domenica 17 maggio 2009

Dal profondo delle tenebre

Come accade spesso, il titolo italiano di questo film non ha niente a che vedere con l'originale ("Beneath still waters"), né tantomeno con la trama del film.
A ben vedere, comunque, neppure il film deve aver avuto molto a che fare con la trama del film, o si sarebbe rifiutato di farsi girare, perché perde acqua come un colabrodo... -___-
C'è da dire che il il tutto non è realizzato male, è proprio la sceneggiatura che ha dei buchi non indifferenti, e per spiegarli devo raccontare gli eventi in ordine cronologico, piuttosto che in quello con cui li si vede nel film.
Nel 1964, la cittadina spagnola di Marienbad è nelle mani di una specie di setta satanica guidata da un tale Mordecai Salas, che ha evocato una potenza oscura e possiede un libro dai poteri occulti (solita storia, insomma). È curioso il fatto che, stando a chi racconta la storia, "la setta aiutò molte persone in città". Ah. Vabbe'...
Fatto sta che il sindaco della cittadina decide di approvare il progetto di una nuova diga con l'intenzione di sconfiggere la setta (sì, non è un piano che abbia senso, me ne rendo conto) dopodiché entra con un prete e un altro tipo non meglio definito nella sede della setta in questione, dove sono riuniti tutti gli adepti, e, armato di crocifisso e fucile, li incatena (a Mordecai lega anche le mani e incappuccia la testa), porta via il libro (che seppellisce in una chiesa sotto una pietra a cui poi poggia sopra un crocifisso) e li lascia lì in modo che vengano sommersi quando la diga inonderà quella parte della città (quest'uomo era un genio, ammettiamolo...)
Una settimana prima della data dell'inondazione, due ragazzini vanno a giocare nella parte chiusa della città in barba alle recinzioni. Attratti da una strana luce, entrano nella casa in cui si trovano i cultisti (che non sono ancora morti di fame o di sete e stanno lì a lagnarsi come dei deficienti). Uno dei due bambini libera le mani di Salas (cosa che in realtà avrebbe potuto fare chiunque dei presenti visto che avevano sufficiente libertà di movimento) e questo lo ringrazia ammazzandolo (gli infila le mani in bocca e gli scardina la parte superiore del cranio) e poi apre a mani nude il collare di metallo che gli era stato messo dal sindaco.
Ora, ci si aspetterebbe che qualcuno in grado di fare questo avrebbe dovuto essere perfettamente in grado di liberarsi anche dalle corde ai polsi, ma pare di no. Ci si aspetterebbe che una volta libero lui liberi gli altri e recuperi il suo libro, ma no. In concreto non si capisce proprio cosa faccia, ma di certo la diga viene completata, la cittadina inondata e tanti saluti (e questo, notare, non sposta di un solo centimetro la croce poggiata sulla pietra in chiesa...).
Quarant'anni dopo, il sindaco è morto, la nuova città sorta intorno alla diga prospera, e la nipote del sindaco, Clara, ha visioni (orribili peraltro) di suo nonno che la avverte che "lui sta arrivando" e che "lei ha la forza di resistergli".
Intanto si verificano strani eventi: un ragazzo viene risucchiato nel lago artificiale da delle alghe e un reporter che è arrivato in città per un reportage fotografico (Dan) scopre immergendosi una strana corrente e un misterioso bagliore. Durante le ricerche del corpo del ragazzo, un poliziotto viene fatto a pezzi da... be', in effetti da nulla, in un'inquadratura è integro e in quella dopo è a pezzi, e intanto il supervisore della diga ha un incontro ravvicinato con una specie di zombi acquatico che non si capisce bene chi dovrebbe essere (ma presumibilmente qualcuno che lui conosceva) e che lo decapita. In tutto ciò, la diga inizia a mostrare pericolose crepe di cui nessuno pare interessarsi neanche lontanamente.
Dan e la figlia del sindaco vanno a trovare Luis, il bambino sopravvissuto alla simpatica scampagnata, il quale racconta loro tutta la storia della setta (che non si sa bene come faccia a conoscere). I due non se lo filano neanche di striscio e stanno per abbandonarlo, ma lui minaccia la donna con una spada (ridicola) e li costringe a portarlo... be', non si sa, perché lungo la strada compare dal nulla Salas e dà inizio alla scena più idiota di tutto il film...
Salas, fermo in mezzo alla strada, strappa Luis fuori dalla macchina con... uhm... la telecinesi?... e prima lo costringe a tagliarsi (credo i tendini ma è arduo dirlo) con la sua spada (che tutto è fuorché tagliente e si vede lontano un miglio), poi lo fa svolazzare in giro, poi ci parla, poi non riesce a impedirgli di ferirlo al collo, poi lo ammazza e gli apre la testa in due (ancora!)... insomma cinque minuti buoni in cui i due deficienti in macchina se ne stanno lì seduti a non fare assolutamente niente! Solo dopo che Luis è evidentemente morto, Dan esce e urla contro Salas (mah!)
Lui potrebbe ucciderlo, ma siccome già sappiamo che quest'uomo è tutto fuorché sensato, gli punta un dito contro ordinandogli di dimenticare tutto e andarsene, e insultandolo già che c'è. Poi Punta un dito contro la donna e la ricopre di ingiurie così, tanto per, oltre a informarla che intende ingravidare sua figlia Clara (e a noi?)
A lei non ordina di dimenticare quello che ha visto, ma fa poca differenza perché comunque anche Dan non si dimentica niente né se ne va, ma anzi parte in missione convinto di sapere come fermare Salas (come poi abbia capito come farlo è un mistero che resterà tale).
Ora, succedono anche parecchie altre cose, ma sono irrilevanti ed eviterò di parlarne, concentrandomi sugli eventi principali.
Salas va da Clara e la affascina dicendole che può darle la vita immortale, la porta a una romantica passeggiata sul lago (letteralmente sopra il lago), poi cerca di ammazzarla aprendole la testa in due (è vizio... e poi, non la voleva ingravidare? Ma la mamma non gli ha mai spiegato niente a questo?), ma lei ha una visione del nonno che le dice che "ha la forza di resistere" e quindi, giustamente, resiste.
Intanto la diga inizia a cedere, ma Dan ha recuperato il libro e lo ha portato nella casa dove erano imprigionati i membri della setta, che stanno iniziando a risvegliarsi come zombie (ma tanto sono ancora incatenati, per cui...) e dove si è formata non solo una provvidenziale bolla d'aria ma anche una bella fiamma in cui intende buttare il libro per distruggerlo (bastava così poco? Farlo prima invece di metterlo sotto una croce no?), ma gli compare suo figlio (morto anni prima in un incidente sul ghiaccio), al che lui lo abbraccia e il libro esce dalla sua mente. Ne esce, vale a dire, finché il geniale bambino non se ne viene fuori con "Ti prego, non bruciare il libro", e quindi lui, chiaramente, lo fa.
Salas affonda, Clara pure, ma Dan la recupera risalendo, e la diga smette di perdere. Sì, esatto, la crepa è ancora lì ma non esce più acqua.
E la cosa sarebbe già abbastanza scema così anche senza aggiungere il geniale tocco conclusivo di un bambino che non c'entra un tubo con l'intera faccenda a cui all'improvviso vengono gli occhi gialli come Salas. Subito dopo la diga cede (l'unica cosa sensata della storia, alla fine dei conti), titoli di coda.
Mah!

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