martedì 22 settembre 2009

Vamp 2009

È iniziata la pubblicazione dei racconti in gara per il concorso Vamp 2009.
La lettura dei racconti è possibile a tutti, e chiunque voglia può anche votarli e commentarli a condizione di registrarsi (gratuitamente) al sito.

sabato 19 settembre 2009

Alla fiera dell'est



Dopo un'improvvisata organizzazione di ieri sera, stamattina di buon ora io e Pierpaolo ci siamo incontrati a Bari per andare a visitare la Fiera del Levante, dove io non andavo da tempo e lui credo non fosse mai andato (non ne era cérto quindi non posso garantire).
Il tempo è stato clemente (leggasi: faceva un caldo boia) e ci ha permesso di visitare e rivisitare i vari stand, in particolare l'immancabile galleria delle nazioni e una davvero inquietante galleria di "arte passata e futura".
Dopo un primo giro perlustrativo, ci siamo fermati a mangiare, un menù molto personalizzato che includeva una "Baguette Croque" dallo stand della francia (una mezza baguette tostata con sopra formaggio e pancetta) e un panino dallo stand della Germania (o meglio della Bayernland).
Notare che siamo arrivati allo stand alimentare della Francia e non c'era nessuno. Il tempo di decidere se optare per la crepe o la baguette e si era improvvisamente popolato.
La stessa identica scena si è ripetuta poco dopo quando, adesso in giro per acquisti, siamo tornati allo stand della Francia per comprare un po' di invitanti biscotti artigianali (che assaggerò stasera probabilmente).
Oltre a comprare (assieme a Pierpaolo) il piccolo presente che si vede immortalato quassù e alcuni profumi per ambiente a forma di conchiglie, ho approfittato della fiera per comprare una teglia di silicone rettangolare, che volevo da tempo, e un foglio sempre di silicone da usare al posto della carta forno sulla placca (tanto risparmio). Volevo prendermi anche un acchiappasogni, visto che ce n'erano ovunque, ma erano quasi tutti orribili, con piume artificiali in colori osceni. Quando ne ho trovato uno decente (nello stesso stand del presente di cui sopra, scoperto quasi per caso in un angolo dimenticato della Galleria delle Nazioni), nero, elegante e con piume vere, era troppo grande e ho preferito lasciar stare.
Sempre nello stesso stand, siamo rimasti a lungo a rimirare vari set di spade orientali e non, e in particolare Pierpaolo ha dovuto farsi violenza per non comprare un set di tanto, wakizashi e katana venduto a 30,00€ con tanto di supporto in legno...
Avendo camminato praticamente per nove ore di fila con solo una breve interruzione, sono abbastanza fuso, ma è stata una bella giornata diversa dal solito (specie contando che non vedevo Pierpaolo da parecchio). E mi sono anche comprato un volume di Fables che mi mancava! ^__^

venerdì 18 settembre 2009

Heroes - le verità nascoste

Torno a parlare di Heroes dopo riflessioni a mente fredda sugli ultimi due volumi, riflessioni che hanno portato alla comprensione del fatto che fino a questo momento ci siamo lasciati prendere in giro.
Sì, credevamo di sapere chi avesse il potere di fare cosa (contrariamente agli sceneggiatori, peraltro, che continuano a non avere le idee molto chiare in merito), ma ci sbagliavamo, i veri poteri dei personaggi sono ben diversi da quelli che dichiarano, e così, dopo attenti studi e ricerche, porterò alla luce la verità (cosa che in Heroes viene affermata più o meno una puntata sì e l'altra pure), in parte già accennata in altri post.

Nathan Petrelli
Potere Dichiarato: Volare
Potere Effettivo: Nathan ha il potere di fare sempre e comunque la cosa sbagliata nel momento sbagliato. In alternativa riesce a fare la cosa giusta, ma comunque nel momento sbagliato, di modo che questa finisca comunque per essere sbagliata.
Va notato che il suo potere lo rende impervio anche a tutte le persone che tentano di avvertirlo del fatto che sta sbagliando. Non si tratta però di una vera e propria immunità: i consigli fanno effetto su di lui, solo che ci mettono mesi, e quindi, quando si comporta di conseguenza, non solo è troppo tardi ma è anche il momento peggiore per scegliere di farlo.
Può anche volare, ma solo perché è un pallone gonfiato.

Angela Petrelli
Potere Dichiarato: Sogni premonitori, flash precognitivi
Potere Effettivo: Riesce a fare in modo che tutti facciano quello che dice, non importa quanto sia stupido o privo di senso. In effetti, il suo potere cessa di funzionare se cerca di far fare a qualcuno qualcosa che abbia davvero senso: in tal caso il soggetto ha una reazione brusca e/o violenta e non se la fila neanche di striscio.
Fa anche sogni premonitori, ma in genere in ritardo di quarant'anni, e per sua stessa ammissione non hanno senso.

Arthur Petrelli
Potere Dichiarato: Rubare i poteri altrui
Potere Effettivo: Rubare i poteri altrui e poi usarli male o dimenticarsi di averceli (anche quando questi poteri sono sempre attivi e di conseguenza non dovrebbe fare alcuna differenza che si ricordi di averli o meno).
In aggiunta ha il potere di fare in modo che tutti i suoi alleati gli si rivoltino contro (quelli che non lo fanno, li uccide).

Peter Petrelli
Potere Dichiarato: Imitare i poteri altrui
Potere Effettivo: Il potere principale di Peter è la sfiga. Se sta per succedere qualcosa di brutto, si può stare ragionevolmente sicuri che Peter ci finirà in mezzo. Se non sta per succedere, quando arriva lui succederà.
Un effetto secondario del potere è quello di far sì che nessuno, mai, lo creda in grado di risolvere la situazione (ovvio, sanno che è sfigato e che quindi i suoi tentativi andranno in malora a prescindere).
La sua situazione è anche peggiorata dal fatto di soffrire della sindrome della crocerossina, per cui ritiene sia suo dovere aiutare chiunque sia in difficoltà, che questi lo voglia o meno, esponendosi a ogni genere di occasione perché la sua sfiga si manifesti.

Claire Bennett
Potere Dichiarato: Fattore rigenerante, immortalità
Potere Effettivo: Va notato come prima cosa che, al di là del cognome, è geneticamente una Petrelli.
Claire ha in parte ereditato la sfiga di suo zio Peter, ma essenzialmente il suo potere è essere un bersaglio ambulante. In ogni dato momento c'è sempre qualcuno o qualcosa che le dà la caccia per una qualche ragione, sia questa ucciderla, rubarle i poteri, estrarre misteriosi catalizzatori dal suo corpo o arruolarla in assurde crociate per salvare pazzi maniaci pervertiti che dovrebbero essere morti.

Noah Bennet
Potere Dichiarato: Ufficialmente nessuno
Potere Effettivo: Tenere un piede in tre scarpe. Noah è un uomo che mantiene sempre una doppia vita, in cui ognuna delle sue vite ha a sua volta una doppia vita. Non necessariamente tutto questo avviene per una valida ragione.

Molly Walker
Potere Dichiarato: Rintracciare altre persone ovunque siano
Potere Effettivo: Molly ha il potere di scomparire, scomparire in effetti talmente bene che la gente si dimentica del tutto della sua esistenza e continua la propria vita come se non l'avesse mai conosciuta.
Può effettivamente trovare le persone, ma solo se non è davvero il caso che vengano trovate.

Gabriel "Sylar" Grey
Potere Dichiarato: Capire come funzionano le cose, dimenticarsi di non avere (di suo) la telecinesi
Potere Effettivo: Ammazzare il tempo. Per lo più, Sylar ha la capacità di riempire i vuoti facendo cose che non c'è alcuna reale ragione perché faccia. Si noti ad esempio l'intero secondo volume in cui non fa altro che andare in America (impiega circa dieci puntate per riuscirci), il terzo in cui gioca a "mi redimo/non mi redimo" con una margherita virtuale (e dalla quantità spaventosa di petali), il quarto in cui per metà volume cerca suo padre e per l'altra metà gioca a fare l'agente segreto senza la benché minima ragione.
Il suo potere secondario è usare poteri che non possiede dimenticandosi nel contempo di quelli che invece possiede davvero.
Ha anche il potere di cambiare personalità, ma è del tutto casuale e non lo controlla in alcun modo.

Isaac Mendez
Potere Dichiarato: Dipingere il futuro
Potere Effettivo: No, sul serio, Isaac può davvero dipingere il futuro, solo che la cosa è irrilevante, perché

  1. Lo fanno cani e porci
  2. Non è capace di sfruttare il suo potere per nulla di utile, nonostante abbia disegnato in anticipo ben un anno di eventi dettagliati


Matt Parkman
Potere Dichiarato: Telepatia, illusioni mentali, manipolazione delle menti
Potere Effettivo: Matt ha il peculiare potere di non riuscire a decidere quale potere abbia. Inizialmente legge le menti, in seguito scopre che suo padre, che ha il suo stesso potere, ha la capacità di proiettare illusioni mentali, e che lui ci arriverà col tempo. Il tempo è circa un paio di giorni, quando dà prova di usare quel potere perfettamente. Una sola volta, però, poi non lo userà più per due volumi interi, fino alla fine del quarto. Ma svilupperà senza ragione alcuna uno strano potere che gli consente di convincere le persone di quello che dice lui, o anche di quello che non dice ma presumibilmente pensa. In più ha le visioni. E disegna il futuro. Ed entra nelle menti altrui in stile Emma Frost. Ma all'incirca ognuno di questi poteri è monouso.

Daphne qualcosa
Potere Dichiarato: Supervelocità
Potere Effettivo: Morire. Daphne è talmente veloce da poter camminare sull'acqua, viaggiare ovunque nel mondo in un istante e, se potenziata, perfino viaggiare nel tempo. È dunque ragionevolmente più veloce di un proiettile, ma questo non le impedisce di farsi colpire da un proiettile anche se viene avvisata che stanno per spararle (per quanto l'avviso in sé lasciasse abbastanza a desiderare). Ma il suo vero potere si manifesta nel fatto di riuscire a morire per una ferita alla spalla!

Mohinder Suresh
Potere Dichiarato: Forza, agilità, sensi amplificati
Potere Effettivo: Il vero potere di Mohinder è quello di riuscire a spacciarsi per qualcuno che ha un QI superiore a quello di una scimmia catarrina (nonché addirittura per uno scienziato).
Nonostante le numerose prove del fatto che dette scimmie lo superino in misura di 20 a 1, infatti (ricordiamo l'aver creato una sola dose della cura contro i poteri e poi aver scordato come rifarla, l'aver deciso che per togliere i poteri a qualcuno serviva una formula che glieli desse, l'aver sperimentato su se stesso una formula mai testata prima, l'essersi fatto imbrogliare più o meno da qualunque altro personaggio, inclusa la donna delle pulizie) tutti continuano a considerarlo un pozzo di scienza e si rivolgono a lui anche quando è evidentemente la persona meno adatta alla situazione (vedasi Arthur Petrelli che pur sapendo che lui ha creato una formula non funzionante si rivolge a lui per mettere a punto quella che ha, piuttosto che allo scienziato che l'ha ideata e che lui conosce benissimo!)
Sebbene in effetti abbia la superforza e quant'altro, è dimostrato che nonostante quelle non riesce a evitare di farsi malmenare da qualcuno che LUI aveva malmenato quando non aveva la superforza.

E per adesso è tutto, ma le verità nascoste di Heroes potrebbero anche tornare...

giovedì 17 settembre 2009

Heroes - Volume IV

Dopo il Volume III è la volta del Volume IV, e fate attenzione agli spoiler perché questa volta parlerò della trama (quel poco che ce n'è attorno ai buchi).
Il Volume IV di Heroes, ovvero la seconda parte della terza stagione, prende le mosse dagli eventi del III. O, per meglio dire, prende le mosse da quelli che sarebbero stati gli eventi del III se solo nel III fosse successo tutto tranne quello che è successo davvero.
Sì, perché Nathan Petrelli, dopo aver passato tutto il III volume a fiancheggiare più o meno apertamente l'idea di suo padre di dare superpoteri alla gente, di colpo ha cambiato idea e ha deciso che le persone con superpoteri sono pericolose e devono essere messe sotto controllo (leggi: rinchiuse a vita in un carcere in una località sperduta). Allo scopo riesce anche a ottenere degli stanziamenti direttamente dal presidente e, a tutti gli effetti, riforma una versione governativa dell'Impresa, di cui riesce a farsi soffiare il controllo in circa trenta minuti da un fanatico militare di nome Danko che non si capisce bene da dove sia spuntato.
Notare che la logica fallace di Nathan non si limita all'idea di perseguitare un gruppo di persone di cui lui stesso fa parte (ovviamente si guarda bene dal dirlo, ma le sue capacità di occultare la cosa sono pari a quelle di un elefante di mimetizzarsi in una tana di topi), ma arrivano al punto di darsi motivazioni come "Per colpa delle idee di mio padre ho quasi ucciso mio fratello" un attimo prima di sedare a tradimento il summenzionato fratello e spedirlo in carcere...
Sì, perché il bello è che laddove (almeno in teoria) l'impresa si occupava di catturare gli elementi pericolosi, questa nuova organizzazione cattura chiunque abbia dei poteri, ritenendolo pericoloso a prescindere (io sto ancora cercando di capire che genere di pericolo rappresenti il commesso di una fumetteria che è in grado di respirare sott'acqua).
A lavorare per questa nuova entità, teoricamente come capo delle operazioni ma in realtà sottoposto e rivale di Danko, c'è anche Noah Bennet, convinto da Nathan in cambio di un lasciapassare per tenere fuori Claire dalla cosa.
In realtà, Noah collabora con Angela per fare qualcosa.
No, non so cosa.
Un'altra grande realtà di questo volume è che più o meno tutti i personaggi portano avanti un triplo gioco talmente contorto che non solo gli spettatori non sanno cosa stiano facendo e perché, ma il più delle volte non lo sanno neanche loro stessi.
Fatto sta che Claire scopre accidentalmente cosa sta facendo il padre, lui apparentemente riesce a calmarla ma lei riceve un contatto dal misterioso Rebel (un tale che manda messaggi a chiunque, manipola computer a distanza e aggira sistemi di sicurezza elettronici, la cui identità è un mistero per metà della stagione, ma ovviamente solo nella mente degli sceneggiatori, perché chiunque abbia visto almeno una puntata della prima stagione ha già esclamato "Micah Sanders" dopo tre minuti dalla sua prima performance...) che le chiede aiuto per salvare altri perseguitati.
Il primo è Alex, il summenzionato commesso della libreria.
Il secondo è... Doyle, il burattinatio, che professa di aver cambiato vita.
Sì, be', deve indubbiamente averlo fatto visto che è morto alla fine del terzo volume, quindi questa non può proprio essere la sua... È vero, la sua morte non si vede esplicitamente, ma lo si vede affrontare Sylar, che in seguito mostra di aver acquisito i suoi poteri (e se anche non l'avesse ucciso, l'impresa SALTA IN ARIA subito dopo! Con lui dentro!)
Il che mi porta al fatto che anche Sylar è vivo e vegeto e lo si vede già nella prima puntata. Peccato che nessuno si degni di dirci come sia resuscitato dopo che Claire lo ha ucciso al termine del volume precedente, almeno non prima che una buona metà del volume sia trascorsa.
Sorvolando sui dettagli secondari, quello che succede è che Danko prende il controllo e cerca di passare dalla detenzione alla fucilazione immediata per gli eroi. Nathan quasi riesce a farlo licenziare, se non fosse che fa scoprire i suoi poteri e quindi Danko lo costringe alla fuga.
Poi, una volta preso il potere, come è assolutamente logico... Danko si allea con Sylar, e lo aiuta perfino a sfuggire alla cattura e impossessarsi dei poteri di un mutaforma, usando poi quest'ultimo per far credere che Sylar sia morto!
Alla fine Sylar viene sconfitto da Peter, ma non prima che abbia ucciso Nathan, e lui stesso viene condizionato per convincersi di essere Nathan e prenderne il posto (sì, lo so, non ha senso), in modo da... poter di nuovo avviare l'impresa usando fondi governativi!
Sì, esatto, il finale del volume è uguale all'inizio!

Ma passiamo agli ENORMI buchi di logica.
Partiamo con Matt Parkman, l'uomo che alla fine del secondo volume aveva appena scoperto che un giorno sarebbe stato in grado di proiettare illusioni nelle menti della gente, a neanche metà del terzo volume (cioè un paio di giorni dopo, in pratica) è già in grado di farlo perfettamente senza neanche aver mai provato, dopodiché dimentica del tutto di saperlo fare fino all'ultima puntata del quarto volume ma ALL'IMPROVVISO sa manipolare le menti altrui con una via di mezzo tra ipnosi e controllo mentale, e sembra che a tutti la cosa appaia normalissima come se l'avesse sempre potuto fare...
All'inizio, in più, in qualche modo Matt ha acquisito il potere di Isaac di dipingere il futuro (pare che debba per forza esserci qualcuno che ce l'ha, se no non si divertono) che userà per alcune puntate e poi mai più.

Ma c'è anche Matt Parkman junior, il figlio che Matt non sapeva di avere (e che se non ricordo male in effetti non era suo...), che ha il potere di attivare o disattivare le cose. In pratica fa partire i giocattoli, accende la TV anche se non c'è la spina inserita, riattiva i poteri scomparsi di Hiro (o almeno quello di fermare il tempo) e, sorpresa, fa volare un aeroplanino giocattolo, di quelli che al massimo possono camminare per terra... Mah!

La palma della deficiente del volume va però a Tracy. Imprigionata da Nathan e rinchiusa in una cella con temperatura elevatissima per bloccare i suoi poteri (chissà perché è l'unica ad avere una cella, tutti gli altri sono sedati nei sotterranei con le infernali macchinette che sparano sedativo nel naso, io continuo a chiedermi come mangino e come facciano i loro bisogni questi poveretti visto che non hanno flebo né cateteri...) viene mostrata a una rappresentante del governo che, per sua fortuna, conosce. Questa, inorridita, minaccia di far chiudere tutto.
Poco dopo Tracy trova il modo di uscire dalla cella e la sua fuga viene vista da Nathan e dalla donna assieme alla sicurezza. Capendo che è stata fatta fuggire per dimostrare la sua pericolosità alla sua amica, lei cosa fa? Uccide un povero cristo che non le stava facendo niente! Indubbiamente il miglior modo per farsi tirare fuori da lì da una che di lì a poco avrebbe fatto chiudere il progetto se solo lei se ne fosse stata buonina (cosa che lei sapeva benissimo perché era stato detto in sua presenza!)

All'appello non si sottrae neanche Sylar.
Prima impegnato nella ricerca del padre, che si scopre avere i suoi stessi poteri e aver ucciso sua madre tagliandole la fronte con la telecinesi [Ora... 1) a che scopo, 2) esattamente perché un taglio telecinetico sulla fronte è letale?, 3) per quale ragione ha la telecinesi e usa lo stesso metodo del figlio? Ci ricordiamo una buona volta che Sylar non ha la telecinesi di base ma è solo il primo potere che ha rubato???], dal confronto con l'uomo esce rinvigorito e più cattivo che mai... salvo poi allearsi con Danko per nessuna ragione logica.
Acquisiti poteri metamorfici, poi diventa totalmente dissociato, talmente dissociato in effetti da riuscire a usare i poteri in modo imprevisto trasformando anche i suoi vestiti(!). E no, non è una cosa che faccia parte del potere, infatti il suo proprietario originale (e inizialmente lui stesso) non li mutava affatto.
Ma del resto questo è nulla se si considera che spesso e volentieri entra ed esce da posti chiusi (tipo scomparire dal sedile posteriore dell'auto di Danko senza aprire la portiera) senza avere nessun potere che gli consenta di farlo...
Alla fine, come già detto, Sylar uccide Nathan, ma grazie al nuovo potere magico di Matt viene convinto di essere Nathan.
Curioso che nessuno pensi di resuscitare Nathan con una bella trasfusione di sangue da parte di Claire, che per inciso è anche lì a due passi...

Passiamo un attimo da Micah Sanders a cui va consegnato il premio per lo spirito d'osservazione dopo il suo (inatteso quanto incomprensibile) salvataggio dalla cattura a opera di Sylar, che, davanti a lui, assume il suo aspetto e si finge colpito a morte, scomparendo nelle acque del porto.
Il giorno dopo, vedendo Sylar cambiare aspetto, il buon Micah esclama "WoW! puoi cambiare forma!"
Wow, ieri che pensavi che avesse fatto, messo su un costume di carnevale?

Accenniamo anche all'unica scena valida dell'ultima puntata (Sylar che crede di essere a confronto col presidente, gli stringe la mano per poter assumere la sua forma, e resta di sasso scoprendo che in realtà si tratta di Peter che ha assunto i suoi poteri) rovinata da una battuta pochi secondi dopo: "Senza Nathan non potremo parlare con il presidente"
Bene... però pare che gli abbiate già parlato se Peter è riuscito a toccarlo per poter assumere la sua forma e ingannare Sylar (e Nathan non c'era), sarebbe tanto difficile rifarlo?

Ed eccoci alla puntata che da sola racchiude il peggio del peggio, e che non a caso è una puntata di Flashback...
A seguito di un sogno (che per sua stessa ammissione non ha senso, come, sempre per sua stessa ammissione, la maggioranza dei suoi sogni) Angela trascina tutta la famiglia a Coyote Sands, un posto sperduto nel deserto e lontano dalla civiltà (ma con una bella caffetteria aperta e ben frequentata...) rivelando che lei, i suoi genitori e sua sorella Alice erano stati "rinchiusi" lì nel 1961.
Qui abbiamo alcune delle battute più significative della serie, tipo:
Peter: "E qui che cosa è successo?"
Angela: "Non lo so, io mi sono salvata".
o
Angela: "Ci avevano rinchiusi qui, e noi ci ripromettemmo che non doveva accadere mai più. Per questo creammo l'Impresa." (EHHH!!!??? Avete creato una struttura che imprigionava le persone con poteri per fare in modo che le persone con poteri non venissero imprigionate? Complimenti!)

Comunque sia, dopo aver costretto tutti a scavare per ore ripescando ossa e scheletri senza la benché minima ragione, Angela rivela che tutti coloro che si trovavano lì sono morti. Lei si è salvata solo perché era uscita di nascosto con Linderman, Deveaux e il padre di Elle di cui non ricorderò mai il nome per cercare aiuto, senza portare la sorella perché "li avrebbe rallentati".
Curioso, visto che la fuga si traduce in loro quattro che vanno alla caffetteria a mangiare hamburger e patatine, lei che telefona a un poliziotto che non le crede e poi si mette a ballare con Deveaux, e una notizia alla radio in merito a una tempesta che loro interpretano automaticamente con "sono morti tutti".
In realtà sono davvero morti tutti, tranne Alice, anche se Angela ci ha messo 48 anni a sognare che è ancora viva. Dopo averla ritrovata le due si riuniscono per qualche secondo, poi Alice si arrabbia perché Angela l'aveva abbandonata e svanisce nel nulla per non essere rivista mai più. Wow!
Ma no, non finisce qui. Perché la vera rivelazione è che a capo del progetto vi fosse... Chandra Suresh! Il padre di Mohinder! L'uomo che negli eventi precedenti alla prima stagione aveva passato tutto il suo tempo a cercare le prove tangibili dell'esistenza di persone con superpoteri ed era stato felicissimo di trovare Sylar che provava le sue teorie... quell'uomo aveva lavorato con persone dotate di superpoteri 48 anni prima di iniziare a cercarle. Urrà per l'arteriosclerosi!

domenica 13 settembre 2009

S. Darko

È sempre stata mia ferma convinzione che non esista un buon motivo per realizzare il sequel di un film.
Per carità, ci sono alcuni sequel che riescono ad avere un senso, si può dire però che siano l'eccezione che conferma la regola, ed è ovvio che il discorso non includa film che sono già nati con l'intento di essere l'inizio di un ciclo o quel che è. Tolto questo, però, resto della mia idea.
Un'idea che non può che rafforzarsi guardando pellicole come S. Darko, che è teoricamente il seguito di Donnie Darko, un film che all'epoca ho avuto modo di apprezzare per quanto oscuro e contorto fosse.
S. Darko riesce a essere contorto senza approdare assolutamente a nulla, e anzi lasciando alla fine con un vago senso di... no, siamo seri, con la voglia di andare a picchiare chi l'ha realizzato.

Per chi non lo conoscesse, Donnie Darko è la storia di un ragazzo che sopravvive miracolosamente a un assurdo incidente. La sua vita dopo lo scampato pericolo è caratterizzata da una serie di assurdi eventi - tra cui la presenza di un inquietante individuo in un orripilante costume da coniglio, che solo Donnie riesce a vedere - e termina in tragedia per altre persone. Donnie ha però la possibilità di tornare indietro nel tempo, perire nell'incidente e salvare però in questo modo sua sorella e le altre vittime degli eventi che si sarebbero svolti se lui fosse stato vivo.
Contorto, ma a modo suo ha senso.

S. Darko è la storia (e già qui sto usando un eufemismo) di Samantha, la sorella di Donnie, diversi anni dopo gli eventi del primo film.
Mentre è in viaggio con un'amica, Sam è costretta a fermarsi in un paesino dimenticato a causa di un guasto all'auto. Qui è scomparso un bambino (non il primo in realtà) e molti danno la colpa a un reduce dell'Iraq, Justin, vagamente squilibrato, da tutti chiamato "Iraq Jack".
Quella notte, Justin ha una visione di Samantha in uno strano vestito che lo salva dalla caduta di un meteorite sul mulino su cui per qualche ragione sta seduto tutto il tempo.
Justin avrà poi altre visioni di Sam che lo porteranno, tra le altre cose, a dare fuoco a una chiesa senza la benché minima ragione apparente (No, non c'è neanche una ragione non apparente) e a costruirsi una specie di elmetto da coniglio mostruoso (che in effetti avrà un ruolo fisico negli eventi ma avrebbe potuto essere anche un pezzo di vetro per quel che vale).
Fulcro delle visioni è il fatto che alla mezzanotte del quattro luglio l'universo finirà e che Justin dovrebbe in qualche modo impedirlo.
Intanto, il meteorite viene acquistato da Jeremy, un ragazzo un po' nerd che dopo un po' inizia ad avere strane piaghe sul corpo.
A un certo punto, grazie a un insensato incidente la cui spiegazione (appena accennata) ha ancora meno senso dell'incidente stesso, Samantha muore.
La sua amica ha la visione del bambino scomparso che le dice che potrebbe ancora salvare l'amica, e in effetti riesce grazie a lui a tornare indietro nel tempo al momento dell'incidente. Qui in effetti le basterebbe perdere due minuti per far sì che l'incidente non si verifichi affatto, invece lei fa finta di niente e muore lei stessa.
Sia chiaro: non è che lei muoia al posto di Sam, tutto quello che doveva fare per salvare Sam era non litigarci ed evitare che si avviasse per strada a piedi, cosa che fa senza problemi, quindi se anche dopo avesse evitato l'incidente non sarebbe successo niente di male, ma lei evidentemente ha istinti suicidi e decide di ammazzarsi, così, tanto per.
Tutto questo, comunque, è del tutto irrilevante per la trama, sia chiaro.

Non si sa bene per quale ragione, Sam si reca poi a una miniera abbandonata dove trova i cadaveri dei ragazzi scomparsi, anche se non è ben chiaro chi ce li abbia messi (tutti sospettano Iraq Jack, che però non c'entra, e lei sospetta una donna del posto, ma non si sa se sia colpa sua o meno). Fatto sta che è Justin a essere incarcerato mentre chiede disperato a una confusa Sam di spiegargli "come fa a farlo".
Poi Sam accetta l'invito di Jeremy per andare a vedere i fuochi del quattro luglio e il ragazzo la porta su un'altura dopo averle regalato il vestito che lei indossava nelle visioni di Justin. Appare evidente che Jeremy ha subito una qualche mutazione a causa del meteorite (parrebbe posseduto da un alieno, ma forse ha solo un brutto caso di meteorismo, giusto per restare in tema). A mezzanotte di fuochi non si vede neanche l'ombra, ma inizia una pioggia di... tesseratti. Sì, sul paese si scatena una pioggia di ipercubi provenienti dallo spazio (uno dei quali, per inciso, crede di essere Fenice), che oltre a non dare l'idea di essere particolarmente in grado di porre fine all'universo non sembra in effetti neanche molto più pericolosa del lancio di qualche petardo, tanto che tutti i personaggi continuano ad andarsene beatamente in giro limitandosi a un saltello quando qualcuno dei cubi colpisce il suolo e fa un botto.
Jeremy assale Sam (all'incirca come qualunque adolescente in crisi ormonale potrebbe assalire una bella ragazza in una notte stellata stando solo con lei all'aperto), lei si ritrae, cade e muore sbattendo la testa sull'elmo a forma di testa di coniglio.
Nello stesso momento, Justin ha l'ennesima visione della ragazza che apre la sua cella e gli dice di salvare l'universo. Justin esegue... andando a infilarsi l'elmo.
A quel punto, senza nessuna ragione logica, il tempo si riavvolge fino al momento della caduta del primo meteorite. Questa volta Justin non si muove di un millimetro e muore nello schianto.
Prima che ci si possa chiedere che cosa mai può cambiare il fatto che lui sia vivo o morto, rivediamo la scena in cui viene scoperto cosa è accaduto al mulino, e il proprietario dello stesso afferma che non intende vendere il meteorite perché non vuole trarre profitto dalla morte di una persona.
OK, questo avrebbe quasi senso, se non fosse che già qui ci sarebbe da riflettere su un particolare... la Sam fantasma è apparsa a Justin al solo scopo di fare in modo che lui NON si salvasse dal meteorite, quando perché lui non si salvasse sarebbe stato sufficiente che lei NON gli apparisse e NON lo salvasse la prima volta che questo è caduto!
Questo dettaglio da solo sarebbe sufficiente a far saltare l'intero senso del film (se solo ce ne fosse uno), ma no, non finisce qui.
Non finisce qui perché Sam va via dalla cittadina e non ricorda niente degli eventi, per cui il povero ragazzo rinchiuso nella miniera sarà destinato a morire comunque (e forse neanche verrà mai ritrovato) e il meteorite finisce in qualche modo al proprietario del motel locale che già inizia a grattarsi.
E intanto Sam se ne va via tutta felice mentre tutti, senza la benché minima ragione, se ne stanno lì a guardare il cielo.
NON HA UN BRICIOLO DI SENSO!
L'intera pellicola serve solo a fare in modo che un personaggio secondario torni indietro nel tempo e muoia anziché salvarsi (cosa che avrebbe fatto comunque se non fosse successo niente di strano) per fare in modo che gli eventi successivi alla sua morte mancata si svolgano ugualmente ma in modo leggermente diverso!
Sembra che gli autori abbiano voluto prendere gli elementi chiave di Donnie Darko (le conseguenze di una morte mancata, il riavvolgimento del tempo, il coniglio mostruoso) e le abbiano infilate di forza in una sceneggiatura senza che avessero la minima nozione di come usarle (la stessa presenza del coniglio è esclusivamente un richiamo a Donnie Darko, ma si riferisce a eventi che, proprio in virtù di quel film, NON SONO MAI AVVENUTI, e non ha alcuna logica, laddove nel primo c'era un valido motivo per tutto).
Quasi sempre non esiste un buon motivo per realizzare il sequel di un film. A volte però, come in questo caso, esiste un motivo dannatamente buono per NON farlo!

venerdì 11 settembre 2009

La fatica di scrivere

Ieri, approfittando del fatto che mia sorella stesse guardando X-Factor e io no (a parte che, se anche avessi avuto il minimo interesse nel programma, non è che sia necessario guardarlo) ho deciso di cominciare a mettere a frutto il mio NetBook e me lo sono portato in soggiorno per mettermi a lavorare sul secondo capitolo del mio nuovo romanzo.
Il fatto che io abbia già completato i capitoli dal terzo al quinto e sia, ancora adesso, a malapena a metà del secondo già lascia capire quanto sia elevato il mio livello di ispirazione per quel capitolo in particolare, che però è necessario per lo svolgimento della trama.
Fatto sta che, inevitabilmente, il mio cervello si è messo a fare altro ed ha cominciato a ragionare sul fatto che, essendo appunto sul NetBook, stessi scrivendo con un elaboratore di testi diverso dal solito.
Ora, non so se proprio tutti sappiano che, per motivi assolutamente incomprensibili, la Microsoft abbia ben due suite di programmi "da ufficio": Microsoft Office e Microsoft Works, che fanno, essenzialmente, le stesse cose.
Works io l'avevo già usato sul mio primo PC in assoluto, il defunto e compianto IBM 486 con ben 256Mb di HD (compresso, se no col cavolo ci arrivavano a 256), e mi ci ero trovato piuttosto bene. In effetti si tratta di un pacchetto veramente integrato di elaboratore di testi, foglio di calcolo, database e ammennicoli vari che si possono usare quasi come un unico programma (cosa che non si può dire di Office, dove una combinazione di tasti o funzione in Word fa cose diverse rispetto a quelle che fa in Excel, evitando di parlare di Access dove in genere la stessa combinazione fa cose diverse a seconda di come si è alzato Office la mattina...), perciò non mi è dispiaciuto affatto trovarlo in versione OEM sul NetBook.
Anche nella sua ultima versione, l'elaboratore di testi di Works è in pratica un Word prima maniera, e non intendo solo prima che Word diventasse un accrocchio di incomprensibili toolbar a scomparsa dalle icone gigantesche in cui trovare un comando di base è quasi impossibile ma quelli che non userai mai ti stanno sempre in mezzo alle scatole, ma prima che anche solo iniziasse ad andare in quella direzione. Prima, insomma, che Word diventasse una specie di contorto videogioco (o, se preferite, una cagata colossale). Ciò non toglie che anche Works abbia uno svantaggio: quello di ostinarsi a voler salvare nel suo formato proprietario, .wps, che probabilmente in tutto il mondo dell'informatica riesce a leggere solo lui...!
Intendiamoci, è perfettamente in grado di salvare in numerosi altri formati, incluso l'.rtf, l'abominevole .docx e il normale formato di Word, solo che bisogna dirglielo ogni volta. E non "ogni volta che si lavora su un file" ma "ogni benedetta volta che si preme il tasto di salvataggio", a prescindere dal fatto che il file fosse un .doc già in origine.
La domanda che mi ponevo era dunque se fossi più disposto a dover perdere tempo ogni volta che salvo un file, o piuttosto dovessi tornare all'idea originale di installarmi OpenOffice sul NB (perché comunque di installare Word non se ne parla a prescindere).
E la risposta che mi sono dato è che ad oggi un elaboratore di testi non dico perfetto ma che quantomeno si avvicini alla perfezione non esiste, quindi tanto vale tenersi i difetti di uno fidato piuttosto che usarne uno che comunque non mi piace.
Perché, c'è poco da fare, con OpenOffice, pur dovendolo usare sul PC di casa da quando Word ha deciso che il solo accenno di una parola straniera nel testo è sufficiente a causargli un attacco epilettico (cosa stupenda per uno che fa di continuo traduzioni...) non mi ci trovo. Per molti motivi, partendo dal fatto che per aprirsi, pur chiamandosi "Open", ci mette quasi più tempo di quello che serve al mio PC per avviarsi (e chiunque mi abbia visto alle prese con uno dei suoi famigerati reset sa bene quanto tempo gli serva per un'operazione teoricamente semplice come accendersi), per arrivare al suo maledetto vizio di suggerire le parole mentre scrivo.
Sia chiaro, non è che l'idea del suggerimento in sé sia da aborrire, me lo fa anche il palmare dove tra l'altro, quando la parola suggerita è giusta, si risparmia un bel po' di tempo selezionandola invece di continuare a scrivere. Solo che il palmare mi fa apparire un miniriquadro a fondo schermo con dentro il suggerimento. OpenOffice no: lui scrive il resto della parola nel testo, lasciandolo evidenziato in modo da sovrascriverlo casomai tu voglia invece scrivere altro. E, ve lo garantisco, iniziare a scrivere "preoccupazione" e vedersi improvvisamente comparire sullo schermo "precedente" è una fonte di distrazione tutt'altro che trascurabile (per non dire che, le rare volte che compare la parola giusta, a me viene spontaneo premere lo spazio per continuare, col risultato di cancellarla, anziché l'invio per confermare), e quel che è peggio finora non ho trovato un modo di disattivarlo, se non disattivando del tutto anche la correzione automatica che invece mi serve (vista la quantità astronomica di "eprchè" che mi ritrovo a digitare regolarmente, per dirne una).
Word è escluso dalla categoria da quando ha iniziato a non ricordarsi più di essere un elaboratore di testi.
A questo punto, salvo volersi mettere a scrivere con il Blocco Note o al più il Wordpad, credo che sceglierò di sopportare i salvataggi bizzarri di Works.

mercoledì 9 settembre 2009

Il (dis)piacere della lettura

Una volta mi è stato detto che uno scrittore dovrebbe credere in quello che scrive.
Non ritengo che questo significhi che io, per citare l'esempio più a portata di mano, dovrei iniziare a ritenere concrete tutte le assurdità di cui infarcisco i miei racconti. In caso contrario le prossime pagine di questo blog le dovrei scrivere dal reparto psichiatrico di un qualche ospedale. Penso però che questa frase, in termini meno letterali sia vera, ovvero che chiunque scriva qualcosa, specie in un'ambientazione elaborata, dovrebbe, nel farlo, calarsi nel proprio mondo, del tutto fittizio o meno che sia, e fare in modo che questo sembri essere reale, se non altro a coloro che lo popolano.
Più in senso generale: chi scrive dovrebbe fare attenzione a quello che scrive.
Perché, d'accordo, mi è successo di leggere di una donna che arrotolava un bastone di legno attorno ai suoi capelli piuttosto che il contrario, ma lo ascrivo a un momento di distrazione dell'autrice (e a una totale assenza dell'editor colto da coliche intestinali atroci il giorno in cui doveva rivedere quel libro) e amen, è un lapsus che certo non aiuta la lettura ma neanche mi cambia la vita. Ma ci sono cose peggiori, molto peggiori.
Una l'ho trovata mentre leggevo l'ultimo romanzo del ciclo di Anita Blake, scritto da Laurell K. Hamilton, e stavo cercando di riprendermi dalla sorpresa di essere arrivato a oltre un quarto del romanzo senza che ci fosse stata ancora un'inutile scena di sesso (né una utile, per inciso, ma questo è normale, quelle utili sono rare come le mosche bianche in un secchio di vernice nera).
Per chi non fosse familiare con il ciclo, le avventure di Anita Blake si svolgono in una versione del nostro mondo in cui vampiri, licantropi e altre amenità varie esistono davvero. Non in stile "Buffy", vale a dire sì, esistono, ma lo sanno in pochi e tutti gli altri credono che siano fantasia. No, esistono alla luce del sole (per quanto sia possibile a un vampiro) da sempre, tanto che ci sono leggi specifiche che li riguardano.
È senza dubbio un'ambientazione che ha il suo fascino (nonostante la Hamilton tenda a cambiare le carte in tavola con frequenza impressionante), e nella quale la scrittrice riesce in genere a far calare il lettore, finché di punto in bianco non fa pronunciare a un suo personaggio una frase come:
"So hard to tell fact from fiction when we live in a world where myth is real" (grossomodo: "È difficile distinguere la realtà dalla finzione quando si vive in un mondo in cui il mito è realtà").
Cérto, una frase che ci starebbe benissimo se pronunciata dal narratore (anche se, nello specifico, la voce narrante è quella della protagonista che parla in prima persona, quindi no, neanche così ci starebbe bene), ma detta da un personaggio disintegra in un istante la sospensione dell'incredulità. Perché, pensiamoci... quale mito?
Per noi vampiri e licantropi sono creature del mito, indubbiamente, ma noi non ci viviamo a stretto contatto da sempre, e se anche oggi scoprissimo che esistono potremmo a ragion veduta continuare a definirle tali. Ma in quell'ambientazione sono sempre stati lì, non sono mai stati un mito più di quanto possano esserlo stati i cavalli o le capre. Il mito non è realtà, semplicemente non è, né è mai stato, un mito.
Cérto, a meno che il tizio si riferisse al fatto che Anita è in realtà una creatura mitologica nota come Maiala Mannara, ma dato che questo lo sappiamo solo io e i pochi che ho reso edotti, mi permetto di dubitarne...

lunedì 7 settembre 2009

NetBook, Trillian Astra e i casi della vita

Come forse alcuni sanno, il mio caro PC di casa ha il dannato vizio, specie d'Estate, di resettarsi come minimo una volta per ogni "ciclo di accensione".
Col caldo questa cosa è notevolmente peggiorata, e i miei nervi ne stavano risentendo, specie perché ultimamente ho iniziato a scrivere con un po' più d'impegno, e vedersi spegnere il PC (che poi in realtà non si spegne e basta: presenta una schermata blu con errore assolutamente casuale e informa che sta "provvedendo allo scaricamento della memoria virtuale", cosa che un tempo si esauriva lì e ora procede con un conteggio da 1 a 100 della durata di ere geologiche, che in genere interrompo premendo il pulsante di reset visto che, comunque, è quello che accadrà a conteggio finito) nel bel mezzo della scrittura di un sudato capitolo e tutto fuorché piacevole.
Non che, del resto, lo sia scomparire nel mezzo di una conversazione con qualcuno, in genere perdendosi qualche sua risposta, ma se non altro a questo si può porre rimedio a posteriori senza doversi riscrivere testi interi...
Tra questo, il fatto che avessi già pensato di procurarmene uno, e alcuni altri vantaggi vari, ho deciso di sbilanciare le mie già sbilanciate finanze e acquistare un NetBook nuovo di zecca (dopo alcuni malriusciti tentativi di prenderne uno usato decente su Ebay).
Avevo inizialmente pensato a uno di quelli con disco a stato solido di pochi Gb, alla fine però, approfittando anche dell'offerta del mio spacciatore di fiducia (di PC, non di droga :P), ho optato per un ASUS 1005AH, con tutto quello che mi può servire e anche qualcosina di più.

Dovendolo adattare alle mie esigenze software, ho iniziato a farmi la lista delle cose indispensabili: il Writer di OpenOffice (perché nemmeno ci penso ad attivare la versione trial preinstallata di MSOffice, a stento ci avrei pensato se fosse stata gratuita per sempre...), Firefox da sostituire a IE, e ovviamente un programma di messaggistica. Trillian, vale a dire.
Già che dovevo installarlo, ho pensato fosse il caso di andare a scaricarmi l'ultima versione... e qui arriva la scoperta: il caro vecchio Trillian che avevo usato finora non esiste più, è stato rimpiazzato dal Trillian Astra.
Sulle prime, la cosa mi secca.
Poi guardo cosa si suppone che faccia Astra, e inizia a interessarmi.
Poi lo installo e dopo l'impatto iniziale me ne innamoro perdutamente.
Già il Trillian, nonostante qualche difettuccio, lo adoravo, ma Astra lo ha portato davvero al top della sua categoria... non solo posso collegarmi a ICQ, Yahoo! e MSN simultaneamente come già facevo, ma posso aggiungerci...

  • Skype
    Bisogna comunque avercelo installato e in realtà lo attiva in modalità silenziosa, ma mi risparmia di dovermi ricordare che esiste e mi mantiene tutto nella stessa finestra, che non è poco
  • Facebook!
    Non solo posso vedere in tempo reale i cambiamenti di stato/aggiunte al profilo/cavolate varie dei miei contatti, che mi compaiono senza dare fastidio nell'angolino dello schermo, ma posso anche collegarmi alla chat di Facebook che (con grande seccatura di alcuni miei contatti) io non uso MAI perché la trovo scomodissima (essendo costretto a tenere aperto il sito anche se non ci sto facendo niente e a controllare la finestra ogni tanto per sapere se qualcuno ha scritto)
  • Google Talk
    Stesso ragionamento, e in più mi avvisa anche se ho posta (non me ne importa un granché perché non lo uso, ma è comunque utile in generale)
  • Un mucchio di altre cose che presumibilmente non userò mai, ma se volessi sono lì.

Non solo, tutto il pacchetto è notevolmente migliorato: è più veloce, permette di vedere icone dei vari messenger che in genere non arrivavano affatto, è più funzionale e, soprattutto, resta completamente GRATIS.
Sì, dopo 30 giorni dall'installazione scade la versione PRO e si torna alla basic, ma le differenze sono, a parere mio, davvero irrilevanti (a parte il fatto che, alla peggio, la PRO costa 25$, una miseria!)

Va aggiunto che, come mi aspettavo, ieri il mio PC si è immediatamente ingelosito del nuovo arrivato e ha funzionato per tutta la serata senza resettarsi una sola volta...! :P

domenica 6 settembre 2009

The Signals

Quando una pessima sceneggiatura, dei dialoghi senza né capo né coda e una trama illogica e sconclusionata vengono messi al servizio di un film che non sa esattamente che cosa vuole essere, quello che si ottiene è probabilmente meglio di "The Signals".
Il film inizia spiegando cosa sia il SETI, e lasciandoci pensare che la trama abbia a che fare con un segnale proveniente dallo spazio. Non è così.
Passiamo a una specie di osservatorio sperso in mezzo al nulla che ha poco o niente a che fare con il SETI dove due personaggi (che in pratica non vedremo mai più) monitorano... be', un monitor. Uno dei due sta mangiando con ben poco gusto una razione confezionata scaldata al microonde (poi scopriremo che probabilmente ce ne sono solo due in tutta la dispensa, che per il resto è piena dei cibi più improbabili, inclusa frutta fresca e una GROSSA torta ricoperta di panna al cioccolato con tanto di decorazioni...!!!), poi i due parlano un po' e infine arriva un inatteso segnale.

Qualche tempo dopo, un eterogeneo gruppo di persone arriva alla stazione. Si tratta del proprietario della stessa, Shaw, una donna che non si capisce chi sia, un tecnico, Jack, un'altra tizia, Smitthy (!), che in passato era la ragazza di Jack e ora fa un qualche genere di lavoro per Shaw, e un obeso reverendo di non si capisce quale chiesa (né si capisce che ci faccia lì). I nostri arrivano e trovano la base vuota e distrutta, ma Jack riesce a rimetterla in sesto in tempo per captare di nuovo il segnale e salvarlo su un dischetto.
Qui si inizia a capire che qualcosa non va, perché a chi ascolta il segnale lampeggiano gli occhi (letteralmente, a ognuno di un colore diverso) e inizia a comportarsi diversamente dal solito. Vale a dire che si comporta esattamente come prima, ma gli altri dicono che si sta comportando in modo diverso.
Jack, che è sordo, è immune agli effetti del segnale (dato che "il suo apparecchio acustico non sente quelle frequenze"). Lo sarebbe anche se non fosse sordo, visto che non prova mai ad ascoltarlo. Smitthy invece lo ascolta ma non le succede niente perché... crede in Dio.
Sì, avete capito bene.

A un certo punto, nella base si materializzano un colonnello e alcuni soldati, tra cui una tenente dotata di poteri paranormali. A nessuno sembra strano che stiano lì, e lui e Shaw si mettono a discutere per qualcosa che hanno capito solo loro. Qualcuno poi afferma che si tratti di prendere il controllo del segnale, ma cosa ci sia da controllare resta un mistero.
Risparmiando tutti i vari e dolorosi passaggi, (incluso il momento in cui la tenente dà dimostrazione dei suoi poteri paranormali e tutti reagiscono come se l'avessero vista fare ciao con la manina) si scopre che il segnale non arriva dallo spazio ma è apparentemente di origine demoniaca (indizio da non sottovalutare è che duri 6,66 secondi -__-).
Convinto da Smitthy, Jack, che sta riparando il trasmettitore della base per poter diffondere il segnale, capisce che è il caso di non farlo e inizia a cercare le registrazioni delle telecamere interne. Da queste scopre che uno dei tecnici aveva legato l'altro e cercato di trasmettere il segnale (perché non ci sia riuscito è un mistero) e capisce che non è il caso di trasmetterlo (sì, l'aveva già capito prima, ma a chi volete che importi?). Di conseguenza, come è ovvio... va dagli altri a dire che non trasmetterà il segnale, già sapendo che loro vogliono che lo si faccia.
Qui si assiste a una delle sequenze più patetiche del film: Shaw, il reverendo e la donna misteriosa, tutti intenzionati a far sì che il segnale venga trasmesso, litigano perché ognuno di loro vuole convincere Jack a farlo! Esatto: vogliono la stessa identica cosa e comunque litigano!
Jack si dà alla fuga e va a nascondersi dietro l'unica porta al mondo che può essere sfondata con un banale coltello da cucina, ma che, badate bene, è in grado di autoripararsi una volta che la tenente paranormale l'ha strappata via con la telecinesi (c'era un buco degno dell'ascia di Jack Nicholson un secondo prima, poi è integra senza un graffio).
Ora... lasciamo perdere come alla fine Jack sia costretto a riattivare il trasmettitore e come la situazione si risolva... pregando... piuttosto guardiamo il piccolo dettaglio che rende davvero un capolavoro questa trama...
IL SEGNALE
Chiunque abbia generato questo famigerato segnale, evidentemente non ha nessuna intenzione di farlo diffondere, visto che:

  • lo trasmette solo a una sperduta stazione in mezzo al nulla piuttosto che a tutto il mondo (forse all'inferno hanno dei trasmettitori molto ridotti, dovrei contattarli per vedere se vogliono comprarne di nuovi dalla ditta dove lavoro)
  • lo trasmette una volta ogni quando capita
  • lo rende terribilmente complesso da trasmettere (il tecnico presente all'inizio, senza nessuno che possa ostacolarlo, non ci riesce, e poi evidentemente sfascia tutto in preda alla frustrazione, o non si capisce perché le apparecchiature fossero a pezzi all'arrivo del gruppo)
  • fa sì che non possa essere manipolato (e fin qui OK), né copiato (?) o registrato (e come l'hanno registrato su disco la prima volta?), ma che lo si possa trasmettere solo da un dischetto (eh???) e non direttamente dal PC (PC che, evidentemente, non deve avere un disco fisso, dato che Jack afferma che a parte il dischetto il segnale è solo nella RAM... dove peraltro resta anche dopo che il PC viene spento...)
  • come già detto, il segnale fa in modo che la gente si scanni allo scopo di trasmetterlo, sebbene tutti quanti vogliano fare esattamente la stessa cosa

Come piano demoniaco per la conquista del mondo ha qualche piccola falla, non credete?