sabato 11 giugno 2011

Shadow

Avevo sentito parecchi commenti positivi su questo film di Federico Zampaglione, perciò il sospetto che fosse un'emerita schifezza era ben più che radicato in me anche prima di cominciare a guardarlo. Volevo comunque dare all'autore il beneficio del dubbio, sperando che fosse in grado di realizzare horror meno noiosi delle sue canzoni. OK, gliel'ho dato, può bastare.
C'è da dire che, se non altro, per quanto in genere mi concilino il sonno, le canzoni del summenzionato hanno almeno il pregio di avere dei testi fantasiosi. Se si potesse dire lo stesso del film sarebbe già qualcosa. Nella realtà sembra che siano stati raccolti e frullati assieme tutti i possibili (peggiori) cliché del genere, senza neanche ricavarne un frappé decente...
Si parte con la voce fuori campo di David, un ragazzo che si trova in Iraq e scrive a sua madre di non vedere l'ora di tornare in sella alla sua bici.
L'inizio vero e proprio lo vede in effetti già in sella alla bici in questione, diretto a un luogo chiamato "Passo dell'Ombra" o, appunto, Shadow (non che Shadow si possa tradurre Passo dell'Ombra anche volendo, ma fossero questi i problemi sarebbe niente).
In una specie di bar, dopo aver comprato una birra che si chiama "birra" (sul serio, è scritto sull'etichetta), David interviene per salvare una ragazza dalle avanche pesanti di un cacciatore. I due non vengono alle mani perché interviene il barista che fa uscire il cacciatore col suo compagno, sottolineando che il suo bar non è una zona di caccia (eh?!?)
Facciamo un breve salto in avanti e vediamo David che cerca di montare una tenda portatile ma questa è tanto portatile che... se la porta il vento. Mentre lui la insegue compare una figura minacciosa alle sue spalle. O, almeno, l'idea è che sia minacciosa, in realtà si capisce benissimo che è la ragazza di prima. Poco dopo i due stanno castamente condividendo la tenda di lei, che gli si presenta (la ragazza, non la tenda) come Angeline.
La mattina dopo i due stanno girando in bici e si fermano a osservare alcuni cervi. Non lontano ci sono i due cacciatori che osservano gli stessi cervi per altri motivi. Angeline se ne accorge e fa scappare gli animali, causando l'ira dei due che iniziano a inseguire i ragazzi cercando anche di sparargli.
Dopo un po' di fughe e scontri vari, i nostri finiscono in una zona della foresta immersa nella nebbia e si separano. I due cacciatori hanno degli spiacevoli incontri con delle trappole e poi con... uh... qualcosa... mentre Angeline sembra svanire e David raggiunge un edificio ma viene accolto da un'auto che gli dà la caccia sulle note di "vieni, c'è una strada nel bosco".
Dopo qualche tempo si risveglia legato (vabbe', legato è una parola grossa) a una specie di lettino di ferro, coi due cacciatori nella stessa situazione ai suoi due lati. I tre sono prigionieri dell'ennesimo maniaco deforme torturatore che non parla e fa cose prive di senso apparente, nella fattispecie una specie di cugino scemo di Voldemort che, scopriamo dai titoli di coda, si chiama Mortis. Questi prima mette alla graticola uno dei cacciatori (letteralmente, i letti hanno delle resistenze sotto), poi taglia via una palpebra a David, poi se ne sta davanti a uno specchio a sentire "vieni, c'è una strada nel bosco", osservando un modello anatomico e con davanti la foto in bianco e nero di quello che dà l'idea di essere un travestito con poche speranze di passare per una donna.
In un passaggio intermedio di tutto ciò dà una leccata a un Bufo Alvarius (il famigerato rospo allucinogeno) che sappiamo essere tale perché il maniaco si è preso la briga di scriverlo sulla teca (temeva di dimenticarselo?)
Intanto, David riesce a liberarsi, si benda l'occhio e cerca di trovare una via di fuga. Nel farlo fa cadere dei contenitori metallici e attira l'attenzione di Mortis, che prima apre i rubinetti del gas (riempiendo la stanza di, appunto, gas, che però sembra non avere effetto di alcun genere su nessuno) e poi lo insegue in macchina (no, non ho saltato un passaggio, va fuori a prendere la macchina quando David ancora non è scappato: OK che prevenire è meglio che curare, ma qui si esagera).
Riuscito ad aprire una porta, David si lascia convincere dai cacciatori a liberarli e i tre escono, ma lui sente la voce di Angeline che lo chiama, determina che è ancora dentro (sebbene non la si sia mai vista dentro) e torna a cercarla. Gli altri due si rifiutano, continuano, inciampano nelle trappole e vengono presumibilmente ammazzati.
Dopo aver attraversato tutta una serie di stanze prive di senso (anche alla luce del senno di poi), inclusa una in cui sono conservati filmati in super8 etichettati con vari nomi di luoghi, tranne uno marcato "11th September" (tutti gli altri peraltro sono in italiano), sempre seguendo la voce di Angeline neanche fosse portata dal vento, David arriva a una porta metallica. Numerose candele illuminano la via e... si riflettono nella lente della telecamera, ma nessuno pare essersi voluto prendere la briga di correggere la cosa in postproduzione...
Infine, David ha un breve scontro con Mortis, che intanto si è messo un mantello in stile Dracula senza alcuna ragione, e apparentemente lo ammazza in una scena che sembra una parodia accidentale. Sta per uscire quando vediamo il falcetto del maniaco che si alza e...
... e niente, perché David si è sognato tutto mentre era in un ospedale da campo (orribile e assai improbabile, ma molto simile all'edificio di Mortis) in Iraq, tra la vita e la morte. I due cacciatori erano due suoi compagni di plotone (morti), Angeline un'infermiera, il barista un dottore... in pratica è il finale del Mago di Oz! Cérto, salvo il fatto che scopriamo che David in bici non ci andrà mai più, perché oltre ad aver perso una palpebra (si presume, ha l'occhio bendato come nel sogno) ha perso anche le gambe; che peccato, ma in sostanza: CHISSENEFREGA! Cosa c'entra tutto questo con lo stupido film che è toccato vedersi per scoprire che lui è stato ferito in Iraq?!? Non bastavano tutti i cliché iniziali, no, toccava anche il cliché dell'ha lottato contro la morte con tutte le sue forze, con Mortis nel gentil ruolo della signora con la falce.
Sarà, ma secondo me il rospo l'avevano fatto leccare a lui (che poi è l'unica cosa che spiegherebbe la presenza dell'anfibio nel film).

mercoledì 25 maggio 2011

STICCON XXV - Parte 3

Si gioca il mio secondo gioco di comitato, particolarmente bastardo, che si conclude giusto a ridosso della cena. Torno fuori e vado di nuovo con Marcello allo Sporting, trovando posto per miracolo perché pare che sia stato tutto prenotato per la serata, una cosa mai vista. Per fortuna arriviamo prima dei prenotanti, altrimenti non so quanto ci avremmo messo a essere serviti, e io mi lancio su una pizza quattro stagioni (pare assurdo, ma mi tocca venire a Bellaria per mangiarne una come si deve, qui una pizzeria su quattro non capisce la differenza tra la quattro stagioni e la capricciosa, al massimo le varia con un ingrediente in più o in meno). Durante la cena parliamo un po' della giornata trascorsa, poi ce la filiamo per sfuggire al caos che sta iniziando a generarsi e andiamo a prenderci un gelato al Lollipop (il famigerato bar che ha la felice idea di chiudere proprio all'ora della pausa pranzo della STICCON, perdendosi un bel po' di clienti, ma che almeno durante la pausa cena è aperto).
Il Sabato è la sera della sfilata dei costumi, e Marcello non ne è propriamente un fan, ma rientra comunque per qualche altra chiacchiera con amici e conoscenti vari e ne approfitto per mostrargli Dominion che non aveva avuto modo di vedere, poi resto giù a chiacchierare col resto dello staff della sala mentre si prepara per la sfilata (OK, resto più che altro a sfottere un paio di persone dello staff, ma sorvoliamo...) finché non è ora di tornare di sopra nella sala principale.
Visto come si mettono le cose (video, comunicazioni, ...) mi dispiace per la povera Federica che non è esattamente a suo agio sui tacchi del costume che indossa, e a cui già normalmente sarebbe toccato aspettare un bel po' visto che il gruppo di Flash Gordon (sì, sono loro) deve sfilare per ultimo. Se non altro, la sua sofferenza sarà premiata col secondo posto.
Tra estrazioni della lotteria e amenità varie la serata si conclude. Torno di sotto a prendere le mie cose e resto ancora un po' con gli altri finché non ci avviamo tutti assieme verso l'albergo... anzi, verso la gelateria. Sì, lo so, è il terzo gelato della giornata, ma ci sta d'incanto.
Mentre torniamo (davvero stavolta) verso l'albergo, parlando del più e del meno, notiamo che Angelo e Federica si sono fermati al famoso forno che sforna (be', è un forno!) brioche e quant'altro anche in piena notte. Noi commentiamo su quanto coraggio ci voglia a prendersi un bombolone dopo un gelato... e neanche sospettiamo che ce li vedremo tornare dopo un po' con in mano una pizzetta a testa ("etta" si fa per dire, da queste parti con ognuna di quelle se ne fanno due!)
A destinazione scopriamo che la STICCON più che terminare si è trasferita sui divanetti del Piccadilly. Consegnandoci le chiavi delle camere, il portiere commenta "non vi dico buonanotte tanto lo so che tra poco tornate". No, decisamente NO. La mia tappa successiva è il letto (be', salvo i passaggi intermedi del caso) e di tornare se ne parla solo la mattina dopo.

Anche Domenica mi unisco al resto della Nautilus per la colazione, chiacchieriamo un po' della serata precedente, delle convention locali passate e presenti (locali nel senso di QUI, non di Bellaria), di varie ed eventuali, poi ci separiamo per tornare in camera prima e in STICCON poi. Gli do appuntamento al centro ma in realtà li rivedrò solo al pranzo, in una megatavolata formata da due tavoli riuniti per l'occasione (sotto lo sguardo allucinato dei camerieri, mi vien detto).
Tanto per cambiare l'Atletico Frappè, ovvero il duo della Nautilus formato quest'anno da Simone e Pierpaolo, ha vinto il torneo di biliardino, ma non è stato ancora premiato. In effetti neanche in Sala Giochi ci sono ancora arrivati i premi, che, quando arrivano, tanto per cambiare non quadrano proprio esattamente con le attività in corso. L'anno scorso avevamo una targa per il CluedoTrek (che non c'era) che avevamo biecamente riciclato per la Caccia al Tosk, quest'anno che al più poteva servire una coppa per la cena con delitto (anche se sarebbe stato difficile assegnarla in effetti, troppi vincitori) c'era quella della Caccia al Tosk (e OK) e del Torneo (che però non era esattamente in corso ed è stata assegnata a decisione arbitrale ma non arbitraria).
Durante la mattinata pare che la Sala Giochi si tramuti improvvisamente in una Sala Disegno. Io mi cimento ancora con le ultime cose delle Olimpiadi delle Razze, ma alla fine decido che alcune non ho proprio speranze di farle e vado a consegnare, anche perché stupidamente convinto che il termine siano le 12.30 e non le 15.00 (ma sarebbe cambiato poco, comunque).
Non c'è moltissimo da fare, perciò obbligo Matteo (e Camilla che si trova coinvolta per caso) a fare una partita a Dominion.
Intanto però la sala pare rianimarsi, il comitato previsto si riempie e ci sono perfino un bel po' di spettatori attorno ai tavoli.
La mattinata va via abbastanza rapida. A pranzo si parla un po' (ma non poi tanto, tavolo grande...) con gli altri della Nautilus e si mangiano di nuovo patate fritte a bastoncino. È Domenica e come l'anno scorso ci sono le lasagne, niente a che fare però con quelle dello Sporting, ahimè.
Durante il pranzo ci passa accanto J.G. Hertzler che viene prontamente invitato ad assaggiare un po' di vino non-locale, ma declina perché è sotto antibiotici (un problema che invece non si porrà neanche un po' alla cena di gala, mah!)
A fine pranzo torno al tavolo dello staff della Sala e trovo Angelo con davanti una pila di piatti del dessert (lui nega che siano tutti suoi, ma le prove?), poi scendiamo di sotto e tra una cosa e l'altra non risaliamo per l'esibizione domenicale degli attori. Io in realtà vado su un secondo per fare una telefonata (che poi non farò) e sbircio il palco... vedendo Chase Masterson e un Nicola Vianello mezzo nudo... O__o Più che sufficiente per farmi tornare giù di corsa, ma a conti fatti rischio anche lì, perché a qualcuno viene la sssssplendida idea di girare uno spot per la Sala Giochi annunciandone lo slogan in video dopo una dose di elio... Mi tocca fare qualche tentativo per riuscire a calarmi nella parte... nel senso che le boccate d'elio non funzionano, almeno fino a quando non ascolto con attenzione i suggerimenti degli esperti (:-P)... e faccio tutto fuorché quello.
Alla fine, armati di palloncini e cartellone volante, ci andiamo a piazzare sulla pedana del teletrasporto e al terzo tentativo (dopo una ricarica d'elio) lo spot riesce, o almeno pare. Proprio in quell'istante passa di lì la Masterson in versione camerierina, con un cappuccino su una mano e un cornetto nell'altra (no, non ho idea del perché), ci guarda paperinare ed esclama "Kate Mulgrew!" (Urge nota per i non informati, Kate Mulgrew è l'attrice ospite dello scorso anno, altrimenti nota come Nonna Papera sia per la pettinatura a tema durante alcune stagioni di non-quel-Voyager che per la voce abbastanza squaqquerante...)
Angelo le chiede se voglia fare lo spot con noi e lei rifiuta. Come dire che trova più dignitoso spogliare gente sul palco che abbassarsi ai nostri livelli... ehhh...
Anche nel pomeriggio i comitati procedono bene, uno che sembra aver bisogno di supporto da parte dello staff finisce per riempirsi quasi del tutto, e si fa giusto in tempo a finirlo che c'è un altro gruppo pronto a rigiocarlo sul momento.
In una pausa approfittiamo per consegnare i trofei, fare un bel po' di foto e trasformare la coppa del torneo in un simpatico ricettacolo per biglietti della lotteria usati.
Prima della tradizionale foto di gruppo iniziamo a mettere via il materiale della sala, cosa che si rivela come sempre abbastanza complicata: gli scatoli che contenevano tutto all'arrivo sembrano non riuscire mai a contenere le stesse cose al ritorno (e comunque ci sono effettivamente delle cose in più). Mentre ci si ingegna a sistemare tutto nel miglior modo possibile, tolgo le batterie alle pistole del LaserTag. Le stiamo rimettendo al loro posto quando una si accende e sul display compaiono tutte le informazioni possibili(!). Le batterie dentro NON ci sono, è assodato, ma lo schermo resta acceso e non c'è verso di spegnerlo. Alla fine qualcuno suggerisce con logica inappuntabile di provare a rimettere dentro le pile, e in effetti neanche il tempo di farlo che lo schermo si spegne(!!!).
Pausa foto, poi si ricomincia. Alla fine tutto sembra a posto, anche se ogni tanto risbuca fuori qualche Tosk, e siamo pronti per la cena di gala. Io passo dalla maglietta della Sala Giochi a una camicia un tantino più elegante, Angelo passa alla maglietta della Sala Giochi (no, non la mia!) e in generale tutti si preparano per tornare alla sala ristorante.
Prima però ci fermiamo a fare qualche foto davanti alla pedana del teletrasporto, e qui matteo ci delizia con un enigma sul cosa la sua uniforme abbia a che fare con il personaggio dell'attore ospite, Geordi Laforge. Alessandra azzarda un "... è negli universi paralleli..." e in quell'istante arriva suo marito, del tutto ignaro sia della conversazione in atto sia del perfetto incastro che sta per causare, e afferma "No, è nel seminterrato..."
Andiamo di sopra e troviamo il tavolo che ci è stato assegnato, praticamente di fronte a quello degli attori. Dalla mia posizione, voltandomi, riesco a vedere una piccola parte di Chase Masterson, ma in cambio vedo in pieno il suo compagno,... solo che lo scambio per un membro dello STIC, Claudio Sonego, e non perché io sia sotto allucinogeni ma perché si somigliano terribilmente e sono anche vestiti quasi uguali. Qualche dubbio mi viene quando vedo Claudio in giro per la sala e simultaneamente seduto al tavolo...
Alla fine la Masterson stessa si fa una foto in mezzo ai due "cugini gemelli" (citazione rubata), e qualcuno si domanda se si assicurerà di riportarsi indietro quello giusto.
Sul tavolo ci aspettano delle bomboniere, spilline del ventincinquennale di Star Trek (molto adeguate) su delle... uhm... err... bare di cartone con dentro dei confetti? OK, forse non dovrebbero essere delle bare ma non sono proprio l'unico a pensare che lo sembrino... ^__^;;;
A tavola sono seduto di fronte ad Angelo, ma soprattutto di fronte all'acqua naturale: è tutta dal lato suo. Lo chiamo per nome diverse volte tentando di farmela passare ma lui non mi sente, alla fine azzardo un "Mario?" e mi risponde! E meno male che i baffi se li è tagliati!!!
Anche quest'anno subisco un tentativo di agguato da parte dell'attore (Burton), che con un minimo preavviso (ma almeno stavolta c'è stato il preavviso!) mi sbuca da dietro, mi si appoggia a una spalla e saluta allegramente la tavolata. Niente agguato invece da parte della Masterson, che peraltro arriva dal lato opposto e non si appoggia a nessuno, ma si inclina abbastanza da chiarire che sì, l'abito di stasera è più lungo e meno rivelatore, ma è tutta una questione di... punti di vista...
Arrivati al momento della torta, Gisella (che ha smesso ormai i panni di venditrice di biglietti della lotteria di beneficenza), che comunque non potrebbe mangiare quella normale, ne condivide con noi una personale comprata al bar, una base di croccante piena di crema e con decorazioni a tema Enterprise. Abbiamo perfino un ospite d'onore a tagliarla, J.G. Hertzler con tanto di stendardo klingon! Faccio notare che "forse" qualcuno dovrebbe immortalare la scena, e subito Angelo impugna la macchina fotografica (di Camilla) e fotografa... prima un suo dito e poi la torta con la mano dell'attore e basta! Io tento di scattare a mia volta, ma il bianco della tovaglia (e della maglia di Angelo) litigano col mio flash, e alla fine di tre foto se ne salva a stento una.
A cena finita, dirigendoci verso la sala per la cerimonia di chiusura, discutiamo dell'idea di avere davvero i costumi di SuperMario per il prossimo anno, assieme ad altri personaggi dei videogiochi, mentre io come è ovvio faccio l'indifferente per evitare eccessivi coinvolgimenti...
Arrivati in sala ci aspetta sul palco la Masterson che ci annuncia di voler cantare una canzone in italiano. Giravano voci inquietanti sul fatto che volesse cantare Romagna Mia (io ho tra le mani la baretta e qualcuno mi suggerisce di provare a lanciargliela e metterla fuori combattimento prima che sia troppo tardi ma, ahimè, sono troppo lontano...), ma in realtà pare con Prayer di Bocelli e poi bissa con Non Dimenticar (continuo a preferirla quando non canta, ma -inserire nome del blog qui-).
Mentre un palloncino vagante porta nella sala lo spirito della Sala Giochi, la cerimonia di chiusura si svolge in maniera abbastanza tranquilla. Ci viene annunciato che non si sa esattamente quando sarà la Reunion né chi possa esserne ospite, ma si sa che sarà a Montecatini (pare che un tentativo di rientro a Riccione sia stato reso impossibile dal fatto che la sola settimana disponibile era quella prima di Natale, quando come è ovvio non sarebbe venuto nessuno). Sono note invece le date della STICCON... dal 24 al 27 Maggio... tragedia! Come faccio ad andarci così vicino a fine mese? ;__; L'ospite non è noto ma pare tenteranno di portare Patrick "Jean Luc Picard" Stewart... Ci riusciranno? Ai posteri l'ardua sentenza.
Quest'anno non abbiamo altro da mettere a posto né "fili cattivi" da sciogliere, quindi dopo un rapido passaggio di sotto a riprendere le nostre cose possiamo tornare in albergo. Per qualche strana ragione, saputo che ripartirò il mattino dopo, Angelo vorrebbe salutarmi anche se stiamo uscendo assieme e stiamo andando allo stesso hotel. In cambio non riesco a salutare Alessandro e Alessandra che sono già andati via.
Anche questa sera la STICCON pare essersi trasferita sui divanetti. C'è meno gente, ma in cambio c'è anche Chase Masterson. Io, comunque, ho un appuntamento con il letto, che raggiungo intorno all'una e mezza.
La mia STICCON è finita, la mia tragedia personale inizia... due ore scarse di sonno e mi risveglio coi dolori di stomaco. Inizialmente sembrano solo i miei soliti compagni di vita, ma dopo un po' iniziano i conati e la nottata se ne va via in modo tutt'altro che piacevole (a oggi non mi sono ancora rimesso del tutto in sesto in effetti, e fino a Martedì sera non ho avuto il coraggio di ingerire nulla di solido).
Di conseguenza non sono per nulla in forma quando il mattino dopo preparo i bagagli e mi avvio alla volta del Centro Congressi, dove ho appuntamento con Marcello. Esco dalla mia stanza giusto in tempo per incontrare Alessandro e Alessandra e rifarmi del saluto mancato, poi mi metto in marcia.
Trascorro con Marcello il tempo che mi resta... prima del treno, si intende! ... poi raggiungo la stazione e... aspetto. A quanto pare c'è un treno che parte sette minuti prima del mio ma sullo stesso binario, e ha già cinque minuti di ritardo (per inciso va anche quello a Bari, ma arriva oltre un'ora dopo).
Il viaggio non è molto piacevole, ma lo trascorro cercando di dormire e non pensarci, e in effetti passa abbastanza in fretta. Stavolta non ci sono posti di fronte a me e quello accanto è libero, se non altro. Qualcuno nelle file più avanti sembra stia parlando di STICCON e Sala Giochi, ma potrebbe essere un delirio del dormiveglia.
Se non altro, sono contento di essere stato male dopo la fine e non prima (anche se avrei peferito non star male del tutto).
Adesso non mi resta che riprendermi... in tutti i sensi.

martedì 24 maggio 2011

STICCON XXV - Parte 2

Sabato mattina, dopo l'inutile sveglia di buon'ora, a colazione incontro più o meno inaspettatamente (mi aspettavo che sarebbero venuti, ma non che fossimo nello stesso albergo) il gruppo della Nautilus, ridotto quest'anno a sole tre persone per imprevisti vari, e mi unisco a loro per una colazione appena un po' più ricca di quella del venerdì. Qui assisto a una scena che mi segnerà per sempre, vedendo una fetta biscottata essere cosparsa di marmellata, coperta da una fetta di formaggio e poi inzuppata in una tazza di tè. O__o
Sopravvissuto in qualche modo all'esperienza (e no, non era uno dei tre della Nautilus l'artefice) e rivelato a Elena (sì, della Nautilus) che ero presente alla LevanteCON (ero andato pure a salutarla appena entrato ma, si sa, stare alla reception fa male, l'ho sempre detto), torno in camera per le necessarie abluzioni e poi mi riunisco di nuovo al gruppo di sotto, per avviarci verso il centro. Intanto Marcello mi avverte che è arrivato anche lui.
Mi separo dagli altri, che devono fermarsi a un tabaccaio, perché è probabile che giù in sala non ci sia ancora nessuno, essendo buona parte degli altri reduci dalla Kobayashi Maru. Mentre faccio il resto della strada cerco di rispondere all'SMS di Marcello, ma il mio telefono decide che sto cercando di scrivere un'e-mail, e alla fine faccio prima a rispondergli di persona pochi minuti dopo. Resto un po' con lui, che ancora non può entrare, poi però lo lascio per andare di sotto a vedere la situazione. Per un attimo mi attendo di trovare la sala al buio (è successo venerdì, e io e Matteo abbiamo speso un mucchio di tempo a cercare di scoprire come si accendessero le luci prima che arrivasse Angelo e ci rivelasse che era staccato il quadro elettrico nella sala della KME, dove a nessuno di noi sarebbe mai venuto in mente di andare a guardare), invece c'è la luce e c'è anche Daniele (l'assassino!!!).
Dopo un po' arrivano anche Matteo e Camilla e io ne approfitto per fiondarmi al bar mentre quest'ultima azzarda una partita a Memotrek con Daniele e ne esce un tantino... scoraggiata.
Io approfitto dei tempi morti per continuare a compilare la scheda dell'Olimpiade delle Razze (per fare punti tenterò anche di fare la Kobayashi Maru Experience, al secolo Sala Borg, ma non c'è verso di riuscire a infilarmici) e successivamente, con Riccardo della Nautilus, il gioco finale delle campagne STIC, indovinare dei personaggi da immagini deformate (ma ne sbaglieremo due alla grande). La mattinata viene anche punteggiata dall'incontro con Simone della Nautilus (non ci eravamo mai conosciuti di persona) e dalla foto con gli attori (con noi della Sala Giochi che saltiamo il turno perché ci dicono di recuperare Gabriele e Michela della Sala Borg... che poi comunque fanno la foto per conto loro lasciandoci a domandarci perché ce li abbiano fatti aspettare...)
Quando arriva Angelo scopriamo che si è tagliato la barba ed è rimasto solo con i baffi (scoprirò dopo che il tutto dipende dal costume che indosserà per la serata) che gli danno un aspetto alquanto inquietante. Lui dice di vedersi come un attore porno tedesco, ma qualcuno fa notare che in realtà sembra SuperMario e la definizione gli resterà addosso per il resto della STICCON (o della vita?)
All'ora di pranzo esco e raggiungo Marcello per andare a mangiare assieme allo Sporting. Ahimè, la mitica Barbara non c'è, ma il cibo è ottimo e abbondante come sempre. Sulla via del ritorno ci fermiamo a prendere un gelato e io inciampo nello scalino del bar...! Inizio a pensare che non passerà giorno di STICCON senza un mio incidente correlato alle scale e mi domando se tornerò a casa integro. Non lo farò, ma non sarà colpa delle scale.
Nel pomeriggio sono previste le apparizioni degli attori, per cui la Sala Giochi è chiusa e io ne approfitto per andare a girare tra i banchi dei venditori, con una cosa ben precisa in mente. Mentre sono davanti al banco di Massimo, il venditore poco-Trek che ho conosciuto l'anno scorso, arrivano Matteo e Camilla e questa viene a sapere che lui ha un pelouche di Chocobo. Mentre lui lo cerca tira fuori un po' di tutto, tra cui una Sailor Mars (che poi Matteo comprerà a Camilla in un inutile tentativo di farle una sorpresa) e un SuperMario che mi fa balenare un lampo maligno negli occhi.
Mi riunisco a Marcello per guardare l'esibizione di Chase Masterson, che per l'occasione indossa un abitino bianco corto e (fin troppo) attillato e degli stivaloni bianchi a mezza coscia (i commenti si sprecano, sento qualcuno dire che "stava lavorando stanotte ed è venuta così come si trovava"). Sul palco è frizzante e simpatica, e conclude la sua esibizione cantando tre canzoni abbastanza risparmiabili, ma eviterò di fargliene una colpa. Comunque, sulla terza vado a fare una pausa cappuccino e torno in tempo per l'inizio dell'apparizione di Levar Burton, un tipo dalla risposta molto pronta anche se si verificano un paio di silenzi imbarazzanti durante la sua esibizione.
I baffi di Angelo impressionano anche il microfono quando lui tenta di fare una domanda all'attore: smette di funzionare (funzionerà per chiunque altro dopo) e lo costringe ad andare direttamente a parlare in quello del palco.
Quando gli attori hanno finito mi metto in cerca di Angelo ma non riesco a trovarlo. Finalmente lo ritrovo di sotto impegnato in una partita de La Lacrima dei Profeti (pubblicità, pubblicità) e mi metto a girargli intorno in attesa che finisca, tramando alle sue spalle con Matteo e Camilla che già sanno... A partita finita, me lo porto dietro fino al piano di sopra, chiedo in prestito a Massimo il SuperMario e faccio una foto ai due separati alla nascita :-D

C'è ancora altro da dire, ma intanto qualche foto...


Terza e ultima Parte

STICCON XXV - Parte 1

Come ogni anno (o almeno ogni anno in cui è possibile) il 19 Maggio mi sono avviato alla volta di Bellaria, per partecipare alla STICCON 2011.
Il viaggio è iniziato in maniera abbastanza tranquilla: trenino locale Palo-Bari, megagelato in attesa del treno a lunga percorrenza, salita sul treno in questione (con tutta calma visto che nasce a Bari e quindi è lì sui binari già un po' prima di partire).
Come sempre, ho il posto 105. Come sempre, il treno è quasi vuoto. Peccato che i pochi passeggeri che ci sono siano concentrati nei sedili attorno al mio, e mi ritrovo tra una signora ben in carne (di fianco) e una famigliola di madre, padre e marmocchio (di fronte). Comunque sia, il viaggio passa abbastanza tranquillo, tra qualche SMS di aggiornamento a/da amici e parenti, tre telefonate dall'ufficio e la lettura di "Mr. Murder", che si rivela essere perfino a tema dato che uno dei personaggi secondari è un trekker, oibò!
Ho ancora una volta modo di apprezzare il degrado degli annunci delle stazioni durante il viaggio, che partono con uno squillante "Stiamo per arrivare nella stazione di Barletta", per poi procedere con un più pacato "Stiamo per arrivare nella stazione di Foggia", che alla fine del viaggio sarà ormai diventato un "Din... st... brz... click... scen... Din".
In dirittura d'arrivo, Marcello, che devo incontrare in stazione, mi prospetta un lieve ritardo. La cosa non mi preoccupa più di tanto, posso aspettarlo... solo che non devo, perché ho appena messo piede nella stazione di Rimini che un altro suo SMS mi avvisa che è già arrivato...!
Assieme a lui vado a Bellaria e raggiungo l'hotel Piccadilly, che nelle foto da me trovate su internet era rosa ma nella realtà non lo è, tanto che io neanche mi accorgo di esserci passato davanti!
Salutato Marcello, a cui do appuntamento per Sabato, raggiungo l'hotel e recupero le chiavi della mia stanza. Il ragazzo alla reception mi dice che è la 234 e che "crede sia al secondo piano". Io, che di questa cosa ero certo avendo sentito il numero, comincio a preoccuparmi della stabilità spaziotemporale dell'albergo, ma dopo un rapido giro (che mi sarei risparmiato se solo avessi girato a destra invece che a sinistra) assodo che la stanza è al secondo piano, proprio accanto alle scale, e nonostante le premesse ci resterà per tutto il tempo della mia permanenza.
Dopo le foto di rito alla stanza e la sistemazione, lascio l'albergo... mancando in pieno lo scalino davanti all'ingresso, che visto dall'alto sembra piatto e invece non lo è per nulla... Sarà solo l'inizio delle mie disavventure con le scale di questi giorni.
Bellaria è sempre un bel posto in cui passeggiare, ma la mia meta è il Centro Congressi, e scopro con piacere che si trova esattamente in linea retta rispetto all'albergo. Lo raggiungo in men che non si dica e vado alla reception per prendere il mio badge... che non c'è, a quanto pare è stato già dato alla Sala Giochi, una cosa non molto utile visto che per andare a prenderlo in Sala Giochi dovrei entrare e per entrare dovrei avere il badge... Vabbe', la sicurezza mi guarda un tantino male ma mi fa scendere lo stesso, e subito vengo accolto da buona parte del restante staff della sala, guidato da un Angelo barbuto (no, non c'era un essere celestiale con la barba, c'era Angelo che ne sfoggiava una abbastanza evidente, e che lo avrebbe poi portato a scene inquietanti di cui non farò menzione). Recupero il badge, deposito i giochi che mi ero portato dietro (Dominion, Massimo Stordimento e un paio di giochi di comitato) e noto che quest'anno non c'è stato l'assalto ai giochi dell'anno scorso, quando le iscrizioni ai comitati erano piene fin dal giovedì sera. In effetti è una tendenza che resterà marcata durante tutta la STICCON, forse anche a causa della "concorrenza" della sala Jupiter, ma probabilmente anche per un minore afflusso di gente. In parte, avrò modo di scoprire, molte persone che avrebbero dovuto venire non hanno poi potuto farlo per motivi vari.
In concreto, uno dei giochi di comitato previsto per Giovedì stesso deve essere spostato a Venerdì mattina e poi ulteriormente al pomeriggio (anche se alla fine li giocheremo comunque tutti).
Quest'anno, a sottolineare l'emerso divieto di distribuire cibi e bevande nel centro congressi, con conseguente eliminazione del tradizionale Nutella Party di beneficenza, il centro è tappezzato di manifestini di divieto e avvisi di non dar da mangiare allo staff (né, in effetti, ai triboli, che secondo me comunque mangiano meno). La Sala Giochi, invece, è piena di palloncini. I palloncini in sé non sono una grande novità, anche se in genere se ne restano confinati nell'attiguo Baby Club, ma quest'anno c'è a disposizione anche una bombola d'elio e una notevole quantità di palloncini lunghi "modellabili", offerti da Claudio Sonego, cosa che porta da un lato a scene di nevrosi per il rumore della gomma sfregata e qualche scoppio improvviso, e dall'altro a un notevole consumo di elio a scopi impropri...
Mi faccio ragguagliare un po' sulla cena con delitto che si svolgerà venerdì, do un'occhiata in giro ed è ben presto ora di cena. Chiudiamo i giochi nel Baby Club, chiudiamo il Baby Club, e viene posizionato davanti alla porta il piantone... ovvero una grossa pianta (finta). Il mio primo incontro con le patate della STICCON le vede in forma di purè... fatto col preparato.
Anche dopo cena non c'è moltissimo da fare. Ne approfitto per giocare con Angelo a Trekworm (perdendo) e a Dominion (vincendo).
Da segnalare nel pomeriggio l'arrivo di Chase Masterson, una dei due attori ospiti, che si fa il giro delle varie sale e si va a presentare a tutti i collaboratori uno per uno, molto carinamente.

Il Venerdì, come spesso accade in periodo STICCON, mi sveglio molto più presto del necessario e cerco di perdere tempo in attesa che sia ora di colazione. Mi ritrovo a guardare programmi di cucina su reti televisive finora sconosciute, poi indosso la maglia della Sala Giochi, nuova di zecca, e vado di sotto.
L'hotel di quest'anno è tecnicamente un quattro stelle. La stanza è carina, senza dubbio, ma il tre stelle dell'anno scorso era più che all'altezza, e quando mi trovo di fronte alla colazione non riesco a vedere la differenza: solita roba. Poco male, visto che comunque farò la tradizionale seconda colazione direttamente in STICCON (dove hanno cornetti freschi che, stranamente, quest'anno erano presenti anche di Sabato e Domenica).
Nell'entrare al centro, prendo in pieno uno scalino all'ingresso.
Durante la mattinata vengono distribuite le informazioni per la Cena con Delitto. La vittima è Riccardo, del Baby Club, e tutti i membri dello staff della Sala Giochi hanno buoni motivi per averlo eliminato: starà ai giocatori scoprire chi lo abbia davvero fatto e come. Sfortunatamente c'è un intoppo nei piani: Camilla arriverà solo Venerdì notte a causa di uno spiacevole imprevisto, e bisogna trovare una sostituta. Detto fatto, viene reclutata forzatamente Lisa, una delle figlie di Paolo Attivissimo, che dovrà anche vedersela col fatto che il resto della sua famiglia è tra i giocatori.
Arriva il momento di cimentarmi nel mio primo gioco di comitato da master. Raccolgo i giocatori, distribuisco le schede e presento ai presenti (err...) la famigerata stazione spaziale DS13, altrimenti nota come la stazione che porta sfiga. Il gioco parte all'insegna dello sput... ehm, sì, quello... più totale, coi giocatori che spiattellano senza remore le informazioni di cui dispongono, anche quando si suppone che siano piuttosto riservate. Alla fine tutto va per il meglio e il gioco si chiude in tempo per andare a pranzo e incontrare le patate fritte a bastoncino.
Dopo pranzo, colti dalla frenesia dell'elio, a un certo punto si decide di liberare un tosk volante da dieci punti. Dopo qualche prova con palloncini fini a sé stessi, si procede al lancio in pompa magna, e subito la gente si attrezza per il recupero, qualcuno cercando di creare macchine da guerra con palloncini che trasportano taglierini, altri con più efficaci cavalletti da macchina fotografica rivestiti di scotch nei punti strategici.
L'evento clou della giornata è comunque la Cena con Delitto che si svolgerà, appunto, a cena.
I tavoli sono stati sistemati a dovere, e i giocatori sono pronti, ma nonostante questo l'urlo di Alessandra, che dà il via alla competizione, coglie un po' tutti di sorpresa (tranne i "sospettati" che sapevano che stava per arrivare).
Mentre Angelo spiega la situazione, noi altri aspettiamo dietro le quinte, pronti a tornare in sala e... a cercare di cenare mentre veniamo convocati ai vari tavoli dei giocatori per l'interrogatorio. Ognuno di noi ha delle informazioni che può dare, ma gli investigatori si dimostrano in grado di fare le domande più inaspettate, e complice qualche equivoco alla fine sembra che il morto sia stato accoltellato, avvelenato, strangolato e ammazzato a colpi di tavolo... Sono due i tavoli che daranno la soluzione corretta, mentre uno cercherà di cavarsela con un diplomatico "tutti" e uno azzarderà una morte con "soffocamento con tessere del memotrek".
Lisa, la più giovane del gruppo e un po' impacciata all'inizio, si ritrova non solo a vedersi attribuita una fede calcistica che non le appartiene per necessità di trama... ma anche a perdersì metà della (presunta) pasta alla carbonara visto che il piatto le viene portato via mentre è altrove a farsi torchiare.
Dopo cena è prevista una partita di Mutaforma In Tabula, ma di 8 giocatori iscritti, già pochini, se ne presentano quattro. Alla fine non se ne fa nulla e un po' di noi approfitta per uscire a prendersi un gelato. Buono, ma per qualche ragione funge da attivatore per il mio caotico intestino, e questo mi costringe a tornare al Centro giusto per il tempo necessario a recuperare i miei occhiali da sole e poi fare rotta veloce per l'albergo.


Parte Seconda

lunedì 4 aprile 2011

LevanteCon 2011

Dopo aver saltato un'edizione per cause di forza maggiore (o, in effetti, di forza molto, molto minore se si considera che si trattava di un battesimo ^_^), quest'anno non mi sono fatto sfuggire l'occasione di partecipare alla LevanteCon, che nel frattempo continua a espandersi e inglobare sempre più eventi e manifestazioni (tra un po' occuperemo tutto l'hotel, camere incluse :-P)

Quest'anno, peraltro, non ero da solo, dato che per la prima volta ci sarebbe venuto anche Pierpaolo (mio cugino, da non confondersi con Pierpaolo, capitano della USS Nautilus, che sarebbe preoccupante se non ci fosse, invece). Dato che lui sarebbe venuto direttamente in auto, e memore del mio viaggio di andata dell'ultima volta (e ancor più memore di quello di ritorno, quattro ore passate ad attendere un autobus, ma questo è un altro discorso...) contavo che sarei stato già lì al suo arrivo.
In realtà... col cavolo...!!!
Fatto sta che arrivo a Bari, leggermente in ritardo perché l'autobus se la prende comoda, proseguo lungo quella che so essere la strada e... arteriosclerosi galoppante: non riesco a raccapezzarmi di dove dovrei svoltare. In realtà lo sapevo anche, dove dovevo svoltare, ma mi aspettavo un punto di riferimento che non riuscivo a trovare e ne trovavo uno che non ricordavo di dover trovare... sto invecchiando... -_-
Alla fine Pierpaolo mi ha telefonato per dirmi che era arrivato e si è ritrovato, ahilui, costretto a venirmi a recuperare mentre vagavo attorno al mio obiettivo come un cretino accaldato (cretino perché cretino, accaldato perché la giornata era incredibilmente calda, specie a confronto delle ultime, e io stavo fondendo nel mio giaccone pesante, che per fortuna ho poi potuto depositare nell'auto di Pierpaolo).

Così, arriviamo alla manifestazione. Dopo un passaggio obbligato alla toilette (invasa dai cosplayer) ci dirigiamo al banco dell'accettazione. Pierpaolo si registra, io indosso il mio badge della Nautilus... e trenta secondi dopo Pierpaolo (l'altro) me ne dà un altro nuovo (farò collezione).
La manifestazione è, come era prevedibile, più ampia dell'ultima volta che ci sono stato, e si è espansa anche in una sala che non avevo mai visto in precedenza, occupata per l'occasione dalla LevanteComics&Games (e invasa dai cosplayer).
Ovviamente, la prima cosa che ho fatto è stata cercare di salutare il maggior numero possibile di membri dell'equipaggio della Nautilus (quelli che conosco perlomeno) e togliermi la soddisfazione non da poco di presentare Pierpaolo a Pierpaolo (non sono cose che capitano tutti i giorni :-P). Mi sono anche informato dell'eventuale arrivo di Pia e Miriam di BraviAutori, ma tutti sapevano dirmi solo che erano passate il pomeriggio del Sabato (con tutto che io continuavo a dire che lo sapevo già) e non avevano notizie fresche. Il problema più grosso è che io non avevo idea di come fossero fatte loro, né loro di come fossi fatto io, per cui sapevo che se fossero arrivate avrei anche potuto incrociarle e non l'avrei mai saputo senza qualche conoscente comune a fare da intermediario. Io in effetti avevo il nome appeso al collo, ma nella folla dubito sarebbe stato un grande aiuto.

Dopo aver salutato i salutabili (alcuni li ho visti ma sono spariti prima che potessi raggiungerli o farmi notare, per cui ho dovuto rimandare) abbiamo fatto un primo giro di perlustrazione e fotografato qua e là le cose in esposizione, dalle opere di Riccardo Simone (lo Stargate, il martello di Thor, lo scudo di Capitan America, un cui gemello era in palio con la lotteria), ai vari modelli nella sala della scienza (lo shuttle estremamente dettagliato ma non solo), al modulo lunare funzionante, ai robottini un po' sacrificati in un angolo e a cui un maialino giallo rubava la scena, per finire ai banchetti degli sponsor, ricchi di materiale che sarebbe stato interessante comprare (se avessi avuto posto in casa per mettercelo). Molto belle in particolare una serie di tazze dei personaggi di fumetti e cartoni vari, dai Looney Toons ai Simpsons (che a me non piacciono ma le tazze erano comunque belle a vedersi) a una (UNA, come si è subito premurato di farci notare l'addetto al banco... una specie di minaccia velata) Jeeg, da cui Pierpaolo è stato quasi subito ispirato (da allora in poi non passavo una volta davanti al banco senza sbirciare e commentare con aria da cospiratore "La tazza di Jeeg c'è ancora").
Abbiamo più volte passato la sala convegni principale, stranamente quasi sempre vuota (magari si nascondevano tutti quando passavamo noi e facevano finta che in quel momento non ci fosse niente) e incrociato ogni genere di cosplayer (io ne avrò riconosciuti forse un paio dei personaggi da cui erano vestiti, molti me li ha dovuti spiegare Pierpaolo a cui "ne mancavano" meno, ma se non altro verso la fine ho dovuto chiarirne io uno a lui, il coniglio Frank di Donnie Darko, e mi sono sentito un po' meno fuori dal mondo :D)
Dopo un po' abbiamo deciso di dirgerci alla Sala Proiezioni per gustarci un episodio di Mazinga Z e il primo episodio di Mazinkaiser (il primo l'avevo già visto, il secondo no) interrogandoci sulle stranezze dei tagli fatti in Italia e sul perché Afrodite A in Mazinkaiser sia macrocefala.
A proiezioni finite, anche per riscaldarci un po' (la sala proiezioni era forse l'unica in cui l'aria condizionata faceva il suo lavoro con molta enfasi) abbiamo fatto un altro giro, approfittandone (io) per chiedere lumi sulla situazione di Pia e Miriam, ma nessuno sapeva niente.
Poco dopo abbiamo assistito a qualche prova di spettacolo dei cosplayer e alla premiazione del concorso di fumetto (con UNA sola partecipante che, stranamente, ha vinto) e illustrazione (qui da lontano il vincitore sembrava solo una macchia colorata... da vicino sembrava un disegno assieme a una macchia colorata).
Gran parte del resto della mattinata è trascorso esaminando l'esaminabile in dettaglio, ammirando i costumi in giro, passando ogni tanto alla toilette sempre più invasa dai cosplayer e prenotandoci per una partita di D&D per il pomeriggio. Mi sono anche prenotato mentalmente per chiedere al ragazzo dal volto verde che faceva parte della Tana dei Folletti (l'associazione ludica parte dell'organizzazione della manifestazione) se fosse un goblin, un orco, un elfo verde come diceva Pierpaolo (corroborato dal mio fratello rumeno Dan quando ha visto le foto) o magari solo un asparago, ma poi, chiaramente, non l'ho fatto e resterò a vita col dubbio.
Diopo un po' sono stato recuperato nella sala C&G (che sarebbe Comics&Games, non Gabbana che ha una relazione extra-Dolciugale) per avvisarmi che Pia e Miriam erano arrivate e mi stavano cercando (ai tavoli di gioco, ma io non ero ai tavoli... ero giusto lì davanti)... cosicché abbiamo infine potuto conoscerci e, nonostante la mia nota ritrosia a stare dalla parte sbagliata di una macchina fotografica (quella dove si trova l'obiettivo, vale a dire) ho addirittura sollecitato io stesso che l'evento venisse immortalato.
Abbiamo parlato un po', poi ci siamo salutati con un mio infelice "ci vediamo qui in giro" (non che avesse qualcosa di male il saluto in sé, è che puntualmente ha portato rogna e non ci siamo più incrociati).

Arrivata l'ora di pranzo, dopo esserci goduti un po' le sale ora semivuote, approfittando del mio badge con su scritto "STAFF" (e improvvidentemente non scritto "sì ma si fa per dire") che mi proteggeva dall'essere cacciato, ci siamo spostati verso il ristorante al piano di sopra per goderci il (tutt'altro che scarso e tutto sommato economico) pranzo: antipasti, primo, secondo... e il dolce ha un che di traumatico. I camerieri servono porzioni di torta, sostituendo le torte in questione man mano che finiscono... con altre diverse. Arrivati al nostro tavolo, hanno due porzioni due di meringata al limone che vengono immediatamente accaparrate dalle nostre dirimpettaie (Gabriella e... ehm... Manuela o Emanuela, non me lo ricorderò mai, comunque conoscenze della STICCON che non mi aspettavo di ritrovare qui), che fanno notare come noi fossimo rimasti senza... un secondo prima che venga presentata una torta al cioccolato che faceva ingrassare solo a guardarla troppo (e che non ho esitato un solo secondo a puntare). Sì, va poi detto che finita quella è comparsa una Sachertorte ancora più appetitosa, ma non si può avere tutto dalla vita...

Durante il pranzo non mancava l'occasione di vedere qualche cosplayer aggirarsi negli esterni dell'albergo dopo aver assodato che no, non poteva entrare durante la pausa pranzo.
Al rientro, dopo essere passati dalla toilette (invasa dai cosplayer) abbiamo fatto un altro giro e qualche foto del tipo "se non la facciamo ora che non c'è nessuno perché la sala è ancora chiusa possiamo beatamente scordarci di farla dopo", incluse le foto di gruppo della Nautilus. Non essendo del gruppo, Pierpaolo se ne è tenuto fuori. Poi si è iscritto, per cui tanto valeva prevenire, ma vabbe', sarà per il prossimo anno.
L'evento più eventuoso ed eventuale del primo pomeriggio era la sfilata dei cosplayer, ma c'era tempo e quindi abbiamo girellato un po', anche se ogni volta tornare nella sala era più difficile perché la gente aumentava. Abbiamo assistito all'arrivo di un pressoché perfetto Jack Sparrow (presidente della giuria del premio per il cosplay) con tanto di Will (che pareva il gemello di Orlando Bloom!), e ho anche tentato un'altra sortita alla toilette, ma stavolta l'invasione dei cosplayer era tale da impedire anche il minimo avvicinamento.

Ora... io sono più o meno abituato ai "cosplayer" dalla STICCON, ma lì sono per lo più focalizzati sulla fantascienza et similia, mentre qui c'erano moltissimi personaggi di cartoni animati, videogiochi e quant'altro, e abbiamo assistito anche a esibizioni piuttosto elaborate... per quanto possibile, perché c'era un mucchio di gente attorno a ogni lato del palco e bisognava lottare con la visibilità (e col caldo infernale amplificato dalla quantità di persone presenti). Mi sono fatto presente che la prossima volta dovrò portarmi dei paraorecchie, non per il caldo (anche perché farebbero effetto contrario :P) ma per salvare i miei poveri timpani da alcune note acute e dall'immancabile urlo o picco di volume occasionale.
A un certo punto la folla ha iniziato a sfollare (justamente) e la zona in cui eravamo è rimasta libera e con piena visuale. La prima cosa è durata solo fin quando non si è tramutata in un'area di parcheggio per guerriere Sailor. Più o meno allora abbiamo deciso di sganciarci e andare a vedere se fosse poi possibile giocare a D&D come da prenotazione. In realtà io ne ho approfittato prima per andare alla toilette (LIBERA: i cosplayer erano tutti nella sala!)
Abbiamo scoperto che eravamo solo noi due, il che impediva di giocare una partita nata per cinque, ma dopo un po' il gruppo si è formato, così ho potuto sedermi a un tavolo di D&D dopo anni e anni e anni (e credo per la mia prima volta in assoluto NON da Master O_o). La distribuzione alquanto random dei personaggi mi ha assegnato... quello che mi sarei scelto da solo se avessi avuto modo di farlo, una necromante individualista di nome Nemesia (che ho interpretato un tantino alla Saleria Lindir senza la parte schizofrenicosessuomane), che alla fine è pure riuscita a fare una buona azione per il mondo ottenendo in cambio di essere assalita da un vampiro, ma guarda tu, vai a far del bene...! Sì, MI SONO DIVERTITO, sia chiaro!
Tra l'altro ho avuto il piacere di conoscere la già menzionata Tana dei Folletti, non lontanissima da qui (a Bisceglie) ma comunque lontanissima per quel che mi riguarda.

Essendo già iniziata con un certo ritardo, la partita è durata abbastanza da essere l'ultima cosa che potevo permettermi di fare nella giornata, dovendo andare alla fermata dell'autobus (con un certo anticipo per non correre rischi...) Ho salutato al volo tutti i componenti della Nautilus che sono riuscito a incrociare o trovare facilmente (mi dispiace per quelli che invece non ho trovato, ma tanto ci rivedremo alla peggio tra un mese e mezzo), poi, previo passaggio all'auto, mi sono accomiatato da Pierpaolo (che è tornato dentro e si è comprato la tazza di Jeeg, ancora lì in barba alle minacce... :-P) e, non senza sbagliare svolta un'altra volta (ehm...) ho raggiunto senza problemi (nonostante un incidente lì vicino) la fermata, "abbordato" l'autobus poco dopo (era in anticipo) e fatto ritorno alla base, alquanto cotto ma anche alquanto soddisfatto.

In generale credo che, anche se forse qualcosa me la sono persa perché la confusione era parecchia, si sia trattato di una giornata molto ben riuscita (duemila e passa visitatori, credo che il cosplay abbia attirato parecchia gente extra peraltro). È un peccato che alcune cose fossero un po' sacrificate (lo spazio c'è ed è tanto, ma a momenti non bastava), ma del resto molte cose erano al loro esordio e il tempo per organizzarsi meglio c'è sempre.
OK, se avete letto fin qui... la prossima volta invece di leggere il mio report veniteci di persona!

Qualche foto, se avete voglia dell'impatto visivo:
http://www.facebook.com/album.php?aid=2110361&id=1538302603&l=93b58f105a

martedì 22 marzo 2011

Ultime creazioni

Dato che ultimamente sto lavorando parecchio a progetti di giochi da tavolo, ho voluto mettere alla prova un sito di Print on Demand specializzato nel caso sorga la necessità di farmi fare un prodotto come si deve. Quello per cui avrei voluto usarlo, in realtà, era ri-prototipare La Casa Stregata, ma purtroppo richiede pezzi che il sito in questione non produce, e non c'era modo di adattarlo. Di conseguenza ho deciso invece di far realizzare un gioco adattato al tema Star Trek e prendere i classici due piccioni con una fava: farmi un'idea del lavoro del sito e dei materiali che usano e avere qualcosa di nuovo da portare alla STICCON a fine Maggio.
Devo dire che i costi del sito sono decisamente abbordabili, ma la spedizione dagli USA è un salasso, e in effetti per non svenarmi solo con quella ho spalmato i costi su due copie del gioco in questione (così una me la tengo io :-P) e un mazzo di carte extra che costituiscono un gioco a parte, oltre a prendere qualche cosa sparsa tanto per vedere come è fatta.
Oggi ho finalmente ricevuto il mio bel pacco(ne) e qui ne vedete i risultati. La qualità non è eccelsa (non che me la aspettassi tale) ma è decisamente più che accettabile e vale la spesa.

Queste sono alcune visioni del gioco e dei materiali di DOMINION

Una (finta) partita

I pezzi del gioco

Pedine

Mazzo Segnatempo

Carte Equipaggiamento

Queste invece sono le carte (che poi sono praticamente tutto il gioco) di Massimo Stordimento:

Massimo Stordimento

domenica 9 gennaio 2011

SegnaCorto


Arrivato da un po', mi sono deciso solo oggi a fotografarlo.

venerdì 7 gennaio 2011

Gargoyle's Revenge

Era un po' che non vedevo uno di quei film che, una volta terminati, mi lasciavano a domandarmi cosa avessi visto di preciso...

Siamo in Romania nel 1532. Una donna in carrozza è inseguita da un gargoyle che all'improvviso viene affrontato da una torma di paesani sbucati dal nulla e armati dei classici forconi.
Un prete con un anello orrendo si ferisce il palmo della mano con la punta di un dardo da balestra per poi spararlo al gargoyle in questione, che cade a peso morto in quello che forse è un buco originato dalla caduta o forse una trappola che stava lì apposta (perché ovviamente tutti sapevano dove sarebbe caduto di preciso) o forse solo un buco tondo che stava lì per caso. Fatto sta che gli uomini lo tappano facendoci rotolare sopra un macigno di polistirolo che perde anche qualche pezzo e poi il prete, tanto per far capire che il macigno è finto a chi ancora non l'avesse notato, ci pianta dentro il suo anello con un colpo del calcio della balestra. No, non per una buona ragione, così tanto per.

Torniano ai giorni nostri. Siamo a Bucarest (ma ci verrà detto solo molto tempo dopo) dove alcuni agenti della CIA stanno collaborando alla soluzione di un caso di rapimento. Assistiamo a un patetico scambio di battute tra un'agente e uno dei rapitori, a una miniscossa di terremoto e poi a una specie di inseguimento che termina su un tetto dove, prima che gli agenti arrivino, il rapitore viene assalito e portato via da un gargoyle (operazione che per qualche motivo sporca tutto il tetto di sangue).
Cambio di scena, siamo in una chiesa in via di restauro. I restauratori hanno appena scoperto che dietro un affresco (brutto) se ne cela un altro (ancora più brutto) che noi sappiamo ritrarre la scena dell'inizio del film, ma per loro non significa molto.
Non è ben chiaro come facciano a vederlo visto che stanno osservando la parete con uno di quegli aggeggi che si usano per proiettare i lucidi sui muri, ma amen.
Un loro assistente locale chiama uno dei due per mostrargli qualcosa nei sotterranei della chiesa. Si tratta del macigno di polistirolo (sappiamo che è lo stesso perché c'è ancora conficcato l'anello) che a quanto pare "è stato fatto riemergere dal terremoto". Neanche il tempo di dirlo e c'è un'altra scossa il cui unico effetto (in assoluto) è quello di far sprofondare il macigno nel buco dell'inizio.
Il restauratore decide di calarsi e scopre una caverna piena di quelle che sembrano crisalidi di Gremlin con le veneziane, ma che noi dobbiamo presumere essere uova di gargoyle. Un secondo dopo, il gargoyle assale sia lui che il collaboratore.
Intanto, in chiesa è arrivato un nuovo prete che dovrebbe sostituire l'attuale, è che è evidentemente antipatico anche se non ha fatto niente a nessuno.

Qualche tempo dopo, l'unica restauratrice rimasta confida al prete in carica (quello vecchio) che i suoi colleghi non sono tornati e lei è preoccupata.
Nello stesso tempo, una ragazza sta visitando lo zoo e facendo foto degli animali, fregandosene altamente del fatto che un altoparlante annunci che lo zoo sta per chiudere, e del fatto che gli altri visitatori le spariscano attorno come fantasmi (sì, letteralmente!) Alla fine resta chiusa dentro e per qualche istante si ha l'impressione che volesse restarci di proposito ma no, è solo scema.
Come è ovvio, arriva il gargoyle e lei gli scatta una foto stando nascosta dietro un albero. Poi pensa bene di mettersi a giocare a rimpiattino e passa da un nascondiglio all'altro fino ad andarsi a chiudere in una gabbia aperta(!), e solo allora il mostro decide di spezzare le sbarre e andarle a fare visita.

Alla chiesa arrivano gli agenti della CIA che in qualche modo sono stati avvisati della scomparsa dei restauratori. Il lui della coppia di agenti inizia a flirtare con la superstite.
I due escono e si imbattono in una macchina fotografica abbandonata (quella della tizia dello zoo). Lui, dopo aver assodato che non è di nessuno degli scomparsi, determina che contiene delle foto (senza neanche accenderla) e decide di aver bisogno di un PC per vederle (anche qui accenderla avrebbe aiutato...), ma ci sono solo foto di animali e una mossa che potrebbe essere qualunque cosa.
Intanto, il corpo del rapitore viene ritrovato impalato su un palazzo e l'autopsia rivela che aveva addosso del DNA sconosciuto di pipistrello(!)

In chiesa, il primo prete sta sfogliando un libro finto antico che contiene illustrazioni di draghi tratte da qualche manuale di GdR, anche se lui dice che sono gargoyle. Il secondo prete lo rimprovera perché bada a queste superstizioni e gli dà un biglietto aereo che lui però strappa per poi alzarsi a mostrare agli spettatori che ha una balestra custodita in un confessionale.

La restauratrice, invitata fuori dall'agente della CIA, mostra a quest'ultimo una foto del dipinto originale spiegandogli che vi è ritratto il monastero di Brasov e che la creatura dipinta assomiglia a quella della foto (cosa che non è assolutamente vera, ma a lui sta bene lo stesso).
I due vanno a trovare il vescovo di Brasov che spiega loro la faccenda dei gargoyle e li porta a un armadietto chiuso a chiave che contiene una balestra identica a quella dell'altro prete. Spiega poi che i dardi di quella balestra (che non sono nell'armadietto chiuso a chiave ma banalmente poggiati sopra) sono stati benedetti e consacrati col sangue di un prete dal cuore puro (dicendolo si taglia il palmo e li inonda di sangue fino alla base) che quindi è il sangue di Cristo, e rappresentano l'unico modo di uccidere un gargoyle.
Detto ciò, il vescovo carica la balestra ed esce sul sagrato giusto in tempo per l'arrivo del gargoyle, col quale aveva evidentemente preso appuntamento. Il vescovo spara e manca il bersaglio. Agente e restauratrice prendono la balestra e fuggono in macchina, ma il mostro è chiaramente:
a) più veloce dell'auto
b) per nulla interessato a fare altro che girargli intorno e infastidirli
Alla fine, volando a marcia indietro per fare lo sborone, il gargoyle prende in pieno la volta di un tunnel e cade sui fili della luce.

Segue una scena pressoché irrilevante con un tizio che non si sa bene cosa c'entri con la faccenda ma in qualche modo indirizza le indagini verso il prete della chiesa.
Intanto, il prete nuovo ruba la balestra dal confessionale (non si capisce come sapesse che era lì), bagna i dardi di sangue e scende nella caverna delle uova attraverso un comodissimo passaggio che si trova nel cimitero della chiesa, chiuso da una botola di metallo(!)
Non è chiaro che intenzioni abbia perché il primo prete arriva, gli urla contro e gli spara.

Mentre gli agenti vanno ad armarsi, la restauratrice corre in chiesa e parla al prete della balestra. Questi la prende a pugni.
Dopo un po' la ritroviamo incatenata a degli anelli comodamente preesistenti nella caverna delle uova, dove il prete le spiega che quando il terremoto ha riaperto la caverna (cioè il giorno prima in pratica, e comunque ci si poteva entrare da sempre dal cimitero, mah!) ha capito tutto e ha deciso che i gargoyle regneranno sulla terra. Cosa gliene viene in tasca a lui non si capisce, comunque resta lì finché non vede che le uova iniziano a... uhm... a fare niente, in effetti i minigargoyle aprono le stecche delle veneziane e escono da lì, comunque... e fa per andarsene. L'altro prete però non è morto e lo rallenta, cosicché i gargoyle neonati se lo mangiano.
Intanto gli agenti della CIA sono arrivati in chiesa e, seguendo delle tracce di sangue di non si sa bene chi, sono scesi nel passaggio, armati di tutto punto, e iniziano a sparare ai mostri. Questi, che da grandi sono evidentemente immuni ai proiettili, da piccoli cadono quando vengono colpiti, ma in cambio sembrano avere lo strano potere di aumentare di numero quando ciò accade.
Tra una cosa e l'altra, il gruppo di agenti più restauratrice esce dalle caverne - che all'andata distavano forse mezzo metro dal cimitero e ora sono lontane centinaia di metri - poi ci butta dentro una bombetta incendiaria la cui fiammata riempie l'intero complesso sotterraneo.
A quel punto arriva il gargoyle adulto. L'agente della CIA lo colpisce con la balestra e lui cade dritto nel passaggio che porta alle caverne.
(Da questo film, insomma, si imparano due cose: che i gargoyle sono estremamente puntuali e terribilmente precisi quando si tratta di cascare)

Il film si chiude con gli agenti CIA chiamati in Siberia a indagare sulla sparizione di un aereo dovuta a un UFO(!) mentre in cielo vola allegro un gargoyle.