Ormai è noto (ma a chi poi? Boh!) che questo blog tende a resuscitare solo in caso di eventi particolari, periodici e non.
Parlando dei primi, anche quest'anno si è tenuta a Bellaria, dal 22 al 25 Maggio, la STICCON (ormai Multicon), convention un tempo (teoricamente) dedicata a Star Trek e che ora coinvolge la fantascienza e il fantastico in senso molto più ampio.
Per quel che mi riguarda, l'avventura è iniziata come sempre giovedì mattina, con la valigia pressoché pronta e tanto tempo davanti in attesa di recarmi in stazione, visto che mi ero alzato piuttosto presto. Ne ho approfittato per sedermi un po' davanti al PC e assicurarmi di aver fatto le ultime cose (soprattutto votare i commenti dello Skannatoio onde evitare di beccarmi un'esclusione in un'edizione partita piuttosto bene).
Nei giorni precedenti, qui il tempo era stato brutto e anche abbastanza freddino. Di conseguenza, esco di casa con maglioncino leggero e giubbotto e... l'afa! O_o Giusto il tempo di trovare un posto nel treno per Bari e il giubbotto diventerà bagaglio a mano, mentre il maglione finirà nel bagaglio vero e proprio, da dove non verrà più fuori per il resto della trasferta.
Con tutto il tempo che ho prima del treno che mi porterà a Rimini, inizio a twittare cavolate, soprattutto per sfruttare la connessione internet di cui finalmente dispongo sul telefono, e perché ho trovato la maniera di aggiornare Twitter senza doverlo aprire. Ho circa due ore e venti, potrei twittare la storia della mia vita, ma mi trattengo e mi faccio una lunga passeggiata senza meta per le vie di Bari (con sosta gelato alla yogurteria, visto che il bar ha dentro più persone che gusti disponibili), fin quando, a mezzogiorno, mi decido a fermarmi a mangiare qualcosa al Mediterraneo, il locale che ha rimpiazzato lo Spizzico e che da tempo mi ripromettevo di provare. Il risultato è ottimo, devo dire, parmigiana di melanzane e un piatto di zucchine un po' scondite, ma comunque buone, a un prezzo più che accettabile.
Ben rifocillato, mi avvio alla stazione. Il treno sembra essere in orario, e infatti si presenta puntuale al binario previsto. Ho perfino il posto tutto per me, nessun vicino, ingombrante o meno. In realtà, il tutto durerà poco. Durante il viaggio arriveranno a sedersi lì ben due persone (di cui una neanche prevista, dato che aveva posto altrove ma non lo gradiva) e riusciremo a fare venti minuti di ritardo (sì, lo so, non sono settanta, ma si fa quel che si può) per un misterioso "cambio personale" (e io mi domando, cosa ci vorrà mai per cambiare il personale di un treno?)
In ogni caso, io mi immergo nella lettura di "A Storm of Swords", e il viaggio scorre via tranquillo.
All'arrivo incontro l'immancabile (e per fortuna tale!) Marcello, col quale scambio quattro chiacchiere mentre mi accompagna in albergo prima e al centro congressi poi.
Quest'anno sono alloggiato all'Eden, dove sono già stato credo tre anni fa. Anche l'accoglienza, in effetti, mi dà di dejà vu. Mi viene consegnata la chiave della stanza, 606, e, fermamente convinto che l'albergo non abbia sei piani, domando a che piano sia, sentendomi rispondere "Al quarto, credo". Credo? O_o
E in effetti bisognerebbe credere con molta, molta convinzione, perché, sebbene nell'ascensore esista un tasto per il quarto piano, l'albergo di piani ne ha solamente tre...
La mia stanza si rivela essere al terzo (da me selezionato dopo numerosi, inutili tentativi di andare a quello superiore). Peraltro, mi ritrovo in una stanza con dentro due porte. Una è il bagno, ovvio, e l'altra? La apro e sono nella stanza accanto, la 608, piccola e vuota, ma la cosa è abbastanza inquietante, non avevo mai davvero visto camere comunicanti in un hotel prima. Comunque sia, la chiave è dal mio lato, se non altro.
Recupero la scatola e il regolamento di Alienàti prima di ridiscendere e raggiungere il centro congressi. Qui mi aspetta una lunga attesa alla reception, perché il mio badge (come, devo dire, quasi ogni anno) non si trova, ma alla fine decide di rivelarsi, e mi dà accesso alle sale della convention.
Una delle fondamentali novità dell'anno è che la Sala Giochi non si trova più nel seminterrato ma al piano superiore, ed è proprio lì che mi dirigo spedito, rimandando a un secondo momento la visita agli altri ambienti.
Arrivato, constato che, per quanto più piccola e fusa con la sala PC (ci sono quattro computer allineati su un lato della stanza), la sala fa la sua bella figura. Trovo Angelo seduto a un tavolo, che mi gira quasi le spalle, e mi avvio per salutarlo quando mi sento chiamare da dietro e scopro che a mia volta stavo dando le spalle a Federica (e a un paio di divanetti: dunque non ne faremo del tutto a meno, alla fine dei conti). Anche il Baby Club ha cambiato posto, guadagnandosi un angolo della sala ristorante, ed è lì la mia tappa successiva, per salutare Alessandra e ridiscendere... solo per risalire di lì a poco, visto che ormai è quasi ora di cena.
Quest'anno i tavoli sono da sole sette persone. Al nostro si aggrega Stefano, della sala PC, e iniziano i dubbi sulla cena: da un lato del ristorante c'è un buffet, ma sarà la cena? Parte della cena? Un incidente di percorso?
Scopriremo poi che è un'aggiunta, un buffet di verdure (e prugne cotte, sì, non so nemmeno io perché) che accompagnerà ogni pasto in convention, ma che non sostituisce il classico pasto servito al tavolo. Pasto che in particolare questa sera consta di spaghetti al pomodoro, rollè di tacchino con patate al forno e una fetta di tiramisù nervoso (il medico gli aveva chiaramente raccomandato di non esagerare col caffè). Un po' inquietante il formaggio servito nei bicchieri, e ancora più inquietante il burro portato a Stefano per i suoi spaghetti (evidentemente un panetto di burro da colazione scartato e massacrato per non farlo sembrare tale), come pure la marca dell'acqua (Motette...).
A fine pasto azzardo una visita al bar, scoprendo che quest'anno è fornito di ogni ben di Dio: caramelle, patatine, panini, pizzette... quasi preoccupante!
Mi riprendo dallo shock in tempo per prendere possesso della Sala Giochi, dato che gli altri sono sul palco per una partita su larga scala di Anno Domini adattato a Star Wars e Star Trek. Mi raggiungono Alessandra e Alessandro, e insieme assistiamo a un impensato revival di Pac-Man, presente in una versione vagamente psichedelica sui PC della sala e osannato da torme di dodicenni(!)
Approfitto del tempo libero anche per mostrare ad Alessandra Alienàti e spiegarle come funziona. Intanto, uno dei venditori ha un problema con il Wi-Fi e chiede aiuto a Stefano... che chiede aiuto a noi perché non parla inglese. Ora, sì, mi pare ovvio che io l'inglese lo parli (anche se certe volte la mia pronuncia lascia a desiderare), ma io ooooooooooodio fare da interprete, è più forte di me, per cui faccio un tantino lo gnorri, ma poi cedo. Inutilmente, perché il problema si dimostra misterioso e irrisolvibile a prescindere.
Altra novità dell'anno è che il centro chiude a mezzanotte, chi c'è c'è.
Finito lo spettacolo sul palco, un semi-distrutto Angelo torna su in sala e quel poco che resta prima della chiusura lo si trascorre chiacchierando un po' del più e del meno (nonché di qualche imbarazzante refuso sulle carte di Anno Domini, ma sorvoliamo...), poi ci si avvia verso i rispettivi alberghi (pressoché confinanti). Dopo aver guardato un po' di TV, col cuscino accurantamente ripiegato in due dietro la testa perché come sempre quelli degli alberghi sono troppo sottili per me, spengo la luce con un interrogativo: riuscirò a dormire?
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