domenica 15 marzo 2009

Il respiro del diavolo

Ecco un altro caso in cui potrei passare ore a domandarmi perché si sia deciso di sostituire il titolo originale di questo film, "Whisper", che è decisamente adeguato, con "Il respiro del Diavolo", che in pratica non c'entra assolutamente nulla.
Sì, si può anche supporre che David, il bambino coprotagonista della pellicola, in effetti col diavolo c'entri qualcosa, visto che sembra il gemello separato alla nascita di Damien, l'Anticristo de "Il Presagio" (e non solo fisicamente, intendo), ma questo, comunque, non viene mai esplicitato, e anche se fosse, comunque del suo respiro non potrebbe fregarcene di meno.

Ma passiamo oltre.
La trama di questo film è decisamente un'idea interessante. Il protagonista, Max (Josh Holloway, ovvero il Sawyer di "Lost") è un ex galeotto che ha deciso di rimettere la testa a posto, spinto anche dalla sua ragazza, Roxanne, e aprire un ristorante. Purtroppo non riesce a ottenere il prestito necessario e per questo decide di accettare da un suo ex compagno di crimini un ultimo lavoro estremamente redditizio, commissionato da un tal Jason: il rapimento di un bambino di otto anni, figlio (adottivo) della donna più ricca del luogo.
Quello che lui e gli altri rapitori non sanno, ma che agli spettatori (specie se hanno visto i vari film su Damien) è già noto, è che la vittima è tutto fuorché un bambino innocente. Oltre a possedere una nutrita schiera di "cani neri" (da leggersi nel senso soprannaturale del termine, ovvero grosse bestie che sembrano cani ma difficilmente lo sono sul serio), può confondere le menti delle persone e spingerle a fare il suo volere, o causare loro allucinazioni estremamente realistiche, semplicemente sussurrando (da qui il titolo).
Il rapimento all'inizio fila liscio, ma poi David inizia a dare dimostrazione delle sue inquietanti capacità, e i quattro rapitori se la vedono decisamente brutta. Uno muore d'infarto, davanti agli occhi di Roxanne - che non può fare nulla perché avvisare il 911 sarebbe un tantinello controproducente vista la situazione; il secondo viene spinto a inoltrarsi su un lago ghiacciato e finisce per annegarci dentro, mentre la stessa Roxanne viene convinta che il modo migliore per aiutare Max sia ucciderlo prima che lui uccida David.
Max, intanto, sta proseguendo le trattative con Jason, e finisce per scoprire che questi altri non è che... la madre di David, che peraltro non ha mai avuto alcuna intenzione di far sì che sopravvivesse al rapimento, e paga il pattuito a Max scongiurandolo di ucciderlo, subito prima di togliersi la vita davanti a lui.
Max si ritrova così ricco e nei guai... Roxanne gli spara non appena rientra alla base, ma fortunatamente ha una pessima mira e si limita a ferirlo a una spalla. Lui tenta di uccidere David con scarsi risultati, riuscendo però a scoprire il suo punto debole: se non lo sente, le sue allucinazioni non hanno effetto.
Purtroppo la situazione è un po' concitata e questa consapevolezza non serve a impedirgli di sparare per errore a Roxanne, uccidendola. David tenta quindi di far sì che si suicidi, ma lui riesce a mancarsi, ottenendo così di assordarsi temporaneamente e immunizzarsi dal malefico sussurro del ragazzino.
Il finale è abbastanza spettacolare, con Max circondato dai cani neri che stanno per sbranarlo e David, ormai convinto della sua vittoria, che si ritrova ad avere un incontro estremamente ravvicinato con una scure da taglialegna lanciata con ottima mira.

L'idea è decisamente originale, gli attori sanno la loro parte e il bambino è molto, molto inquietante, anche se, sinceramente, il film mi lascia qualche perplessità, primo fra tutti il fatto che non si capisca dove esattamente voglia andare a parare David (lo scopo delle sue azioni malvage resta decisamente oscuro ai più), o perché sua madre non abbia semplicemente pagato qualcuno per portarlo via e ucciderlo, invece di mettere in scena il finto rapimento.
Inoltre non so fino a che punto chi non conosca "Il Presagio" e i vari sequel possa rendersi conto della somiglianza tra David e Damien, che pure è un tocco fondamentale per apprezzare il tutto, se non per comprenderlo (la sostanza la si capisce lo stesso, ma non è proprio la medesima cosa).

1 commento:

Sean MacMalcom ha detto...

Uhm! Film interessante! :D
Mi sa che ci darò uno sguardo!