lunedì 6 febbraio 2012

Insidious

Ogni tanto mi ritrovo a guardare dei film che nascono con un buon concetto e, in qualche modo, riescono a rovinarlo lungo la strada con delle cadute di stile o delle trovate improbabili. Insidious è uno di questi.
La trama in breve è, di per sé, perfettamente funzionale: un bambino, Douglas, va inspiegabilmente in coma, e un po' di tempo dopo nella sua casa iniziano a manifestarsi inquietanti presenze. A nulla serve un trasloco, e alla fine i genitori si rivolgono a una medium (sui generis) per scoprire che il figlio ha abbandonato il suo corpo fisico e si è perso, cosa che ha richiamato numerose entità più o meno maligne, incluso un temibile demone, intenzionate a impossessarsi delle sue spoglie. L'unico modo per salvarlo è che suo padre, a sua volta un viaggiatore astrale che era stato perseguitato da una donna velata (da bambino, ma non ricordava nulla), vada a cercarlo nell'altrove e lo riporti indietro, il tutto ovviamente in fretta.
Niente da dire, la trama è interessante e potrebbe perfino essere appassionante. Il ritmo è a sua volta ben gestito, con i giusti spaventi (almeno all'inizio) e le giuste sequenze cariche di suspence. In effetti funziona (quasi) tutto fino all'arrivo della medium, poi inizia la caduta libera, perché a quel punto il film si riempie di scene che vanno dall'umorismo più o meno volontario (i due assistenti della signora, armati di attrezzature molto cyberpunk, sono chiare spalle quasi-comiche, del tutto fuori luogo ma comunque volute) al ridicolo accidentale (la medium che per fare una seduta indossa una specie di maschera antigas, collegata con un tubo a delle cuffie sulla testa dell'assistente, rientra senza dubbio nella definizione, ma anche gli spettri affetti da paresi sul piano astrale non scherzano).
Come se non bastasse, arrivano buchi di trama come se piovesse (dal tetto). Si potrebbe, in effetti, trovarne pignolamente qualcuno anche prima, facendo notare che qualche strano fenomeno nella casa dei protagonisti si era verificato anche prima del coma di Douglas, anche se viene poi detto che è la sua assenza ad attirare le entità, ma questo è tutto sommato veniale. I veri problemi sono altri.
Tanto per cominciare, il fatto che Douglas sia rimasto fuori dal corpo per mesi e le entità non siano ancora riuscite a impossessarsi del suo corpo (non che si possa dire che ci abbiano provato molto: uno aggrediva sua madre, uno ballava e correva per casa, uno se ne stava nella stanza di sua sorella più piccola, altri sapevamo ci fossero solo perché erano stati visti dagli strumenti), ma suo padre ci resta dieci minuti e arrivano a frotte, riuscendo anche nel tentativo alla fine come niente fosse. Da sottolineare che arrivano visibili e tangibili, tanto che i presenti le tengono lontane chiudendo loro la porta in faccia!
Non parliamo, poi, del demone. Viene descritto alternativamente come "con la faccia coperta di sangue" o "con il fuoco sul volto", ma quando alla fine si riesce a vederlo bene ha semplicemente la faccia dipinta di rosso e nero e sembra il cugino scemo di Darth Maul (e, giuro, fa le boccacce!!!). Dovrebbe essere l'entità più potente e pericolosa, fatto sta che è l'unico che non riesca mai neanche a manifestarsi fisicamente (il suo massimo è lasciare un'impronta insanguinata sulle lenzuola, che peraltro neanche ha la forma della sua mano). Lo vede la medium, compare in una sequenza semi-onirica con protagonista la nonna di Douglas (che peraltro è evidentemente una viaggiatrice astrale anche lei, ma pare che a nessun'entità importi della cosa) e poi si vede bene (purtroppo...) nell'altrove, ma la cosa finisce lì. È, in effetti, l'unico che per qualche istante riesca davvero a impossessarsi di Douglas, ma la medium lo caccia via col minimo sforzo (non riuscirà poi neanche a tentare la stessa cosa con la donna velata che si impossesserà del padre).
La sostanza è che un buon inizio e un valido concetto si trasformano fin troppo rapidamente in un minestrone malriuscito, il che è un peccato.

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