venerdì 11 settembre 2009

La fatica di scrivere

Ieri, approfittando del fatto che mia sorella stesse guardando X-Factor e io no (a parte che, se anche avessi avuto il minimo interesse nel programma, non è che sia necessario guardarlo) ho deciso di cominciare a mettere a frutto il mio NetBook e me lo sono portato in soggiorno per mettermi a lavorare sul secondo capitolo del mio nuovo romanzo.
Il fatto che io abbia già completato i capitoli dal terzo al quinto e sia, ancora adesso, a malapena a metà del secondo già lascia capire quanto sia elevato il mio livello di ispirazione per quel capitolo in particolare, che però è necessario per lo svolgimento della trama.
Fatto sta che, inevitabilmente, il mio cervello si è messo a fare altro ed ha cominciato a ragionare sul fatto che, essendo appunto sul NetBook, stessi scrivendo con un elaboratore di testi diverso dal solito.
Ora, non so se proprio tutti sappiano che, per motivi assolutamente incomprensibili, la Microsoft abbia ben due suite di programmi "da ufficio": Microsoft Office e Microsoft Works, che fanno, essenzialmente, le stesse cose.
Works io l'avevo già usato sul mio primo PC in assoluto, il defunto e compianto IBM 486 con ben 256Mb di HD (compresso, se no col cavolo ci arrivavano a 256), e mi ci ero trovato piuttosto bene. In effetti si tratta di un pacchetto veramente integrato di elaboratore di testi, foglio di calcolo, database e ammennicoli vari che si possono usare quasi come un unico programma (cosa che non si può dire di Office, dove una combinazione di tasti o funzione in Word fa cose diverse rispetto a quelle che fa in Excel, evitando di parlare di Access dove in genere la stessa combinazione fa cose diverse a seconda di come si è alzato Office la mattina...), perciò non mi è dispiaciuto affatto trovarlo in versione OEM sul NetBook.
Anche nella sua ultima versione, l'elaboratore di testi di Works è in pratica un Word prima maniera, e non intendo solo prima che Word diventasse un accrocchio di incomprensibili toolbar a scomparsa dalle icone gigantesche in cui trovare un comando di base è quasi impossibile ma quelli che non userai mai ti stanno sempre in mezzo alle scatole, ma prima che anche solo iniziasse ad andare in quella direzione. Prima, insomma, che Word diventasse una specie di contorto videogioco (o, se preferite, una cagata colossale). Ciò non toglie che anche Works abbia uno svantaggio: quello di ostinarsi a voler salvare nel suo formato proprietario, .wps, che probabilmente in tutto il mondo dell'informatica riesce a leggere solo lui...!
Intendiamoci, è perfettamente in grado di salvare in numerosi altri formati, incluso l'.rtf, l'abominevole .docx e il normale formato di Word, solo che bisogna dirglielo ogni volta. E non "ogni volta che si lavora su un file" ma "ogni benedetta volta che si preme il tasto di salvataggio", a prescindere dal fatto che il file fosse un .doc già in origine.
La domanda che mi ponevo era dunque se fossi più disposto a dover perdere tempo ogni volta che salvo un file, o piuttosto dovessi tornare all'idea originale di installarmi OpenOffice sul NB (perché comunque di installare Word non se ne parla a prescindere).
E la risposta che mi sono dato è che ad oggi un elaboratore di testi non dico perfetto ma che quantomeno si avvicini alla perfezione non esiste, quindi tanto vale tenersi i difetti di uno fidato piuttosto che usarne uno che comunque non mi piace.
Perché, c'è poco da fare, con OpenOffice, pur dovendolo usare sul PC di casa da quando Word ha deciso che il solo accenno di una parola straniera nel testo è sufficiente a causargli un attacco epilettico (cosa stupenda per uno che fa di continuo traduzioni...) non mi ci trovo. Per molti motivi, partendo dal fatto che per aprirsi, pur chiamandosi "Open", ci mette quasi più tempo di quello che serve al mio PC per avviarsi (e chiunque mi abbia visto alle prese con uno dei suoi famigerati reset sa bene quanto tempo gli serva per un'operazione teoricamente semplice come accendersi), per arrivare al suo maledetto vizio di suggerire le parole mentre scrivo.
Sia chiaro, non è che l'idea del suggerimento in sé sia da aborrire, me lo fa anche il palmare dove tra l'altro, quando la parola suggerita è giusta, si risparmia un bel po' di tempo selezionandola invece di continuare a scrivere. Solo che il palmare mi fa apparire un miniriquadro a fondo schermo con dentro il suggerimento. OpenOffice no: lui scrive il resto della parola nel testo, lasciandolo evidenziato in modo da sovrascriverlo casomai tu voglia invece scrivere altro. E, ve lo garantisco, iniziare a scrivere "preoccupazione" e vedersi improvvisamente comparire sullo schermo "precedente" è una fonte di distrazione tutt'altro che trascurabile (per non dire che, le rare volte che compare la parola giusta, a me viene spontaneo premere lo spazio per continuare, col risultato di cancellarla, anziché l'invio per confermare), e quel che è peggio finora non ho trovato un modo di disattivarlo, se non disattivando del tutto anche la correzione automatica che invece mi serve (vista la quantità astronomica di "eprchè" che mi ritrovo a digitare regolarmente, per dirne una).
Word è escluso dalla categoria da quando ha iniziato a non ricordarsi più di essere un elaboratore di testi.
A questo punto, salvo volersi mettere a scrivere con il Blocco Note o al più il Wordpad, credo che sceglierò di sopportare i salvataggi bizzarri di Works.

2 commenti:

Valberici ha detto...

Io uso Scrivener, che ha un solo difetto, purtroppo assai grave, funziona solo con osx.

CMT ha detto...

Che non è poco :(