venerdì 27 maggio 2016

STARCON 2016 - Giorno 4 (e 5)

Mi sveglio abbastanza presto e, nel tempo che passa tra l'aprire gli occhi e lo scendere dal letto, ho già progettato mezzo gioco (o anche qualcosina in più, a dirla tutta), pur conscio che se voglio realizzarlo davvero dovrò faticare non poco.
Con Pierpaolo scendiamo a colazione (l'unica che faremo assieme in albergo) e, oibò, non incontriamo nessun Candeloro. In cambio ci passano letteralmente a cinque centimetri Angelo e Federica, che peraltro mi stavano cercando (al telefono, che però è beatamente spento su in camera) e non ci vedono. Ritenendo che potrebbero far tardi volevano lasciarmi la chiave, ma non trovandomi la lasciano a Marco Pesaresi (ovviamente mi individuano al tavolo dopo pochi minuti, e altrettanto ovviamente li troverò poi comunque in Starcon al mio arrivo, anche in virtù del fatto che, non dovendo aprire, sono entrato con mio cugino assieme agli utenti e non ho saltato la fila, che poi neanche c'era ma non è quello il punto... :-P). C'è nei paraggi anche Daniele, che vede Pierpaolo ma non me.
Una volta tanto, Pierpaolo non deve portarsi i bagagli al centro, visto che ripartiremo assieme lunedì mattina, perciò ci rechiamo lì senza zavorre di sorta. Io, comunque, sono di turno praticamente tutto il giorno, e ci separiamo.
Mi prendo cinque minuti per la seconda colazione al bar e stacco en passant qualche pezzo di Kobayashi rimasto in giro (continuerò a farlo nel corso di tutta la giornata), poi vado di sopra per una mattinata tutto sommato tranquilla. Dopo il turno in sala ho quello al Baby Club dove, con Sara, diamo il cambio ad Angelo e Federica (e basta, il club è vuoto). Discutiamo di alcune cose, tipo del fatto che in un qualche momento imprecisato del giorno prima qualcuno avesse felicemente tappezzato di post it rosa incollati il vetro del ristorante e Angelo e Federica si siano dati da fare per ripulirlo al volo, e del perché il baby club sia pieno di tubetti di colla e giù non ne abbiamo nessuno (che a un certo punto mi sarebbe anche servito).
Quando i due ci lasciano, Federica annuncia che tornerà a portarci dei palloncini, cosa che sì, accadrà, ma mooooolto tempo dopo, all'incirca tre secondi dopo che avrò chiesto "Ma Federica non aveva detto che tornava coi palloncini?"
Su in baby club fa un caldo impressionante, mitigato solo dalle finestre aperte (a un certo punto ce le faranno chiudere per accendere i condizionatori, che saranno però di ben misero aiuto) e suggerisco che l'anno prossimo dovremmo vendere i biglietti come solarium per rimpinguare le casse di Sala e Club (in cambio, nel pomeriggio, in Sala Giochi si formerà un microclima fresco e ventilato, e Marco suggerirà di vendere i biglietti per entrare lì). Nel turno vediamo, incredibile a dirsi, due bambini con rispettive genitrici. Uno dei due, peraltro, si siede davanti al condizionatore, ci poggia il tablet, indossa le cuffie e si mette beato a guardarsi un film o non so cosa (lo ritroveremo ancora lì all'ora di pranzo).
In programma ci sarebbero le foto dello staff con Terry Farrel e Silvester McCoy. Dobbiamo aspettare qualcuno che copra la sala giochi, però.
Nel frattempo, Federica e Sara si offrono volontarie per aiutare la reception a organizzare i tavoli per la cena con gli ospiti (ex cena di gala). Dato che in staff siamo pochini quest'anno, anche aggiungendo al nostro la sala PC c'è posto per Pierpaolo, ma quella è la parte facile, da lì in poi le prodi damigelle dovranno girare per la convention a caccia di gente, e infatti si avviano mentre noi aspettiamo il famigerato cambio.
Quando siamo pronti per la foto con la Farrell, Angelo manda me e Daniele a cercarle per avvisarle. Io guardo ovunque senza riuscire a trovarle, questo anche quando passo loro letteralmente davanti non notandole dietro un tavolo a cui si erano appoggiate per scrivere. Abbiate pazienza, è il quarto giorno di Starcon dopotutto...
La foto non richiede che qualche minuto, forse la più rapida di sempre. Terry Farrel è carinissima e ci saluta tutti con strette di mano all'arrivo e alla partenza, facendo anche un commento sul fatto che io non abbia voluto mettermi in ginocchio, delegando Daniele (ma no, grazie, no, il mio ginocchio ha problemi suoi anche senza fargli fare queste cose). La foto com McCoy dovrebbe essere più tardi, molto più tardi, tanto più tardi che, a forza di essere rimandata, scompare nel nulla.
Con Angelo saliamo poco dopo al ristorante per preparare i tavoli per i pranzi di comitato. Oltre ai due già previsti ne era stato affisso un terzo, riciclato, perché c'era un gruppo interessato, che però poi non si iscrive lasciando Pierpaolo, che vi si era aggiunto, da solo. C'è comunque posto nei paraggi al tavolo dello staff giochi (dove, per quanto riesco a vedere, alla fine non c'è nessuno dello staff giochi; credo potessero esserci Sara e Federica, ma se sì sono corse via a finire il lavoro dei tavoli).
Uno dei comitati è il mio di Star Trek, ambientato su una nave alquanto insolita. A giocarlo Alessio, Davide, Laura, Fabio, Stefania e Paolo, che, arrivato al tavolo, mi domanda se "ho pensato" a quello che mi ha detto sul cooperativo e resta sorpreso del fatto che io abbia praticamente già delineato tutto (ma io sono quello che si sogna i regolamenti completi di notte, anche se è ovvio che lui non possa saperlo). Il problema, che resta inespresso, è che sto già lavorando ad altri due giochi, senza considerare i progetti aperti a lunga decorrenza, quindi quando cavolo mi ci metterò su? Boh! Però l'idea c'è e la vorrei portare da qualche parte, penso che possa venirne fuori qualcosa di interessante.
Intanto, però, si gioca. Davide e Alessio mi chiedono di limitare un po' i tempi perché loro e altri stanno organizzando (da tempo) una sorpresa a Gabriella e dovrebberlo metterla in atto subito dopo pranzo. Io li assisto di buon grado e tento di mantenermi in linea con i loro orari (per quanto ne so, riuscendoci).
Non so bene perché ma ci viene richiesto di fare la fila per i pasti in perpendicolare ai banchi, situazione che complica non poco la gestione del pasto in questione. In effetti ho preso solo primo e contorni e così, ottimizzando i tempi, quando Alessio e Davide si alzano per una conversazione privata, ne approfittiamo tutti per andare alla fila dei secondi. Incluso Alessio. Che il secondo l'ha già preso e doveva prendere solo il primo (perché dopo non lo so, affari suoi) e di conseguenza se ne sta lì a fare la fila con un piatto di spaghetti in mano senza ragione alcuna.
Il gioco va bene, Laura in particolare fa tutti i punti che poteva fare, riuscendo anche a individuare in dettaglio due delle "cose strane" che stanno accadendo a bordo, e lasciamo la sala in tempo utile, mentre Angelo al tavolo accanto è ancora in pieno gioco. Non riuscirò poi a vedere la sorpresa organizzata, ma conto di vederne il video quanto prima (sì, lo so, è già su FaceBook).
Ho finalmente un po' di tempo libero da passare con mio cugino, che mi mostra i suoi acquisti (per altri) mentre torniamo nella parte comics. Anche io vorrei comprarmi qualcosa, l'ennesimo ciondolo in effetti ma, più che per la collezione, per sostituire quello attualmente appeso al mio marsupio, un medaglione col logo della Xavier's School for Gifted Youngsters" che mi sta un po' sulle balle (no, non nel senso che mi sta antipatico, con significato... un po' più letterale...). Per lo più trovo in vendita collanine ma, assodato che possono farle su misura, potrei in teoria farmi fare una catenina corta abbastanza da usarla per i miei scopi. Quasi lo faccio, dopo aver finalmente individuato un ciondolo che non mi dispiace (il logo stilizzato del Dr. Who che già una volta ero stato sul punto di comprarmi, ma un po' più piccolo e discreto) ma mi rendo conto che la maglia è troppo sottile. Già ho con rammarico perso la famosa testa di Jeeg, che pure aveva una catenina bella robusta, quella mi si spezzerebbe al primo intoppo, e lascio perdere. Curiosando tra i banchi, però, noto dei carinissimi segnalibro a clip magnetici e finisco per comprarne due uguali, nessuno dei quali per me. La parte curiosa è che, mentre li scelgo, ripeto tra me che posso tranquillamente permettermi di spendere questi X (<- cifra censurata) Euro, ma il problema è che non so da dove sbuchi quella cifra visto che non conosco il prezzo degli oggetti in questione. Quando poi lo chiedo e corrisponde al centesimo... uh... beh...
Ci sono anche delle magliette carine (e, come detto in precedenza, a prezzi più civili di quelli all'interno), ma ne ho davvero fin troppe, specie contando che le uso solo in questi eventi.
Ben presto devo tornare in sala giochi dove trovo Angelo che si sta avviando a farsi fare gli autografi di rito. Visto che ha con sé gli albetti di Ortolani, gli chiedo se già che c'è può far autografare anche il mio (che intanto Pierpaolo mi ha ricomprato) e lui si offre di chiamarmi quando si può andare così scendo io... sì, ok, ma perché? Con Ortolani ho già interagito, l'idea era che lui dovesse andarci comunque mentre io avrei dovuto farlo di proposito... vabbè, comunque chiariamo. :-) Peraltro, a quanto ho capito, nella sessione di domenica nessuno la dava gratis... (ma potrei sbagliarmi).
In sala parte una serie di partite di Flux con giocatori a rotazione. Le vinco quasi tutte io riuscendo anche a fare cose vergognose tipo girare una carta a caso che mi fa vincere istantaneamente (richiedendo, per la vittoria, le uniche due carte che avevo in gioco...) o vincere subito dopo che si sono inseriti in partita Alberto e... uhm, credo Antonio ma non ci giurerei, comunque c'era una seconda persona... di modo che non riescano a giocare una carta una.
Alberto ci propone anche di giocare ad altro e tira fuori tre giochi dalla borsa, lasciandomi basito. Lui spiega dicendo che lavora nel campo dei giochi, cosa che già so, ma resta il fatto che io lavoro nel campo della contabilità e mica mi porto dietro i registri della ditta... O_o Fatto sta che i tre giochi in questione (Boss Monster, che conosco, Stay Away, che conosco di nome, e Rats in the Walls, di cui neanche sospettavo l'esistenza) li vedremo e basta, perché Alberto ed Ellen hanno la sessione autografi e sono gruppo 3, il che significa che saranno fortunati se ne escono (vivi) prima di cena. In effetti non so bene quanto ci mettano, ma i miei sospetti che non li rivedrò in sala giochi sono fondati, nonostante il suo ottimistico "si stanno sbrigando".
La convention, comunque sia, si avvia alla fine. Con Pierpaolo avevamo preventivato di fare un salto in albergo prima della cena, lui per cambiarsi (vorrebbe anche indossare la famosa cravatta dell'Uomo Ragno, che ci sta, ma, lo avviso, lo farà morire di caldo su in sala) mentre io, che intendo restare con la maglietta della Sala Giochi, per prendere il tablet in modo da poter fare qualche foto (ne farò poi pochissime) e mettere in carica il telefono così da trovarlo carico al ritorno. Arrivato in camera non faccio nessuna delle due cose, almeno finché, con un piede già sulla porta, Pierpaolo me le ricorda accidentalmente (non sapeva che dovessi farle, per cui pura fortuna). Come se non bastasse, mi sono riportato in camera tutti i libri che invece dovevo distribuire, e che mi tocca riportarmi indietro, ma se non altro ricordo di recuperare la maglietta "Grazie Alberto" per la foto.
Nonostante siamo andati via a ridosso della foto di gruppo, i miei calcoli sono giusti e torniamo in tempo per parteciparvi. Anzi, torniamo in tempo per metterci in posa e aspettare mentre Nicola Vianello si improvvisa direttore del coro con grande partecipazione dei presenti (almeno quelli non sconcertati, e no, non guardate nella mia direzione, neanche sotto tortura mi sarei messo a cantare, grazie lo stesso).
A foto fatta, Angelo inizia a radunare un po' di gente per il tradizionale girotondo. Io recluto Pierpaolo e poi mi faccio da parte: solito problema di ginocchio, faccio presente, mi limiterò a riprendere come sempre, ma Zen di Yavin4 la prende come una scusa... salvo poi avvicinarmi e chiedere con aria da cospiratore:
"Ma perché, non dobbiamo solo fare un girotondo?"
E io, in tono da vecchia megera: "Saltando".
Indovinate, in quanti saranno a riprendere la scena? :-P
Facciamo anche un ultimo passaggio davanti al banco di Massimo Spettoli dove, tra le chiacchiere, mi metto a guardare i ciondoli. Ci sono dei robottoni vagamente deformed color oro o argento che mi piacciono, ma che sicuramente non mi porterei appesi al marsupio. Per la collezione ci stanno, però, per cui sto per prendere un grande Mazinga quando noto che ci sono ancora dei ciondoli in metallo della serie dello Yattacan preso lo scorso anno. Uno è una macchina dei Predatori del Tempo, l'altro il robottino di Yattaman e il terzo? Visto appeso è incomprensibile, sembra un guerriero mezzo nudo con l'elmo (ma che c'entra?), ma quando lo prendo e sollevo la presunta celata, scoprendo di cosa si tratta, lo acquisto immediatamente (be', la frase esatta rivolta a Massimo è "Sto per darti dei soldi, li vuoi?")
Tornati in sala, ci accordiamo per iniziare a smontare solo il giorno dopo (non io, ovviamente, che non ci sarò) e usare il dopocena per fare un briefing dello staff (che poi non faremo, vista la durata apocalittica della cena in questione).
Parliamo anche di possibili giochi da realizzare per la sala. Angelo ne ha in cantiere uno del Dr. Who e un altro che non ricordo, io gli ricordo che anche io ne ho uno del Dr. Who che non sono mai riuscito a finire, e lui cade dalle nuvole... quest'uomo non legge FaceBook!
Ben presto saliamo al ristorante e ci sistemiamo al nostro tavolo, a cui, visto che ci avanza un posto (anche se Federica, non so perché, pensava di no), si aggiunge anche Laura... ben felice, visto che l'unico altro tavolo disponibile che aveva trovato era quello di un venditore piuttosto... allegro... (credo di non averlo mai visto senza un bicchiere in mano se non lungo i tragitti necessari a procurarsene uno, tanto da aver iniziato a sospettare che ce l'avesse impiantato stabilmente a mo' di uncino).
Ma un mistero a cena non vogliamo certo farcelo mancare, e così pare sia sparito il tavolo dei bambini (!) anche se Sara e Federica sono certe che fosse nella lista consegnata a Gisella, che peraltro conferma. E quindi? Per risolvere, alla fine accettiamo di "smontare" il nostro tavolo e distribuirci altrove, lasciando due di noi coi bambini, motivo per il quale io sono il primo ad alzarmi e dirigermi sparato verso la mia nuova collocazione. Non riesco, però, a raggiungerla perché vengo richiamato, dato che il famigerato tavolo pare sia ricomparso. Peccato che, nel frattempo, siano spariti Angelo, Federica e Sara, che aspetteremo per un bel po' dopo che ci sono già stati serviti gli antipasti (o, meglio, l'antipasto). Pensando più a loro che all'antipasto in questione, è solo dopo che tornano che mi rendo conto che ai miei "bocconcini di pollo con carciofini e scaglie di grana" manca un componente vagamente essenziale... i bocconcini di pollo! Alla fine non protesto, anche se ne ho voglia (di protestare, non dei bocconcini).
Altro mistero è come mai nel menù "Klingon" ci sia come secondo primo "strozzapreti al ragù vegetariano" (che, per inciso, non ci sono nel menù vegetariano), che oltretutto si rivelano essere al pesto con verdure, e il sospetto è che le verdure in questione vengano dritte dai buffet dei giorni precedenti...
La cena, di per sé, è abbastanza deludente, e mi spiace per Pierpaolo che ha cambiato i suoi soliti giorni di permanenza apposta. Al di là del cibo (non eccelso ma neanche terribile) e dell'incredibile lentezza che la farà durare ore, gli attori sono terribilmente sedentari quest'anno, e di passare tra i tavoli proprio non se ne parla. Shatner manca del tutto (mi sorprende relativamente poco, ma da che frequento la cena di domenica è il primo attore a non presenziare) e gli altri, o meglio le altre, non si muovono dai loro posti. Neppure la Masterson, che in genere è decisamente pronta a mescolarsi col pubblico ma stavolta si limita ad alzarsi ogni tanto per proporre un brindisi o un applauso. D'accordo, capisco il non sbucarti dietro all'improvviso mettendoti una mano sulla spalla e sequestrandoti il bicchiere, Mulgrew docet, ma almeno passare a salutare...?
Comunque sia, alla fine è tanto tardi che, assodato che la riunione in sala non si farà (in caso contrario ci eravamo già organizzati perché Pierpaolo andasse in albergo senza aspettarmi) ce ne andiamo a dormire, non prima di aver preparato i bagagli in modo da poter partire di buon'ora la mattina dopo. I problemi delle ferrovie dovrebbero essersi risolti e si prevede che tutto scorra liscio.

E ovviamente così non è...
Usciti dall'albergo la mattina (abbandonando le chiavi perché, indovinate, in reception non c'è nessuno) ci viene detto che a quanto pare qualcuno è finito sotto un treno in un punto imprecisato e i treni saranno in ritardo. Noi, imperterriti, facciamo comunque il biglietto, anche perché la macchinetta avvisa che il nostro treno ha 16 minuti di ritardo, poco piacevoli ma accettabili. Ma sarebbe troppo semplice. In buona sostanza, alcuni treni vengono cancellati, uno continua a essere annunciato con "165 minuti di ritardo" (quanto senso la cosa possa avere è da definire) e il nostro... neanche appare sui monitor.
Alla fine, in compagnia di Franca Pardan, decidiamo di affidarci all'autobus, e ci ritroviamo alla fermata con invidiabile tempismo, giusto al momento in cui sta per partire. È un viaggio un tantino sballottante, ma alla fine giungiamo alla stazione di Rimini dove ci incontreremo con Marcello, che infatti mi telefona di lì a poco.
"Già che abbiamo poco tempo", mi dice, "che ne dite se ci fermiamo a prendere qualcosa al bar davanti alla stazione?"
"Certo", rispondo io, "quello con l'insegna verde?"
E lui: "No, non ho addosso niente di verde". ^__^;
Facciamo le immancabili quattro chiacchiere post-STICCON e arriva fin troppo presto il momento di prendere il treno per Bari, stavolta senza ulteriori intoppi... a parte una signora sudamericana che ha decretato che il posto di Pierpaolo sia suo, ma poco male, gli altri 3 del blocco sono comunque liberi.
Probabilmente è il periodo più lungo trascorso ininterrottamente con Pierpaolo dal suo arrivo a Bellaria (specie contando la quasi mezz'ora di ritardo all'arrivo, che vanifica ogni mia speranza di prendere il treno delle 15.46 da Bari) e nel corso del viaggio abbiamo anche modo di fare una nostra prova della Kobayashi Maru personale: attraversare tutto il treno per arrivare alla carrozza "ristorante" passando per varie porte ognuna diversa dalla precedente e attraverso corridoi dalle improvvise folate di vento (irrilevanti all'andata, un po' meno al ritorno quando ci portavamo dietro le nostre belle piadine, consigliate esplicitamente dal loquace barista prima che, attivato da un'accidentale menzione del Bacio di Latte, iniziasse a farci la cronistoria della pasticceria in questione).
A Bari c'è tempo per il tradizionale megagelato da Catullo (anche se continuo a non trovare il gusto cioccolato&menta decantatomi da mia sorella, ma che pare esistesse solo in quell'unica occasione in cui l'ha assaggiato lei, né la cassata, che in genere abbino al cioccolato fondente) e poi ci separiamo. Il mio treno non partirà ancora per un po', ma per fortuna è già al binario e posso mettermi a sedere. Non ho da leggere, non avendo ricaricato il palmare (supponevo giustamente che non l'avrei usato nel viaggio verso Bari, non essendo da solo, ma avevo dimenticato quello da Bari a casa), ma mi arrangio. Anche questa Starcon è finita, ma già questo fine settimana c'è il BGeek a Bari e poi... si vedrà.

- Episodi dimenticati dei giorni precedenti
Viaggio di andata: mentre, appena salito in treno, leggo di un demone che prepara dei toast, da dietro di me si sprigiona l'inequivocabile odore... di toast O_o

Non citato è l'incontro di sabato pomeriggio con Simone che riesce puntualmente a materializzarsi all'improvviso nelle mie vicinanze, come già in quel di Lucca. E, in effetti, la Comics ha portato un po' di Lucca a Bellaria, almeno nel senso che, come lì, spesso e volentieri incontrerò persone che non sto cercando ma faticherò a trovare quelle che invece cerco.

Sempre sabato, andando verso la tensostruttura, incontro anche Gabriele Giorgi, convinto che sia arrivato da poco, invece è lì da giovedì anche se non l'ho visto neanche di striscio.

- in ordine sparso
Uno dei pezzi del baby club più utilizzato quest'anno è la scacchiera... solo che ad usarla sono Riccardo, Daniele, Denise (a rischio di assimilazione nello staff) e a un certo punto anche io (che decisamente non gioco a scacchi da troppo tempo e faccio errori marchiani già in apertura).

Restando in tema, abbiamo trovato almeno due persone (Riccardo e Denise, appunto) che sanno gestire gli Scacchi 3D. Sì, ovviamente il più delle volte qualcuno vorrà sapere come ci si gioca mentre loro non ci sono, ma è già un passo avanti.

Sento dire che i venditori dell'area Comics si sono lamentati dell'esito della fiera, anche perché pare fosse stato concordato di fare in modo che i visitatori, per entrare, dovessero attraversare la tensostruttura, e così non è accaduto. In realtà, come ho avuto modo di dire, i visitatori sono davvero stati convogliati lì con le transenne, almeno finché arrivavano dalla strada a piedi e non parcheggiavano in auto direttamente davanti al centro, ma in sostanza la struttura era quasi sempre chiusa se non in poche ore del pomeriggio, il che trasformava il "convogliamento" in un fastidio per chi arrivava senza alcun reale vantaggio per i venditori. Io però mi domando se i bizzarri orari di apertura siano stati decisi dalla Starcon o dalla struttura in sé e, anche nel primo caso, c'è da notare che spesso e volentieri passando da lì si trovavano banchi coperti anche in primissima serata, quando tecnicamente la struttura era aperta. Da dire anche, però, che la tenda in sé era alquanto anonima, bianca senza uno straccio di striscione o cartellone (a parte un paio di ambigui "gadget in vendita all'interno" scritti a mano alla meglio dal secondo giorno) che la identificasse e che, appunto, per essere una "mostra mercato del fumetto", di fumetto se ne vedeva davvero poco.

Non ricordo esattamente in quale giorno e momento, girando con Pierpaolo scopro dove si trova il banchetto della pesca di beneficenza, di cui di solito sono assiduo frequentatore ma che quest'anno mi sembrava non ci fosse affatto (il solito posto era occupato dai venditori sfrattati dal bar). Sul momento però ho altro da fare e solo a fine convention mi renderò conto di non esserci più passato.

Credo sia la prima volta in assoluto che alloggio in un albergo e non accendo la TV neanche per vedere se funziona.

Meno prolisso dei miei, c'è anche il report di Pierpaolo: http://boffare.blogspot.it/2016/05/starcon-2016-pseudo-reportage.html

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