O, meglio, a volte ricordano di avere un blog.
Che poi, non è che io abbia mai perso la consapevolezza di averne uno, ma il più delle volte avrei avuto da scriverci solo cose talmente brevi da sentirsi troppo larghe in uno status di FaceBook, e quindi neanche mi sforzavo.
Anche perché, per dirne una, perso nella contemplazione del Dr. Who, non ho guardato neanche uno di quei film orribili che, se non altro, mi danno la scusa per scrivere qualcosa. Tranne uno, che però è talmente orrendo che mi viene la parangoscia, come dice un'amica di mia sorella, anche solo a pensare di scriverne una recensione (per quanto "inizia, passano due ore senza che accada nulla, tutti muoiono" sarebbe di per sé una perfetta recensione senza nessuna informazione errata).
E poi c'è anche da dire che, quando sono in vena di scrivere, be', scrivo.
Che sembra un'affermazione idiota, specie guardando la data dell'ultimo post qui che risale allo scorso settembre, ma il punto in effetti è che, dopo un bel po' di trascinarsi e basta, ho ripreso a scrivere più seriamente, ed era anche ora.
Chi, ad esempio, conosce Saleria Lindir, l'egomaniaca sacerdotessa della dea delle prostitute che rispunta nei luoghi più strani laddove io sono coinvolto, potrebbe perfino sapere che ho scritto un intero ciclo di storie che la vede protagonista, e che al momento si aggira per case editrici in cerca di una casa (editrice, appunto).
Una cosa che risponde forse anche a un'altra domanda che nessuno si è posto né aveva intenzione di porsi, ovvero perché, se ho ripreso a scrivere, il mio altro blog sia più desolato di questo.
La ragione è semplice, perché, appunto, sto scrivendo, ma sto anche cercando di pubblicare, e se metto il materiale che scrivo sul blog mi do la zappa sui piedi da solo (o bene che vada devo cancellarlo dopo, e non è carino).
E quindi i frutti di questa scrittura, Saleria a parte, dove sono?
Be', ci sono.
Per cominciare, negli eBook pubblicati negli ultimi mesi, a partire dalla riedizione in solitaria dei racconti (due su tre per ora) che costituiscono Trittico Oscuro, che certo non sono nuovi ma sono stati rivisti e tradotti in inglese, e finora non avevano mai visto la luce in formato elettronico. Il primo, Notturno, è stato pubblicato come eBook gratuito, e se devo dare retta ai numeri sembra aver visto un po' di interesse nel pubblico (67° negli scaricamenti di fantasy contemporaneo su IBS, 260° circa nel catalogo Amazon.it, e a un certo punto, per un breve, commovente momento, 2° negli scaricamenti di libri non italiani nel medesimo sito). Non ho ancora i resoconti ufficiali, ma prima o poi arriveranno anche quelli, e nel frattempo è arrivato Rubacuori/Heartbreaker. È a pagamento, quindi vedremo se Notturno riuscirà a trainarlo, cosa che io ovviamente spero, non tanto perché voglia raggranellarci qualcosa, quanto perché, dopo Solitario, conto di iniziare a proporre per la pubblicazione gli inediti.
E anche lì c'è da dire. Ho il primissimo racconto di Sylke, nonché il suo primo racconto lungo che ha vinto il concorso Light Vs Dark sul forum di Writer's Dream e da allora... be', niente, diamogli qualcosa da fare, che cavolo.
Dopo, durante, assieme a questi c'è anche l'unico racconto Anthuariano a oggi che non è uscito dalla mia tastiera (nel senso che non l'ho scritto io, non che l'ho scritto a penna stilografica), e che spero possa vedere la luce come parte della serie perché merita.
E poi c'è l'inedito talmente inedito che lo sto ancora scrivendo, anche se ce l'avevo in mente da tempo, e di cui stamattina ho finalmente scoperto come va a finire.
Dopo ci sarebbe Anime Nere, il secondo romanzo... sarà la volta buona che mi decido a mettere giù quei pochissimi capitoli mancanti? Vedremo.
Ma poi, be', non c'è solo Anthuar. Presto vedrà la luce in eBook una mia insolita incursione nel thriller e in ambientazione italiana, altro racconto breve.
E poi... poi, be', ci sarebbe altro di cui parlare, tipo i miei lavori di editing su traduzione e le mie relative liti coi traduttori automatici di cui i frequentatori di FB hanno già apprezzato i risultati, ma vado preso a piccole dosi, ammesso che qualcuno ancora passi da queste parti, perciò per adesso torno al mio caotico silenzio.
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