martedì 30 dicembre 2008

Io non so disegnare

... e questo, diciamoci la verità, non è un mistero per nessuno.
Non che mi lamenti, so fare un sacco di altre cose e questa è una di quelle che proprio non mi riescono, però ci sono, e ci sono stati, molti momenti in cui avrei adorato saperlo fare.
Oggi, mentre preparavo una strip di Anthuar con i Microheroes, mi sono ricordato di uno dei motivi per cui avrei voluto saperlo fare, una cosa che risale a molti, molti anni fa e che si estrinseca in lui:

Questo strano incrocio tra una lumaca e una pera con le zampe, che risponde al nome di Uffo ed è, come si può intuire, un alieno, era nato ai tempi del Komics Club e avrebbe dovuto essere usato per una serie di vignette sul mondo del fumetto, che ovviamente non sono mai state realizzate perché, appunto, io non so disegnare!
La mia passione per le strip ha poi trovato sfogo in quelle di Anthuar, appunto, reperibili qui
http://www.kcfg.it/strips.php
e comprensibili a pochi perché bisogna conoscere i retroscena per capire molte delle battute, ma mi dispiace sempre non aver potuto fare quelle di Uffo perché avrei avuto molto più da dire, rispetto a queste dove le possibilità sono comunque limitate dai legami con l'ambientazione.
Chissà... riuscirò a riprovarci usando la computer grafica? Ne dubito... ma intanto ecco l'unica altra immagine decente del nostro, con tanto di disco volante dall'espressione compiaciuta (si nota?)

domenica 28 dicembre 2008

Twilight - the movie

D'accordo, non ho ancora letto il libro (rimedierò), ma intanto mi sono visto il film.
Quasi due ore.
Per eventi che si potevano beatamente condensare in venti minuti. E se si considera che in genere i film tratti dai libri faticano a tenere dentro tutto, mi domando esattamente cosa ci sia nel libro.
La prima cosa che mi ha colpito, comunque, è il personaggio di Edward. Da quanto so, nel libro non si fa altro che ripetere quanto sia bello, bello, bello, bello.
Ora...

... considerando che questo è probabilmente il fotogramma in cui appare al suo meglio, mi sembra evidente che io e chi ha fatto il casting per il film abbiamo concetti mooooooooooooooooooooolto diversi di bellezza...
Ma sorvolando su questo dettaglio estetico, il film in sé non è brutto, ma è di un piattume eccezionale, anche senza arrivare mai ad essere noioso tout court. La storia è di una pochezza estrema (praticamente riassumibile in: lei cambia paese, incontra lui, si innamorano, lui è un vampiro ma non è poi questo gran problema, arrivano i vampiri cattivi, lei scappa, il vampiro cattivo la raggiunge, quello buono la salva e la porta al ballo della scuola, fine) e la rappresentazione dei vampiri è ridicola, ma non è colpa del film quanto del libro, quindi non me la prenderò con gli addetti ai lavori per questo.
Comunque lo leggo, prima o poi lo leggo.

Ghiaccio rosso sangue

Parlando di film visti per puro caso senza sapere neanche di cosa si tratti, mi sono ritrovato a guardare questo "ghiaccio rosso sangue", un film del 2007 che mi auguravo essere un horror e che in effetti si è rivelato tale e, cosa ben più inattesa, si è rivelato decente!
La trama in sé è piuttosto semplice, due ragazzi in viaggio verso il Delaware lungo una statale ghiacciata nel periodo di Natale (sì, mi è capitato di guardarlo proprio al momento opportuno) restano bloccati dopo un incidente. Da questa premessa banale, ci si ritrova in una classica ghost story con tutte le complicazioni del caso.
Sebbene non ci sia niente di estremamente originale nell'insieme, il film è piacevole e ben interpretato da attori che una volta tanto sanno fare il loro lavoro, e ho molto apprezzato sia i tocchi di foreshadowing, messi al posto giusto e senza eccessive forzature, che il finale.

sabato 27 dicembre 2008

Film da non vedere: Haunted Boat - Incubo in Alto Mare

Ci sono film di terza categoria che vedo con tutta l'intenzione di farlo (e ben consapevole di cosa sto per guardare) e altri in cui mi imbatto invece per puro caso, come questo, affrontato senza neanche sapere esattamente se fosse un thriller, un horror o cosa.
Era "cosa".
Già dall'inizio viene il chiaro e lampante sospetto che si tratti di un film che non ha mai visto l'interno di una sala cinematografica (mia sorella ha azzardato che fosse un filmino amatoriale...), ma a questo alla fine si può anche passare sopra (con un rullo compressore, magari...).
Il problema vero inizia (ma non finisce) quando si entra nel vivo delle vicende.
Storia piuttosto semplice: dei ragazzi stanno per andare in vacanza sulla barca che uno di questi ha ricevuto in regalo (o in eredità, o come maledizione familiare, la cosa non mi è rimasta molto impressa) nonostante dei pescatori cerchino di scoraggiarli per qualche ragione ignota.
Durante la prima notte al largo, i ragazzi bevono, chiacchierano, e iniziano a raccontarsi le loro peggiori paure, che per qualche strana ragione vengono mostrate sotto forma di scene inserite nel mezzo dei loro discorsi. Una di loro (una brunetta di cui non ricorderei il nome neanche sotto tortura, come di tutti gli altri del resto), fa anche un discorso confuso sul fatto che se non si crede a qualcosa allora quella cosa non esiste (una disquisizione che alla luce dei fatti si potrebbe interpretare come il peggior tentativo di foreshadowing della storia del cinema, considerato che accenna all'esatto opposto di quello che poi sarà il film).
Successivamente, durante un allegro bagno in mare, uno dei ragazzi, che aveva dichiarato di aver paura di affogare e per inciso faceva parte della squadra di nuoto della scuola, si sente male mentre è in acqua e affonda come un peso morto. Gli altri (dopo mezz'ora praticamente) tentano di soccorrerlo senza risultato (forse anche perché il loro tentativo di soccorso consiste nel vagare a destra e sinistra con la scialuppa chiamandolo a gran voce...). Mentre ciò avviene, una delle ragazze dice di aver visto uno squalo, e in effetti se ne vede uno venire chiaramente verso lo schermo, sbatterci contro e spargere sangue ovunque, questo al di là del fatto che in effetti non ci sia nessuno squalo e non si veda sangue da nessuna parte per tutto il resto del film.
C0nsumata la tragedia, i nostri decidono di tornare, ma, sorpresa, il motore della barca si guasta (o almeno quello dicono, in realtà non si capisce cosa abbia) e anche il generatore si spegne, lasciandoli senza corrente (ovunque, a quanto pare, tranne che nel bagno, dove invece funziona benissimo...). I nostri sono così costretti a trascorrere una notte a lume di candela, accendendo una quantità industriale di ceri, di quelli alti un centimetro, e una specie di candela monumentale alta quanto il monte bianco (quest'ultima prima del mattino sarà completamente consumata, mentre i ceri staranno ancora bruciando tranquillamente...).
Al mattino i due ragazzi superstiti decidono di andare a cercare aiuto con la scialuppa, mentre le tre ragazze restano a bordo. Una di loro ha una specie di crisi epilettica che le altre gestiscono come vere professioniste... delle comiche.
Torna la notte e con questa un temporale. Le due ragazze ancora in gioco sono terrorizzate. A un certo punto si avvicina una barca a remi con su un brutto ceffo che mi auguro di non vedere neppure in un incubo (e che, sorpresa, era comparso in una delle sequenze illustrative delle paure dei naviganti... o, meglio, la sequenza illustrativa era in effetti un montaggio di questa stessa scena) che la brunetta fa tranquillamente salire a bordo. Questo non è poi un gran problema perché questo non fa che aiutare la ragazza in crisi, sparare qualche leggenda metropolitana, tirare fuori un insetto dall'orecchio dell'epilettica (non chiedetemi perché, comunque è un'altra scena che era stata usata nel montaggio iniziale) e venir cacciato via dalla seconda ragazza che almeno dimostra di avere un po' di sale in zucca.
Poco dopo ritornano i due ragazzi con l'aria da morti viventi e rientrano senza pronunciare una sola parola. La brunetta inizia a pregare e loro spariscono nel nulla (letteralmente, diventano trasparenti e poi scompaiono), ma la cosa non sembra importare a nessuno.
Poco dopo, la seconda ragazza va in bagno, cerca di accendere la luce, tocca un filo scoperto e resta fulminata (da ricordare che era l'unico posto di tutta la barca dove c'era la corrente elettrica nonostante il generatore fuori uso...).
Poi tornano i ragazzi che in realtà erano ancora nella scialuppa ed erano convinti di andare nella direzione opposta (se qualcuno sta leggendo qui e inizia a sentirsi confuso, giuro che non dipende dalla mia narrazione, anzi...). Quando tornano però non trovano assolutamente nessuno sulla barca.
Poi la brunetta esce da sottocoperta e trova tutti i suoi amici lì a dormire. Tutti, nessuno escluso.
Si suppone che le loro morti siano state solo un sogno, solo che poi, in effetti, sono morti.
Lei inizia a frignare, e un secondo prima che ti venga voglia di ammazzarla arrivano i soccorsi che la portano in salvo e le chiedono perché abbia preso il largo da sola...!
Eh sì, perché lei era sola, i suoi amici non sono mai esistiti, erano solo un parto della sua fantasia malata (o forse di quella dell'ideatore del film...). Lei ha perfino una foto con tutti loro... solo che nella foto c'è solamente lei e nessun altro... lineare.
Ma l'autore della pellicola è troppo geniale perché la cosa si concluda così!
La ragazza, infatti, torna al porto, dove non c'è la sua barca ("sua" per modo di dire, in effetti non era sua, quindi di chi cavolo era?), ma in cambio se la vede passare davanti poco dopo con tutti i suoi amici immaginari... Si butta, la raggiunge a nuoto, la barca prende il largo e poi... scompare.
Sfortunatamente, chi ha inventato questa genialata probabilmente non è andato a sua volta in dissolvenza ma ha iniziato a progettarne altre.

martedì 16 dicembre 2008

Coincidenze nostalgiche

La mia "carriera" di giocatore di PBEM è iniziata ben più di dieci anni fa. Escludendo i tentativi più o meno falliti con i giochi di stampo classico, "masterizzati", sia da giocatore che appunto da master, l'inizio vero e proprio lo faccio risalire al mio ingresso nel PBEM di narrazione Alliance, dedicato a Star Trek e, peraltro, molla che mi ha poi portato alla creazione del KCFG.
Fu in quell'occasione che diedi vita ad Alissia Deck, vulcaniana sessuomane e completamente fuori di testa, e ad oggi, che io sappia, uno dei soli due PG ad aver vissuto in prima persona una sorta di crossover tra un PBEM di Star Trek e uno fantasy (quando la scambiai fisicamente di posto e di gioco con Saleria Lindir tramite una bizzarra anomalia spaziotemporale).
Nonostante tutti i suoi innegabili difetti, Alissia era arrivata a diventare capitano di una nave stellare, e tale era quando lasciai il gioco per ragioni... personali (leggasi: qualcuno me le aveva fatte girare così tanto che ancora oggi non sono del tutto sicuro di quale sia la destra e quale la sinistra...)

Già prima di abbandonare Alliance, avevo iniziato a giocare a Star Trek: Resurrection, altro PBEM nel quale molti giocatori del primo erano migrati (in effetti creandolo appositamente), anche se non con lo stesso personaggio.
Caso ha voluto che, a distanza di tempo, anche in questo PBEM io mi sia ritrovato ad avere il comando di un'installazione, la base stellare Nemesis.
La vera coincidenza però, prima di quelle del titolo, è un'altra.
Ho infatti scoperto solamente oggi che uno dei membri dell'equipaggio di Nemesis è stato tempo fa, prima di abbandonare per motivi suoi, un giocatore di Alliance. E fin qui nulla di particolarmente eclatante, chiaro. Il "dettaglio" è che non solo era un giocatore di Alliance ma un membro dell'equipaggio della USS Mirror, la nave che comandavo io, anche se la mia memoria RAM non se lo ricordava assolutamente. ^__^;;

Le coincidenze però, come le ciliegie, non vengono mai da sole (o era "una tira l'altra" ed erano i guai a non venire mai da soli... vabbe', chissenefrega :-P). Fatto sta che un po' di tempo dopo la lieta scoperta mi sono ritrovato per motivi che non starò a precisare (ma che non includono "tanto per passare il tempo" e "perché non avevo di meglio da fare") a inserire il mio nome in una ricerca di Google.
Assieme ai risultati che mi aspettavo, e ad alcuni che non mi aspettavo ma che non mi hanno sorpreso poi tantissimo... mi sono imbattuto in una strana serie di header che a ben vedere non mi erano del tutto estranei, e per farla breve ho scoperto che esistono ancora in rete gli archivi delle e-mail della USS Mirror di quell'epoca.
In breve mi sono ritrovato a dare un'occhiata alle vecchie vicende che avevo giocato, facendo un piccolo tuffo nel passato e ritrovandomi a sorridere davanti alle prodezze di Alissia e alle strane vicende che l'avevano coinvolta, incluso lo scambio di menti con una sua omologa dell'universo dello specchio, la lotta per affermare la sua identità e infine la fusione mentale accidentale con il suo doppio in un unico individuo (sì, ero contorto anche allora, mica ci si diventa con l'età... :-P). Mi è anche venuta voglia di ripescare il personaggio, anche se ora come ora non avrei davvero la possibilità di inserirlo da nessuna parte (e no, di tornare in Alliance non se ne parla proprio!)

venerdì 12 dicembre 2008

X-FILES: volevo crederci...

OCCHIO AI POSSIBILI SPOILER!

Prima o poi, è evidente (è evidente a me, non come costante universale :P) avrei dovuto vedere il nuovo film di X-Files.
E ho capito il perché del titolo "X-Files - voglio crederci".
In effetti bisogna proprio voler credere che il film abbia qualcosa a che fare con gli X-Files, e anche volendolo ci si deve davvero impegnare parecchio per riuscirci.
La verità è che hanno preso il solito thrillerino con elementi paranormali, del genere che tipicamente neanche arriva sugli schermi cinematografici e viene proposto direttamente in DVD scarsamente reperibili e/o trasmesso in TV in orari inaccessibili a chi ha lo strano vizio di dormire durante la notte, hanno rimosso di peso i due tipicamente anonimi protagonisti con un passato comune noto solamente a loro ma continuamente accennato nel corso degli eventi, e li hanno sostituiti con Fox Molder e Dana Scully, più un tocco assolutamente inutile di Walter Skinner tanto per gradire.
Se non fosse, appunto, per i protagonisti, il film non avrebbe niente a che vedere con X-Files. Non ne rispecchia le atmosfere, non riprende niente della "mitologia" della serie (e, per inciso, a me sta anche bene che non ci siano di mezzo gli alieni, che ho sempre ritenuto non tanto l'ossatura della serie, come si supponeva che fossero, quanto la parte più noiosa e convoluta della stessa, almeno nelle ultime stagioni, ma X-Files non è/era solo alieni), le uniche cose che lo legano al telefilm da cui trae il nome sono gli accenni sparsi qua e là (in modo quasi completamente gratuito) a eventi dello stesso, e qualche battibecco vecchio stile tra Mulder e Scully che comunque non basta neppure lontanamente a risollevare la pellicola.
Quello che mi domando dopo la visione è... perché??? A che scopo investire soldi e risorse in un filmetto del genere? Capisco che si potesse contare sull'afflusso al botteghino dei fan della serie, che indubbiamente non vedevano l'ora di rivederne in azione i protagonisti, ma quegli stessi fan probabilmente ora non vedono l'ora di sputare in faccia agli artefici di questo... questo... direi scempio ma in realtà è una cosa talmente amorfa che neppure lo si può definire tale...

La storia è di una banalità disarmante, nonostante gli spunti che avrebbero potuto essere sviluppati molto meglio: un'agente dell'FBI è scomparsa, un prete spretato, pedofilo e sensitivo ha avuto delle visioni sulla sua scomparsa ma queste hanno portato solo al ritrovamento di un braccio amputato (che ancora non ho capito cosa c'entrasse alla fine della fiera), perciò l'FBI si rivolge a Dana Scully, che non lavora più per loro e fa il medico a tempo pieno, per entrare in contatto con Fox Mulder, che non si sa dove sia (salvo che probabilmente lo sanno cani e porci, la stessa Dana due minuti dopo fa notare che se l'FBI avesse voluto trovarlo avrebbe potuto riuscirci senza problemi).
Dana prima nega di avere contatti con Fox, poi va a casa sua trovandolo intento a lanciare matite sul soffitto e con una barba lunga e incolta (domanda lecita: ma come campa? Chi gli passa i soldi?), lo convince senza troppo sforzo a collaborare "in cambio del perdono", e i due parlano col sensitivo, fanno a turno a credergli e non credergli, lo portano in giro, ci litigano, e alla fine scoprono che c'è un russo che rapisce delle donne perché vuole trapiantare la testa di suo marito (che è uno dei 37 chierichetti molestati dal pretdofilo), che ha un tumore ai polmoni, sul corpo di una donna (e se qualcuno mi spiega perché sul corpo di una donna mi fa un grosso favore). Tra l'altro pare che l'abbia già fatto con una prima vittima e non è assolutamente chiaro cosa non abbia funzionato (il tipo è evidentemente vivo).
In una maniera convoluta, e che a ben vedere c'entra poco quanto nulla con il sensitivo, Mulder scopre tutto, viene buttato fuori strada dal russo, si salva, raggiunge il laboratorio dove si sta per svolgere l'operazione, viene drogato e malmenato, viene salvato da Scully e Skinner che arrivano proprio al momento giusto perché quest'ultimo e Mulder possano avere un incontro amoroso (OK, non proprio, ma l'idea che danno è decisamente quella).
Sullo sfondo c'è anche una faccenda che riguarda Scully, un bambino con una malattia incurabile e una terapia sperimentale, di suo più interessante di tutto il resto ma della quale non sapremo mai la fine perché il film si interrompe prima.
Rimane giusto la scena finale (post-titoli di coda) con i due protagonisti in barca a remi in mezzo al mare, presumibilmente in vacanza (lui in vacanza da cosa esattamente non è lecito saperlo).

Davvero speravo che questo film sarebbe stato qualcosa di meglio, ma è a malapena un revival per nostalgici infilato in una cornice che non gli si addice minimamente, il cui unico valore è avere sullo schermo David Duchovny (ammeso che si scriva così :P) e Gillian Anderson nei ruoli per cui sono più famosi. Considerato il risultato, è un valore di cui si poteva beatamente fare a meno.

mercoledì 10 dicembre 2008

E piove sulle tue carte Carmelo

Mai stato dannunziano, ma qui la citazione ci sta tutta...


... ma è mai possibile che io debba lavorare in un ufficio così?
E questo quando il tempo è bello, perché quando piove scorre fisicamente un bel ruscelletto d'acqua lungo quella traccia, mentre da un angolo appena un po' più in là scende una simpaticissima goccia che cade sul pavimento a intervalli regolari.
Ma si può???

lunedì 8 dicembre 2008

Ci sarà un motivo per cui non amo le festività...

... e a volte mi domando quale sia, anche se tecnicamente lo so benissimo, poi mi sovviene che, a parte la ragione primaria, il motivo è che non riesco mai a combinare niente: parto con tutti i miei bei progetti e poi alla fine della fiera non ho concluso assolutamente nulla di quello che avevo preventivato.
Il che è assurdo: se in un fine settimana riesco almeno a fare una parte delle cose previste, perché non riesco nemmeno a iniziarle in tre giorni filati?
Fatto sta che il Sabato se ne va in spesa, cucina, rifai i letti, sciocchezzuole varie, e teoricamente mi avanzava un po' di tempo ma non avevo più voglia di fare niente e l'ho perso giochicchiando qua e là. Domenica parti con un proposito e ti ritrovi a preparare le cartelle per la tombola scolastica di mia sorella, a rispondere a una lettera inattesa (OK, piacevole, ma comunque inattesa) e prima di capirlo se n'è andata la giornata.
Il lunedì di festa... be', è a metà e ho solo iniziato a fare le cose che avrei dovuto completare sabato. Probabilmente se fossi andato a lavoro sarei riuscito a fare di più nella pausa di quanto ho fatto nell'intera mattinata.
Mah!
Misteri della vita.

mercoledì 3 dicembre 2008

E... due? O uno e mezzo?

È finalmente iniziata con soli due giorni di ritardo la pubblicazione dei racconti di Letteraria 2008, per quanto ne stiano pubblicando un po' alla volta e non so bene in quale ordine (il mio, ad esempio, per il momento non c'è ancora).
Anche in questo caso i racconti possono essere letti da chiunque e votati solo dai registrati al sito (che devono non solo votare in senso stretto, da una a cinque stelle, ma anche commentare perché il voto sia considerato valido), ai cui voti andrà poi a sommarsi quello della giuria.

domenica 30 novembre 2008

E uno...

E sono partite le votazioni per il primo dei concorsi di scrittura, qui:

Club degli Scrittori


Per votare bisogna essere membri del forum, ma per leggere per quanto ne so basta entrare e guardare. ^_^

martedì 25 novembre 2008

Grafomania creativa

Che io sia grafomane è un dato di fatto da tempo immemore.
Che ogni tanto la mia grafomania non sia fine a sé stessa ma produca degli scritti fatti e finiti (loro, comunque, fini a sé stessi, ma non è rilevante) è meno noto ma altrettanto assodato.
Fatto sta che, nonostante ciò, il 2008 è il primo anno che mi ha realmente visto cimentarmi con dei concorsi letterari per vedere se le mie bizzarre produzioni potevano piacere anche a qualcuno che non fosse il loro creatore.

Il primo tentativo, c'è da dire, è andato piuttosto bene, con il quarto posto nel concorso "500 Gocce d'Inchiostro" (forse più di quanto quel raccontino meritasse).
Ora si avvicina il 30 Novembre e sarò in lizza in altri 3 o 4 concorsi con altrettanti racconti. Almeno due tra questi saranno peraltro esposti al pubblico ludibrio prima della proclamazione del vincitore, e votati (anche) dai lettori... sono curioso di conoscere le reazioni... decisamente più che di sapere il risultato...

lunedì 24 novembre 2008

Film da non guardare, Parte II: Shark Invasion

Quando ci si trova davanti a un film che in originale si chiamava "Raging Sharks" e in Italia è stato distribuito come "Shark Invasion", ci si dovrebbe iniziare a preoccupare fin da subito...
In effetti io ho iniziato, ma ormai ero lì davanti allo schermo...

Sul film in sé non c'è molto da dire.
Nel senso che anche volendo dire qualcosa si fatica a immaginarsi cosa.
La storia si apre con una specie di scontro tra due astronavi (leggasi "scontro" non come "battaglia" ma come "Deficiente! Chi ti ha dato la patente spaziale?!?"), con conseguente caduta di un qualche oggetto da una delle due. L'oggetto finisce sulla Terra, in mare, fine preambolo.

Cinque anni dopo (e fino alla fine del film, e anche dopo, non sono riuscito a capire il perché di questo lasso di tempo) una stazione sottomarina nota un'improvvisa concentrazione di squali in un punto in cui normalmente non ce n'erano. Per varie ragioni, la stazione si sgancia dai sistemi che ne permettono l'emersione, e l'equipaggio resta intrappolato negli abissi (si scoprirà poi che ha un minisub e sarebbe potuto uscire in qualunque momento, ma la cosa al momento è ignota, sia agli spettatori che, evidentemente, ai personaggi, visto che rimangono lì...).
Viene mandato un sommergibile in soccorso (si scoprirà poi che non può soccorrere niente e nessuno perché, contrariamente alla stazione, lui i minisub non ce li ha e non può in alcun modo trasbordare l'equipaggio...). In questo si trova lo scienziato responsabile della stazione, nonché marito di altra scienziata che invece è dentro la stazione (i nomi non li ricordo ma se anche si fossero chiamati Pino e Peppuccia non sarebbe cambiato nulla, tanto sono amorfi i personaggi del film). Proprio costui, assieme a un non meglio identificato agente di una qualche organizzazione che ha a che fare con gli oceani, raggiungono a nuoto la stazione, passando in mezzo agli squali con notevole rischio personale. Rischio, soprattutto, di scoppiare a ridere quando gli squali in questione cominciano a RUGGIRE...!!!
Notare che fin qui, comunque, gli squali ci sono ma sono pochini, tanto che i sommozzatori fanno beatamente il percorso sommergibile-stazione correndo sì dei rischi ma niente di così grave.
Nella stazione non succede un granché... qualche litigio, gente che non vuole uscire dalla stazione per aprire le riserve supplementari di ossigeno (geniale che si debbano aprire da fuori, non è vero?), cose così...
Quando poi il protagonista e il povero fesso di turno si decidono a uscire, e il primo viene attaccato e divorato dagli squali nonostante sia in un mini-mini-sub evidentemente inutile (anche perché il protagonista arriva dove doveva andare senza...), viene rinvenuto quello che evidentemente è lo strano oggetto alieno, cioè un contenitore pieno di simpatici cristalli arancioni.
Lo scienziato porta a bordo uno di questi cristalli e chiede a uno dei suoi di andare a esaminarlo.
Cito la scena in maniera il più possibile "testuale":
- "Pino" chiama lo scienziato per dirgli di esaminare il cristallo
- Lo scienziato sciende, gli dà un'occhiata di sfuggita e afferma di non sapere cos'è
(grazie tante che non lo sai, magari è per quello che dovresti esaminarlo, no?)
- Pino gli domanda se ha provato a farlo reagire col plutonio
(No, evidentemente non ha provato visto che è appena arrivato e neanche l'ha toccato il cristallo, ti pare?)
- Lo scienziato si illumina "Ma certo, il plutonio"
(No, scusa... "ma certo" uno strudel! Esattamente che senso ha questa cosa del plutonio? Cioè tu ogni volta che devi esaminare qualcosa che non sai cosa sia la fai reagire con del plutonio? Ma sei normale?)
Poco dopo, facendo "reagire il cristallo col plutonio" (che per qualche misteriosa ragione è un liquido conservato in un contenitore in cui io non mi fiderei a mettere dell'aceto per paura che me lo rompa...), lo scienziato determina che "è la fusione fredda".
Cérto. @_@
Questa cosa comunque non fa in tempo a dirla a nessuno, perché il più rompiscatole tra gli altri membri dell'equipaggio entra, lo uccide senza la benché minima ragione e fugge via col minisub.
Ora:
- uccidere il tipo e fuggire col minisub sono due cose completamente slegate, il tizio è nel laboratorio, non è neanche vicino a dove si trova il minisub, e ucciderlo, nella migliore delle ipotesi, è uno spreco di tempo e basta
- non ha assolutamente senso che il tizio fugga da solo con il minisub: quando viene inquadrato è più che evidente che dentro ci sarebbe posto per tutti (il che appunto solleva l'interrogativo: ma perché cavolo non se ne sono andati via subito, o alla peggio non appena è arrivato il sommergibile?), quindi l'azione da "fuga del bastardo che usa l'unico mezzo disponibile" perde un po' di mordente... O, meglio, lui è decisamente più bastardo che mai visto che potrebbe portare gli altri e non lo fa, ma gli altri sono dei cretini integrali a starsene ancora lì a perdere tempo, come si fa a dargli torto?
- comunque ormai gli squali ruggenti sono talmente tanti da affondare il minisub, fine della fuga

Ora... sorvolando sull'agente dell'organizzazione governativa che in realtà è della CIA ed è lì apposta per recuperare i cristalli che hanno sempre saputo essere lì ma non sapevano dove (sic!), sul fatto che alla fine muoiano praticamente tutti nei modi meno sensati (per lo più proprio per opera del suddetto agente) tranne Pino e Peppuccia... la scena finale ha veramente dell'orrido, con un'astronave che arriva all'improvviso e due alieni che scendono nell'acqua, recuperano i cristalli, fanno ciao ciao con la manina agli scienziati (che dopo verranno salvati in qualche modo dal sommergibile) e se ne vanno.
Sì... anche loro hanno aspettato CINQUE ANNI prima di andarsi a recuperare i loro cristalli.
Ah... e viene poi rivelato che gli squali erano lì per proteggere i cristalli.
Ovvio.
Come avevo fatto a non pensarci?

mercoledì 19 novembre 2008

"I segni del male"

Ogni tanto capita di guardare un film e arrivati più o meno a metà della sequenza iniziale dire "OK, ho capito come va a finire" (a me, sinceramente, capita fin troppo spesso, c'è gente che mi odia per questo ma io sono superiore e li ignoro :-P)
Ogni tanto capita che il film non finisca come si pensava che avrebbe fatto. E in genere, a meno che la pellicola in questione faccia talmente tanto schifo da non essere recuperabile, questa cosa me lo fa rivalutare.
È il caso de "I segni del male", che inizialmente avevo preso per il solito polpettone pseudoreligioso sul solito anticristo che arriva per causare la solita fine del mondo. A conti fatti non è che non lo sia, a dire il vero, però sul finale prende una piega inattesa che lo rende quantomeno interessante.
C'è da dire che arrivato a un certo punto del film ho cominciato ad essere pervaso dalla noia più assoluta. C'è un'intera porzione di quasi venti minuti che praticamente ho guardato con un occhio allo schermo e uno al giornale che stavo leggendo, senza che questo abbia minimamente inficiato la mia comprensione degli eventi. Come dire che se avessero tolto qualche pezzo qua e là, male non avrebbe fatto.

La trama del film è piuttosto lineare. La protagonista è un'ex religiosa che dopo aver perso marito e figlia in una tragedia (che definire assurda sarebbe l'eufemismo dell'anno, ma non assurda come in "un'assurda tragedia", proprio come in "ma che cavolo di assurdità!") ha perso anche la fede (questa qui doveva veramente seguire un corso su come tenere le cose sempre allo stesso posto per ritrovarle in seguito...) ed è diventata una sorta di scienziata che va a indagare sui presunti miracoli per sbugiardarli.
Le cose cambiano quando viene chiamata a indagare su un paesino il cui fiume sembra essere diventato di sangue, come nella prima delle piaghe bibliche. E in effetti le altre piaghe non tardano a manifestarsi: prima una pioggia di rane, poi un'improvvisa (e schifosa) apparizione di mosche e relative larve, e così via.
La colpa di tutto viene data a una bambina del posto, che dal canto suo fa praticamente di tutto per sembrare strana e inquietante (il bello è che non riuscirà mai ad esserlo tanto quanto nell'ultimissima frase che pronuncia con un tono assolutamente rassicurante, cosa che direi è del tutto voluta).
Alla fine, la protagonista si convince di essere stata mandata lì per uccidere la bambina, che dovrebbe essere in qualche modo un'incarnazione del demonio, e proprio quando sta per farlo... il film diventa improvvisamente decente. ^__^

Il film nel suo insieme, rivalutazione finale a parte, non è poi orribile, ma, come molti film del genere, è lento, a tratti noioso, e ha un'atmosfera cupa talmente forzata da essere più caricaturale che inquietante, salvo in poche sequenze. Non è brutto, insomma, ma avrebbe potuto essere fatto meglio.
Tuttavia il finale, sia quello generale, dopo la svolta, che quello inteso come ultima, ultima, ultima scena, lo rende degno di essere visto.

mercoledì 8 ottobre 2008

Film da non guardare, Parte I: Creepozoids

OK, ho un blog, non ho niente da fare in questo preciso istante... sproloquiamo un po'...

Io sono un cultore dei film di serie Z, soprattutto quanto si tratta di horror guardo anche i titoli più improbabili al solo scopo di vedere quanto si può cadere in basso.

E anche tra i film di serie Z ci sono categorie, perché ci sono quelli pensati bene e riusciti male, quelli il cui unico vero problema è la mancanza di fondi (ma ci sono film miliardari che comunque sono di serie Z per altri motivi...), e quelli che nessuna dose di ottimismo può salvare dall'abisso.

Un film come Creepozoids sembra volersi assestare nell'ultima categoria fin dal titolo ma io, imperterrito, l'ho guardato ugualmente, anche perché speravo magari di ritrovarci tutta una serie di orribili e simpatici mostriciattoli, ma niente, sto ancora domandandomi esattamente cosa volesse indicare il titolo in questione, mah...

Il film, in pratica, si apre in una specie di laboratorio dove una scienziata dalla capigliatura improponibile sta facendo non si sa bene cosa, almeno finché non inizia ripetutamente a domandare ad alta voce se ci sia qualcuno fuori.

Perché lei pensi che ci possa essere qualcuno lo sa solo lei, fatto sta che all'ennesima domanda senza risposta, laddove qualunque essere umano avrebbe concluso che no, non c'è nessuno fuori, lei decide di andare ad aprire la porta per controllare, e dietro ci trova un mostro alto due metri e brutto come la fame (ma, bisogna ammetterlo, estremamente educato, visto che ha atteso che gli aprissero e non ha fatto il minimo tentativo di entrare per conto suo). La tizia urla (come biasimarla?) e la scena cambia.

Siamo in una strada polverosa e un gruppo di quelli che scopriremo poi essere disertori sta andando da qualche parte per qualche ragione (le cose sono tutte ben chiare in questo film, come si sarà capito) e, poiché a quanto pare siamo in una specie di scenario postapocalittico, anche se l'aspetto è più quello di una città fantasma tipo vecchio (ma proprio veeeeeecchio) west, e c'è il rischio di piogge acide, decidono di entrare in un complesso che, a ben guardarlo, sembra un vecchio garage, ma tant'è...

Qui trovano provviste, computer futuristici (tanto quanto un Commodore 64 è futuristico paragonato a un Pentium V), e una doccia perfettamente funzionante che serve come scusa per una scena di nudo quasi integrale e del tutto gratuita di una delle protagoniste. Si può supporre che questo posto sia il laboratorio dell'inizio, e si scopre che in effetti vi si stava svolgendo un qualche genere di ricerca sugli amminoacidi.

Durante la notte, uno dei protagonisti si sveglia, si alza e senza alcuna ragione logica va nella stanza del computer, si infila sotto la scrivania, rimuove una grata e da qui entra in quello che è tecnicamente l'unico altro set dell'intero film, una specie di caverna/tana/vattelappesca dove si può entrare solo carponi almeno per un buon tratto e c'è una (sì una) piccola chiazza di muco verdastro per terra. Lì trova il mostro dell'inizio del film. Fine della scena.

Al mattino, il tizio è nel suo letto e non sembra aver subito alcuna conseguenza dall'incontro. Tutti vanno a colazione, ma lui dopo aver mangiato vomita una sostanza nera, gli si deformano le mani e muore (se qualcuno si aspetta che ci sia una spiegazione logica a tutto questo... meglio dirlo subito: non c'è).

Il panico per l'accaduto fa sì che da quel momento in poi tutti i sopravvissuti non facciano altro che correre da una parte all'altra di un corridoio, tornare al garage, entrare nella tana, uscire dalla tana, correre lungo il corridoio in senso inverso, e tutto di nuovo dall'inizio.

Ogni tanto qualcuno incontra il famoso mostro (il cui unico scopo sembra essere quello di stordire il malcapitato di turno e portarlo nella tana da dove poi uscirà tranquillamente con le sue gambe), oppure si imbatte nel miglior effetto speciale del film: dei topi giganti talmente finti, ma talmente finti da essere a tutti gli effetti dei pupazzi immobili che gli attori devono letteralmente tirarsi addosso da soli per far sembrare che li stiano attaccando! Nonostante ciò, è evidente che il Q.I. dei topi finti è maggiore di quello dei personaggi, che in loro presenza fanno sempre tutto il possibile per mettersi nella miglior posizione per esserne assaliti (una delle donne, ad esempio, già sapendo della presenza del ratto nella stanza, guarda se è sotto il letto. Come? Stando sopra il letto è praticamente infilandocisi sotto di faccia per guardare cosa c'è... indovinate il topo cosa fa a quel punto? Be', niente perché è finto e quindi è l'attrice che deve afferrarlo e avvicinarselo velocemente, ma il senso si è capito...).

Uno dopo l'altro, senza un vero perché, i vari personaggi muoiono. Uno perché il mostro lo ha portato nella sua tana e gli ha sputato addosso una specie di ragnatela a cui evidentemente doveva essere allergico, perché dopo un po' comincia a sputare roba nera anche lui; una perché viene morsa da uno dei topi e per qualche motivo si gonfia e diventa una specie di indemoniata che deve essere abbattuta, e così via.

Rimane vivo solo un uomo, il belloccio della situazione, che a quel punto deve vedersela col mostro traslocatore. I due si affrontano in un magazzino pieno di scaffali contententi delle scatole di cartone, dove l'uomo tenta di sfuggire al mostro, il mostro tenta di raggiungerlo e lanciarlo da un'altra parte del magazzino, così, tanto per.

A un certo punto il sopravvissuto apre una scatola assolutamente a caso, ci trova dentro una siringa e una fiala di qualcosa e decide che "Questo andrà bene". Sia chiaro, non sa neanche lui cosa sia il "questo", perché non c'è un'etichetta a pagarla, e non si capisce per cosa debba andare bene, ma se sta bene a lui perché lamentarsene?

Riempita la siringa con il contenuto della fiala, che evidentemente deve essere un antidoto antimostro di qualche genere (secondo la logica per cui quella roba iniettata al mostro debba ucciderlo, avrebbe anche più senso iniettargli semplicemente dell'aria, ma contento lui...), l'uomo inizia a cercare di prendere di sorpresa il mostro (leggi: spostarsi in bella vista in un passaggio tra gli scaffali, aspettare che arrivi e non fare assolutamente niente per cercare di iniettargli il misterioso liquido), che continua a sbatacchiarlo da una parte all'altra della stanza, finché decide che è giunta la sua ora, si lascia iniettare il contenuto della siringa e PAM, muore pressoché sul colpo.

Fine del film?

Noooo!

Mentre il sopravvissuto prende fiato, la testa del mostro, novello Zeus, si apre... e ne viene fuori quello che deve essere il figlio segreto di Sigourney Weaver e Alien, o più semplicemente un incrocio tra Cicciobello e il mostro di prima.

Questo si avvicina alle spalle del pover'uomo con tutta la velocità di un neonato paralitico (sul serio, è una scena lunghissima in cui non fa altro che avvicinarsi di soppiatto), e qui i ruoli si invertono perché è l'uomo che comincia a lanciarlo in giro e aspettare che si riavvicini.

C'è da dire che questa creatura è quella animata meglio dell'intero film, su questo non ci piove, ma comunque una battaglia tra un uomo adulto e un bambolotto vagamente alieno non può che risultare ridicola (specie quando, fedelmente al resto del copione, l'uomo va a cercare il mostriciattolo sotto uno scatolo di cartone capovolto, dove lui ovviamente è, e quasi ci entra con tutta la testa per farlo, ritrovandoselo chiaramente attaccato al collo un istante dopo).

Alla fine (e meno male) l'uomo riesce a strangolare Ciccialienello (che tipicamente nell'ultimissima scena riapre gli occhi, tanto perché possa esserci un seguito in caso nessuno abbia visto il primo film e dunque ci sia gente disposta a vedere il secondo non sapendo cosa la aspetta) e tutto finisce... per fortuna!


Non si può neanche dire che questo sia uno spreco di risorse perché è abbastanza evidente che non ne avesse affatto, tanto per cominciare, o forse sono state spese tutte per il bambolotto e non è rimasto più niente per pagare tutto il resto. Fatto sta che la maggior parte del film riguarda i protagonisti che corrono senza un particolare motivo, e che tutto quello che accade, dall'inizio alla fine, non ha praticamente nessuna spiegazione e nessuna logica.

martedì 16 settembre 2008

Ho creato un blog

Ho creato un blog.
Perché?
Non ne ho idea, immagino perché avevo qualche momento libero in questo preciso istante tra una cosa e l'altra.
Per scriverci cosa?
Non lo so, magari qualcosa mi verrà in mente, o forse non ci scriverò mai nulla e questo sarà l'unico post in assoluto che conterrà mai.
Intanto c'è, poi si vedrà.
O forse no.