mercoledì 6 maggio 2015

STARCON 2015 - Giorno 3

Quando l'ora del mattino si fa tale da giustificare la mia uscita dal letto, eseguo. Ho alle spalle forse mezz'ora di sonno, ma non ne ho le prove (nel senso che non sono certo di aver dormito neanche quella mezz'ora, ma mi manca all'appello nella serie di controlli all'orologio). In cambio ho delirato di possibili prove per la Koba del prossimo anno, di cene con delitto a venire (tutte cose che poi neanche mi riguardano direttamente, ma che proporrò poi ad Angelo), e ancora del gioco di carte su cui sto elucubrando ormai da giorni senza venire a capo del meccanismo risolutore che mi permetterebbe di dargli forma.
Cerco di fare piano mentre mi lavo e mi vesto, poi vado di sotto ad attendere Matteo e Camilla che, dopo una replica dell'incontro del giorno precedente, mi vedono e mi consentono di consegnare come concordato la chiave della Sala Giochi.
Quando torno su, Pierpaolo si sta svegliando. Dal canto mio, prendo il palmare e mi metto a leggere le prime pagine di The Wise Man's Fears, cosa che si rivelerà un errore catastrofico, ma non prima di domenica notte.
Per la colazione del giorno, mi do al tè, che se non altro è acqua calda e bustine e quindi tanto male non può essere. Stamattina, però, non mi piacciono nemmeno i cornetti, che sulle prime sono normali, ma poi mi lasciano in bocca uno spiacevole retrogusto, che deciderò di mandar via con un cornetto serio e un cappuccino ancor più serio una volta arrivato al Centro.
Al sabato, la Starcon si sveglia più lentamente, del resto non erano pochi gli Akkobayati - cavolo, quest'anno ho scordato i cartelli :-( - e tutto sembra un po' più calmo. Ci riguardiamo un po' anche le merci esposte, per così dire, e questo mi porta a...
-- Interludio: i Groot --
Presso quello che probabilmnente è lo stand di Ultimo Avamposto, dove già ieri Nazareno ha fatto spese e io mi sono preso una spillina di Eccleston (il nono Dottore, che resta il mio preferito) da aggiungere alle altre sul laccetto del mio badge, sono in vendita vari gadget di Groot, tra cui un Groot in vaso che balla a suon di musica e che Pierpaolo farà di tutto per convincersi a non comprare (riuscendo nell'impresa, in effetti). Oltre a questi, ce ne sono due della serie "POP", decisamente molto simili tra loro, se non fosse che uno dei due ha un prezzo decisamente più alto. In effetti, a guardar bene, c'è anche un'altra differenza: il meno costoso è dai 3 anni in su, l'altro 14+ Da quel momento in poi, il secondo Groot sarà per me "il Groot soft porno"
-- Fine Interludio --
... e poi faccio il mio primo passaggio alla pesca di beneficenza, venendone fuori con una mini-borsa frigo, una sciarpa e degli adesivi della stazione spaziale.
Quando vado su per lasciare l'oggettame vario nello sgabuzzino, vedo arrivare Angelo e, già che ci sono, resto lì ad assisterlo mentre fa il conteggio dei punti per la Koba terminata, è il caso di dirlo, poche ore prima, scoprendo non senza sorpresa che la squadra "sorvegliata" da me (la USS Respect, diciamolo così eviterò di dover usare tutto il giro di parole più avanti :-P) si è aggiudicata la prova, come ho occasione di annunciare loro in anteprima quando buona parte viene su a controllare il muro delle iscrizioni.
Io ho in programma il gioco di comitato dei Ferengi prima di cena, ma la mattinata è abbastanza libera e la trascorro senza far nulla di particolare, godendomi la convention e la compagnia... e aspettando il momento di poter scendere in Sala Borg, che io e Pierpaolo abbiamo prenotato poco dopo essere arrivati. Noi siamo puntualissimi... la nostra sfiga collettiva pure: quando arriviamo devono entrare ancora due gruppi, ma tra il primo e il secondo arriva la visita a sorpresa di Karen Gillian (ovvero Amy Pond di Dr. Who, per chi non lo sapesse, una degli ospiti di quest'anno) che porta a chiudere la sala al pubblico (e a ritrovarsi la Gillian davanti senza preavviso, e peraltro è lunga una quaresima! O_o) e di conseguenza, be', è tardi e non si fa più a tempo a entrare, ne riparliamo dopo pranzo. Nel frattempo si è unito a noi Matteo (non quel Matteo, un altro Matteo, componente della squadra della Koba), per cui decidiamo che ci ripresenteremo lì tutti e tre subito dopo pranzo.
Intanto sono puntualmente iniziate le lezioni di quellarobalà e siamo rimasti a osservare Alessio istruire ragazzi e ragazze nell'uso dell'arma più autolesionista della storia dopo la pistola-spada. Pierpaolo ha quasi l'occasione di provare, ma è un'illusione che dura solo un istante. Io, per quel che mi riguarda, preferirei un bel phaser.
A pranzo vengo reclutato da Federica per il comitato Harry Potter, e mi ritrovo nelle vesti di presidentessa del consiglio dei genitori di Corvonero (è la seconda volta che gioco un comitato HP e la seconda volta che faccio un Corvonero) a impiegare il mio tempo in due attività principali:
1 - ripetere che sì, abbiamo capito che ci sono lamentele in merito alla Umbridge, e voteremo a riguardo a tempo debito
2 - snobbare il babbano del consiglio e continuare a parlargli sopra ogni volta che apre bocca (Alessio, perdonami, dovevo. ^__^;; ...anzi no, ti sei vendicato non dando il numero di telefono alla povera Johanna il giorno dopo, per cui siamo pari a prescindere :-P)
A fine pranzo recupero Pierpaolo e Matteo (sempre l'altro) e torniamo in Sala Borg, dove stavolta dobbiamo attendere pochissimo prima di entrare... e farci esplodere con tutta la nave, visto che apparentemente nessuno di noi tre aveva colto un dettaglio in merito a dei chip isolineari da rimettere a posto, e nessuno li aveva minimamente notati. Da aggiungere che anche uscire dalla sala si rivela un'impresa non indifferente... si vede che eravamo storditi dall'esplosione...
Dopo pranzo sale sul palco Karen Gillian che, sinceramente, non mi interessa. Niente contro di lei, per carità, ma sostanzialmente rappresenta un personaggio che non mi piace di una stagione del dottore che non mi piace (e che mi ha quasi portato a smettere di guardarlo), per cui non suscita esattamente il mio interesse, perciò mi separo dai miei compagni di esplosione e me ne torno di sopra a giochicchiare a qualcosa in attesa del mio gioco di comitato e della fine del non esattamente silenziosissimo Star Pursuit, non nell'ordine.
Non molto tempo dopo, mentre stiamo rimettendo a posto i tavoli usati per il Pursuit, arriva anche Pierpaolo che già da ieri aveva manifestato il desiderio di provare il Cluedo del Dr. Who. Inizieremo così la prima partita di Cluedostaffetta della storia: si inizia con al tavolo Pierpaolo, Angelo, Federica, Camilla e io, ma poco dopo Angelo deve allontanarsi e viene accalappiata al suo posto Gisella, che mentre passava si era soffermata a vedere come girasse il gioco (l'aveva fatto lei). Neanche il tempo di fare un giro di plancia e anche Federica deve lasciarci perché è il momento degli autografi, ma per fortuna passa di lì uno dei giovani giocatori dell'anno, Gabriele mi pare, ma non fidatevi mai di me per i nomi di gente che conosco da poco (e qualche volta anche di gente che conosco da molto...). Gli spieghiamo il gioco in maniera abbastanza sintetica, riuscendoci giusto in tempo perché Gisella debba lasciarci ed essere sostituita da un cooptato Marco, anche lui a digiuno del regolamento. Tutto questo e la partita neanche la finiremo, dato che arrivano le 18 e deve partire il mio comitato... almeno non appena riusciamo a rintracciare due dei giocatori iscritti ma non fisicamente presenti sul momento.
Il gioco in questione è di per sé abbastanza breve, ma dato l'orario e il ritardo finiamo per essere abbastanza strozzati e doverlo chiudere con un po' di fretta prima della pausa cena. Ciononostante riusciamo ad arrivare a conclusione, anche se alcuni Ferengi dovranno seriamente rivalutare le loro capacità di concludere buoni affari.
Questa sera non ci sono attività ludiche durante la pausa, e per la prima volta lo staff giochi sta seduto tutto allo stesso tavolo (sì, tecnicamente eravamo allo stesso tavolo anche durante la cena con delitto, è la parte "seduti" che non era esattamente applicabile all'occasione). A dire il vero, non appena raggiungo la sala ristorante gli altri mi avvisano che al tavolo c'è un posto anche per Pierpaolo, che però non so dove sia, pur avendolo visto passare poco prima. Lo vedo passare una seconda volta mentre sono in fila al buffet, solo per perderlo nuovamente, e quando alla fine lo rintraccio è già seduto altrove e mi pare poco gentile andar lì a prenderlo di peso. Pazienza.
A suo vantaggio c'è il fatto di NON ritrovarsi seduto accanto ai vincitori dello Star Pursuit di poco prima, che ogni tanto si lanciano in "vagamente assordanti" esternazioni di giubilo, accompagnate dal cane del tavolo dietro di me. Intanto, Daniele improvvisa una nuova prova Kobayashy mettendosi a impilare una bottiglia dopo l'altra e richiamando una quantità di macchine fotografiche tale da fare invidia agli attori ospiti.
Dopo cena si prevede la consueta sfilata dei costumi, ma giustamente siamo un tantino stanchi. Pierpaolo prima pensa di avviarsi subito in albergo, poi decide di vedere l'inizio della sfilata (ma in realtà non lo faremo, perché quando ci affacciamo sembra ci voglia ancora un bel po'), poi mi segue mentre torno da Massimo Spettoli a comprare l'oggetto che avevo puntato, vale a dire un portachiavi metallico e "snodato" con le fattezze di Yattacan ("Ma mica vorrai usarlo davvero come portachiavi?" "Ma neanche mi ha mai sfiorato l'idea" è all'incirca la conversazione che si svolge tra me e Massimo al momento dell'acquisto). Restiamo nei dintorni con Pierpaolo che guarda altre cose che lo tentano, e ci ritroviamo a parlare dei film di Kyashan, dei Cavalieri dello Zodiaco e di Yattaman, in ordine inverso di apprezzamento, se così si può dire.
Il discorso prosegue anche fuori, mentre ci avviamo con tutta calma verso l'albergo, in effetti concedendoci una passeggiata ristoratrice per le vie di Bellaria. Stiamo giusto facendo un commento sulla Nebulosa di Andromeda quando Pierpaolo riceve una telefonata da una sua amica (che evidentemente è Jean Grey sotto mentite spoglie) che esordisce con "Ti sento lontano, neanche fossi nella nebulosa di Andromeda".
Datosi che mio cugino è impegnato nella conversazione, riesco per ben due volte a passare davanti a una gelateria e far finta di non volere un gelato, anche perché non sarebbe bello interrompere apposta per quello. Scoprirò poi che lui stava pensando all'incirca la stessa cosa, ma per allora saremo quasi arrivati al Piccadilly, quindi lasciamo perdere.
Devo ammettere che anche io sono stanco, anche se non quanto sarebbe lecito immaginarsi, e in attesa di poter usare il bagno mi metto a fare un po' di zapping senza soffermarmi su niente in particolare. Alla TV, evidentemente, questa cosa non piace, perché arriva sul canale 36 e lì rimane, paralizzata, senza più rispondere ad alcun tasto e perfino lasciando a video le informazioni sul canale che, in teoria, dovrebbero sparire dopo un po'. Tento in ogni modo possibile di svegliarla, pensando sul momento che la colpa sia del telecomando, arrivo anche ad aprirlo per togliere e rimettere le batterie, ma niente. Cerco un pulsante fisico di spegnimento, ma non lo trovo, né ha migliore fortuna Pierpaolo, a quel punto uscito dal bagno. Tento anche di rintracciare la presa per staccare del tutto la spina, opzione che si rivela impraticabile visto che il cavo di alimentazione sparisce dietro l'armadio.
Alla fine, pur poco convinti, decidiamo di girare la TV faccia al muro, se non altro per limitare il problema. Nel farlo, scopro finalmente dove si trovano i pulsanti! Evviva! Premo quello di spegnimento e... niente. Ma chi l'ha progettata questa TV, Samara???
È in quel momento che alzo lo sguardo sopra la porta e vengo illuminato...! Un secondo dopo sto spegnendo l'interruttore generale e riconsegnando l'infernale apparecchio all'oblio.
Prima di cedere al sonno, propongo a mio cugino un piano diabolico: domani mattina andiamo a fare colazione al Fauno.

varie ed eventuali
- vestendomi al buio, pesco un paio di pantaloni dalla valigia, capisco che non è quello che volevo e faccio cambio, convinto di aver beccato quello giusto. Non molto dopo, mi renderò conto che non era neanche quello. Molto dopo, mi renderò conto che quello che cercavo avrei potuto trovarlo solo se avessi frugato anche nell'armadio di casa, dove era rimasto.
- restando in tema, temevo che quest'anno non sarei riuscito a usare le mie magliette da Sticcon, invece... fa caldo! Venerdì ho tranquillamente indossato la polo della Nautilus, e oggi vado in giro in "versione androide" (vago accenno al fatto che sono sveglio dalla mattina del venerdì) con la maglietta di Data, sempre opera della Nautilus, presa all'ultimo B-geek
- anche quest'anno non mancherò di seminare bottigliette d'acqua bevute a metà in giro per le sale, poggiandole da qualche parte "un minuto" per poi dimenticarmi puntualmente della loro esistenza
- tra gli oggetti puntati da Pierpaolo c'è un'accoppiata Gaiking/Drago Spaziale, di cui decide di chiedere il prezzo tanto per farsi un'idea, convinto (male) che sia piuttosto elevato. Massimo, l'unico venditore al mondo che sembra volersi scusare per i suoi prezzi (peraltro più che legittimi), glielo dice: "verrebbe tanto ma arriviamo anche a tant'altro" (no, ovviamente non è una citazione letterale), e i due pezzi in questione rimarranno a lungo nella lista dei possibili acquisti, mentre sulla via del ritorno ci sarà una ricostruzione inter nos della scena culminante in "No, ti prego, dimmi che costano di più, altrimenti finisce che li compro!"
- in un qualche momento imprecisato della giornata, assodiamo che la premiazione della Koba e degli altri giochi che ne prevedono una sarà sul palco domenica pomeriggio, il che purtroppo fa sì che Pierpaolo se la perderà.
- prima di lasciare il Centro, passo su in sala a prendere la mia sporta, dove tenevo fin dall'inizio il maglione (tolto all'arrivo Giovedì e mai rimesso) e altre cosette che ora posso anche lasciare in albergo, tra cui, o così ritengo sul momento, i premi della pesca di beneficenza.

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