mercoledì 26 maggio 2010

STICCON: diario di viaggio - day four

Come accennavo, il Sabato è la classica sera della sfilata dei costumi, ma intanto che i partecipanti si preparano resta un po' di tempo libero per gironzolare un po' senza meta precisa. Per quel che mi riguarda vado a scambiare due chiacchiere (ma giusto due stavolta) con Massimo, il venditore conosciuto il Giovedì (da cui ho comprato le cose misteriose per la persona misteriosa) e approfittarne per controllare che ci sia ancora il portachiavi con la testa di Jeeg che sono indeciso se comprarmi o meno (lo farò). Lui, invece (Massimo, non il portachiavi) è indeciso se assistere alla sfilata o concentrarsi sul lavoro (so cosa ha poi deciso ma taccio).
La parte tragica della sfilata è sempre cercare di fotografare i costumi man mano che sfilano sul palco. Già loro dovrebbero fermarsi in tre punti per le foto, ma alcuni si dimenticano di farlo (senza poi contare quelli che aggregano alla sfilata un qualche tipo di sketch e dunque, inevitabilmente, sono sempre in movimento). Poi bisogna ricordarsi di non attivare il flash perché l'unica cosa che si ottiene facendolo è una foto nera (ma non posso tenere la macchina costantemente accesa, e ne consegue che ogni volta devo ricordarmi di ri-disattivarlo), e per finire ci vuole una buona dose di preveggenza per anticipare il ritardo tipico delle macchine digitali, e dunque scattare prima che il soggetto si fermi in modo da beccarlo prima che riparta.
Non mancano tra i partecipanti alcuni membri della Sala Giochi: Alessandra (il boss) interamente in verde per l'occasione (e non mi riferisco solo ai vestiti) e Camilla in abiti da puffo (OK, era un'andoriana, ma non è colpa mia se gli andoriani evidentemente discendono dai puffi e la sua mise bianca lo sottolineava), che però io riconosco solo moooooooooooolto dopo.
Così come solo molto dopo mi rendo conto che se invece di puntare la macchina fotografica al palco mi fossi voltato indietro avrei potuto fotografare tutti i costumi a distanza ravvicinata, visto che, per tornare ai loro posti, i partecipanti dovevano passarmi alle spalle e in piena vista.
Devo dire che rispetto agli anni scorsi non vedo costumi particolarmente "spettacolari", anche se alcuni, come la Kai bajoriana o Q, sono molto ben realizzati. Va fatta una menzione a parte per il costume indossato dalle figlie di Paolo Attivissimo (e vincitore del premio Sci-Fi, consegnato dalla Plaxton), se non altro perché doveva essere tutto fuorché comodo da indossare (ma anche da quel punto di vista c'è stato ben di peggio in passato).
C'è un attimo di panico quando una rappresentante del Senato delle Razze dichiara di votare per il Tosk... che tra i costumi proprio non c'è (sarà colpa della dilagante caccia al Tosk che travia le menti? Chissà!), ma tutto fila liscio. Guardiamo un po' di spot, viene annunciato l'ospite della prossima Reunion (Connor "Trip" Trineer) alla quale ovviamente non sarò a meno che nel frattempo sia stato perfezionato il teletrasporto (un treno per cinque ore da Bari a Rimini per la STICCON è OK, 8 ore sparpagliate tra innumerevoli treni o 11 ore e passa di autobus per andare a Montecatini per la Reunion sono oltre le mie capacità di sopportazione), e vediamo la versione quasi definitiva di un piano sequenza dell'intera convention girato dall'ammiraglio in persona sulla musica di "I got a feeling" (e proprio per questo dettaglio chissà se riusciremo a vederlo in giro). Sventuratamente, per una frazione di secondo sono presente nel video anche io (che vengo male in video esattamente come in foto... nel senso che sono perfino peggio che dal vivo).
Viene inoltre effettuata l'estrazione di una seconda lotteria (straordinaria). Ho i biglietti anche per quella (in effetti è abbastanza difficile non averli vista la perseveranza di colei che li vende) e non mi dispiacerebbe essere estratto data la natura (e l'intangibilità) del primo premio: l'ingresso alla STICCON dell'anno prossimo. Inutile dire che l'allineamento cosmico si è ripristinato e non vinco.

La Domenica, dopo un inutile risveglio di primissima mattina, mi muovo di buon'ora dato che ho il primo turno in sala e vorrei fare in tempo a prendere il classico cappuccino prima di andarci. In effetti arrivo talmente presto che il bar non è ancora in grado di farlo, il cappuccino, e mi tocca aspettare.
La prima persona che incrocio entrando è Giancarlo Angeloni, il Moderatore della Sfida delle Razze (nonché il mio primo tosk del Giovedì). Io ho partecipato alla sessione web tenutasi tra la scorsa Reunion e l'attuale STICCON, come unico rappresentante dei Cardassiani, e lui mi fa presente che spera di riuscire a farmi conoscere Angela, che ha rappresentato i Cardassiani (e vinto, BRAVA) nella sessione dal vivo del giorno prima.
Riuscito a ottenere il mio cappuccino, scendo in sala giochi, dove per il momento sono solo soletto, e inizio a disporre i giochi sui tavoli. La mattinata prevedeva un gioco di comitato moderato da Federica (che sta ancora male) e il gioco di ruolo masterizzato da Matteo, che invece parte con solo un po' di ritardo.
Il gruppo della Nautilus arriva con armi e bagagli, pronto a partire poco dopo pranzo. Mi viene anticipato che gli serve un piccolo favore, ovvero che io faccia autografare una foto da Kate Mulgrew per una socia che non è in STICCON, visto che la sessione autografi inizia dopo che gli altri saranno andati via. Concordando sul fatto che mi verranno dati i dettagli in seguito, torno a fare quello che stavo facendo (non molto, in effetti).
Il gioco di comitato viene riassegnato ad Angelo e spostato di un'oretta scarsa, il che mi fa piacere dato che è quello a cui avrei dovuto giocare. Sistematici al tavolo, però, scopriamo che non riusciamo nemmeno a sentirci, tra i giocatori di ruolo che parlano e i rumori del biliardino che quest'anno è in sala giochi (la cosa ha una sua logica, del resto). Decidiamo quindi di traslocare. Del resto il centro congressi ha diverse sale inutilizzate... ed è quindi normale che noi ne troviamo proprio una occupata... dalla Nautilus intenta a registrare interviste.
Andremmo altrove ma ci viene detto che è una questione di qualche minuto, così attendiamo e riusciamo infine ad avviare il gioco, peraltro concludendolo con ottimo tempismo poco prima della pausa pranzo.
Dopo l'inevitabile tappa bagno, raggiungo il tavolo e scopro che il capitano mi sta cercando per la faccenda dell'autografo (ovviamente mi sta cercando nel posto sbagliato, visto che io sono lì e lui no). Ci raggiunge in effetti poco dopo e mi consegna la fotografia da far autografare e il biglietto di prenotazione col nome da far mettere.
Resto un po' stupito dalla scritta "DOM 10" sul biglietto, almeno finché non mi viene spiegato (dopo, molto dopo) che non si tratta del posto nella fila per gli autografi ma del gruppo (in anni precedenti c'erano sia il gruppo che il posto), cosa che mi collocherebbe tra gli ultimi. Fortunatamente il problema è relativo: io non prenderò l'autografo a cui ho diritto, non essendo particolarmente interessato ad averne in generale - ho quello di Jonathan "Ryker" Frakes perché mi è capitato di passare di là quando era quasi il mio turno, quello di Avery "Sisko" Brooks perché l'ho fatto fare per mia sorella, e quello di Mark "Gul Dukat" Alaimo perché era nella stessa sessione e mi sembrava poco carino saltarlo (c'era anche Andrew "Garak" Robinson, ma il suo l'avrei preso comunque dato che intepretava il mio personaggio preferito di Deep Space Nine) - per cui più in là userò i miei superpoteri di collaboratore (vale a dire il talloncino con su scritto l'equivalente di "vieni un po' quando ti pare") per sbrigarmela in pochi minuti all'inizio della sessione.
Qualcuno dei commensali chiede se si possa aggiungere un posto a tavola per una cardassiana, e io mi arrogo il diritto di rispondere di sì a prescindere. La cardassiana in questione si rivela essere l'Angela che Giancarlo avrebbe voluto presentarmi (italiana ma residente in Olanda). Il mondo è piccolo, e il centro congressi pure (tranne quando si vorrebbe che lo fosse, come potrebbero testimoniare Matteo e Marco che si sono dovuti cercare per un po' con me che li trovavo alternativamente).
Le patate sono (di nuovo) fritte, accompagnate da zucchine e melanzate gratinate (queste ultime vagamente inquietanti).
Durante il pranzo vengo informato che la scadenza per la Caccia al Tosk è stata spostata alle 17.00, e che per rimediare all'assenza dei "tosk vagabondi" di Sabato (dovuta a quella di chi se ne occupava) ce ne sono in giro quattro per oggi.
Informo i giocatori che incontro lungo la strada e solo dopo, quando scendo in sala e mi viene assegnato uno dei tosk da sistemare, scopro di averli involontariamente mandati a caccia di farfalle (visto che, appunto, i tosk sono ancora da sistemare).
Per un po' mi aggiro nella STICCON col mio foglio/tosk ripiegato e l'aria indifferente, in cerca di un valido "nascondiglio". Incrocio diversi giocatori che però non mi degnano di una seconda occhiata, e infine compio la mia missione.
Dei quattro tosk, uno verrà ritrovato circa trenta secondi dopo, gli altri con più calma nel corso del pomeriggio. Buon ultimo sarà quello che era stato definito "facile da trovare". Tutto è relativo.
Dopo pranzo c'è la seconda apparizione delle attrici. Seguo quella della Plakson a puntate, alzandomi diverse volte per esigenze varie, e quella della Mulgrew con più continuità, anche perché è seguita dalla sessione autografi.
Nel pomeriggio è previsto un altro gioco di comitato. Io non sono iscritto, ma al momento di iniziare manca un giocatore e lo sostituisco.
Mentre noi giochiamo, Kate Mulgrew, terminati gli autografi, fa un giro del centro, seguita da un nutrito numero di persone, passa per la Sala Borg e sbuca in Sala Giochi, vedendoci lì a discutere e fermandosi anche a guardarci.
Solo che... tutto questo noi lo scopriremo soltanto dopo, quando ci verrà raccontato, perché nessuno di noi se ne accorge minimamente. Il responsabile dalla Sala Borg ci dirà poi di aver anche provato ad attirare la nostra attenzione, ma senza il minimo risultato.

Si avvicina il momento della foto di gruppo. Nell'attesa, alcune persone che non devono andare a cambiarsi per la cena di gala ci chiedono se tra la foto e la cena si può organizzare un comitato. Ne abbiamo uno avanzato, e anche se è stato usato in passato pare che nessuno dei presenti lo conosca già, per cui accettiamo di buon grado.
Quindi vado a partecipare alla mia prima foto di gruppo e torno giù ad attendere gli altri giocatori, che quando arrivano... sono troppi!!! Alla fine ripieghiamo su un Mutaforma in Tabula, con perfino un ospite spagnolo che si rivela un osso duro per i poveri Mutaforma, e riesce a far perdere loro la prima partita in due soli turni.
Finiamo per tempo e mi reco alla cena. Sono al tavolo che riunisce le sezioni Giochi e Logistica, vicino a quello degli ospiti, a cui do le spalle.
Mentre sto tranquillamente chiacchierando con Matteo, seduto vicino a me, a un certo punto entrambi ci sentiamo poggiare una mano sulla spalla, seguita da un "Buonasera".
Fortuna che entrambi siamo personcine a modo e ci voltiamo cortesemente per vedere di chi si tratti.
È Kate Mulgrew.
In effetti me la ritrovo talmente vicina che ci metto una frazione di secondo a realizzare che si tratti di lei.
L'attrice pare abbia deciso di fare un giro per i tavoli, e il nostro, essendo il più vicino, è di certo il migliore da cui cominciare. Inutile dire che della cosa non si era accorto nessuno, né noi (per mancanza di occhi dietro la testa, oserei dire) né quelli seduti dall'altro lato del tavolo. In seguito avremo modo di immaginare cosa sarebbe accaduto se ci fossimo voltati reagendo in malo modo per l'interruzione, già raffigurandoci i manifesti coi nostri volti e la scritta "Sparare a vista" affissi fuori della prossima STICCON.
Dopo qualche chiacchiera (Domani si torna al lavoro? Dove dovete tornare? C'è qualcuno di Bologna? Ah bene, mi consigliate un buon ristorante dove andare con mia sorella?), lei nota sul tavolo un fiasco di vino "non regolamentare", commenta sul fatto che al suo non ci sia e chiede se può assaggiarlo, sequestrando il mio bicchiere (vuoto, pulito e inutilizzato, sia chiaro, io non bevo vino) per farsene versare un po'. Provvede una delle ragazze al tavolo, anche se lo shakera un tantino per l'emozione. Ho avuto modo di dire altrove che, se avesse corso il rischio di versarlo addosso all'attrice, le avrei fatto scudo col mio corpo... non tanto per spirito di sacrificio quanto perché l'unico modo di schivare sarebbe stato gettare lei a terra visto che mi stava proprio dietro le spalle (e poi probabilmente essere vittima di un'esecuzione sommaria sul posto).
La cena procede tranquilla anche se siamo tutti un po' accaldati (no, non per la visita inattesa, proprio per il caldo) fino all'assalto alla torta (che mi è stato detto essere ordinaria amministrazione) allo scopo di fotografarla, nonostante i tentativi della sicurezza di arginare la cosa.
Segue la cerimonia di chiusura, e per molti la STICCON finisce lì. Non per noi, perché adesso bisogna cominciare a smontare!
La prima cosa da fare è recuperare le vignette appese alle pareti, ed è inutile dire che, ora che farebbe comodo, non se ne è staccata nessuna di suo. Poi si passa a riporre i giochi negli scatoloni (e a mettere via le bandiere relegate al rango di tovaglie).
Visto che abbiamo finito relativamente presto, ci ritroviamo a dare una mano alla Logistica per togliere la scenografia dal palco, ovvero i cubi borg (da cui era necessario togliere il rivestimento tenuto su da tonnellate di nastro biadesivo) e dei fili ornati di dischi di stagnola che pendevano lungo il sipario.
Ho detto fili?
Pardon, avrei dovuto dire "fili di nylon".
Se vi state domandando che differenza faccia... avete mai dovuto sciogliere un filo di nylon aggrovigliato su sé stesso? Ecco, ora immaginatevelo cosparso di dischi di 4 centimetri di diametro a "facilitare" l'operazione, e avrete un'idea.
Questo perché, mentre noi recuperavamo e avvolgevamo su tubi di cartone i primi fili, gli altri, in base a qualche legge della fisica degna della Guida Galattica per Autostoppisti, si trasformavano in vari e terrificanti gruppi laocoontici, pieni di intrecci che perfino la tela dell'Uomo Ragno avrebbe invidiato.
In un modo o nell'altro (più nell'altro), tra battute, risate e minacce di morte violenta rivolte ad Angelo per alcune delle prime, abbiamo terminato il lavoro alle tre di notte passate.
A quel punto non restava che, letteralmente, chiudere tutto e incamminarci verso l'albergo in compagnia dell'ammiraglio in persona (che ha anche subito un blando e involontario "tentativo di seduzione" a opera di una Camilla talmente in zombie-mode da prendere mani a caso senza neanche rendersi conto di chi fossero i proprietari. :-P)
Non mi è rimasto che preparare i bagagli per la mattina dopo e cercare di dormire per quel poco di notte che era rimasta, arrivando al punto di mettere la sveglia (cosa che non faccio mai) nel timore - poi rivelatosi infondato - di non svegliarmi per tempo.
Il giorno successivo è stato essenzialmente occupato da una colazione a Rimini (in un posto che continuerò a sognare di notte con l'acquolina in bocca per i mesi a venire) e un viaggio di ritorno vagamente onirico.

Inutile dire che, per quanto questo resoconto sia lungo, non contiene di certo tutti gli eventi ed episodi che, nel bene o nel male, hanno costellato questi quattro giorni. Comunque sia, anche questa avventura STICCON e finita, e attendo con ansia di conoscere le date della prossima, sperando di non essere costretto a fare i salti mortali per parteciparvi come è stato nel 2009.

3 commenti:

Fed Zeppelin ha detto...

ma Kate Mulgrew è simpaticissima!!! non me l'aspettavo :)
ma soprattutto: ma perché le melanzane gratinate erano inquietanti??

CMT ha detto...

Non è possibile spiegarlo, avrei dovuto fotografarle... ^__^;

Valberici ha detto...

Hai conosciuto Kate...sono leggermente invidioso.