domenica 29 aprile 2012

Immortals

La presentazione di questo film diceva che fa rivivere il mito di Teseo. Il che è indubbiamente vero, finché si intende dire che lo massacra, lo squarta, poi rimette insieme i pezzi a casaccio e li resuscita col collaudato metodo del Dr Frankenstein.
È d'altra parte vero che si tratta di un film indimenticabile: dubito che riuscirò mai a rimuovere dalla mia mente la più incredibile raccolta di costumi ridicoli ed esagerati mai vista al di fuori di un film ambientato nei locali di Las Vegas (e a ben pensarci neanche mai vista in quelli).

Il film inizia mostrandoci un cubo nel quale sono rinchiusi in file serrate dei tizi tutti uguali, con buffi elmetti rossi e corpi coperti di fango secco, che per qualche ragione mordono delle sbarre. A occhio e croce sono due dozzine di individui (ricordatevelo). Di colpo arriva un tipo armato di arco e colpisce il cubo. A questo punto una donna si sveglia e, parlando in una qualche lingua sottotitolata, dice di aver avuto una visione di Re Iperione che cerca l'arco di Epiro per liberare i Titani. Attorno a lei ci sono altre tre ragazze (una delle quali secondo me è un uomo).
Qui una voce narrante ci racconta come, prima dell'esistenza del genere umano, nei cieli ci sia stata una guerra tra immortali, durante la quale andò perduta una potentissima arma, l'arco di Epiro. I vincitori di questa guerra furono gli dei. Gli sconfitti, i titani, vennero imprigionati nelle viscere del monte Tartaro.
Neanche il tempo di assimilare la cosa, e un tipo mascherato, che sappiamo essere Iperione, fa irruzione nel tempio in cui si trovavano le quattro ragazze, che però se ne sono andate perché la prima aveva previsto il suo arrivo.
Si sono in cambio lasciate dietro un mucchio di sacerdoti usa e getta, che compaiono sempre e solo uno per volta.
Il primo che vediamo ha una discussione con Iperione sul perché voglia liberare i titani. Iperione fa la classica tirata sul fatto che gli dei non ci fossero quando aveva bisogno di loro, poi si toglie la maschera e scopriamo che in effetti è inca$$ato perché ha il volto di Mickey Rourke molto post-9 settimane e mezzo (questo perché è Mickey Rourke molto post-9 settimane e mezzo) con un vago sfregio da un lato.
Scopriamo anche che i sacerdoti di questo tempio sono infiammabili: basta un pochino di olio in testa, una torcia e ardono come falò.

Cambio di scena. Un ragazzo di nome Teseo (che con il Teseo del mito ha in comune solo il nome anche se si suppone che sia proprio quello) sta allenandosi in compagnia del suo vecchio mentore.
Questa scena ci dà anche un primo assaggio di come sarà la maggioranza dei dialoghi del film, coi due che si scambiano all'incirca queste battute:
Vecchio: "Dovresti anche trovarti una moglie"
Teseo: "Che me ne faccio?"
Vecchio: "Non basta saper combattere, bisogna anche avere una ragione per farlo"
(e notare che fin qui ha quasi senso, se hai una famiglia combatti per proteggerla, OK)
Teseo: "Combatto per quelli che amo"
(e in teoria questo è quello che il vecchio voleva, per cui, ovviamente...)
Vecchio: "E a tutti gli altri non ci pensi?"
(eh!?!)
Teseo: "Gli altri non hanno mai fatto niente per me"
Vecchio (ormai precipitato in un'altra conversazione con chissà chi e chissà dove): "E i deboli e gli innocenti chi li proteggerà?"
Questo sarà il segno distintivo di una buona metà dei restanti dialoghi, pieni di assurdi non sequitur.
Abbiamo poi modo di scoprire che Teseo ha una madre e che è l'unico uomo al mondo che di giorno va in giro con una minitunica ma di notte per dormire si mette i pantaloni.
Intanto, dopo una bella inquadratura panoramica del suo villaggio scavato nel fianco di una montagna a picco sul mare e raggiungibile solo attraverso una specie di tunnel (che dà l'idea di essere il luogo più difendibile della Terra), qualcuno suona una campana d'allarme che ha l'aspetto di un enorme buco della serratura. Arrivano dei soldati e spiegano alla popolazione che Iperione ha conquistato il tempio sibillino e che il villaggio deve essere evacuato prima che arrivi anche lì, perché è troppo forte per combatterlo.
Viene chiarito che chiunque possa partirà il giorno stesso, chi ha bisogno di più tempo, come vecchi e infermi, partirà il giorno dopo, e comunque verranno lasciati dei soldati per difenderli fino a quel momento.
Poco dopo, Teseo è pronto a partire e un tizio a caso gli dice che non può e che deve partire il giorno dopo assieme ai contadini e agli indesiderabili (ma non erano vecchi e infermi che dovevano partire il giorno dopo?) Lui reagisce, butta a terra il tizio... poi aggredisce un soldato che stava lì ma non aveva fatto assolutamente nulla e gli punta la spada alla gola, usandolo come ostaggio per ottenere dal generale la promessa che resteranno dei soldati a proteggere coloro che partiranno il giorno dopo (cioè si fa promettere qualcosa che era già stato assodato poco prima in sua presenza, un genio quest'uomo).
Quando il soldato viene lasciato andare, è giustamente un tantino alterato e chiede che il traditore (perché traditore poi non lo sapremo mai) venga arrestato, ma ottiene solo che il generale cacci lui dall'esercito.
Quella sera stessa, il soldato uccide due suoi ex commilitoni senza la benché minima ragione, dopodiché lo ritroviamo in catene davanti a Iperione, a cui si è presentato come disertore chiedendo di entrare nel suo esercito.
Iperione gli fa tutto un altro discorso di nessuna rilevanza, poi, prima di accoglierlo nel suo esercito, lo fa sfregiare e castrare (con una martellata tra le gambe che più che castrazione avrebbe dovuto causare una frattura multipla scomposta del bacino) dal minotauro (ovvero un deficiente con in testa una gabbia di filo spinato a forma di testa di toro).
Assistiamo anche all'interrogatorio del secondo sacerdote del tempio (uguale al primo) che pur di non rivelare dove si trova la vergine dell'oracolo (ovvero la ragazza dell'inizio) si taglia la lingua, e che Iperione ordina di gettare a delle non meglio specificate belve per farlo parlare.

Mentre Teseo si trova chissà dove a fare chissà cosa, Iperione (con un elmo che sembra rubato a un personaggio DC) attacca (senza motivo alcuno) il suo villaggio, dove di soldati non c'è più neanche l'ombra. Teseo arriva e vede sua madre sul punto di essere uccisa. Ovviamente interviene, uccide alcuni guerrieri, poi viene immobilizzato e assiste al re che sgozza con piacere sua madre e quindi ordina che lui, anziché essere ucciso, venga mandato a lavorare nelle miniere (è la prima e ultima volta che sentiremo parlare di miniere).
Il vecchio mentore di Teseo, intanto, si svela essere Zeus, che nella realtà è giovane e coi baffetti da sparviero. Lo scopriamo (che sia Zeus, non che sia giovane e coi baffetti da sparviero) per mezzo di un dialogo con sua figlia Athena, il cui concetto di invisibilità è dipingersi addosso il motivo della parete a cui sta appoggiata (lo fanno anche dei tizi in Arthur e la Vendetta di Malthazar, ma non sono dei, per cui a loro riesce meglio).
Dal dialogo sappiamo che gli dei hanno una legge che impedisce loro di interferire coi mortali, e che Zeus lo sta sì facendo ma in spoglie mortali e non come dio (in seguito, in una scena ambientata all'Olimpo, piena di dei vestiti tutti d'oro ma in generale come deficienti e con dei copricapi che sembrano attaccapanni, rinforzerà il concetto dicendo che chiunque venga sorpreso a interferire coi mortali come dio, a meno che i titani siano stati liberati, verrà condannato a morte).
In tutto questo, la vergine dell'oracolo ci informa che Iperione tratta molto bene le donne incinte, ma dopo che hanno partorito le massacra di persona. No, non ce ne importa niente e non ha la benché minima rilevanza sulla trama, ma lei sentiva il bisogno di dirlo.

Qualche tempo dopo, Teseo e altri schiavi se ne vanno in giro per il deserto portandosi dietro enormi travi di legno a cui sono incatenati. Vengono scortati in un posto dove c'è dell'acqua e tutti tranne lui si fermano a bere.
Qui arrivano quattro donne con addosso dei burka integrali rossi e in testa dei paralumi. Sono la vergine dell'oracolo e le sue tre ancelle (che scopriamo esistere al solo scopo di non far sapere quale delle quattro sia la vera vergine dell'oracolo), che a quanto pare Iperione ha trovato, ma non sapremo mai come o dove. Passando, la vergine sfiora un piede di Teseo e ha una visione di lui che abbraccia Iperione tenendo in mano l'arco di Epiro.
Qui abbiamo un altro dialogo pregno, con la vergine che va a bere accanto a un tizio:
V: "Tu eri un ladro?"
T: "Io sono un ladro, se non fosse per queste catene ti ruberei il cuore"
V: "Stanotte dobbiamo scappare, tutti quelli capaci di combattere e lui" (indicando Teseo)
Sì, OK, va bene, per rompere il ghiaccio potevi anche parlare del tempo già che c'eri.

Arriva la sera e le quattro donne, che da qualche parte avevano dei pugnali, massacrano le guardie, liberano loro stesse e gli schiavi dalle catene (non sapremo mai come) e fuggono... salvo che le tre ancelle non fuggono affatto e anzi vengono malmenate e rimesse in catene, ma lo scopriremo solo dopo.
Tutti gli altri raggiungono una scogliera sul mare oscuro, dove una petroliera ha avuto un grave incidente (o quello, o datemi un'altra spiegazione per il fatto accertato che il mare sia nero a causa dell'olio che ci galleggia in grande quantità), e attendono che arrivi una buffa barca guidata da un manipolo di soldati. Intanto non perdono occasione per un altro dialogo pregno: il ladro dice che vuole andare a sud, la vergine dice che non è lì che devono andare, il ladro le dà della meretrice e Teseo lo picchia, poi, quando gli viene chiesto se lui andrà a sud o seguirà la vergine (premesso che la barca è comunque UNA, per cui...), lui dice che non farà nessuna delle due cose (ma la vergine non ha mai detto da che parte intende andare) e invece andrà a nord. A questa il ladro decide che Teseo parla come un pazzo ma che lui i pazzi preferisce averli a fianco che contro.
Comunque sia, la barca arriva, i nostri si nascondono con l'abilità di ninja paralitici e (nonostante siano stati in bella vista sulla scogliera per tutto il tempo) i soldati cadono nell'imboscata... e fa pochissima differenza perché il gruppetto non è chiaramente in grado di tener loro testa.
Ma dall'alto interviene Poseidone, che si tuffa dall'Olimpo nel mare e causa uno tsunami (non viene inquadrata la giuria che vota 1 all'unanimità per il pessimo ingresso in acqua). Guidato da una visione della vergine, Teseo aspetta fino all'ultimo prima di scansarsi, poi la barca viene travolta dall'onda e va a schiantarsi contro le rocce assieme ai soldati.
Sì ma... la barca non doveva servire al gruppo per muoversi? A nessuno pare che la cosa interessi, e la barca non verrà mai più menzionata.
In cambio, la vergine parla a Teseo della sua visione, che ora include anche un corpo avvolto in un sudario. Gli chiede se sua madre sia stata sepolta, e quando lui dice di no risponde che deve andare a seppellirla.
Così fanno, mentre Iperione, saputo che la vergine sta guidando Teseo indietro al suo villaggio, decide di teletrasportarci (non lo dice, ma a conti fatti è evidente che venga teletrasportato) il "minotauro", convinto che la donna stia guidando Teseo all'arco.
Al villaggio, Teseo avvolge il corpo della madre in un sudario (deve essere quello visto dalla vergine, chiaramente, ma non gli somiglia, primo indizio del fatto che la vergine ha il dono delle visioni sbagliate) e lo porta nelle catacombe labirintiche in cui pare la sua gente seppellisca i morti. Per non perdersi, si fa un taglio sulla caviglia, e così lascia precise e perfette impronte insanguinate per tutta la strada (non ce ne sono altre, quindi la domanda è: a) è la prima volta che qualcuno seppellisce un morto lì, b) è solo la prima volta che qualcuno poi ne uscirà anche, c) tutti gli altri hanno un senso dell'orientamento migliore, o d) c'è un povero disgraziato col preciso compito di lavare il sangue ogni santa volta?). A destinazione, sebbene ci siano loculi vuoti a profusione, ne sceglie uno accanto a quella che pare una montagna di escrementi (ma che si intuisce poi debba essere una roccia che non si capisce perché sia lì) addossata a buona parte della parete.
In effetti parte di questa è addirittura dentro il loculo, e ne sporge qualcosa che si muove quando lo urta. Di conseguenza, Teseo decide di rompere la roccia e, toh, c'è dentro l'arco di Epiro, ma che coincidenza.
Ci viene poi anche precisato che l'arco è stato creato da Eracle, che dovrebbe quindi anche essere famoso come l'unico ad aver mai creato qualcosa prima di nascere (assodato che l'arco era andato perduto prima dell'esistenza del genere umano).
L'arco ha il potere di generare frecce alla sola tensione della corda. Teseo ha il potere di perdersi l'arco a ogni piè sospinto.
Comincia subito, infatti, quando il minotauro gli lancia una mannaia da macellaio (!) facendoglielo cadere.
Segue scontro in cui il minotauro viene battuto e poi decapitato, ma non prima di aver graffiato Teseo con la sua maschera cosparsa di veleno.
Quando Teseo torna al villaggio, con l'arco in una mano e la testa ancora ingabbiata del minotauro nell'altra (si vede che fa fatica a camminare e a trasportarla, ma dopotutto ha una valida ragione per portarsela dietro) trova il villaggio invaso (di nuovo) dagli uomini di Iperione che stanno (di nuovo) per sgozzare i suoi amici. Tende l'arco e lancia tre frecce in sequenza (la terza dopo un po', in effetti, ma le prime due sono gentili e la aspettano) che nonostante la distanza colpiscono perfettamente i tre soldati e li scagliano via dalle loro vittime, uccidendoli.
Poi prende la testa del minotauro e la getta in mare. Come avrebbe potuto vivere senza farlo?
Durante la notte, la vergine gli rivela che è stato avvelenato, e già che c'è se lo porta a letto, in barba al fatto che questo dovrebbe farle perdere il dono della profezia.

Non molto dopo, il gruppo, assieme a uno dei sacerdoti che non parla, sebbene in teoria non possa essere quello che si è tagliato la lingua, arriva al tempio sibillino, così, tanto per. Qui scopre che le tre ancelle sono state messe a cuocere in un toro metallico, e che al tempio ci sono ancora dei soldati. Il sacerdote, inalberato, e sebbene pare che non possa togliere la vita a nessuno per via della sua religione, si lancia all'attacco. Teseo capisce che è una trappola. Di conseguenza prende l'arco e uccide tranquillamente tutti i soldati senza il minimo problem... no, scherzavo, gli corre dietro come un deficiente e si fa anche sfuggire di mano l'arco, che viene prontamente rubato da una specie di iena che lo porta a Iperione seduta stante.
I soldati stanno per sopraffare il gruppo (che ormai è praticamente composto da Teseo, l'ancora-ladro e l'ex-vergine), ma, in barba alle raccomandazioni di Zeus, arriva (presumo) Ares, a cui nessuno ha spiegato che il martello è il simbolo di Thor (anche se a onor del vero la sua arma è piuttosto un batticarne con un enorme manico), che uccide tutti in un istante, ma al rallentatore. Arriva anche Athena con due cavalli sullo sfondo, dicendo a Teseo di prenderli e dirigersi al monte Tartaro (dove si sono rifugiati tutti, perché ha come unico accesso una possente porta e un tunnel facilmente difendibile... ehm, a me ricorda qualcosa, a voi no?), e che le bestie correranno finché non gli scoppierà il cuore (scopriremo poi che sarebbe stato più corretto dire: gli scoppierà il cuore non appena smetteranno di correre).
Ma a quel punto arriva Zeus che guarda storto Atena, materializza una frusta infuocata e la usa per colpire Ares. Come succede sempre quando si viene colpiti da una frusta infuocata, Ares viene scagliato contro un muro e lo sfonda lasciando un buco che solo per poco non è a forma di Ares come nei cartoni animati (ma del resto lo vedremo poi perfettamente incastonato - Ares, non il buco - in una lastra di marmo a futura memoria, per cui...)
Zeus informa Teseo che nessun dio scenderà più a soccorrerlo (mente) e che non deve deludere le sue aspettative(?)
Teseo parte, sottolineando che Iperione è convinto che i titani siano ancora imprigionati sotto il monte Tartaro (e infatti sono lì...)

Cambio scena, i cavalli arrivano alla porta della grande muraglia del Tartaro che, il disertore si è premurato di dire a Iperione, è stata progettata per essere inviolabile (la risposta di Iperione, "hai mai sentito di una porta che sia stata progettata per essere violata?", è la più sensata dell'intero film). Qui vengono fermati dai soldati, smontano, e a quel punto i cavalli crollano al suolo e muoiono (giustappunto) mentre il ladro commenta che è proprio il cavallo che avrebbe desiderato da piccolo (voleva un cavallo morto?)
Teseo cerca di dire a chi di dovere che Iperione ha l'arco, ma nessuno crede che l'arco esista.
Intanto Iperione si fa avanti fingendosi un suo messaggero e chiede di parlare con Teseo, cercando, non si sa bene perché, di reclutarlo nel suo esercito, e venendo rifiutato.
Così tende l'arco e lancia una freccia alla porta della muraglia, che esplode(!)
I soldati, giustamente terrorizzati da un'arma simile (che però Iperione non userà più se non per altri scopi) si danno alla fuga abbandonando gli scudi.
Teseo li ferma. Quando si sente dire che non è nessuno per dire loro cosa fare, risponde che non è lì per dire loro cosa fare, dopodiché dice loro cosa fare (apparentemente suonare gli scudi con le spade a ritmo).
L'esercito di Iperione aspetta gentilmente la fine del musical prima di attaccare.
Nel corso della battaglia, Teseo insegue Iperione ma non riesce a impedirgli di rompere un angolino del cubo che imprigiona i titani, liberandoli. A questo punto arrivano giù dall'Olimpo degli dei in fotocopia, tutti uguali e per l'occasione con degli elmetti uguali a quelli dei titani, ma dorati (a questo punto si capisce il perché degli strani copricapi: senza quelli gli dei sembrano l'esercito dei cloni di Star Ward: si distinguono solo Atena, che è l'unica donna, e Zeus, per i baffetti da sparviero).
Quattro o forse cinque dei sono sufficienti a sterminare una trentina di titani senza il minimo problema prima che questi li mettano in difficoltà con la sola forza del numero (numero che ormai dovrebbe essere all'incirca -6, considerato che inizialmente, ricorderete, erano due dozzine). Quando Atena viene uccisa facendole un taglietto sulla coscia e poi impalandola a un ferro sporgente che fino a poco prima non esisteva (e che avrebbe senso di esistere solo se il cubo fosse stato di cemento armato), prima di spirare prega suo padre di non abbandonare l'umanità. Questo, apparentemente, significa tirare la catena dello sciacquone e far precipitare una montagna su tutti i combattenti, buoni e cattivi che fossero, salvando solo sé stesso, il corpo di Atena e Teseo, che intanto ha ucciso Iperione in una delle battaglie più ricche di frasi senza senso della storia del cinema.
Due titani, però, scappano.

Anni dopo, vediamo la storia di Teseo letteralmente scolpita nella pietra e scopriamo che ha avuto dall'ex-vergine un figlio, Acamante (scopriamo anche che l'ex-vergine è Fedra, il che lascia pensare che il povero Acamante avrà vita breve).
Acamante ha il dono delle visioni, che gli scattano solo se tocca la statua del padre. Ne vediamo giusto un flash, poi appare Zeus nelle sembianze da vecchio che aveva all'inizio e gli dice che un giorno dovrà fare la sua parte, senza dirgli di che cavolo stia parlando.
Il film si chiude con Acamante che torna ad avere la sua visione, un'immane guerra tra migliaia di dei tutti uguali e forse una decina di titani che non si capisce a) come facciano a essere una decina se ne sono scappati due e nessuno di loro (compresi quelli rimasti) era una donna e b) come mai ancora non siano stati sconfitti se erano sufficienti quattro o cinque dei per sterminarne a dozzine.
Tutto sommato, non ho un gran desiderio di scoprirlo.

giovedì 19 aprile 2012

LevanteCon 2012 - parte II

Una delle prima cose che mi era stata chiesta arrivando all'hotel Sabato era se avessi il badge dell'anno scorso. La mia risposta ovviamente era stata che sì, ce l'avevo, dato che conservo tutti i badge e pass di ogni convention a cui vado, anche quelli che non possono avere alcuna utilità intrinseca una volta conclusosi l'evento.
Pur avendo poi assodato che in realtà il badge non era indispensabile, purché avessi almeno il cordino per mettermelo al collo, appena tornato a casa Sabato sera il mio primo pensiero era stato quello di recuperarlo... scoprendo che non c'era...! Ho tirato fuori dal cassetto dove (tra un mucchio di altre cianfrusaglie) tengo tutti i pass cose che risalivano a STICCON di chissà quando e ad almeno tre LevanteCon fa, ma oltre quelle c'era solo un desolante cordino azzurro con nulla attaccato. Dopo aver riguardato le stesse cose per almeno tre volte, e cercato nei posti più impensabili, alla fine trovo il badge in quello che ritenevo l'unico posto (be', quasi l'unico: avevo escluso anche la vaschetta dello scarico) dove proprio non poteva essere... il mio marsupio!
Si potrebbe pensare che la mia sia stata una fatica inutile, e in effetti più tardi, appena arrivato, mi vedrò consegnare un badge nuovo di zecca da Pierpaolo (Ventrella, della Nautilus, non mio cugino), fatto sta che, memore dell'abitudine dei badge di fare rotazioni di 180 gradi e rivolgersi al pubblico sempre dalla parte bianca (e di quella conseguente di Pierpaolo, sempre lui, di andare in giro a rivoltare badge alla gente), avevo già deciso che avrei agganciato al collo badge vecchio e nuovo, "schiena contro schiena", realizzando un badge double-face artigianale. ^_^

Badge-deliri a parte, la Domenica mattina, dopo sveglia, abluzioni varie, colazione e ri-abluzioni varie, mi armo di sporta della STICCON con dentro gioco di comitato, cartello artigianale, acqua (fondamentale!), scotch, una matita, laccetto per il badge, ulteriore laccetto per legare la sporta allo schienale della sedia (il vero vantaggio dell'essere in staff e gestire giochi da tavolo? SEDIE!!!), ombrello (non quello microscopico del giorno prima che è ancora bagnato purtroppo) e megasporta del MediaWorld accuratamente ripiegata per il trasporto del ritorno, indosso il giaccone ed esco per aspettare l'autobus con qualche minuto di anticipo.
Serve che dica che l'autobus è in ritardo di quasi mezz'ora?
Il viaggio, come sempre, è allucinante: quell'autobus è costantemente pieno come un uovo, sedersi è impossibile e anche stare in piedi non è esattamente semplice.
Se non altro, grazie all'essere stato allo Sheraton mezza giornata e non un anno prima, riesco stavolta a intercettare per tempo la fermata più vicina invece di superarla come ogni santo anno, e risparmio qualche misero minuto che comunque è sempre meglio di niente.
Arrivo, entro, saluto, mi vedo consegnare il nuovo badge di cui sopra e mi fiondo dentro la convention vera e propria... mancando completamente di vedere Massimo Baglione di BraviAutori che è vicino all'ingresso. Lui, però, mi vede, mi ferma, e come prima cosa (salvo qualche minuto di interruzione a cui lo obbligo per levarmi di dosso il giaccone e metterlo nel magazzino apposito, altro piccolo vantaggio dell'essere in staff) mi trascina a vedere una cosplayer dal costume masochistico. No, non era in latex nero o cose del genere, semplicemente ambulava su due stivali a zoccolo caprino che erano poco distanti dall'essere trampoli sui cui stare in punta di piedi TUTTO. IL. TEMPO.

Scambiate quattro chiacchiere con Max, vado alla mia postazione e affiggo (si fa per dire) il mio cartellone (che poi "one" non è affatto), per poi dare un'occhiata in giro per la sala. Sono in pratica di fronte ai disegnatori di fumetti, che ancora non hanno molto pubblico, e di fianco ai banchi di Guerre del Caos, giocatori di ruolo dal vivo.
Lo spazio nella sala C&G è decisamente maggiore rispetto all'anno scorso. Manca il palco per la gara di cosplay (che non c'è) e Guerre del Caos, pur avendo un palchetto di suo, occupa molto meno spazio rispetto alla Tana dei Folletti, che nel 2011 riempiva un intero lato con attrezzature varie e tavoli di giochi di ruolo e da tavolo. Loro invece stanno in un angolo e tutto lo spazio tra noi è vuoto, salvo che per i due famigerati tavoli inutilizzati.
Per quanto al mio arrivo la convention sia iniziata già da un po', non c'è ancora molto pubblico e la differenza si nota ancora di più.
Io ne approfitto per qualche foto, osservo le inquietanti presenze che si aggirano per le sale (un massiccio orco e un tintinnante guerriero in armatura, nello specifico), e mi metto a sedere per mandare un SMS a Pierpaolo (mio cugino, non l'altro, anche perché non sono ancora tanto rintronato da mandare un SMS a qualcuno che mi sta a cento metri) per avvisarlo che sono arrivato (lui, in realtà, non se ne accorgerà se non dopo essere arrivato a sua volta, avermi raggiunto e aver saputo da me che gliel'avevo mandato).
La mattinata per quel che mi riguarda è abbastanza tranquilla, la gente inizia ad affluire ma dalle mie parti se ne vede poca, salvo i numerosi cosplayer che come sempre rinuncio da subito a identificare (e che come sempre ritroverò nove volte su dieci nei bagni quando mi capiterà di andarci, anche se quest'anno li hanno invasi un po' meno dell'anno scorso).
A un certo punto mi si ripresenta davanti Max Baglione con un simpatico omone, dice a lui chi sono io, ma ci vogliono un paio di sguardi interrogativi prima che qualcuno dica a me chi è lui: Carlo Celenza, anche lui un BravoAutore. Abbozziamo un accordo per il pranzo e ci riproponiamo di fare una foto assieme non appena sarà arrivato l'altro BravoAutore in trasferta, Alessandro Napolitano, che tuttavia non si sa bene quando debba arrivare (è destino che io debba passare la mattinata della LevanteCon a chiedere in giro se qualcuno sia arrivato).

Dopo un po' ho il mio primo giocatore, che sperimenta Dominion (Pierpaolo si unisce a noi), mi fa alcuni appunti costruttivi e in generale apprezza. È il primo e non l'unico a chiedermi se io abbia pubblicato qualcuno dei miei giochi. Quando va via dice che probabilmente ripasserà con degli amici nel pomeriggio, cosa che in realtà poi non accade.
Con Pierpaolo approfitto per fare anche io un giro delle sale e qualche altra foto. In realtà non riuscirò poi a vedere moltissimo, ma non mi lamento. Vado anche a dare un'altra occhiata agli orologi Marvel visti molto da vicino la sera prima, chiedo anche il prezzo e fino all'ultimo sono molto indeciso se prenderne uno o meno, ma alla fine non lo farò. Prima di allontanarmi lascio ben in vista il bando per il gioco di comitato, che resta ignorato (e continuerà a restarlo anche in seguito).
La mattinata trascorre tra combattimenti simulati allo stand accanto, taaaaaaaaaaaaaaanta gente che affolla le sale, foto (inclusa una con l'orco, subito dopo la quale vengo avvicinato da un ragazzo che mi domanda se io sappia chi interpreta, immagino pensando sia un cosplayer e non un giocatore di ruolo) e tipiche cose da convention, finché arriva quasi l'una... e in quel momento arrivano delle persone a chiedermi se si possano provare i giochi. Naturalmente rispondo di sì (ovvio) e di no (altrettanto ovvio, si può, OK, ma cinque minuti d'orologio proprio non bastano). Non c'è problema, le persone in questione mi assicurano che le ritroverò lì alle tre quando riapriamo.
In effetti stanno già aggirandosi loschi figuri che tentano (con ben poco successo) di far uscire le persone, mentre altri impediscono a chi è già fuori di entrare (o rientrare). Ne fa le spese anche Pierpaolo che deve convincerli di essere con me e avere solo intenzione di raggiungermi per poi andare via.

Tornati in sala principale, mi metto in cerca dei BraviAutori per sapere cosa abbiano deciso rispetto al pranzo. Alessandro è arrivato, ma rimandiamo la foto a un secondo momento e ci imbarchiamo sull'auto di Carlo che conosce una pizzeria a Palese e si offre di scarrozzarci lì (per non dire che poi, a tradimento, paga pure e si rifiuta di prendersi le nostre quote).
In realtà prima di imbarcarci dobbiamo fare una specie di percorso labirintico, attraversando la vicina SPA, salutando signorine che se ne stanno beatamente in piscina coperta, prendendo ascensori e cercando garage scomparsi, ma alla fine arriviamo alla prima destinazione (l'auto) e anche alla seconda (L'Ancora). Tra le due un po' di conversazione, quattro risate e un po' di fumo passivo, perché Carlo è un tesoro d'uomo ma è una ciminiera!
Dopo esserci abbuffati al buffet, aver mangiato (tutti) spaghetti con le vongole (che a tutti sembrano un tantino insipidi mentre per me non hanno niente che non vada, e sì che di solito mangio salato) e aver concluso il pasto con degli "sporcamussi" caldi (fuori, perché dentro sono freddini a dire il vero) seguiti dal caffè per tutti tranne il sottoscritto... facciamo un po' di giri a vuoto con l'auto, parliamo di araucarie, poi troviamo la strada giusta e ce ne torniamo puntualissimi in convention. Carlo, però, ha davanti un viaggio di qualche ora verso Pescara, perciò ci lascia senza rientrare (ma non senza che il sottoscritto abbia insistito per scattare la famosa foto).

Quando rientro in sala, i miei nuovi giocatori sono già in attesa. A una partita di Dominion segue una della Lacrima dei Profeti, seguita da... me che fuggo dalla sala, visto che per tutto il tempo ho avuto nelle orecchie le urla provenienti dall'angolo di Guerre del Caos, prima per il Torneo di Roccanera, poi per le'estrazione della lotteria... e pensare che credevo che quest'anno ci sarebbe stato più silenzio da quelle parti mancando la gara dei cosplayer... O_o

Raggiungo Pierpaolo e facciamo un altro giro, soffermandoci nella sala conferenze dove è in proiezione un OAV di Gundam. Anche se non sono mai stato un amante di Gundam resto a guardare per un po', poi torno alla mia postazione trovando una partita di Dominion in corso (evviva, esso vive anche senza di me! ^_^), tra uno dei giocatori di prima e un altro (sì, tutta questa gente aveva dei nomi; sì, me li hanno detti; no, non me li ricorderò MAI!)
Scopro anche l'esistenza del Movimento Ludico "Uno a Caso", che prontamente aggiungerò alle pagine che "mi piacciono" su FaceBook una volta tornato a casa.
È già pomeriggio inoltrato quando accade qualcosa che ormai non mi aspettavo più: complici i giocatori di cui sopra, viene reclutato un gruppo sufficiente per il Gioco di Comitato!
L'ambientazione Trek non aiuta molto (altro motivo per cui mi riprometto di concentrarmi sul fantasy l'anno prossimo), ma nonostante questo ci si diverte, anche ma non solo con le immancabili battute che vengono fuori in giochi simili. Capita a Pierpaolo (causa distribuzione a sorte) il ruolo di Lapek, vulcaniano stitico, che era stato di Angelo Strazzella alla STICCON dell'anno scorso.

Purtroppo per me la serata deve finire presto, gli autobus non perdonano. Faccio un ultimo giro delle sale assieme a Pierpaolo, poi vengo agganciato da Max Baglione per un'ulteriore foto BraviAutoriana, che rimando però per il tempo necessario a riprendere le mie cose dalla sala C&C e dichiarare chiusa la mia partecipazione attiva di quest'anno.
Dopo la foto vado in bagno, saluto tutti quelli che riesco a trovare, mi riunisco a Pierpaolo e ci avviamo verso l'uscita... solo per tornare indietro e scattarci una foto assieme prima di chiudere la giornata. Poi ognuno per la sua strada, lui alla sua auto, io al per nulla mio autobus.
Anche stavolta mi toccherà aspettare ben oltre l'orario previsto, e non posso neanche togliermi lo sfizio del gelato, pur essendo fermo proprio di fianco al bar, per timore che il bus possa passare mentre sono dentro e non fermarsi affatto non vedendo nessuno alla fermata.
Infine, salgo sul mezzo agognato, che contrariamente a quello dell'andata è quasi vuoto, e riparto verso casa. Stanco (certo meno di chi è rimasto a smontare tutto), contento e pieno di idee da cercare di mettere in pratica nei prossimi dodici mesi. Ci riuscirò? Alla peggio sarà materiale per un altro post.

Se non ne avete ancora abbastanza, trovate qualche foto qui.

martedì 17 aprile 2012

LevanteCon 2012 - parte I

Nonostante abbia temuto quasi fino all'ultimo che sarebbe successo qualcosa per impedirmi di partecipare, anche quest'anno sono riuscito a non mancare alla LevanteCon, la convention di scienza, fantascienza e (dall'anno scorso) Comics & Games.
È stato anche il primo anno in cui la scritta "staff" sul mio badge non era lì tanto per bellezza, visto che avevo il mio bel tavolo con su i miei giochi, o almeno quelli che mi ritrovavo ad avere più o meno disponibili. A causa anche delle mia stessa impossibilità di confermare la mia presenza, la possibilità di organizzarmicisitivi è stata abbastanza limitata. Di conseguenza sono riuscito a portarmi dietro Star Trek: Dominion, che almeno ha un bell'aspetto professionale, e una stampa fatta all'ultimo secondo de La Lacrima dei Profeti (con orridi segnalini in bianco e nero e stampati male), oltre al famigerato gioco di comitato "DS 12" già portato in STICCON l'anno scorso. Mi sono già ripromesso che per il prossimo anno, se non mi sbarrano la porta davanti, l'organizzazione sarà migliore e mi porterò qualcosa anche di non Trek, dato che lì il pubblico è assai più eterogeneo.
Ma andiamo con ordine...

Vista la mia presenza in veste meno "visitativa", la LevanteCon per me è iniziata un tantino prima quest'anno. Saltando le tediose fasi di pre-preparazione (non tediose per me, che alla fine mi diverto a scrivere, stampare, tagliare e via dicendo, ma per chiunque dovesse leggerle nei dettagli :-P), il "primo contatto" è avvenuto Sabato 14, giorno in cui avevo un appuntamento (quasi rispettato) allo Sheraton con gli organizzatori per vedere come e cosa avrei potuto fare il giorno dopo.
In realtà qui occorre una premessa.
Io mi lamento sempre del fatto che la convention sia di Domenica perché i famigerati treni FAL non viaggiano nei giorni festivi, e mi tocca affidarmi agli inaffidabili autobus sostitutivi. Tuttavia, un piccolo vantaggio gli autobus ce l'hanno: quello dell'andata ti scodella praticamente a cento metri dalla destinazione finale. Arrivando in treno, invece, si finisce da tutt'altra parte e tocca farsi una bella scarpinata o sperare nei bus cittadini.
Va da sé che, avuto l'orario, ho cercato come prima cosa un autobus, solo per scoprire che di sabato c'è una specie di buco nero tra le 13.00 e le 20.00 in cui non c'è un bus che parta neanche a dirottarlo.
Non è una tragedia, il treno non manca e la strada dalla stazione la conosco. In effetti la facevo spesso per andare all'unica fumetteria vagamente raggiungibile di Bari (all'epoca; ora ce n'è una a due passi dalla stazione), e l'hotel è poco oltre quest'ultima. Resta il fatto che si tratta di tre chilometri e mezzo, per cui ci vuole un po' di tempo per arrivare a destinazione.
A onor del vero, il treno ha tre fermate in Bari. La prima, che porta al Policlinico, è ben più che a metà strada tra la stazione e l'hotel... peccato che per poterla sfruttare dovrei sapere come venir fuori dal policlinico in questione (sì, la stazione è praticamente dentro il policlinico), e non ne ho la benché minima idea.
Dato che sono piuttosto bravo a sbagliare strada, e che il mio GPS in genere funziona bene quando non mi serve e non ha mai segnale quando invece ne va della mia salute mentale, preferirei non rischiare. Tuttavia mi ritrovo a chiacchierare il giorno prima con un collega che conosce la zona e mi dà qualche dritta, facendomi infine cambiare idea.
È così che Sabato, dopo spesa, commissioni varie, preparazione del pranzo e altri preparativi, appena mia sorella torna dal lavoro e abbiamo modo di pranzare parto all'avventura. O, almeno, vorrei, se non fosse che il treno sembra volermi boicottare, e dalle 16.11 previste parte alle 16.30...
Vabbe', per fortuna riducendo le stazioni da attraversare risparmio dieci minuti buoni di treno e anche di più di camminata. Così scendo alla fermata del Policlico, mi faccio le scale, esco, seguo il muro perimetrale come mi è stato raccomandato e sbuco in una zona che conosco.
Conosco nel senso che so dove si trova, ma ovviamente la prima cosa che faccio è imboccare la direzione opposta a quella che dovrei prendere... me ne rendo conto quando mi ritrovo davanti un punto di riferimento a me ben noto, un ristorante cinese che risponde all'inquietante nome di Fang Xiang o giù di lì, che mi porta a fare un rapido dietro front.
Se non altro, quest'anno riesco a non perdermi la svolta per l'hotel e la imbocco addirittura al primo tentativo, raggiungendo infine l'ambita destinazione.
Di sotto sono tutti già al lavoro, e si vedono poster che vengono montati al loro posto, esposizioni varie in allestimento e gente che vaga armata alternativamente di scale e del martello di Thor (poco utile ai fini dell'allestimento ma di grande effetto scenico ^_^). Saluto i vari membri della Nautilus, deposito temporaneamente la mia mega-sporta con i giochi da tavolo (il gioco di comitato non ce l'ho ancora, non avendo potuto valutare la situazione) e, non avendo fretta alcuna di sistemare il mio angolino, mi limito a vedere dove sarò posizionato e tento nel mio piccolo di dare una mano (più che altro "scocciando" manifesti e programmi qua e là, ma anche spostando un paio di cartelli, una teca, dei divani e qualche tavolo... no, non da solo tipo Hulk, mi limito ad aiutare altri che lo fanno). Oltre agli allestitori della manifestazione vera e propria, dopo un po' arrivano anche quelli degli sponsor e venditori vari, che iniziano a disporre i banchi di vendita nell'area Comics & games.
Sì, iniziano, finiscono... e poi si decide di spostare tutto vicino all'ingresso. Mi ritroverò in seguito a dare una mano nel trasloco di merchandising vario, più di una volta tentato di non farlo arrivare a destinazione (in particolare mi capitano tra le mani alcuni orologi Marvel davvero niente male, ma li deposito debitamente sul banco dei proprietari).
Il mio tempo è limitato (sì, anche su questa Terra, ma in particolare a Bari, visto che devo sottostare agli orari dei treni), perciò, dopo aver collaborato a sistemare alcuni oggetti legati all'esposizione su Giulio Verne, aggancio chi di dovere e inizio a pensara alla mia sistemazione, altrimenti detta: la caccia al tavolo.
Sembra che di tavoli già belli e pronti non ce ne siano (sembra, ricordatevi che ho detto sembra), e iniziamo di conseguenza a cercarne uno. Io non ho grandi pretese, in effetti: mi serve qualcosa di dimensioni civili, anche perché a questo punto sono dell'idea di portare il comitato e dovranno starci sei persone attorno al tavolo se lo giochiamo, ma un tavolo tondo di dimensioni medie è più che sufficiente. O lo sarebbe se ci fosse.
Pare che l'unico tavolo disponibile sia un enorme tavolo rettangolare, decisamente troppo. Decidiamo comunque di montarlo e fare cambio con uno dei due tavoli tondi già allestiti in sala.
Mentre Giuseppe e Riccardo piazzano il tavolo, io vado a riprendermi i miei giochi per occupare un posto... ovvero, ci provo: neanche esco dalla sala che sento un BANG! pauroso alle mie spalle e scopro che il tavolo in questione era in realtà una trappola per topi mascherata: le gambe non si bloccano e si sono chiuse di botto.
Per fortuna nessuno si è fatto male, ma tocca passare al piano B. Troviamo un altro tavolino tondo, un po' piccolo ma accettabile. Io e Riccardo stiamo per portarlo al suo posto quando Giuseppe ne fa magicamente comparire un altro ancora, di dimensioni un po' maggiori, che diventerà poi il tavolo designato.
Ci sistemo sopra le mie cose, e inizio a pensare a come renderlo visibile (ovvero far capire che siano le cose che ci stanno sopra). Questo lo otterrò con un cartello improvvisato la sera stessa, ma...
Ricordate quel "sembra"? Ricordate i due tavoli già allestiti? Be', quei due tavoli non li ha usati né occupati NESSUNO! Ovviamente lo scoprirò soltanto durante la convention.
Fatto sta che è ora di dover tornare. Mi concedo un po' di anticipo sia per sicurezza, sia perché piove (diluvia!), sia perché voglio passare a comprarmi un gelato dal bar dell'angolo che si chiama... Bar dell'Angolo! :-P
In realtà faccio MOLTO bene a concedermelo, perché sulla via del ritorno riesco in qualche modo a oltrepassare il cancello della stazione senza neanche vederlo e arrivare all'entrata principale del policlinico prima di accorgermi che sono fuori rotta e devo tornare indietro... parecchio indietro!!!
Comunque sia, riesco ad arrivare in stazione poco prima dell'arrivo del treno (che poi si scopre essere non così "poco", perché il treno è in ritardo, tanto per cambiare...).
A casa mi aspettano un po' di stampe da fare: gioco di comitato, cartello con nomi e qualche dettaglio dei giochi. Al resto ci penserò domani. Così come penserò domani al resto di questo report.
Ah, comunque sì, il gelato me lo sono preso, anche se ho dovuto mangiarlo in transito e sotto l'ombrello. :-D

lunedì 16 aprile 2012

Intanto che...

... medito sul report della LevanteCon 2012, tenutasi ieri, mi è sorta improvvisa una di quella grandi domande senza risposta che cambiano il tuo modo di vedere il mondo: ma se a mezzanotte Cenerentola è tornata una stracciona, il cocchio è tornato una zucca e i cavalli sono tornati topi... perché la scarpetta di cristallo che si è persa sulle scale è rimasta una scarpetta di cristallo?