martedì 7 luglio 2009

Coraline e la porta magica

Una cosa che non riuscirò mai a comprendere pienamente è il meccanismo che si cela dietro l'adattamento filmico di un romanzo.
Intendiamoci: che un adattamento lo si debba fare è ovvio e d'obbligo, trasportare integralmente e senza modifiche un romanzo sul grande schermo sarebbe, a dir poco, impossibile. Il punto oscuro e misterioso riguarda però cosa si decide di cambiare e perché.
E veniamo al caso specifico.
Coraline (e l'insulsa porta magica aggiunta nel titolo per ragioni imperscrutabili) è, per chi non lo sapesse, un film d'animazione tratto dall'omonimo romanzo (omonimo senza porte di sorta, vale a dire) di Neil Gaiman, una favola dark davvero piacevole.
Il film, realizzato splendidamente dal punto di vista visivo, con un misto di computer grafica e stop motion che rasenta la perfezione, ne porta sullo schermo la trama, facendo però delle modifiche in gran parte prive di senso.
Da un lato riesco ad accettare (ma non a comprendere) che la porta "murata" della storia sia stata progettata evidentemente per far passare (a fatica) i sette nani, visto che è alta meno di mezzo metro (nel romanzo è una porta di dimensioni normalissime), o che alcuni personaggi siano diventati molto più caricaturali di quanto non lo fossero nel libro. Non lo capisco, ma lo accetto, e in alcuni casi arrivo ad intuirne la necessità (per la porta ridotta, a dire il vero, no).
Ma perché, per quale assurda ragione aggiungere alla trama un personaggio che nel romanzo non esiste e che, se la trama venisse rispettata, non servirebbe assolutamente a nulla?
Perché perdere tempo con un'inutile fantasmagoria di colori in un giardino che non dovrebbe neanche esserci, e poi cambiare il finale, tagliando via tutto l'accurato piano di Coraline per disfarsi della mano ragnesca e trasformandolo in una ridicola battaglia?
Non è una questione di tempi (ci sono scene che potrebbero essere accorciate senza cambiare il risultato finale di una virgola), né di difficoltà tecniche (il finale vero non è di sicuro più complesso di quanto è stato realizzato per il film), quindi a che scopo?
Il film è godibile, certo, fosse anche solo dal punto di vista visuale, ma per chi ha letto il libro sarà difficile non provare una punta di delusione, soprattutto vedendo l'intrepida e scaltra Coraline del romanzo ridotta ad aver bisogno d'aiuto per cavarsi d'impiccio in ogni singola situazione (da notare per esempio come sia del tutto diversa la sua reazione alla scomparsa dei genitori veri).

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