcosa da mangiare così da evitare di dovermi girare mezzo treno per trovare il bar. Inserisco la moneta nella macchina, premo i tasti dell'acqua... "Motore non funzionante"... Riprovo con un altro slot, niente, un altro ancora, nulla, non c'è verso. In teoria dovrei riavere indietro i soldi dopo due minuti, e nell'attesa mi sposto al distributore accanto (dove roba civile da mangiare però non ce n'è) che sembra funzionare. Sembra, perché invece di darmi un euro di resto mi rilascia solo 50 centesimi. Vabbè. Prendo comunque la bottiglia e... effervescente? Ma dove cavolo era scritto che era effervescente? O__o OK, terzo tentativo, acqua giusta. Intanto Marcello mi suggerisce di provare a prendere altro dal distributore bloccato (che tanto di ridarmi i soldi non ne vuole proprio sapere) e finisco per prendermi dei crackers al formaggio. Non un granché come pranzo, ma mi accontenterò: posso semnpre mangiare qualcosa una volta a destinazione, e io altri soldi in quel coso non ce ne metto.
Va da sé che una volta a casa, disfacendo la valigia, scoprirò che avevo ancora una bottiglietta d'acqua intonsa che mi ero portato all'andata... ^__^;
Comunque sia, si va. Stavolta non ho un posto singolo, il treno è affollatissimo e io sono sul lato corridoio di un sedile doppio, accanto a una signora anziana che continuava a domandare se fossimo a una data stazione dove, comunque, non doveva scendere (e che poi si alzerà circa mezz'ora prima dell'arrivo a quella che le interessava, subito dopo aver saputo dal controllore che appunto mancava mezz'ora). Per fortuna non c'è molta confusione, a parte un paio di persone che continuano a fare avanti e indietro nel vagone, e a metà percorso la carrozza inizia anche a svuotarsi. Io continuo la mia lettura (stranamente senza neanche sonnecchiare) e il viaggio scorre tranquillo.
Arrivo a Bari in buon orario, in tempo per godermi il tradizionale megagelato del ritorno, che non mi fa rimpiangere quelli mancati a Bellaria.
Anche per quest'anno è davvero finita, la prossima è tra tredici mesi circa, e nel frattempo... be', qualcosa da fare la troverò. :-)


Varie ed eventuali
- il Cluedo del Dr. Who è decisamente ben fatto, con delle varianti sensate rispetto al gioco normale... il piccolo problema è che le variabili di cui tenere conto sono davvero tante (13 dottori, tanto per dirne una) e riuscire a individuare la combinazione giusta è abbastanza complicato. Dopo la partita staffetta ce ne sarà un altra la domenica mattina, ma dovrà essere interrotta per la pausa pranzo, e ancora una nel pomeriggio, sulla quale lancerò la scommessa "riuscirà mai qualcuno a finire una partita a quel Cluedo?". Se ve lo domandate, la risposta a questa domanda è "no", anche se in questo caso interverranno fattori esterni al solo tempo.
- alcuni tra gli scambi più interessanti durante i comitati
Rosa e Demian (che stavano giocando un ruolo in due): "Non possiamo essere in due posti contemporaneamente"
Io: "Tecnicamente sì"

Io: "Mi darebbe il suo numero? Le darei io il mio, ma non me lo ricordo mai"
Alessio: "Non serve, noi siamo dello SHIELD, sappiamo già il suo numero"
Io: "Ah, in tal caso mi darebbe il mio numero, che non me lo ricordo?"

- durante i vari giri, mi innamoro di un mini-TARDIS volante radiocomandato, e devo davvero sforzarmi per non comprarmelo. Più che altro mi convinco perché so che poi non saprei davvero cosa farmene, ma resta adorabile!
- i giochi di comitato di Angelo, almeno quelli in cui sono coinvolto, sembrano avere la costante di qualcuno che non afferra un riferimento a un altro personaggio: nel Dr. Who un giocatore è convinto di sapere che Tizio è interessato a Caia (ma in realtà è un altro a esserlo), in quello Marvel un agente SHIELD si sforza a capire perché il mio cameraman sia tanto nervoso, ma in realtà doveva capire perché lo fosse il suo collega.
- apparentemente Karen Gillian ama fare photobombing quando vede qualcuno intento a farsi un selfie. Non però abbastanza da schizzare in piedi, scavalcare il suo tavolo e superare il nostro con abile mossa ninja quando se ne stavano facendo uno Sara, Camilla e Federica, peccato. :-|
- dopo lo "scandalo" della doppia locandina Yavincon sulla torta dell'anno scorso, quest'anno si taglia la testa al toro: unica torta, locandina StarCon. Beh, mi sembra giusto. In più l'immancabile torta di Gisella con tanto di TARDIS ed Amy in versione finta poliziotta dal primo episodio che la vedeva protagonista.
- in una conversazione mattutina con Federica, riuscirò quasi a completare la frase "tu sai che mi interesso di giochi", prima di rendermi conto di dove sono e con chi sto parlando. Direi che il "Ma dai! Avresti dovuto dircelo!" me lo sono meritato... ^__^;;

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